mercoledì 28 dicembre 2011

"Contagion" da panico

Somiglia molto a un incubo. E ammetto che dopo averlo visto per diversi giorni il mio inconscio ci marciava su. Diciamo che non lascia indifferenti. E' Contagion, un contagio mortale che nasce inspiegabilmente e che solo alla fine trova la sua origine e rende tutto più chiaro, stupidamente chiaro. Come per un errore il mondo cambia, e come per un errore si muore. NESSUNO E' IMMUNE ALLA PAURA.
Un cast non da teatro della scuola, un gran cast. Le due grandi Kate Winslet e Gwyneth Paltrow liquidate prima del previsto. Un escamotage che ho trovato stupendo. La Paltrow muore a pochi minuti dall'inizio, ed'è ricordata per tutto il film come prima vittima di un virus letale. La Winslet va incontro a un destino certo, e noi guardiamo che il tutto accada consapevoli come lei di cosa l'aspetti. Non esistono protagonisti, la protagonista è la paura e l'istinto di sopravvivenza. Se proprio ci deve essere qualcuno che ha un merito, allora la regina è la dottoressa che sperimenta su se stessa per trovare l'antivirus che possa salvare il mondo da un terribile contagio che si allarga a macchia d'olio sulla terra e non risparmia nessuno. E poi Marion Cotillard che ormai è diventata famosissima, con quell'accento francese fa da garante a una disgrazia che pare non avere rimedio. Tutto si risolve per il meglio solo dopo aver fatto passare sotto la ghigliottina milioni di persone nel giro di pochissimo tempo. Circostanze realmente verificatisi, una seconda "mucca pazza", un allarme davvero attuale e che si presenta anche oggi, come nel 2009.

VOTO: 8

Nottingh Hill... per chi non smette di sognare.

Non allarmatevi, non tutti i miei post riguardano film appena visti. Lo dico perchè sicuramente avevo già visto prima di qualche giorno fa Notting Hill. Anni fa, quindi non valeva, e l'ho rivisto. E' uno dei film preferitoi di una mia grande amica, quindi ho deciso di affogare i miei pensieri in una storia d'amore di quelle surreali che si vedono solo nei film. Non mi si dica che non credo alle favole d'amore, sono un po' romantica, non so in quale angolo del mio cuore, e anche io da donna mi ammorbidisco di fronte a una storia così. Ma questa è davvero surreale! Come dicono i protagonisti in due diverse occasioni. Lei grande star, e lo è davvero Julia Roberts! Bellissima che più bella non si può. E lui è Hugh Grant, che a me come uomo non piace, ma come attore... boh, non so decidermi. Mi sembra una storia molto principesca, è la  favola moderna di Audrey Hepburn e Cary Grant in Vacanze romane, e i protagonisti hanno pure lo stesso cognome! Giuro che questo passaggio non l'avevo programmato, ho appena scoperto l'omonomia e ne sono estasiata! Il personaggio di lui è sicuramente imbranato e chiunque ci si rivedrebbe, ma lei doveva davvero essere disperata! O umile, dipende dai punti di vista. Lui a volte sembra anonimo, ma probabilmente mi da questa sensazione perchè messo al fianco di una come lei, sia l'attrice che il personaggio, non può che passare in secondo piano. Insomma, sono indecisa, il mio giudizio è sicuramente positivo, è una favola che affascina moltissimo! La rivedi mille volte senza stancarti! Vogliamo parlare della comicità del momento "Cavalli e segugi"?

VOTO: 8

"Un amore sotto l'albero"

Un bel film natalizio per chi vuole commuoversi con una storia che sotto l'albero emoziona maggiormente e con l'aggravante di vantare delle stars del calibro di Penelope Cruz, Susan Sarandon e Robin Williams. Un amore sotto l'albero racconta due diverse storie che si incontrano tra loro, una meno incisiva dell'altra, dipende dai punti di vista. Una coppia di futuri sposi in cui lui è maniacalmente geloso, del tipo "quando la gelosia distrugge anche le cose più belle" o "come siamo stupidi certe volte". L'altra situazione riguarda un'avanzata quarantenne il cui Natale si prospetta difficile quanto monotono in ospedale a visitare la madre malata d'Alzheimer, da anni ormai. Due storie completamente diverse, che si sfiorano per caso solo per un momento, forse momento chiave per infondere un po' di vitalità giovanile nell'anima della bravissima Susan Sarandon. Penelope al solito bella e brava, una diva! Sicuramente spicca di più l'episodio della donna con la madre malata, l'altro lo trovo d'intrattenimento. E poi qualunque storia diversamente felice se inserita nella notte di Natale ha il suo effetto su chiunque, no? Perplessa mi ha lasciata invece il personaggio angelico di Williams... Be', allora prendetelo come un film che intrattiene, se non avete niente da fare. Altrimenti... non lo vedete.

VOTO: 6

E' Natale ma.. "L'amore non va in vacanza"

Vi chiederete: "Ma non l'avevi ancora visto??" Ebbene no. Non posso avere il tempo di vedere tutto, sicuramente in questo "tutto" ci includo tante cavolate di film, però per ogni film che è stato girato dal 1897 ad oggi avrò il tempo un giorno.
Aspettavo le vacanze per vedere diversi film con ambientazione natalizia, e ne ho visto qualcuno con questo clima così allegramente festoso che ammorbidisce chiunque.
L'amore non va in vacanza, meglio conosciuto come Holiday. Estremamente carino, con attori estremamente bravi e belli. Vogliamo parlare di Jude Law? Lasciando stare Jack Black, ovviamente... E poi Cameron Diaz e Kate Winslet, meravigliose! Queste si che sono commedie, non come le altre americanate!
Mi è piaciuta molto la storia della montatrice di trailer cinematografici che all'occorrenza vedeva scorrere come un trailer la sua vita quando sentiva di non star facendo la cosa giusta, e pure la storia di un ormai vecchio sceneggiatore con una sfilza di premi nel suo studio che viene portato a nuovo da una sfortunata in amore per ricordargli di quanto fosse vecchio. Il vecchietto somiglia un po' tanto a Spielberg, vero?  And so, inizialmente ero convinta che Jude fosse l'amato bastardo di Kate e non suo fratello. L'ho capito alla fine, che occhio fino. Però l'ho apprezzato ugualmente, anzi di più scoprendo che era sincero e non prendeva in giro le due ragazze.
Certo che solo in un film due pazze possono decidere di andare alla parte opposta del mondo in cui si trovano per passare le vacanze di Natale sole come se non avessero una famiglia a cui rendere conto. Per ogni film americano che guardo noto che i personaggi sono così soli! Mamma mia che angoscia! Da qui lo scarso valore dato alla famiglia oltreoceano? Non so, non li conosco, però queste coincidenze mi fanno riflettere. Ah, io sono decisamente Cameron Diaz. Si, decisamente!

VOTO: 8

Travolti dal destino... la signora Ciccone e il figlio di Giannini

Oggi la mia voglia di studiare è sotto zero, si sa come sono le vacanze di Natale no? E anche se oggi non è proprio festa, mi prendo un giorno per scrivere qualcosa sugli ultimi film visti.
Diversi anni fa alla tv diedero un film che non seguivo, ma di cui mi ritrovai a vedere qualche scena. Dal quel poco che vidi mi sembrò di capire che delle coppie di ricconi stavano facendo una vacanza su una grande barca e la moglie snob di uno di questi faceva le torture a un povero marinaio. Mi sembrava di riconoscere in questa sicuramente bellissima donna la famosa Madonna, ma a quel tempo la sapevo solo cantante! Pochi mesi fa seppi dell'esistenza di un film di molti anni fa di Lina Wertmuller con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, dal titolo Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto. Finalmente ricordo bene il titolo! Mi è costato parecchio. Per diversi motivi non l'ho ancora visto, ma cercando su internet, tornando al presente, ho scoperto che nel 2002 il marito di Madonna, Guy Ritchie, ha girato un film dal nome Travolti dal destino con protagonisti la moglie, Madonna, e il figlio di Giannini, Adriano. Che sorpresa scoprire che era davvero Madonna quella che avevo visto anni fa! Ammetto che avrei dovuto vedere per primo il film della Wertmuller che ha ispirato il remake secondo me identico di Ritchie, ma non ho resistito, colpevole la curiosità nel vedere Madonna recitare. Devo dire che mi è piaciuto, ma il mio complimento va al soggetto che altro non è se non opera delle fatiche della cara Lina. La storia è davvero simpatica e paradossale. E' ironico vedere come il campo di forza cede il suo punto più forte a quel marinaio italiano che fino a poche ore prima era stato ripetutamente schernito e umiliato dall'arroganza e dalla prepotenza di una signora borghese americana che basava la sua superiorità unicamente sull'essere moglie di un ricco imprenditore farmaceutico, quando lei altro non sapeva fare se non muovere i muscoli delle sue gambettine scheletriche sulla bicicletta da ginnastica.
L'odio tra i due dura fino a oltre la metà del film, non si tratta della classica storia dove da subito entra in gioco l'amore. Qui ho avuto fino alla fine il dubbio che non si trattasse di una vera storia d'amore, ed'è allucinante vedere come si cambia sotto la pressa di situazioni che possono cambiare radicalmente il nostro modo di essere trasformandoci da tigri spietate ad agnellini senza difesa. Qui la cara Madonna, o il suo personaggio, perde la dignità e anche se il marinaio italiano troppo ignorante esagera un po', alla fine lei si fa amare. Manca un po' di psicologia che a me tanto piace, la quale avrebbe dovuto spiegarci meglio i meccanismi che hanno portato all'amore, ma siccome il pubblico è ormai troppo colto sa, anche se non ci è stato fatto vedere, come si cambia se ti perdi su un'isola deserta. Però devo ammettere che in certi punti mi è sembrato di essermi persa un passaggio, perchè da un momento all'altro Madonna passa dall'odio all'amore, devo riconoscerlo. La fine poi, mi ha lasciata perplessa. Diciamo che hanno voluto concludere in maniera alternativa, ma la colpa del tutto la ricollego alla non eccellente interpretazione di Madonna che anche trasformata in docile agnello non mi ha convinta del tutto della sua acquistata e sudata umiltà. Sicuramente le riesce meglio la parte di star della situazione sulla barca dei ricconi. Magari devo vederla in un altro film per farmi convincere che è meglio da attrice che da cantante.. per adesso rimango con la mia opinione, cioè che non mi piace come persona.

