sabato 28 maggio 2011

"La spina del diavolo"

Oggi inizierò con un nome. Guillelmo del Toro. Me lo sposerei volentieri se non fosse che non so nemmeno che faccia ha. Ma nel panorama cinematografico spagnolo e non solo, è un grande nome. Regista e produttore cinematografico con un debole per i thriller e gli horror mescolati alla fantascienza, credo meriti di essere menzionato. Produce opere prime di registi appunto sconosciuti, esordienti. Crede in loro e li porta avanti, facendogli promettere che quando diventeranno famosi faranno lo stesso con altri ragazzi. Appena l'ho saputo sono rimasta colpita dai suoi altruismo, disponibilità e pazienza nello scovare nuovi talenti. E' davvero sorprendente e rassicurante vedere che non tutti i famosi si sono montati la testa e pensano solo a fare successo. C'è anche chi lascia spazio ad altri ma soprattutto c'è chi ha capito che bisogna lasciarlo ai giovani. Siamo noi che con il nostro presente ci stiamo costruendo il futuro e a noi andrebbe lasciato spazio per esprimerci e per poter prepararci e mettere a frutto quel che abbiamo studiato. Oggi come oggi motivo in più...
Prodotto da Agustin e Pedro Almodovar e diretto questa volta dallo stesso Del Toro, si tratta di un thriller di fantasia, con una storia non eccezionale ma con meravigliosi effetti di suspense e paura che mantengono sveglio lo spettatore. Nello specifico, La spina del diavolo è la prima parte di una saga di due film di immaginazione ambientati nella Spagna di Franco con protagonisti i bambini (il secondo è Il labirinto del fauno).
La spina del diavolo sarebbero tutte quelle creature concepite ma che non hanno avuto il tempo di vedere la luce perchè uccisi nel tentativo. Aborti insomma. Le spine del diavolo sono i bambini mai nati e quelli mai voluti. E in questo film ce ne sono diversi...
http://l.yimg.com/eb/ymv/us/img/hv/photo/movie_pix/sony_pictures_classics/the_devil_s_backbone__el_espinazo_del_diablo_/_group_photos/eduardo_noriega1.jpgE poi un bellissimo e cattivissimo che altro non è se non Eduardo Noriega, il tenebroso di Tesis che nel film accompagna Marisa Paredes a gestire un orfanotrofio di bambini abbandonati. Entrambi gli attori eccellenti, Marisa irriconoscibile perchè caratterizzata in maniera stupenda, un po' alla maniera di Tim Burton nei suoi film-cartoni. Sarà una mia impressione, ma in questo film Marisa ha qualcosa di strano, per questo dico che è caratterizzata bene. Ha qualcosa che negli altri film non ho notato, una testa sproporzionata rispetto al corpo. Non voglio mettermi a parlare dei difetti delle persone, solo che si nota molto, acconciatura e abiti neri colpevoli.
Ma purtroppo l'epilogo non è buono, perchè ricordiamo che stiamo comunque parlando di un'epoca terribile per il popolo spagnolo, e poi a complicare le cose c'è un malefico Eduardo che non perdona.
Questo genere di film in cui c'è più fantascienza che altro non mi piacciono molto perchè preferisco vedere cose verosimili e non surreali, però fantasmi a parte, è un bel film. Non tanto per la storia quanto per la maniera in cui ci viene mostrata. A volte i modi cambiano tutto.

VOTO: 6

"Frio sol de invierno"

