mercoledì 25 gennaio 2012

"Il regista di matrimoni", - Conti solo quando sei morto. -

Il cinema italiano non è morto, forse vive una vita in incognito aspettando il momento più idoneo per rivendicare tutto il suo valore storico e, chissà, attuale.
Voglio iniziare questa recensione con questa speranza, in un giorno cinematograficamente triste per l'Italia, in cui sono state proclamate le nominations alla prossima edizione degli Academy Awards previsti per il 27 febbraio al Kodak Theatre di Los Angeles. E solo due, di secondo grado con tutto il rispetto per i candidati, sono le nominations italiane.
Quindi, quasi per dispetto fatto a non so chi, forse agli americani, ho visto un film di Bellocchio, forse ad oggi uno dei migliori registi che abbiamo. Il regista di matrimoni, non Bellocchio, ma Castellitto che è il protagonista del suo film, del 2006, che vanta la presenza nel cast di bravi del cinema come Donatella Finocchiaro e l'ancora da scoprire Francesco Scianna.
Un Sergio Castellitto degno anche questa volta del nome che porta, perfetta pure la Finocchiaro, ma lodevole l'attore che interpreta il ruolo del regista fatto credere morto che ottiene 11 nominations ai David di Donatello. Significativa la frase che ripete stesso e il suo ruolo è decisamente simbolico. "Conti solo quando sei morto, così va in Italia e così va nel mondo". Sicuramente qui l'occhio del regista si pone in posizione critica nei confronti di un modo d'essere della società attuale, sfiorando temi ben noti grazie a "Striscia la notizia", in primis quello dei registi che danno ruoli in cambio di prestazioni sessuali. Particolare pure l'introduzione del tema de "I promessi sposi" che ci offre una giovane siciliana d'altri tempi, quasi come Lucia.
Ma qualcosa mi è sfuggita, il ruolo del padre della sposa, e il finale. Non ho chiaro cosa volesse il padre realmente dopo aver visto il suo sorriso a fine film, dopo la sequenza degli orologi. Meno chiara è la risoluzione finale. Come è finita a Lucia e all'Innominato? C'è stato uno sconvolgimento finale di questa moderna opera manzoniana? Il padre fa proprio paura, ha uno sguardo e dei modi minacciosi degni dei luoghi scelti per l'ambientazione.
Infine penso, questo film ha tutto quello che dovrebbe avere un film per piacermi, incluso il bizzarro modo ti trattare gli attimi di personale follia che potrebbero risultare estranei all'opera, in cui il regista impone fortemente la tua presenza. Scene, sequenze, inquadrature che sono valse un David al miglior montaggio.

VOTO:  7

domenica 22 gennaio 2012

Una poesia chiamata "Il cielo sopra Berlino"

Visto che di recente ho visto La città degli angeli, vi commento un film visto qualche tempo fa che avevo scaricato ancora prima, anni prima, e masterizzato su dvx. Parlo di Il cielo sopra Berlino, un film di Wim Wenders, con attori che non conoscevo, eccetto Peter Falk. Solo adesso ho scoperto che è un remake di La città degli angeli, quindi come generalmente tutti gli originali è migliore. Lo dicevo che i due film erano troppo simili...
Questo non è solo un film, è una poesia infinita. Dialoghi pochi, tanti pensieri, monologhi, riflessioni che tutti possiamo comprendere e che sicuramente ci sono passati mille volte per la testa ma magari non siamo stati così bravi come chi li ha scritti e ne ha fatto un capolavoro come questo. Una storia molto profonda, raccontata ancora più delicatamente di La città degli angeli e che anche se è silenziosa riesce a fare molto rumore.
Non voglio aggiungere altro, perché le parole nel film sono poche e ciò dice tutto. Poche devono rimanere.
Gli angeli d'altronde agiscono in silenzio, e chi li sente è sensibile, come chi può apprezzare questi film. Ma tutti possiamo, quindi vedetelo, potrebbe risvegliare tante emozioni.