VOTO 6

giovedì 15 dicembre 2011

One day

Pronta per il tuo centesimo post? Si, sono pronta!
Un film che dovevo vedere con un'amica, ma poi l'appuntamento è fallito con mio gran rammarico, e l'ho visto da sola. Al cinema? Ma anche no. One day.
Bellissimo, emozionante e che ti tiene attaccata allo schermo, nel mio caso al monitor. Lei è Anne Hathaway, lui Jim Sturgess. Lei conosciutissima, lui... un po' meno, per quanto mi riguarda. Ma è stato comunque una grande scoperta, perchè oltre a essere bellissimo l'ho trovato perfetto per la parte di sciupa femmine che non vuole impegnarsi in una stroria e che si ritrova ad esserci dentro fino al collo senza accorgersene, e con l'aggravante di essere stato relativamente "fedele" a lei per venti anni. Lei appunto, che altro non era se non un'amica. Due che si sono sempre voluti ma in momenti sbagliati, e che hanno perso un sacco di anni ad inseguirsi. La conclusione non è come me l'aspettavo, ma se fosse finito bene sarebbe stata la solita commedia, quindi anche se è stato un finale sofferto mi è piaciuto molto. Sono rimasta shockata al momento dell'incidente, è arrivato all'improvviso, non se lo aspettava nessuno, anche se da sempre ho avuto una certa paura per le biciclette che molto facilmente passano inosservate. E' stato bello anche vedere come nel corso degli anni lui è cambiato, e come è arrivato ai 50 anni circa totalmente diverso e maturato dal dolore della mancanza. L'unica cosa che è dispiaciuta è stata l'assenza di un figlio, assenza che ha contribuito a farmi piacere la storia, tutt'altro che scontata. E poi la cosa che amo di più, la fantastica locandina! Una delle migliori degli ultimi anni! Vedetelo, è bello bello!

VOTO: 8

domenica 20 novembre 2011

Arieccome.

Per la seconda volta mi prometto di non abbandonare più questo blog. La prima volta la promessa l'ho tenuta nella mia testa, oggi la scrivo così non ho scuse. Vedo molti film e si vede, quindi a volte l'idea di dover parlare di ognuno di loro mi mette ansia. Non sempre dopo aver visto un film ho le idee chiare, non sempre so dire se mi è piaciuto, così, di getto. Ci devo riflettere, come su tutto. Probabilmente il mio giudizio frutto di una riflessione non è più vero di quello buttato lì d'istinto. Ma sono così poco istintiva io.

sabato 1 ottobre 2011

Per non dimenticare (1° ottobre 2009 io c'ero)

Per oggi sospendo ogni tipo di recensione e visione di qualsiasi film per commemorare qualcosa che va oltre ogni tipo di finzione cinematografica. Due anni fa nel messinese una terribile alluvione colpiva mortalmente le vite di 37 cittadini tra Giampilieri e Scaletta Zanclea, e oggi a distanza di due anni tutti noi cittadini di queste zone ricordiamo quell'evento come un qualcosa che ci ha segnato e che ci fa tremare non appena il cielo sopra di noi si tinge di grigio. E' inevitabile non pensarci, è una paura e un trauma che ormai c'è e non possiamo evitare.
Personalmente lo ricordo benissimo quel primo ottobre 2009. Era una bellissima giornata di sole, anche se fa strano dirlo col senno di poi. Era comunque una giornata soleggiata e calda. Niente, e dico davvero niente, avrebbe potuto far presagire quello che ci avrebbe atteso non più tardi di 15 ore. Ricordo che sono tornata a casa da Palermo nel pomeriggio e alle 17 ancora il tempo era bello come la mattina. Ma alle 19 ha cominciato a cambiare e tutto si è ricoperto poco a poco di nuvole. Alle 21 è andata via la luce e in casa mia abbiamo acceso le candele, abbiamo cenato con pochissima luce e poco dopo dal piano di sotto mia zia ci ha chiamati, il loro piano terra si era allagato. Ho messo le scarpe da tennis, mi sono rimboccata i pantaloni e sono corsa sotto a raccogliere l'acqua da terra. Presto anche il piano di sopra avrebbe cominciato a riempirsi d'acqua. Era quasi impossibile fermarla, eravamo in 6 a riempire secchi e svuotarli nel lavandino. Più ne raccoglievamo e più ne veniva fuori. Poi all'improvviso in cucina una specie di tappo spinto da un forte getto d'acqua è saltato e ci siamo ritrovati con una vera e propria fontana che non sapevamo come fermare. Per fortuna mio padre è riuscito a tapparlo di nuovo. Ci siamo divisi nei due piani ma far fronte a tutta quell'acqua non sarebbe stata questione di poco tempo, ne abbiamo raccolta per due ore quasi. Ricordo che mentre io e mia zia svuotavamo secchi d'acqua in un bagno piccolissimo non riuscivamo nemmeno a sentirci, ci parlavamo ma non bastava nemmeno gridare per farle capire quello che volevo dire. Pioveva così forte che sembrava che la nostra casa non avesse tetti ne pareti, sentivamo goccia per goccia quella pioggia e non sembrava acqua talmente forte era la sua pressione. Siamo andati avanti così per un po', perchè ha piovuto ininterrottamente per tre ore, senza un momento di sosta. Allora da lì nessuno più parlava. In casa mia eravamo in 7 e nessuno di noi aveva la minima idea di quello che stesse succedendo lì fuori. Altre volte aveva piovuto forte e i due Capi, due montagne che separano il mio paese da Messina da una parte e da un altro paese dall'altra, spesso "cadevano", cioè le montagne non potendo essere bloccate da nessun tipo di vegetazione venivano giù masso dopo masso e rendevano impossibile il passaggio di chi da Scaletta voleva o entrare o uscire. Davvero nessuno immaginava minimamente cosa stesse accadendo, perchè quando sei dentro casa e senti piovere forte non è come quando sei fuori, pensi che forse da dentro lo senti così forte perchè sbatte contro la plastica o i tetti. Dalle 23 circa ha smesso di piovere e abbiamo ricominciato a sentirci. Avevamo raccolto parecchia acqua da terra ma ancora il pavimento di entrambi i piani era bagnato, eravamo stanchi e abbiamo lasciato tutto lì, il giorno dopo avremmo ripulito per bene tutto. Sono andata a letto e ancora la luce non era tornata, i cellulari hanno cominciato a non funzionare più insieme alla rete fissa, da quel momento abbiamo perso i contatti con tutti ma solo il giorno dopo avremmo capito di essere completamente isolati dal mondo e che per raggiungerci le uniche vie erano il cielo o il mare. Arrivata a letto ho avuto una strana sensazione, c'era un silenzio tombale e l'ho trovato strano perchè la via su cui si affaccia casa mia è la via nazionale, l'unica strada che si deve percorrere per andare a Messina città se non si prende l'autostrada, e questa strada è sempre molto rumorosa a qualunque orario, ma un po' meno in piena notte. Ancora erano le 23 e di gente ne sarebbe dovuta passare. Invece non passava nessuno. E' stato solo allora e da questo che mi sono resa conto che era successo qualcosa. Non avevo cellulare e non c'era connessione a internet, non mi restava altro che dormire. La mattina dopo mi sono svegliata e tutto era diverso, ma non avevo ancora capito del tutto quanto fosse cambiato. La tv era accesa, la luce era da poco tornata ma solo momentaneamente, e i cellulari di tutta la famiglia cominciavano a squillare. Le tv nazionali avevano cominciato a diffondere la notizia ma ancora si parlava solo di 2 morti e qualche ferito. Ricordo che non avevo il coraggio di alzarmi dal letto, ma quando l'ho fatto e sono entrata in cucina e ho visto alcune immagini alla tv e mio padre che veniva bombardato di telefonate che chiedevano se stessimo bene, allora lì mi è stato impossibile trattenere le lacrime e così si è aperta questa ferita di cittadina che è stata solo sfiorata da questo dramma. Le mie lacrime erano sicuramente di dolore per chi poco a poco emergeva dalle macerie senza vita, ma non posso negare che più che altro la mia fosse paura perchè ancora in pigiama di fronte alla tv mi sono resa conto che forse ero viva per miracolo perchè quella sera sarebbero dovuti venire a prendermi per andare a una festa ma io all'ultimo minuto mi sono rifiutata di andarci. Non appena la mia mente ha realizzato quanto sarebbe potuto accadere, allora ho pianto.
Questo è solo quanto ricordo mio di quel giorno, è l'esperienza di una a cui non è successo niente e che è solo una cittadina come altre delle zone colpite, sicuramente a 100 metri da me avrebbero molto più da raccontare e sarebbe meno bello da leggere. Al giorno d'oggi posso solo dire che la paura continua ad esserci e tutti noi senza dircelo sappiamo che quando il cielo su di noi si fa nero siamo piccoli piccoli di fronte alla sua immensità ed'è allora che nel ricordo di quello che è stato, ogni momento che stiamo vivendo prima che la pioggia si faccia più forte, è un adesso o un mai più.


 
Oggi ore 18.30 a Giampilieri proiezione del film documentario di Marco Dentici (David di Donatello per le scenografie di "Vincere") con Mariagrazia Cucinotta e Nino Frassica.

venerdì 30 settembre 2011

"La vida empieza hoy" arriverà in Italia?

Penso che lo rivedrei molto volentieri, è una storia davvero carina e originale. Si pensa che non ci sia più spazio nella società e nel lavoro per chi ha superato già i sessanta, e invece se la storia funziona e ci racconta come vivono e cosa pensano e cosa soffrono i nostri nonni, allora viene fuori una divertente commedia come La vida empieza hoy (La vita comincia oggi). Mi è piaciuto proprio tutto del film, dagli attori stupendi oltre che affermati, a partire da Pilar Bardem fino ad arrivare a Maria Barranco che adoro. Il suo ruolo e quello della madre danno vita a una storia tra le più comuni e commoventi. La Bardem è davvero in gamba, esteticamente modificata al massimo che nemmeno sembra lei! E ho ritrovato un attore della mia serie preferita El internado, Fernando Tielve, che però non è che mi piaccia molto, spaventa un po'.
Questo film mi ha ulteriormente convinta del fatto che non è mai detta l'ultima parola. Si può ancora vivere e ricominciare a qualunque età se ancora la mente ha voglia di farlo, e l'anima. Si deve essere giovani dentro, sembra una frase fatta ma è una verità. Sicuramente mi ha meravigliato assistere alle lezioni sul sesso di un gruppo di settantenni, ma più che altro è una sensazione di tenerezza mescolata ad ammirazione. Solo in Spagna può succedere! Qui darebbe scandalo, e pensare che fino a poco tempo fa erano più indietro di noi! Come si cambia eh?
Però mentre lo guardavo mi sono posta una domanda. Cosa spinge una quarantenne a fare un film così? Ho pensato che fosse paura della vecchiaia o voler convincersi che non è mai troppo tardi, quindi in un certo senso consolarsi con le storie di altri. Poi ho pensato: "E se davvero questa tizia ci crede a quello che ci fa vedere?" In questo caso la ammiro, e ammiro il modo di viviere di un popolo come quello spagnolo che non smette mai di stupirmi e che da al mondo lezioni di vita che fanno dell'allegria l'elemento di base per vivere bene (a qualunque età).