Poco a poco riuscirò a cancellare tutti i titoli dalla lista. Ma se continuo a scrivere questo blog con così tanta frequenza, non arriverò da nessuna parte.
http://0.tqn.com/d/worldfilm/1/0/M/7/1/MarisaParedes.jpgOggi dedico un po' di pazio a un film praticamente sconosciuto in Italia, ma che ha vinto nel 2004 il Goya a Mejor director novel. Il regista si chiama Pablo Malo, ma il film non è per niente cattivo. Ma come mi sono imbattuta in questo film? Semplice, grazie ad una delle mie attrici preferite (e sono molte), una delle più grandi in Spagna e musa di Pedro Almodovar, Marisa Paredes. Sto cercando di vedere tutti i suoi film ma non è facile visto che è in attivo dagli anni sessanta. Ci provo.
Si tratta di un bel film che racconta il dramma di due famiglie, quello di un ragazzino che uccide sua madre, di un giovane che porta i soldi a casa, di una madre prostituta vittima di violenza, di un amore di quelli timidi, di un uomo che non può essere chiamato tale, di aggressioni tra ragazzi e di AIDS. In tutto ciò la morte che conclude il film e che non dispiace più di quello che succede fin dall'inizio, ma sembra quasi una giusta conclusione o un anticipo di quello che avrebbe atteso il protagonista. Insomma, finisce per prendersi quello che gli spetta come per non dare la soddisfazione ad altri di farlo per lui.
Il titolo è Frio sol de invierno (Freddo sole invernale) e Marisa Paredes impersonifica il ruolo di una prostituta avanti con gli anni, alcolizzata e che finisce per mettersi in un brutto pasticcio. Stupenda la sua interpretazione, ma come tutte le altre del resto. Non l'ho mai vista in un ruolo che non faccia per lei o dove è leggermente imperfetta. E' davvero una grandissima attrice!
http://spf.fotolog.com/photo/63/43/121/dindilizka/1227363382383_f.jpgA mio avviso il film tocca un tema importante, quello di un clima familiare invivibile che spinge un figlio a far fuori la madre, ma soprattutto senza mai pentirsene, nemmeno quando sarà cresciuto. Anzi, da l'impressione di chi, nonostante sia appena ucito da uno psichiatrico, rifarebbe lo stesso gesto mille volte perchè lo considera giusto. Evidentemente i suoi occhi da bambino avevano visto talmente tante cose che non andavano da sentirsi finalmente liberato. Difficile approvare un comportamento del genere, altrettanto biasimarlo. Ed'è come se volessero farci empatizzare con lui senza vederlo come un mostro, rendendolo buono e caritatevole nei confronti di un ragazzo con mille problemi. Personaggio cattivo? Non proprio. Stiamo parlando di un ragazzo che per tutto il film fa un percorso difficile da capire e che ha come obiettivo la morte. Il ruolo è del bravissimo e a mio avviso bellissimo Unax Ugalde, spagnolo, anche se dal nome non si direbbe.
Il film mi è piaciuto molto, merito la presenza di un cast come quello sopra elencanto e di magnifiche interpretazioni, ma anche perchè la storia non era niente male.

VOTO: 7

"Incontrai l'uomo dei tuoi sogni"

Mai visto un film di Woody Allen eccetto Vicky Cristina Barcelona. E quando decido di vederne uno, esce al cinema Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni con un cast d'eccezione formato da Antonio Banderas, Naomi Watts e Antony Hopkins. Non conoscevo lo stile di Allen, un film non basta a farsi un idea di un regista e del suo stile. Adesso so che tipo è dopo aver guardato anche altri suoi film. A fine 2010 mi son messa in testa di voler completare poco a poco tutta la sua filmografia. Sono ancora a inizio dell'opera, c'è tempo.
Con tutta la pubblicità che ha ricevuto il film, e per essere di Woody Allen, considerato un gran regista, mi ha delusa non poco. Appena è finito mi son girata a guardare il mio accompagnatore e anche lui come me aveva un'espressione da punto interrogativo. "Questo è Woody Allen?" mi son chiesta. Si, è lui. Vedere altri suoi film mi ha autata a capire meglio come funziona il mondo nella sua testa.
Questo film è un incrocio tra due storie, storie di personaggi che non si conoscono e non si incontrano. Banderas e la Watts da una parte, e Hopkins nella parte che di solito spetta ad Allen del vecchietto che guarda caso capita sempre fra le braccia di una bella e giovane ragazza. Ma guarda un po' te! Davvero sorprendente.
Una mia amica ha giudicato questo film come film da intrattenimento, ma a me sembra pure troppo per un film così. A questo preferisco le nostre ultime commedie italiane, almeno si ride. Qui invece non accade niente, solo quotidianità delle più noiose e solo ad un certo punto, quando la storia potrebbe farsi interessante perchè un uomo pubblica il romanzo di un amico caduto in coma spacciandosi per lui, partono i titoli di coda! Ma come? Poteva essere un ottimo incipit! Ci sono rimasta malissimo! L'avrei accettato se magari il resto fosse stato almeno sufficente, ma non ci ho trovato davvero niente di interessante. E' una di quelle cose che guardi con attenzione solo al cinema e che guardi in tv se non sai proprio che fare. Se puoi scegliere non lo guardi, ti stufi di vedere cose che già sai. Vi sembrerà strano che io mi soffermi sempre su NON SUCCEDE NIENTE e che tutti i film li voto soprattutto grazie a questo, ma io sono appassionata di scrittura e sceneggiatura, per me quel che conta è la storia. Amo un regista per quello che ha da raccontarci, se non ha niente e mostra soltanto, per me il suo lavoro è forse solo sufficente. Non mi importa se fa muovere la macchina da presa da Dio o se crea stupende immagini ad effetto visivo se poi la storia non c'è. E' quello che conta di più e che per me distingue un film discreto da un grande film. Non è il caso di questo, ve lo assicuro.
Attori sprecati per un regista come Allen che questa volta sembra aver fatto un film solo per aggiungere un titolo in più alla sua filmografia. Altrettanto assurdo e poco promettente mi sembra il fatto che a 6 mesi di distanza esca un altro film suo al cinema e che stia per girarne un terzo iniziando a scriverne un quarto. Insomma: o è un genio che sforna film come niente, o non fa altro dalla mattina alla sera (il suo aspetto da pervertito non lo direbbe) o... questi film saranno un fiasco come Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni. Rimpiango i tempi di Match point... quelli si che sono film!