VOTO: 9

sabato 21 gennaio 2012

"Spellbolind" psicologico

Divorare i film di Hitchcock è quello che mi piacerebbe fare se non dovessi studiare. Ma non si può, quindi poco a poco vi dirò cosa me ne pare.
L'ultimo suo film che ho visto è Io ti salverò (Spellbolind) che mi ha inevitabilmente ricordato un altro suo film simbolo del re del giallo, Psycko. 
Io ti salverò ha una dimensione psicologica non indifferente e va a fondo della psiche del suo personaggio principale, in questo caso Gregory Peck, con l'aiuto dell'ancora giovane Ingrid Bergman.
Affetto d'amnesia, il dottore si impossessa dell'identità dell'amico trovato morto, facendo sorgere su di lui il sospetto che sia egli stesso il suo assassino. Per fortuna tutto poi viene spiegato e viene portato alla luce il dolore che ha reso occulti i meccanismi che hanno portato Peck a dimenticare tutto quello che era stato prima dell'incidente.
Mi è piaciuto moltissimo e dopo aver visto un paio di film di Hitchcock posso dire apertamente e senza ripensamenti che è stato un grande regista e che questi sono i film che mi piacerebbe tanto fare se facessi questo mestiere. Questi sono FILM a lettere cubitali e qui sta il maggiore sforzo. Dove viene interpellata la psicologia, tutto acquista estremo valore. Consigliatissimo da vedere.

VOTO: 8

"Accion mutante" di Alex de la Iglesia

In questo periodo, o da mesi ormai, sto scoprendo un regista spagnolo che mi sta divertendo parecchio. Alex de la Iglesia, di cui l'anno scorso avevo già visto Balada triste de trompeta, film arrivato pure da noi in Italia e vittorioso al Festival del cinema di Venezia del 2010.
Tempo fa ho visto un altro suo film, Accion mutante. Ad Alex a quanto pare piace divertire facendo credere ai suoi personaggi di essere in guerra. Ha una sorta di humor negro tutto suo, peculiare e brillante allo stesso tempo. Non ci risparmia la vista di sangue-pomodoro e di violenza che però fa tutt'altro che impressionare, anzi è molto divertente. E non seccatevi se dico spesso "anche se non è il mio stile.." ma non credevo che i suoi film potessero piacermi, ma anche se hanno azione sono davvero divertenti. Mescolanza di generi dove non ne viene penalizzato nemmeno uno. Ridicolizza i suoi personaggi portandoli a combattere tra loro fino ad uccidersi ma dove alla fine tutto sembra così surreale da non sembrare drammatico perchè non è questo l'obiettivo, anzi tutto deve divertire. Grandi attori, solitamente quelli usati di frequente nei suoi film qui si ripetono, come il grande Antonio Resines. Una generazione di attori quasi sessantenni davanti ai quali togliersi il cappello. Peccato che questo film non abbia oltrepassato le barriere, sarebbe sicuramente piaciuto. Bravo Alex che crea un ambiente ideale e rispettoso della sua storia. Il contesto fa molto.

VOTO: 7

"Il gladiatore" visto dopo anni dalla sua uscita

Meno male che ho amicizie che mi danno buoni consigli cinematografici, altrimenti chissà dove arriverei con la mia passione per il cinema spagnolo.
Solo qualche settimana fa ho visto ad anni dalla sua uscita nelle sale, Il gladiatore. Partita forse con i miei soliti pregiudizi che parlavano a vanvera dicendo "Ma a me non piace questo genere di film!". Ma d'altronde solo con la forza l'avrei visto un film così. Se mi è piaciuto? Si, mi è piaciuto, ma mi è piaciuto nel suo aspetto di colossal. Ho apprezzato lo sforzo con cui è stato fatto, si vede che è costato un sacco di soldi e che è curato nei minimi dettagli. Sembra di trovarsi davvero nell'epoca romana!
Ma c'è una cosa che di questo film mi fa soffrire. Che è un film interamente americano... forse si sarebbe dovuto chiamare "Americani a Roma".