VOTO: 8

"Le donne del sesto piano"

Ho deciso di vederlo perchè mi ricordava, dalla locandina, un film spagnolo molto particolare di Alex de la Iglesia, La comunidad (Il condominio). Forse per la presenza di Carmen Maura, tra le altre Lola Dueñas e Natalia Verbeke. Avevo un lieve presentimento, quello che questo film mi avesse deluso, e siccome in questo periodo le indovino tutte, in effetti mi ha un po' deluso.
Il protagonista si innamora della spagnola Natalia Verbeke, la cameriera di casa che vive al sesto piano insieme ad altre 5 rumorose spagnole. Ma Fabrice Luchini è obiettivamente brutto, e secondo me in questo film non è molto chiaro che si sta innamorando della bella spagnola, anzi sembra proprio imbranato. Anche se come attore lo apprezzo perchè mi è piaciuto il suo ruolo in Le avventure galanti del giovane Moliere con laura Morante. E poi sua moglie, com'è brutta! Ha il viso della classica francese. Carmen Maura si vede pochissimo nel film, ha un ruolo proprio marginale, e questo non va bene. Il personaggio di Lola invece è un po' meglio. Ma poi che caspita vuol dire la fine? Non ha molto senso, e se ce l'ha è banale. Sicuramente rispetto agli altri film francesi che sto vedendo questo non arriva nemmeno alle commedie italiane di questo periodo. Mi stupisce come abbia potuto superare i confini francesi.

VOTO: 5

"Gli amori folli"... forse un po' troppo

Ho preso un dvx a caso da una delle mie due pile di dvx, convinta di stare per guardare un film di Pupi Avati. Mi perdoni Alain Resnais, perchè il film che mi accingevo a vedere era il suo.
Gli amori folli. Un titolo che lo rappresenta benissimo, anche se so di non aver capito del tutto il film. Qualcosa mi è sfuggita perchè non l'ho trovato un film d'amore portato agli estremi, ma solo quello di una donna sola che si fa innamorare da un uomo forse davvero folle. Mi è piaciuto molto l'inizio e questo modo di narrare le vicende tutto alla francese, mi piace molto. Il non voler mostrare il viso della protagonista se non dopo un paio di minuti e dopo averlo rigorosamente evitato. E' chiaro che siamo di fronte ad un artista che sa fare benissimo il suo mestiere. Lasciando da parte la storia che penso sia più onirica che reale, mi è piaciuto il modo di raccontarla, le immagini che ha usato soprattutto. I raccordi tra le inquadrature, cosa che amo moltissimo quando è fatta in maniera sofisticata.
L'unico problema alla fine. Che vuol dire "Quando sarò un gatto potrò mangiare croccantini?" Ma poi chi è quella bambina e da dove salta fuori?
Comunque ogni film è di chi lo fa e forse forse... Resnais come gli altri non è tenuto a spiegare tutto e noi a capirlo tutto. D'altronde nemmeno il primo Almodovar rende tutto chiaro. E mica ci sembra realista ogni quadro.

VOTO: 7

mercoledì 28 settembre 2011

"Belle epoque"

Troppe brave attrici nello stesso film hanno il risultato he mi perdo la trama del film e guardo i dettagli. E' il caso di Belle epoque, dove recitano insieme delle giovanissime Penelope Cruz e Maribel Verdù, tra le altre.
Una storia che ha dell'incredibile anche se tengo in conto che è spagnola. Un uomo riesce a portarsi a letto le quattro figlie di un suo vecchio amico nella stessa casa dell'uomo. Ma siamo scemi? No, appunto, è un film spagnolo. La cosa più sorprendente... ma quanto cavolo era piccola Penelope? Sembra passata una vita e invece... santa chirurgia!
In poche parole, sarà pure un film da intrattenimento e non mi è dispiaciuto, ma non è niente di che, è un film senza pretese. Siamo realisti, dai! Sarà pur sempre la Spagna, ma era Spagna degli anni 30!
Ah, mi piace la locandina.

VOTO: 6

"Solo per vendetta"

Quanti thriller americani al cinema in così poco tempo, mai successo!
E' il turno di Solo per vendetta, con l'affascinante e bravo Nicolas Cage (origini italiane). Non era previsto che l'avrei visto, ma non sono rimasta affatto delusa, anzi... mi è piaciuto molto un po' tutto. Ho riflettuto pure sul fatto che solo per vendetta facciamo cose che ci fanno sentire liberati e soddisfatti solo per qualche minuto, ma se il dolore è dentro di noi non basta questo a farlo andar via e non solo con un effimero, ma per altri mortale, atto possiamo facilmente ritrovare la serenità. Il protagonista del film lo sa bene visto che ben presto si ritrova in un pasticcio dopo aver voluto vendicare la moglie che viene violentata. Entra in un brutto giro e ne paga le conseguenze, ma tutto finisce bene. E poi lo dicono di noi italiani che siamo dei sentimentalisi. Ma poi, può mai essere che la moglia passa dalla sua parte? Ce lo vogliono far vedere come complicità di coppia, ok, davvero lodabile, ma nella realtà è mai possibile? Mi sarei immaginata una scenata, mi sarei immaginata che la moglia avesse rotto le scatole con quel dolce faccino che si ritrovava, e invece viene violentata ed esce pure gli artigli dopo! Capperi che ripresa! Insomma, mi pare che questo personaggio faccia acqua. Ma ho apprezzato la parte finale del film, dove tutto termina in un centro commerciale, testimoni i manichini. Perfetta ambientazione. E poi bellissima la situazione che si viene a creare durante il mandato di omicidio per Cage. Cosa fa la tecnologia oggi! Oh my God!

VOTO: 7

"Debito" (assolutamente da vedere)

E dire che basandomi solo sul trailer probabilmente non l'avrei mai visto, se non perchè il nome di Helen Mirren acceca dai titoli di coda ed'è accompagnato dalla scritta E la Premio Oscar Helen Mirren. Si, do molta importanza ai nomi. Para qué negarlo?
Ma Debito mi è piaciuto molto più del previsto. Raccontando i fatti oscillando nell'arco di ben trent'anni, ci narra le vicende di tre agenti mandati dallo stato d'Israele nella missione di dover trovare e catturare un terribile medico accusato di crimini di guerra tra i peggiori durante la seconda guerra mondiale. Trovato e catturato abilmente (più o meno, col senno di poi) dall'unica donna del gruppo, colei che da grande sarà la Mirren, sfugge ai rapitori e per questo la storia a sua volta "sfugge dalle mani degli autori" e ci riporta a trent'anni dopo. E per fortuna che questo avviene! Non avremmo visto la meravigliosa Mirren in questo ruolo. La storia c'è, non dispiace e intriga, e gli attori sono davvero bravi, più di così? Adesso si che riconosco i veri film americani! La cosa che più mi è piaciuta è l'interpretazione della Mirren da giovane, la cosa più odiosa sono state le conversazioni filtrate in una lingua a me sconosciuta che mi hanno fatto perdere più di qualcosa. E c'era qualcosa in questo thriller che amo vedere nei film, una sorta di velo nero che mi da la sensazione che ill film non si stia del tutto concedendo allo spettatore, e che con tutto il suo mistero ci invoglia a sapere e a scoprire. Ottimo trhiller, assolutamente consigliabile! E il bene trionfa, nonostante tutto trionfa.

VOTO: 8

Tra "Perfect opposites" e "Bad teacher"

Mi lamento sempre delle commedie americane e poi ci ricasco sempre. E' che ci sono momenti o giorni in cui è meglio farsi due risate con la commedia anzichè prendere tutto troppo sul serio.
Così due sere diverse sono finita a vedere Bad teacher e Perfect opposites. Parto dall'ultimo, il peggior film tra i peggiori che abbia mai visto, tanto che se su internet scrivete la sua rispettiva traduzione in versione italiana Gli opposti si attraggono i risultati sono pari a zero. Anzi qualcosa troverete, probabilmente conversazioni scaturite da esistenziali domande su yahoo. Ma ciancio alle bande come dico io, film orripilante. Di un banale che non sto qui a spiegare, ma proprio terribile.
Bad teacher invece, forse è un po' meglio nei limiti. Intendo dire, resta sempre una commediuccia, però è divertente vedere Cameron Diaz nel ruolo della peggior prof del mondo, l'egocentrica svampata che cerca disperatamente di farsi mantenere da un povero miliardario. Un film che ha avuto molta pubblicità, forse perchè c'è la Diaz che, dite tutto quello che volete, ma a me piace. E' per questo che l'ho visto, non c'erano i soliti attori, e ho trovato caruccio anche Justin Timberlake, anche se in The social network è meglio.
Sono da condannare se qualche sera non sono dell'umore giusto per i miei amati thriller?
PS: Vi allego le foto così sapete che se le vedete in giro per internet dovete fuggire.