VOTO: 3

venerdì 27 maggio 2011

Medem e la sua "Habitacion en Roma"

L'ho sempre pensato che i film spagnoli hanno un tocco in più di quelli italiani degli ultimi tempi. Ma un tocco in più in molti campi. Noi italiani siamo per tradizione i più puritani, ci autocensuriamo, e spesso non facciamo male. Ma gli spagnoli non conoscono davvero limiti! Non voglio però di certo fare la moralista o la bigotta in questo senso. Sono semplicemente realisti, e lo ammiro. Anche se a volte a mio avviso esagerano.
Mi è capitato spesso di sentir parlare di un tale Julio Medem. Conoscete? Io solo di nome fino a poco tempo fa. So che ha fatto un film che anni fa mi è capitato erroneamente di scaricare, "Lucia y el sexo", e che ho subito cancellato visto il titolo, infatti avevo preso il solito pacco di eMule che ti fa scaricare un film passandolo per un altro. Poi anni dopo parlando con amiche ho scoperto che è un bravo regista spagnolo, lo stesso di Habitacion en Roma (Room in Rome). 
E poichè quella sera non sapevo cosa guardare, visto che questo film era da poco uscito al cinema e già avevo la possibilità di vederlo in streaming (in più la rivista di cinema "Fotogramas" ne parlava bene), decisi di vederlo. Ovviamente non era niente di quello che mi aspettavo. Per quello che so su "Lucia y el sexo" senza averlo mai visto, pare che sia sempre su quello stile, se addirittura non peggio (o meglio, direte).
Una delle due protagoniste di questo film è Elena Anaya, di cui avrete sicuramente sentito parlare ultimamente per la sua presenza a Cannes con il nuovo film di Almodovar in concorso, La piel que habito, che aspetto con ansia. Lei è bravissima, davvero una gran attrice. La sua compagna in questo viaggio italiano è un'attrice russa, Natasha Yarovenko, pressocchè sconosciuta, almeno a me.
Il film, apparte le scene molto dirette, ha qualcosa di interessante in se. Racconta la storia di due ragazze ognuna per conto proprio in viaggio a Roma, che una sera si conoscono in un locale e finiscono la serata insieme. Una è omosessuale, l'atra no. Le due non si conoscono completamente, ma partendo dall'attrazione fisica portano avanti per un'intera notte una sorta di conoscenza l'una dell'altra. Conoscenza che però non può trovare riscontro in nulla, visto che non se ne può accertare la veridicità. Ognuna si racconta, a piccoli passi, con brevi episodi della propria vita, ma in realtà non si può dimostrare se le due stanno raccontando il vero su di loro. Potrebbero essere chiunque, potrebbero star mentendo. E di fatto lo fanno. Questa è una guida di quello che succede quando ci troviamo di fronte a uno/a sconosciuto/a. Il processo di conoscenza che si avvia in automatico e nasce naturale, e la curiosità di volersi scoprire quando sentiamo attrazione o curiosità per qualcuno, uomo o donna che sia. Inizialmente, il mio giudizio imminente è stato negativo. Mi sembrava un film noioso e ridicolo. Ma a pensarci bene, Medem ci vuole presentare una storia senza pregiudizi, in cui noi conosciamo dei personaggi quanto loro stessi conoscono di loro. Niente. Come niente sapeva l'una dell'altra. E lo scopriamo insieme, ci meravigliamo con loro, e seguiamo con attenzione quel percorso che porta il personaggio a spogliarsi completamente di ogni maschera, per vederlo per quello che è. Interessante, insomma. A volte un film che sembra essere fatto per altri scopi, con molto risparmio sui vestiti, e di cui abbiamo pregiudizi, ha invece un suo significato.

VOTO 6

Maschi contro femmine o... femmine contro maschi?