VOTO: Entrambi sommati non arrivano nemmeno a 10...

lunedì 26 settembre 2011

"La pelle che abito" recensione

Non ho mai atteso così tanto un film tanto da andare al cinema il primo giorno in cui è uscito nelle sale cinematografiche italiane, il 23 settembre, dopo 21 giorni dal suo estreno in terra madre. Arriva finalmente al cinema, direttamente dalla mia amatissima Spagna il nuovo capolavoro di Pedro Almodovar, La pelle che abito (La piel que habito).
L'ho atteso tantissimo, da più di un anno seguo ogni notizia, guardicchio foto di scena sul set e ascolto o leggo interviste, tanto da emozionarmi quando il cast arriva a Cannes dove va via quasi a mani vuote, ahimè. Fortunatamente a solo due settimane dalla sua uscita già riceve un premio in Giappone, così Pedro (o come disse Penelope Peeeeeeeeedroooooo!) può tranquillizzarsi. Sono sempre più convinta che ci si debba impegnare molto nei primi lavori e che se ti fai un nome tutto fila più o meno liscio come l'olio, e Pedro lo sa anche lui.
Si diceva fosse uno dei suoi migliori film oltre che quello che più si allontana dalla sua filmografia essendo La piel que habito il suo primo thriller vero e proprio. Dico vero e proprio perchè elementi da thriller sono presenti in altri dei suoi film con la differenza che in questo il thriller è il genere dichiarato. Entusiasta sono entrata in sala ed eravamo meno di dieci. Mi sono sorpresa ma non troppo. Gli italiani ne hanno di strada da fare, e non stupisce che questo film risquota più successo di critica che di pubblico. Per lo meno in Italy. Come ci siamo ridotti... Spero che in questi giorni le cifre migliorino perchè merita, e non lo dice solo una che è spudoratamente almodovariana.
La trama la sapevo già, ma sapevo che qualche colpo di scena mi avrebbe fatta morire dalle risate oltre che colpire e riflettere, e il colpo c'è stato e non potevo crederci. La storia non è originale, si tratta di un soggetto adattato alla novella "Tarantola" di Thierry Jonquet. Ma non vi credete che perchè non l'abbia ideata Pedro, sia una storia i cui meriti sono solo dell'autore. Assolutamente no, Almodovar ha fatto un gran lavoro, ci tengo a dire che il film porta la sua firma in ogni inquadratura, in ogni colore e nello stile di ciascuna persona che ha messo mano a questo suo grande progetto. Si riconoscono anche in una storia diversa dalle altre le sue tendenze e le sue particolarità che lo rendono autore brillante del cinema spagnolo e qualcosa mi dice che presto mondiale. Elena Anaya è la protagonista, battezzata dallo stesso Almodovar come la futura Penelope Cruz. Grandissima attrice! Antonio Banderas la accompagna in questa vertiginosa lotta verso la sopravvivenza, life motive dell'intero film. Banderas è il più grande attore spagnolo (prima o dopo?) con Bardem. Nel film è così lucido e consapevole delle follie che mette in atto da farle sembrare quasi giuste e corrette a chi guarda. E' un folle gentiluomo, ha le sue ragioni e da lì non si scappa. Altra presenza che vorrei lodare è un volto nuovo per l'Italia, ma non ancora per molto. Si tratta di Blanca Suarez, madrilena ventiduenne che interpreta la figlia di Banderas, Norma, una ragazza con problemi non dalla nascita. Appare in sole tre scene ma la sua ultima scena vale più di tutta la filmografia della Arcuri messa assieme a quella di Gabriel Garko. Stupenda, emotivamente perfetta ed arriva in una maniera impressionante per l'età che ha. Sono positivamente sconvolta da questa ragazza, è adorabile! Insieme a loro tre anche la mia cara Marisa Paredes che è un classico in Almodovar, e Jan Cornet e Alberto Alamo. Ma mi sbaglio o mi è semblato di vedele niente popo di meno che... Augustin Almodovar? Il fratellone produttore di EL DESEO che insieme a Pedro finanzia i suoi film e non solo. Tutto ciò che sia alternativamente diverso, si sa.
Altri accorgimenti. Nel film ci sono pochi dialoghi  mi sbaglio? Ci sono motlissime scene silenziose e non meno significanti. L'uomo tigre è sbucato fuori da uno dei film sperimentali della prima era Almodovar, ne sono certa. Era l'elemento meno lineare, direi l'intruso in una storia che a prima vista poteva sembrare normale. Poi alcuni dialoghi mi hanno smentita. Sembrava tutto troppo strano in quel modo, ci voleva qualcosa di tutto suo (di Almodovar). Se dovessi individuare cosa di questo film mi è piaciuto di più direi che l'ho apprezzato nel suo complesso per essere qualcosa di diverso da quello che normalmente siamo abituati a vedere, e non è poco. Poi la storia in se è spettacolare, a me ha fatto pure ridere dalla tristezza. Tutto è un insieme di emozioni contrastanti, adoro il modo di sdrammatizzare di Almodovar che quando avviene una tragedia riesce a far finta di niente. E' reale tutto ciò, se nella vita vera dopo una morte vicina ci togliessimo poco a poco la vita pure noi sarebbe impossibile continuare. Almodovar toglie la pausa di mezzo tra il lutto e la ripresa dei personaggi e oltre a risparmiare tempo ottiene un risultato sorprendente. In La pelle che abito è un po' diverso, ma c'è anche questo. E' particolare, non c'è dubbio, ma se vuoi vedere una storia normale non vai a vedere Almodovar. E forse non è nemmeno questo. Quello che suona a prima vista stonato nei suoi film è il modo in cui fa succedere le cose, non le cose in se. Sembra tutto molto finto a volte, e forse fa bene distaccarsi un po' dalla finzione. Tra i tanti La pelle che abito è quello che sembra più reale. Insomma, è indiscutibilmente lui. Pedro, Pedro, se non fossi gay ti corteggerei...

VOTO: 9

Marilyn, dietro l'ombra della diva

http://www.nuweb.it/files//home/nanopubl/public_html/wp-content/blogs.dir/56/files//2009/05/marilyn-monroe-11.jpgHo lasciato passare ancora una volta troppo tempo dall'ultimo mio post su questo blog, e non che mi sia mancato il tempo o la voglia. Forse si sono alternati e dati il cambio in questa calda estate siciliana. Di film ne ho visti tanti, forse troppi, a dire di qualcuno. ma per me guardare film non è mai troppo, anzi, di tempo ne vorrei avere di più per poter vantare una cultura cinematografica alla Quentin Tarantino.
Oggi mi limiterò a sintetizzare i film di una grande stella del cinema mondiale, o meglio così dicono. Io prima di vederla recitare conoscevo solo il suo bell'aspetto, il suo indiscutibile fascino nonchè sex appeal e il suo nome. Marilyn Monroe. Il che non è poco, ma forse lo è se contiamo che lei non è un fenomeno di passaggio, lei è l'immortale donna più desiderata di tutti i tempi. Sicuramente non sono d'accordo sul fatto che Gli uomini preferiscono le bionde, e nemmeno che Quando la moglie è in vacanza i mariti fanno festa, nè tanto meno vorrei seguire un corso su Come sposare un milionario, quindi figuratevi se non si coglie l'ambiguità di A qualcuno piace caldo. Quattro film che hanno fatto la storia del cinema americano, se non per la storia per lo meno per la protagonista. Sicuramente sono dei film carucci da intrattenimento, fanno ridere, ma non posso fare a meno di constatare che in tutti e quattro i film il personaggio di Marilyn è costruito allo stesso modo per non dire che è lo stesso.
Ora capisco perchè la "poverina" si lamentò pretendendo di partecipare ad un film avendo un ruolo diverso e diversamente profondo degli altri che l'avevano resa nota. Si era stancata, indubbiamente, ma grazie a quei ruoli lì è diventata ciò che è, e non so se c'era o ci faceva. Sicuramente la sensualità è innata, o l'hai o non l'hai, ciò non vuol dire però che lei non ci abbia lavorato su. Lei dico, e tutto il lavoro che le stava dietro. Non nego neppure di aver guardato A qualcuno piace caldo perchè si vocifera che Marilyn fosse rimasta incinta di Tony Curtis durante le riprese. Siamo tutti un po' pettegoli a volte, perchè negarlo? A parte tutto, mi faceva piacere testare con i miei occhi cosa aveva di così speciale questa donna, perchè di voci in giro se ne dicono tante, che era speciale se non unica lo dicono tutti, ma perchè una che vuole fare questo mestiere deve fidarsi di quello che si dice? Ho visto tutti questi film sopracitati e non ho visto che quello che avevo sentito dire. Bellissima, si sa, bravissima e molto espressiva. Spero di vederla in un ruolo diverso dal solito, magari era anche capace di fare altro e gli studios l'hanno intrappolata nella svampita insensata e troppo pupa. Io personalmente mi sarei offesa alla quarta parte che mi avesero proposto in cui avrei dovuto fare la donna di facili costumi. Lei ha accettato, forse perchè era molto vicina a quei tipi di personaggi e in fondo in fondo era un poco vamp vanitosa. Anzi, non ne ho dubbi.http://1.bp.blogspot.com/-mX60yhD7hMk/TmAciowKXSI/AAAAAAAAAko/yhJE7rbpedw/s1600/marilyn-monroe-foto-3.jpg
http://1.bp.blogspot.com/-mX60yhD7hMk/TmAciowKXSI/AAAAAAAAAko/yhJE7rbpedw/s1600/marilyn-monroe-foto-3.jpgComunque sia è stata, è e resterà un mito. Tutte le donne dovremmo avere un minimo della sua sensualità e del suo fascino. E dico un minimo, quello necessario a farci morire da vecchie al calduccio nel nostro letto, e non prima.

mercoledì 20 luglio 2011

"Blow" con cast d'eccezione

Penelope Cruz e Jhonny Depp erano già stati insieme in un set del tutto diverso dall'ultimissimo Pirati dei Caraibi (o come dico io "Carati dei pirabi") e lontano anche dal nostro attuale 2011 di ben dieci anni. Blow li aveva fatti conoscere nel 2001, anno a quanto pare molto produttivo per la bella spagnola, sul set di una storia biografica di un trafficante di droga nordamericano che trova la fortuna in Colombia (dove se no?) dove viene arrestato più di una volta tradito dalle persone meno sospettabili. Dopo la morte della fidanzata Barbara incontra Mirtha (interpretata appunto da Penelope Cruz) e la sposa. Un matrimonio fondato su varie stranezze e su polverine bianche che non risparmiavano nemmeno la presenza della figlia Cristina, che anche dopo il divorzio dalla moglie sarà "l'unica cosa buona" fatta dal protagonista.
Attori magnifici come questi mi stanno spingendo a documentarmi sulla loro filmografia, dagli anni 90 ad oggi, e stupisce molto vederli così giovani anche se non è poi passato molto tempo. Non è mia abitudine guardare film a questo tema, ma devo dire che ultimamente ho abbandonato i miei temi più frequenti per guardare un po' di tutto da brava cinefila che studia cinema e vuole dedicarsi a questo. Ho trovato il racconto molto scorrevole grazie al fatto che affronta nel corso di molti anni le avventure di un nascente commercialista di droga fino a un mito, come veniva appunto definito. E' un po' come un "eroe buono", un criminale come pochi che non ha commesso nessun delitto, che ama ed'è fedele, che ha valori e affetti, insomma con l'unico difetto di aver trovato un comodo modo per lavorare senza sforzo e guadagnare molto. Il "senza sforzo" è discutibile visto il da fare che si dava insieme ai suoi collaboratori. Penelope Cruz per l'ennesima volta spagnola. C'è gente che si lamenta per questo, soprattutto in Spagna. Ma cosa deve fare, mi chiedo io? Se è spagnola può fare la svedese? Gli spagnoli a volte sono proprio strani.

PS: Ah, e finalmente ho scoperto a che film appartiene la foto di J. Depp carcerato che circola su FB allegata a fantastiche frasi tratte da questo film.

VOTO: 7

sabato 16 luglio 2011

"Pacco, doppio pacco e contropaccotto"

Non so perchè quando la sera non so che film guardare scelgo sempre di aprirne uno di basso livello o che non mi impegni molto la mente dato l'orario. Ed'è in queste condizioni che una sera di queste ho dato un'occhiata a Pacco, doppio pacco e contropaccotto di Nanni Loy. Napoli, anni... qualsiasi. La solita Napoli che ci viene raccontata, quella che è premio Oscar per delinquenza e quant'altro, o per lo meno questo è quello che ci viene detto e che non la rende tanto diversa da Palermo o da Reggio Calabria, o da Milano volendo...
E' un film a episodi, con dei bravissimi attori tra i più famosi, ma soprattutto con la mia preferita Marina Confalone nell'episodio della vedova di un uomo non tanto morto. Questo come gli altri è una breve storia che racconta ironicamente i furti, la vita da delinquenti e gli artifizi di chi il ladro lo fa per mestiere. Niente male per passare una serata divertendosi un po' a scherzare con la verità.

VOTO: 7

"Secretos del corazon"

Torno dopo quindici giorni di pausa studio (ovvero pausa per studiare e non pausa dallo studio) con un film spagnolo e scommetto di non sorprendervi poi tanto. Anche con la causante dello studio non mi è stato impedito di intrattenermi con film di diverso tipo, e l'ultimo che ho finito da poco di vedere è un film candidato all'oscar, firmato Montxo Armendáriz, del quale aspetto il prossimo film "No tengas miedo" con la bravissima Belen Rueda. 
Anche questo film, pressapoco sconosciuto in Italia, mi è stato consigliato dalla mia consigliera spagnola amante di cinema quanto me, e non senza tenerlo in lista un bel po', l'ho finalmente scaricato. 


Non so perchè ma non mi ha entusiasmato più di quanto mi aspettassi, mi è sembrata una storia come tante altre e non penso che abbia dei meriti in più rispetto ad altri film. Ce ne sono sicuramente di migliori, e per essere un film per bambini, gli spagnoli non si sono mai tolti il vizio di metterci dentro scene che sicuramente avrebbero portato mio padre a cambiare canale se mi avesse sorpreso a vedere Secretos del corazon. Ed'è forse per questo che non l'ho apprezzato particolarmente, perchè è forse di quei film che puoi gustare meglio quando sei piccola, quando ti interessa vedere a cosa e dove porta la fantasia di un bambino che vuole scovare i segreti di sua madre e del suo defunto padre. E' la Spagna anni 60, tutto qui, e d'altra parte non può farmi che piacere constatare che anche lì, come qui da noi, era tutto uguale.


VOTO: 6

giovedì 30 giugno 2011

Cinema: Versione moderna de "Il ritratto di Dorian Gray"

Troppissimo tempo che non scrivo, e lo faccio con un film che non mi è particolarmente piaciuto, forse perchè a detta di chi ne sa più di me sull'argomento, è una delle tante versioni moderne di una storia tra le più tradizionali che si allontana non poco dall'originale e dal libro da cui è tratta. Il ritratto di Dorian Gray è il film in questione, e anche se ha un cast non da quattro soldi e per chi non ha mai visto altro come può sembrare un film fatto bene, so da altri che non è tutto oro quel che luccica. Sicuramente una versione moderna come questa ha attirato la mia attenzione, ma la storia in se è un eloggio senza scrupoli alla vita dissoluta che non può trovarmi in accordo con quello che mostra. Troppa bella vita, e troppe maschere. E' tutto qui? A questo si riduce la vita? Che visione minimalista del tutto, quando tutto si può avere e non si conoscono rinunce. Povero Dorian, nel cercare di essere una buona persona era diventato un mostro vero e proprio.

VOTO: 5

venerdì 24 giugno 2011

Altro che "Vanila sky"

Sono convintissima che i remake sono sempre peggiori degli originali quanto sono convinta di non essere l'unica a pensarlo. Per cui non vedo il perchè Vanilla sky dovrebbe fare la differenza. Remake americano del famoso e pluripremiato Abre los ojos di Alejandro Amenabar, Vanilla sky cambia più di qualcosa rispetto all'originale. Non mi è piaciuto, anzi l'ho proprio seguito poco perchè si è persa completamente l'essenza dell'originale e il suo clima di tensione che percorreva tutto il film accompagnato alla sensazione di trovarsi di fronte a una storia abbastanza surreale, tra la realtà e il sogno/immaginazione. Nella versione americana tutto ciò manca, sicuramente non per colpa di Tom Cruise o Penelope Cruz che ripete lo stesso ruolo già interpretato nell'originale hipanico. Tom era sicuramente perfetto per il ruolo, lei anche perchè l'aveva già fatto, ma Cameron Diaz nel ruolo della folle ossessionata era proprio inadeguata con quel suo viso d'angelo.
Quindi il problema è un particolare elemento che a mio avviso non ha nome ed'è di difficile identificazione, perchè penso che la differenza stia proprio nel passaggio da un paese all'altro, avendo dovuto adattare la storia in un altro continente, ambienti, modi, caretteri e tutto cambiano, e si vede parecchio. Per questo non trovo l'utilità del remake. Partono già sconfitti.

VOTO: 3

"La ragazza del lago"

Oggi prima di pranzo ho trovato uno spazietto di un ora e mezzo per poter guardare un film. Solo che è difficile trovare film che durino così poco. Così, cercando bene, ho preso uno dei film che avevo da poco scaricato con torrent e che mi ritrovavo sul pc. Mi sembrava molto invitante, così per un'ora e mezza prima di sedermi a tavola ho visto La ragazza del lago. Mi è piaciuto moltissimo, è una storia molto bella, alla fine ho pure pianto. Il che mi rendo conto non è sorprendente, però vi spiego meglio. In un paesino minuscolo del Friuli una ragazza viene trovata senza vita, e un commissario stupendo qual'è Toni Servillo, che ho scoperto da pochissimo essere uno dei migliori attori italiani del momento, è incaricato di risolvere il mistero. Ci riesce, ma non è uno di quelli che sa già dove andare a parare o che non si sbaglia mai. E' un inquirente solitario, che soffre per la sua situazione familiare e sicuramente molto sensibile. La storia è scritta benissimo, forse perchè è tratta da un romanzo quindi è già ben strutturata per essere l'opera prima di un esordiente regista, senza voler togliere merito ai giovani talenti del mio paese. Mi sono molto piaciute le particolari melodie che accompagnavano poco a poco la storia, la musica in generale e le inquadrature! Non è un girato come un tipico giallo, ha qualcosa di diverso e originale nel suo complesso, non so riconoscere di cosa si tratta, ma complessivamente il modo di raccontare la storia è particolare, il regista ha scelto dei modi fuori dagli schemi per guidarci nel racconto. Le melodie scelte, particolarmente in sintonia con i raccordi tra le inquadrature, sono davvero degne di nota. Ci sono diverse scene che mi sono rimaste in mente per come sono strutturate. Come dire, è un giallo all'italiana forse. Ha molto in comune con i tipici omicidi delle fiction italiane, per i modi, ma non è solo questo, si differenzia sicuramente per la storia molto ben articolata e che non lascia punti irrisolti. Toni Servillo, come già detto, mi è piaciuto moltissimo, ma anche Giulia Michelini e la Golino sempre molto brava, anche se prima non mi piaceva molto forse perchè la collegavo a Scamarcio che è troppo bello per lei. O lo era. Mi è piaciuto anche l'inserto di una storia che non riguardava l'omicidio ma la vita personale del commissario, quale la difficile malattia neurologica della moglie, che si presentava come una forma di Alzheimer ma non lo era. E' per questo, ovviamente, che a fine film ho lasciato andare più di una lacrima.

VOTO: 7

martedì 21 giugno 2011

"Mamma mia!"

Da troppo tempo non scrivo. Da sabato forse. Sono stata super impegnata diciamo...
Mi va di parlare di un musical famosissimo, uno dei pochi film musicali che ho visto e che oltre ad intrattenere lo fa a pieni voti. Mamma mia!, made in Abba, musicalmente parlando, mentre se vogliamo parlare della recitazione, Meryl Strepp la troviamo eccellente e adatta a qualsiasi situazione, oltre ad essere una delle poche attrici che ho visto interpretare personaggi di diverse età anche oltre i 60 anni e riesce molto bene a fare la quarantenne! Bella e brava davvero!
La storia è carina, è quella di una ragazza che convoca alle sue nozze i suoi tre possibili padri sperando, conoscendoli, di capire qual'è quello vero visto che la madre non vuole dirlo perchè forse manco lei lo sa. Bella situazione, diventa comica e divertentissime le musiche. Il musical a teatro non l'ho mai visto, ma lo immagino, dopo aver visto il fantastico film che è solo del 2008. Ma poi nel film ci sono, oltre alla Strepp, i bellissimi Pierce Brosnan e Colin Firth! E ho detto tutto... Povero Colin, non è la prima volta che fa la parte del gay, no? E mi viene da dire: ammazza Meryl! Non si faceva mancare proprio nulla! Ha una faccia così tenera! Ma poi, a chi salterebbe mai in mente di chiamare tre possibili genitori per le proprie nozze? E' chiaro che rischi di rovinarti il giorno più bello, devi essere proprio pazza! Che coraggio!

VOTO: 8

domenica 19 giugno 2011

"Pulp fiction"

Adesso ho raggiunto quota 10 film richiesta per poter sostenere l'esame di Storia del cinema, e l'ho completata con Pulp fiction, uno dei primi film di Quentin Tarantino. Con grande sorpresa ho letto che questo è il terzo di una tripletta di film gangster tra le prime opere del regista americano, e che prima di essere scoperto come regista svolgeva il mestiere di videonoleggiatore ossessionato al punto che conosceva ogni tipo di film. Sono rimasta sorpresa anche quando ho letto che il primo film l'ha girato con dei suoi amici e che poi l'ha rigirato in seguito con attori professionisti. E non so se si tratta esattamente di Pulp fiction. Mi interessava vederlo perchè sembra essere molto famoso, sapevo che Tarantino non fa film per i miei gusti, non sapevo che fosse proprio un film d'azione, un film da gangster. Proprio un tipo di film da cui mi svincolo, eppure da non amante del genere non posso fare a meno di riconoscere che è un signor film. E' sorprendente il modo in cui vengono mescolate e intrecciate le trame e in particolare gli episodi che vedono protagonista un cast d'eccezione: John Travolta, Uma Thurman e Bruce Willis tra gli altri. In parte mi ha confusa per una questione di tempo, tutto avviene amalgamando il prima e il dopo e non esiste una storia unica. Ma altro aspetto degno di ammirazione è la composizione dei dialoghi, incredibilmente ben costruiti. Molto mi sono piaciute le originali inquadrature, ma mi ha un po' infastidito la presenza di piani sequenza molto ma molto lunghi, e lo stesso discorso vale per alcune scene che durano più di 5 minuti. Forse in un'epoca così frenetica siamo sempre meno abituati alla lentezza e alla calma. E che bravo anche lo stesso Tarantino nel piccolo ruolo che si è assegnato! Uno di quelli che ne nascono una volta ogni mille anni.