Mi è capitato diverse volte, da quando ho aperto questo blog, di lamentarmi di film americani, dette americanate, che io stessa decidevo di vedere. Ma è altrettanto capitato di parlare delle ultime italianate che per ora sembrano occupare gran parte della produzione cinematografica italiana. Le solite commedie senza storia che girano tutte attorno alle solite cose. Sesso, tradimenti, poco romanticismo, quotidianità. Insomma, ciò che li caratterizza e li salva dall'essere catalogati insieme ai cinepanettoni è la presenza nel cast di attori comici che qualunque cosa tu gli faccia dire, la dicono bene. Vedi Fabio De Luigi, vedi Ficarra e Picone, vedi Emilio Solfrizzi... Senza di loro, non immagino cosa sarebbero stati.
E appunto, Maschi contro femmine e Femmine contro maschi sono un'eccezione e mezzo alla regola che si sta poco a poco formalizzando facendo diventare il nostro cinema un cinema di terza categoria, conformato allo stesso stile da anni ormai.
Quello che non riesco a capire è la differenza tra i due film. Io li ho visti entrambi, il primo, Maschi contro femmine è carino, ma niente più di "film da intrattenimento". Due gruppi, uno di uomini e uno di donne. Una sorta di impercettibile lotta che non arriveresti mai a percepire se non fosse che te lo sbatte in faccia più che suggerisce il titolo stesso. E come prevedibile, questo genere di film non vuole arrivare a cuore di nessuno. Non vengono mandati messaggi nè raccontate storie tremendamente originali o interessanti, non esiste alcuna morale e non si arriva proprio da nessuna parte. E il popolo italiano evidentemente vive di questo, di spazzatura.
Sinceramente non ha alcun senso il secondo film, Femmine contro maschi. Sono altre storie (si fa per dire) e altri personaggi. E poi, non c'è niente che caratterizzi e renda differenti i due film, come invece dovrebbe essere visto i titoli. Mi aspettavo un qualche schieramento e lotta tra i sessi, invece si tratta solo di gruppi protagonisti (neanche poi tanto), prima uomini e ora donne dal cui punto di vista viene raccontata la storia.
Inutile dirlo, ma se io potessi farmi produrre un film, difficile com'è oggi lavorare e farsi conoscere, farei di tutto per distinguermi dalla massa, non mi metterei a fare questi film.

VOTO: 5 per entrambi

Incubi da... "Misery non deve morire"

Ho una lista infinita di film da vedere. Giorno dopo giorno ne aggiungo qualcuno in più, e meno spesso ne cancello altri. Capita che un amico me ne consiglia qualcuno e allora la curiosità lo fa passare al primo posto guadagnandosi un'illeggittima precedenza sugli altri.
Oggi per esempio, il mio ragazzo mi ha consigliato un film tratto da un romanzo di Stephen King, autore di molti altri libri famosi. Si tratta di un trhiller, per molti versi un trhiller psicologico, anche se non è presente una forte introspezione nella psiche della vittima-protagonista. E' un film del 1990, e si vede. Inizia in un modo, complice la musica, che porta fuori strada. Brevemente, la storia è quella di un noto scrittore di romanzi che rimane vittima di un incidente automobilistico e viene salvato (mi costa chiamare così quel gesto) da una donna che scopre poi essere una sua grande ammiratrice. E fin qui, sembra tutto molto normale, ma non è così. Inizia per l'affascinante scrittore un vero e proprio incubo a occhi aperti. Degna d'ammirazione quanto surreale la sua calma e controllo assoluto della situazione, senza quasi mai perdere le staffe. Improbabile per uno che si trova in quella situazione. Quanto all'artefice del sequestro, quell'attrice mette proprio paura perchè mi sembra di averla già vista in un ruolo simile, e anche se è la buona del Titanic, non riesco proprio a vederla in altro modo adesso. Certo che la pazzia non ha limiti, c'è da spaventarsi. Questa sorta di stolking al femminile è tremendo perchè se una donna, notoriamente sesso debole, riesce a diventare l'incubo di un uomo... allora la donna in questione è proprio fuori! Ma non solo, si tratta di una persona fortemente instabile e difficile da "battere". Che mente lucida, calcolatrice e perversa. Esorcista, pensaci tu!
Se dovessi esprimere un accorgimento direi che non mi ha del tutto convinta il comportamento globale dell'aguzzina, mi aspettavo qualcosa di più inquietante in immagini, mentre non ci viene mostrato niente che faccia rabbrividire. D'accordo che non è un horror, però mi aspettavo che tutta quella follia nella testa della donna si manifestasse in maniera appunto folle e con maggiori episodi di schizzofrenia, mentre assistiamo all'espressione di una pazzia nella sua compostezza in particolar modo nei suoi frequenti momenti di quotidiana calma apparente che la mostra debole e vulnerabile, quasi lei vittima. Io ci avrei messo un po' più di scatti folli, e un po' più di spiegazione sul perchè di quella follia. Anche la follia che sembra non avere criterio o logica ha i suoi forti perchè. E potevano anche riportare la traduzione dei ritagli di giornale nell'album dei ricordi della pazza. Avrremmo capito molto più sui suoi precedenti.
Insomma, mi aspettavo qualcosa di più venendo dalla piuma di uno come Stephen King.

P.S: Non starò diventando un po' troppo critica?

VOTO: 6