VOTO: 8

venerdì 17 giugno 2011

"The reader, a voce alta"

Chi è appasionato di cinema e di lettura non può non conoscere The reader, a voce alta. Da tempo ero indecisa se vederlo, me ne hanno parlato molto bene, ma sapevo già che era valso un Oscar alla miglior attrice per la sua protagonista, Kate Winslet. Davvero eccellente interpretazione, ho trovato un'attrice molto cambiata dall'epoca di Titanic, e anche più bella. Sicuramente il ruolo non era facile, ma mi è arrivata moltissimo anche perchè la storia è meravigliosa. Si porta dentro un segreto che per lei è un grande peso e una grande vergogna e pur di non svelarlo al mondo si fa condannare a morte. Sicuramente aveva commesso degli errori, ma con questo film vediamo come anche dietro dei mostri come quelli delle SS esistono delle persone, delle emozioni e dei sentimenti. Ancor più dei motivi. Con questo non voglio giustificare, si tratta di qualcosa troppo forte, di colpe troppo gravi. Ma vedere la Winslet in un ruolo così mi ha suscitato moltissima pena avrei voluto proprio sapere cosa aveva dentro quella donna sola, ma non solo dopo i crimini di cui viene accusata, anche prima, quando si lascia innamorare da un giovane quindicenne. E' bizzarro che costringesse gente a leggere per lei, quando invece si credeva chissà quali barbarità commettesse chiamando gente giovane nelle sue abitazioni. Forse quello che voleva era solo un po' di compagnia e circondarsi di gente autentica in un contesto come quello in cui anche il più buono poco a poco abbandona la speranza che possa esistere altro al di fuori della folle cattiveria.

VOTO: 9

"La morte ti fa bella"

Ieri sera ho iniziato minimo tre film ma li ho subito staccati tutti. Non chiedetemi perchè. Alla fine ho scelto di vedere un film che mesi fa davano in prima serata su rete 4, così ho messo play a La morte ti fa bella. Come protagoniste due premi Oscar, Meryl Strepp e Goldie Hawn, accompagnate da Bruce Wills. Una commedia di fantasia divertentissima per alleggerire una brutta giornata.
Due donne si contendono non solo l'uomo ma anche la giovinezza, in una lotta all'ultima pozione! Chi sopravviverà? Sicuramente quello a cui è andata meglio è Bruce Wills.
Non mi piace per niente l'idea di avere la possibilità di essere immortale, non me ne farei niente. Riconosco che inizialmente l'idea potrebbe risultare interessante, ma vivere per sempre sarebbe come non vivere. Preferisco sapere che prima o poi tutto finisce che essere condannata a vivere all'infinito!
D'altra parte mi chiedo come Meryl abbia vinto ancora solo un Oscar, con le 14 candidature da record che si ritrova. Questa donna sta facendo la storia del cinema, penso sia una delle più grandi mai esistite.

VOTO: 8

giovedì 16 giugno 2011

"Eskalofrio"

Secondo me tutti i film horror sono una gran cavolata. L'unica cosa che può salvare dalle solite storie da paura un film, è il genere thriller, che mescola generi diversi e che può anche far commuovere, insomma un film che ha di base una sua storia interessante. Ce ne sono molti esempi. Ma i film horror che vogliono solo spaventare e lo fanno maldestramente senza riuscirci, per me sono totalmente inutili. Oggi mi è capitato di vedere Eskalofrio (Brivido), è una specie di horror, ma in realtà è più thriller, l'ho visto solo perchè era l'ultimo film che mi mancava dalla filmografia di Blanca Suarez, la giovane promessa del cinema spagnolo che in questo film del 2008 aveva solo 17 anni. La storia è quella di un ragazzo, con una strana malattia che lo rende sensibilissimo al sole, che si trasferisce in un paesino con la madre, un paesino dove succedono cose strane dal momento che il ragazzo ci vive. Muore gente e lui si ritrova sempre in mezzo, solo che non è lui l'assassino, è chiaro. Così viene fuori una storia vecchia che trasforma in mostro una bambina tedesca. Insomma, è qualcosa di inverosimile. Non mi ha per niente sorpresa, tanto meno spaventata. Però la storia drammatica che stava alla base degli omicidi non era aproprio da buttare, io ci avrei messo molta meno violenza, perchè è totalmente impossibile che una bambina di pochi anni potesse seminare tutto quel terrore.

VOTO: 5

"Un affare di donne"

C'è una questione sulla quale si discute molto e che raccoglie pareri molto differenti. Io ci penso ma non troppo, perchè la parte cattolica di me dice che è omicidio, mentre la parte realistica dice che è omicidio ma che purtroppo esiste anche questo. L'aborto è una di quelle cose che non mi sento di giudicare perchè è una scelta così personale e estrema che può capire solo chi si trova di fronte a una situazione così. Penso che il nostro SI o NO all'aborto non fa testo, conta solo quello che decidiamo di fare quando compare la lineetta blu su quell'aggeggio lì.
A questo proposito Une affaire de femme (Un affare di donne) fa parecchio riflettere, sulle altre cose anche su una scelta come questa. Una donna, interpretata al solito magnificamente da Isabelle Huppert, si improvvisa capace di far abortire un'amica, così si sparge la voce e intraprende cquesta carriera, diventando ricca. Tra le altre cose affitta stanze a donne di cattiva reputazione e mette le corna al marito. Va tutto bene fin quando non ne muore una, e così finisce in carcere e poi condannata alla ghigliottina. Il film è impostato davvero bene, non per niente è diretto da Claude Chabrol, uno dei grandi esponenti della Nouvelle Vague francese, di cui la Huppert è musa e vincitrice della Coppa Volpi a Venezia per questo stesso film. La cosa che da ai nervi in questa storia è che donne sposate e con molti figli erano costrette ad abortire perchè non potevano mantenerli, ovviamente perchè i mariti volevano fare sempre e solo quello. Che storia, povere noi. Per fortuna i tempi sono cambiati e la donna non è costretta a fare solo la madre.

VOTO: 8

mercoledì 15 giugno 2011

"Kika un corpo in prestito"

1993. Quando un film si fa telenovela ecco Kika. Una storia in cui avviene di tutto, ma gli eventi sono così incredibili e surreali che ci sembra di vedere una telenovela. Almodovar è molto bravo a farci ridere mettendoci di fronte a storie incredibili, e Kika è una di queste. Memorabile l'episodio dello stupro da parte di un pornodivo evaso dal carcere, non ho smesso di ridere perchè la situazione era davvero ridicola. Probabilmente resa ancora più divertente da Veronica Forqué che ha un modo di atteggiarsi davvero simpatico, così come la poco elegante Rossy de Palma. Attori che sono di per se dei personaggi. Mentre Victoria Abril mi piace un po'm neno, ma è una questione di pelle. Comunque Kika intrattiene ma soprattutto diverte.

VOTO: 7

"Donne sull'orlo di una crisi di nervi"

Donne, du du du, in cerca di guai... E' proprio vero, siamo piene fino al collo di guai, molti ce li cerchaimo, tanti altri vengono da se per il solo fatto che siamo donne. Abbiamo mille e mille difetti, e questo è un gran peggio, perchè ci facciamo amare proprio perchè imperfette. Va tutto bene fin quando non diventiamo... Donne sull'orlo di una crisi di nervi (Mujeres al borde de un ataque de nervios). Lo sa bene Almodovar che è un grande ammiratore dell'universo femminile, l'unico forse ad aver risposto alla famosa domanda di Freud "Cosa vogliono le donne?". Da donna vi dico che le donne vogliono tutto quello che non hanno, qualcuna più fortunata vuole quello che ha, ma è un caso rarissimo. Ma Donne sull'orlo di una crisi di nervi è qualcosa in più di una semplice analisi del woman universe, anche perchè Almodovar è sempre molto attento a disegnare per i suoi film protagoniste femminili strepitose. Questo film non è da meno, ma è uno dei suoi film più famosi e premiati tanto che a Brodway è già un musical. Le donne e le loro mille avventure di ogni tipo, le donne alle prese con gli uomini e con la sofferenza di essere mollate. Le donne e tutto ciò che le riguarda emerge in questo film in maniera come sempre comica e quasi surreale, portando le protagoniste appunto sull'orlo di una crisi di nervi. Sono diverse le storie che si intrecciano ma per un fortuito caso del destino si ritrovano tutte nella stessa casa. Si raggiunge in quel momento il massimo della situazione comica. Bravissima Carmen Maura ma anche il timidissimo Antonio Banderas e Rossy de Palma, emblema della stilizzazione dei personaggi di Almodovar. Assolutamente consigliatissimo per ogni gusto, non potrà deludervi.

VOTO: 8

"Il grande sonno"

Mi spiace dirlo, ma Il grande sonno mi ha fatto venire un grande sonno. L'ho appena finito di vedere è ho una voglia matta di andare a dormire. Ma come è possibile? Ho letto cose bellissime su questo film, è menzionato su ogni testo che sto studiando e me ne hanno parlato anche bene. Mi aspettavo di trovarmi di fronte a una storia entusiasmante quando l'ho scelto dalla lista dei film da vedere per l'esame di Storia del cinema. Non dico di essermene pentita perchè mi piace conoscere di tutto, e questo era un film da vedere perchè è sicuramente importante, ma non mi ha interessata molto. Forse perchè è un poliziesco e non fanno per me, speravo fosse più un giallo. Non conoscevo nemmeno la trama, è un classico film americano anni 40 ma a quanto pare è famoso più di altri per riunire trame diverse di un noto personaggio di questo genere. Sarà per questo che la trama mi è sembrata confusionaria e poco ordinata, troppo piena di personaggi ed eventi impossibili da seguire. Senza vergogna vi dico che ho capito ben poco. Nei libri di testo questo film era eloggiato per la sua sceneggiatura, e mi stupisce, ma non troppo se pensiamo che sicuramente i discorsi sono costruiti bene, ogni sequenza in se, come parte a se stante mi è piaciuta. Ho trovato gli attori, Bogart e Bocall (marito e moglie con una strana assonanza nel cognome) davvero stupendi, e i loro dialoghi molto sensuali e ricchi di emozioni. E' la storia che non mi ha convinta.

VOTO: 7

martedì 14 giugno 2011

"L'indiscreto fascino del peccato"

Inutile negarlo, il peccato ha un certo fascino. Lo sanno bene le protagoniste, tutte suore, di Entre tinieblas (L'indiscreto fascino del peccato). Un gran cast ancora alle prime armi (si fa per dire), 1983 l'hanno di uscita, ma già Carmen Maura, Marisa Paredes e Julieta Serrano erano delle grandi.
Ma non credete che siccome il film parla di suore Almodovar fosse cattolico. Ma per niente. Il film è una grande critica alla Chiesa, è la dimostrazione esagerata che anche in quegli ambiti c'è di tutto. D'altronde perchè dovrebbero essere tutte sante se sono esseri umani? Ogni suora rappresenta un peccato, ognuna ha uno se non più punti deboli e ne è consapevole. C'è una lesbica, una drogata, ma tutte ovviamente parodiate, grottesche figure almodovariane che nonostante (o per) il tema ci fanno ridere. Il pretesto è l'arrivo al convento che raccoglie le peggiori peccatrici della zona, di una cantante che farà uscir fuori il peggio delle devotissime residenti della casa. Ma strepitoso più di tutti è il momento musicale in cui la Serrano che interpreta la giovane cantante, canta un brano che mi piace moltissimo, dal titolo Salì porque salì. Un ritmo coinvolgente, ma anche molto provocatorio visto dove è inserito... Lo consiglio vivamente, per chi si vuole divertire mettendo da parte un giudizio da bigotta. Per guardare di film di Almodovar la morale deve essere messa da parte. E' "solo" un film.


VOTO: 8

"Cosa ho fatto io per meritare tutto questo?"

Qué he hecho yo para merecer todo esto? Questo è quanto si chiedeva Carmen Maura nel film di Almodovar dell'1984. Come potete già immaginare, essendo uno dei primi di Almodovar, lo stile è del tutto diverso da quello a cui siamo abituati a vederlo, soprattutto se solo ultimamente l'avete visto al cinema. Povertà è la parola chiave, tra le tante forse. Carmen Maura è una donna di umili origini che gestisce una famiglia composta da suocera, marito e i due figli. Vivono talmente male che è costretta a vendere il figlio più piccolo ad un destinta pedofilo. La vicenda si complica quando uccide lei stessa il marito. Questi sono temi ricorrenti nel cinema di Almodovar. Se ricordate bene l'omicidio del marito non è la prima volta che lo vediamo. Una situazione drammatica e di sopravvivenza è quella che primeggia in questi tipo di film. I protagonisti vivono al lastrico ma nonostante tutto non cedono mai alle disgrazie della vita ma trovano sempre il modo per uscirne fuori. Personaggi di grande forza e sempre pronti a ridere mettendo da parte la tristezza.
Ogni personaggio ci comunica moltissimo, ogni personaggio in Almodovar è di per se uno spettacolo. Si potrebbe fare un film solo per ciascun suo personaggio.
Non è sicuramente tra i film che mi sono rimasti più impressi, ma ho trovato al loro solito brave sia la Maura che Veronica Forqué. Basta cercare su internet i nomi delle classiche attrici di Almodovar per capire tutto.

VOTO: 6

"Entr'acte" del 1924

Mai ho pensato di poter finire un giorno guardando film degli anni 20! Forza maggiore, vi ho già detto. Comunque, maggiore o minore che sia, guardare Entr'acte di René Claire, esponente del cinema dadaista, avanguardia francese, è uno spasso. Il film è el 1924 ed'è un pezzo di antiquariato, un documento vero e proprio di cinema delle origini, tra l'altro un dei pochi pervenuti a noi. Molte pellicole di quegli anni sono andate perdute, e molte cineteche che li conservavano sono state distrutte o ancora molte delle pellicole non avevano titolo, quindi è stato ancora più difficile identificarle.
Come ho già detto per La corazzata Potemkin, mi stupisce vedere questo lavoro perchè nonostante appartenga al cinema primitivo è fatto davvero bene se consideriamo lo sforzo e il tempo impiegato dai registi/montatori per renderlo visibile al pubblico. Senza la moviola era davvero un'impresa assemblare le varie inquadrature e si perdeva moltissimo tempo. Ciò contribuisce a farci ammirare ancor di più questo lavoro e ci fa capire che niente è senza sforzo. Se oggi tutti sappiamo maneggiare Movie Maker o AVS editor è solo grazie a questa gente.

VOTO: 7

Questo è il secondo passo: schiaffo a Berlusconi al Referendum

 
Più felice di così non potrei essere. Oggi gli italiani si sono destati dal forte e profondo sonno che li aveva assopiti per anni e hanno dato dimostrazione di grande fermezza, tra le tante cose. Gli italiani sono stufi di sentire sempre la solita solfa, e anche se non con giusta partecipazione, hanno preso una scelta che si aspettava da tempo e che insieme alle amministrative è il secondo passo verso il risorgimento italiano. Un 57% non è male, ma è assurdo che solo poco più della metà degli italiani abbia detto SI. Poteva andare meglio, ma poteva andare pure peggio.
Italia libera da questa dittatura legittimata una volta per tutte! Italia, ancor di più fatti desta!

lunedì 13 giugno 2011

"La corazzata Potemkin"

Immersa nello studio, mi sono ritrovata costretta a vedere alcuni film delle origini, in particolare La corazzata Potemkin del russo Ejsenstein, maggior esponente della scuola di montaggio russo negli anni venti, una corrente d'avanguardia che si oppone al cinema industriale. E' ovviamente un film muto e in bianco e nero, con inserti extradiegetici, cioè descrizioni oltre che immagini.
La vicenda, inventata, racconta la ribellione dei russi alla corazzata Potemkin per la liberazione di Odessa durante la rivoluzione russa. Il film è accompagnato da una musica che intrattiene lo spettatore che non sente le voci dei protagonisti, e che cambia in base all'importanza del momento che racconta, da lenta a movimentata.
E' un film da seguire bene, se ti perdi non capisci più niente essendo che devi leggere le descrizioni.
E' divertente vedere com'è cambiato il modo di recitare nel corso degli anni. Prima era molto caratterizzato e schematizzato, molto più marcato di adesso. E' un importantissimo documentario storico, per fortuna che questa pellicola si sia salvata.

VOTO: 7

domenica 12 giugno 2011

Quando il Sud mi delude...

Sono davvero ma davvero indignata da quello che sta succedendo nei seggi elettorali d'Italia in queste ore. Affluenza ai seggi più alta in tutte le regioni del nord e bassissima in tutto il sud, Sicilia inclusa. Ma come è possibile? Nella stessa Lombardia, cioè in casa, Berlusconi perde, e poi arriviamo noi e non andiamo a votare? E' realmente vergognoso, è inaudito. Mi dispiace dirlo ma credo proprio che sia per colpa dell'ignoranza che la gente non ci sta andando, non c'è altra spiegazione. Solo perchè il presidente del consiglio ha detto di non andare, la gente come tante pecore lo segue. Che poi, vogliamo parlare di un presidente del consiglio che consiglia di boicottare un referendum? Appunto sorvoliamo.
Italia, e sud in particolare, SVEGLIATI!!! Solo un 30% non è possibile, siamo una vergogna per il mondo!

ANDARE A VOTARE E' UN DIRITTO... 
MA E' ANZITUTTO UN DOVERE!!!

"Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio"

Tra il vecchio e il nuovo Almodovar resto sicuramente col nuovo. Però conoscere l'intera filmografia di un regista che ti piace è il minimo che possa fare. Ma vedere un film dell'80 come Pepi, Luci, Bom y las otras chicas del monton (Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio) è stato devastante. Me ne avevano parlato male, sapevo che fosse un film molto ma molto particolare e di dubbio gusto, ma mi ha anche per questo incuriosita. E' uno dei primissimi suoi film, se non il primo. Vediamo una giovanissima Carmen Maura, già sua musa da allora. A me non piace moltissimo, preferisco Marisa Paredes. Tutto muove dalla violenza subita da una ragazza (Carmen Maura) e dalla sua vendetta nei confronti dell'uomo che le ha fatto questo. Vendetta presa in maniera soft, voglio dire, non ne fa un dramma. Tipico dei suoi film è sdrammatizzare qualunque cosa. E si vendica portando nel suo gruppo di pervertiti la moglie dell'uomo, una lesbica repressa. Ci sono scene allucinanti e che non commenterò, puro feticismo. Ma soprattutto stupisce il modo di rappresentazione. Molto colore, come al suo solito, ma sembra di trovarci in un fumetto! E la locandina non può smentirmi! In Almodovar tutto è riconducibile al sesso, secondo me sarebbe stato un ottimo pupillo per Freud... Ovunque omosessualità, droga, alcohol alla base di tutto, ma soprattutto delle pseudo orge che solo Almodovar poteva mettere in un film.
Non è un bel film, ma sinceramente mi ha fatto ridere. Almodovar ha una strana capacità di individuare soggetti anomali e renderli ridicoli sottolineandone ed evidenziandone le peculiarità. Tutto elevato al massimo!

VOTO: 4

Tacones lejanos o... "Tacchi a spillo"?

Almodovar è uno di quei registi che o lo ami o lo odi. La sua maniera di fare cinema non è normale, è fuori dal comune. Ha un gusto particolare, ha una sua concezione del bello e dell'arte. Ma soprattutto il suo è un cinema di eccessi, dove si valorizza la stranezza e il bello è quello che non siamo abituati a vedere. E poi Almodovar è tremendamente trasgressivo e non si pone autocensure. I suoi film in questo senso sono tra i più esagerati che ho visto. Molte persone che conosco non lo apprezzano, io lo trovo un grande regista. Nelle sue opere è tutto calcolato, niente è messo a caso, cura l'estetica fino ai minimi dettagli. E poi il suo è un giro di attori privilegiati. Almodovar è un trampolino di lancio e non è facile arrivarci. I film del primo Almodovar sono di dubbio gusto, io stessa non li apprezzo, ma ad un certo punto della sua carriera la svolta. Adesso si è gettato sul trhiller.

Amo moltissimo dei suoi film, li ho visti quasi tutti. Ma uno di quelli che mi piace di più e Tacones lejanos (Tacchi a spillo). Marisa Paredes, grande musa di Almodovar è la madre snaturata di Victoria Abril, altra grande del cinema almodovariano. Nel loro rapporto di amore-odio troviamo uno strepitoso Miguel Bosé nei panni di una drag queen su imitazione della Paredes. Il tutto è peggiorato da un omicidio, e la vicenda è ingarbugliata, la trama ricca, come i film dell'ultimo Almodovar. Il binomio Paredes-Abril è brillante, non si potrebbe chiedere di meglio. Se i risultati sono questi... viva le sue muse!

"La domenica specialmente"

Cosa succede quando nomi come Bertolucci. Tornatore, Barilli e Tullio Giordana escono insieme nei titoli di coda per la regia di un film? Succede che una sera domenicale che non sappiamo che fare ci mettiamo a guardare La domenica specialmente. Si tratta di un lungometraggio formato da 4 mediometraggi, ognuno di un regista differente, e raccontano 4 brevi storie diverse.
Tornatore ci delizia con la storia di un barbiere, Philippe Noiret, perseguitato da un cane. Giordana ci racconta le vicende di una donna che vive con figlio e nuora in casa. Bertolucci ci presenta un'Ornella Muti tra due cuori e Barilli una località barneare dove succede di tutto.
Sono episodi molto diversi tra loro. Quello che mi è piaciuto di più è sicuramente l'episodio di Tornatore. Piena di sentimenti è l'interpretazione di Noiret nei panni di un uomo sgarbato e senza amici che trova in un cane l'unico conforto, cedendo e ammettendo a se stesso che anche lui poteva emozionarsi. Altro bel capitolo è quello di Giordana. Una nuora lascia che la suocera spii lei e suo marito nell'intimità ma "non lo fa per male". Dichiarazione al quanto dubbiosa. E' un episodio pieno di sensualità ma anche di tenerezza e pena.
Belli i film ad episodi, si riesco a seguire bene, ma soprattutto questo non ha niente a che fare con i famosi Manuale d'amore 1 2 e 3.

Tornatore: 9
Tullio Giordana: 8
Bertolucci: 5
Barilli: 4

sabato 11 giugno 2011

Essere italiana è anche questo

Per la prima volta non scriverò di cinema. Per la prima volta non ho un film da commentare o una recensione da fare. Questo post non nasce dallo spunto dato da un'opera cinematografica. Ma è la riflessione dell'essere italiana, oggi. Proprio oggi 11 giugno, per l'esattezza. In vista di un evento che ricorderemo a vita, in qualunque modo vada.
Mi ricordo che le prime elezioni dopo i miei 18 anni riguardavano un referendum, e io non andai a votare. Mio padre si incazzò molto con me, quasi non mi parlò per due giorni. Lui e mia madre dicevano che il primo voto era importante, ma non ho mai capito il perchè. Dicevano che quando un giorno dovrò trovare lavoro, l'assenza del primo voto potrebbe essere un punto a mio sfavore. Mi sembrava assurdo, e mi sembra ancora, così non ci andai. Oggi, a distanza di 3 anni, mi rendo conto di aver fatto una gran cazzata.
Spesso le persone mi dicono: "A me non interessa la politica, non vado a votare". Io penso che non esiste politica di fronte ai nostri doveri. Cos'è la politica? Non dobbiamo lamentarci che le cose non vadano come vogliamo se noi non facciamo niente per farle cambiare. Sicuramente niente cambia da solo. Da solo non può fare altro che peggiorare. Ed'è nostro dovere partecipare e fare i nostri interessi, perchè non andando a votare non dobbiamo credere di far dispetto a qualcuno. Lo facciamo a noi stessi. Dobbiamo essere attivi e ci dobbiamo interessare a un referendum perchè non è la scelta di chi far salire al governo, ma ci vengono date due opzioni che riguardano la nostra vita e dobbiamo scegliere quella giusta per vivere meglio. Mi rendo conto che non andare a votare è come volersi escudere e disinteressarsi a proprio discapito. Non possiamo far scegliere agli altri. Se io e mio marito abbiamo un figlio e c'è da decidere in che scuola iscriverlo, e io dico a mio marito: "Fai tu", il bene di chi faccio? Mi interessa o no l'educazione di mio figlio? Voglio o no avere voce in capitolo per quella che è la sua vita e per un suo futuro migliore? E l'Italia è questo, è nostra madre ma è anche una figlia da crescere. Non possiamo adagiarci sugli allori di quello che è stata, perchè se un tempo è stata una grande Nazione è perchè c'è gente che ha versato del sangue e che a costo della sua vita l'ha difesa con tutto se stesso. Amiamola, perchè ci da soddisfazioni incredibili, ma non pretendiamo di ottenerle senza fare niente, raccoglieremo i frutti solo dopo aver seminato. Prendiamoci cura di questa nazione e facciamolo a piccoli passi, con SI SI SI SI, o con NO NO NO NO. O come volete voi, se avete le vostre ragioni per farlo. Ma non andate a votare solo per sentito dire, o non restate a casa solo perchè non sapete. Basta accendere la tv e si sente ovunque in cosa consiste il referendum abrogativo. Non disinteressiamoci vi prego! E' importante, se non lo facciamo noi chi lo farà? Il tutto parte singolarmente da ciascuno di noi. Restiamo uniti! Non lasciamo fare a chi ci rappresenta se non siamo sicuri di chi ci rappresenta, o anche se ne siamo sicuri, diamo il nostro parere. Quando firmate un foglio voi leggete cosa state firmando o vi fidate ciecamente? Ecco, l'Italia è questo, è una ufficialmente democrazia ma il foglio che siamo noi a firmare poi passa a chi fa per noi l'italiano.

venerdì 10 giugno 2011

"Il labirinto del fauno"

Oggi ho visto un solo film. Strano. Non da me. E' ho aggiornato una sola volta questo blog. Una sola recensione di un solo film visto, quello di oggi. Ma non è mai tardi per rimediare. Poveri voi, subite le conseguenze della mia noia post mezzanotte. Mi scuso lasciando un ricordino agli appassionati del soft horror. Made in Spain, por supuesto!
Il regista-produttore ha un nome che ho già usato diverse volte parlandovi di altri film. Guillermo del Toro. Colui che da spazio alle nuove generazioni alla faccia della disoccupazione della nostra era, alla faccia dell'attuale realtà spagnola. Se in Spagna non si trovano lavori di alcun tipo perchè si dovrebbe trovare un impiego proprio nel cinema che è già difficile da raggiungere in tempo di pace?
Oggi è il turno del film che completa una sorta di binomio prodotto dallo stile trhillerato di Del Toro, El laberinto del fauno, preceduto dal più famoso El espinazo del diablo. Come già detto precedentemente questi due film sono una visione infantile della guerra civile spagnola al periodo di F. Franco. Dico visione infantile e non per bambini, perchè sono comunque film horror (così dicono), mentre i protagonisti sono i bambini e il tema di base sono i riscontri che ha su di loro la guerra. La loro fantasia che continua a camminare nonostante percepiscano la realtà che li circonda e il loro modo di reagire creandosi un mondo tutto proprio e in cui rifugiarsi. Questo è un po' quello che mi è arrivato guardando Il labirinto del fauno. La protagonista è una bambina che comunica o meglio vede esseri fantastici e si lascia affascinare da questi fino a ritrovarsi in un mondo totalmente fantastico, costruito in maniera meravigliosa e reso possibile grazie ad effetti speciali ottenuti col digitale. Figure di pura fantasia, niente di reale ma delle immagini molto lavorate e ben definite che sono arrivate ad affascinare me stessa, non amante della fantasia intesa come genere cinematografico. Che di fantasia pura ne ho tanta.
Sicuramente tra questo film e il precedente della stessa collana a due perle di Del Toro questo è il migliore, e si conclude drammaticamente, come previsto. La guerra è guerra. Per tutti.

VOTO: 6

giovedì 9 giugno 2011

"Amori e altri crimini", crimini di quelli veri

Nella mia lista di film figurava da tempo un film il cui titolo mi è suonato sempre familiare ma che a ragione del vero non ho idea di dove l'abbia potuto sentire, vista la sua nazionalità. E' un film serbo! Amore è altri crimini è il suo titolo, ed'è ambientato a Belgrado in un ambiente di degrado. Mi scuso per la rima ma non ho potuto evitarlo. Una ragazza decide di fuggire dalla città e abbandonare una vita che non le piace più. Al suo fianco fino adesso un boss del quartiere. In questo ambiente di delinquenza qualcosa mi conferma la frase spesso usata dalla mia nonna: i soldi rubati finiscono sul bancone del farmacista. Ovviamente mia nonna la dice in dialetto. Qui i soldi non finiscono esattamente in farmacia, ma voglio dire che quello che quest'uomo fa agli altri è pari alla scontentezza che prova in cuor suo per la figlia, una ragazzina con diversi problemi non so bene di che tipo, ma con la mania per il suicidio e per i film spagnoli, e che parla pochissimo. E' una storia di anime perdute che vagano sullo sfondo di una città per niente accogliente e che li spinge ad abbandonare quella vita per qualcosa di facilmente migliore. Ho avuto la sensazione che tutti volessero fuggire ma che non tutti avessero il coraggio di farlo. Sicuramente quei posti così freddi non mi sono mai piaciuti quindi mi chiedo come sia viverci e da sola mi rispondo che non è facile, ma posso sbagliarmi, non conosco nessuno che ci vive per confermarmelo. So solo che io senza il mio mare e il mio sole sarei una morta ambulante. Come i personaggi di questo film, apatici e tristi solo a guardarli. Privi di passionalità, sembravano non avere cuore, era come se stessero in piedi per chissà quale forza misteriosa.
Mi rendo conto che il mio giudizio è molto discutibile data la mia poco predisposizione per l'est Europa. Forse non sono la persona più giusta per parlare di questi film, ma per una che è abituata alla travolgente passione che mettono gli spagnoli in qualunque cosa facciano, è dura vedere una roba del genere. Che strappo, che male! Insomma, avrete capito che non sono uscita particolarmente contenta da questa visione. Manca quell'ingrediente di normalità, mi sembra un film troppo artificiale. Ecco, è proprio un film, c'è poco di credibile. Ma non per il tema, bensì per l'approccio che ha, per il modo di raccontarci la storia. E' il mezzo che a mio avviso non funziona.

VOTO: 3