Ps: Ma lo sapete che a Roma da anni lasciano marcire la tomba del vero gladiatore pur sapendo dove si trova? E viva l'Italia!
VOTO: 8

"The tree of life" detto anche "Brad Pitt fa film strani"

Mio padre mi ha detto "Brad Pitt fa film strani". Ci sono rimasta male, credevo intendesse che facesse film da "cinema alternativo". E poi perchè mi stavo preparando a vedere The tree of life. Che effettivamente, tanto normale non è. Ma attenzione, io per normale non intendo non bello, intendo diverso, come non intendo che chi non è normale è malato. Si tratta indubbiamente di un film peculiare. Dialoghi quasi assenti e pensieri che si dissolvono nella mente dello spettatore in sovrapposizione alle scene di estrema qualità visiva. Questo film è un piacere per la vista, credo di non aver mai visto delle immagini così belle al cinema, e in questo Malik mi ha positivamente stupita visto che non lo conoscevo. Un lavoro di regia, ma anche di fotografia, magistrale. Sembra di stare al museo a guardare delle opere d'arte. Che grande cosa il cinema!
La storia in se può risultare comune ma quelli stacchi col passato che riportano alla vita da adulto del protagonista sono dosate al punto giusto e tutto sembra molto da contenuto onirico. Questo film racchiude l'infanzia di una persona come questa resta nell'inconscio dell'adulto e riaffiora qualora richiamata all'appello. Grazie a Malik per averci fatto sognare ad occhi piantati sullo schermo. Sicuramente questo film non lo scorderò mai per quello che ho visto, e ci sta una frase... "Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare!"
Ora capisco perchè ha vinto a Cannes 2011, la giuria ha premiato un grande visionario con una fantasia spietata. Il bello di quest'arte è il far sembrare tutto facile, ma una cosa così non si crea da se!

PS: Brad Pitt fa film strani.

VOTO: 9

"La città degli angeli"

Con questo film mi è successa una cosa già accaduta con altri film considerati "bei film" dalla maggior parte delle persone. Nel senso che c'è qualche particella in noi che prova gusto nel contraddire il senso comune. Una maniera di porsi sbagliata nei confronti di qualcosa, che ce la fa affrontare non senza pregiudizi e abbandonando ogni difesa, ma con la presunsione di sapere già cosa si sta vedendo. Così, inevitabilmente, da restarne delusi. Termine che invito a prendere con le pinze.
Parto con la premessa che City of angels racconta sicuramente una bella storia. Ma non mi è bastata perchè non l'ho trovata una storia nuova, mi è risultata come cosa già vista, quasi prevedibile. Quindi non ne ho apprezzato le vicende e gli avvenimenti, ma il modo in cui fluisce e ci viene raccontata. Il modo in cui è stata farcita. I dialoghi, le interpretazioni stupende dei due protagonisti, i silenzi. Mi è piaciuto il modo in cui si racconta lei e il modo in cui guarda lui. Mi è piaciuto quell'affidarsi ad occhi chiusi ad uno sconosciuto come sperando di essere salvata, come se sentisse a pelle (non è detto a caso) la sua particolarità. Questo è quello che mi ha affascinata. A volte non è la storia in se che fa di un film un grande film, ma la cura per i dettagli che fa la differenza.

VOTO: 7

Con ritardo di 13 anni... "Il miglio verde"

Tanti sono i film che sbirciavo da piccola mentre i miei genitori li guardavano e commentavano dalla cucina. Non mi era permesso vederli prima perchè molti erano a bollino rosso, e da grande alcuni li ho visti. Tra questi Il miglio verde. Un film che avranno visto tutti, e che mi mancava. Tra tutte le cavolate che guardo, proprio questo mi mancava. Mi perdo capolavori... Comunque l'ho visto, e rimane tra i film che non rivedrei. Non perchè non mi sia piaciuto, ma perchè è di quelli che ti basta vedere una sola volta, che non ti scordi e che già solo l'idea di attraversare quel miglio con i protagonisti ti fa sentire male, come se lo dovessi percorrere realmente. E' stato impossibile vederlo con distacco e indifferenza, nel senso che non puoi guardare Il miglio verde senza immedesimarti in John Coffey e negli altri "criminali", e piangere magari, o commuoverti, che non è lo stesso. Io ho pianto, la differenza sta nel fatto che mi sono sentita per più di un attimo Paul Edgecombe (Tom Hanks). Quante e quante volte, in maniera differente, condanniamo le persone per colpe non commesse, quante volte le condanniamo per cose realmente fatte ma senza meritare il pulpito di giudice. Potrebbe sembrare una riflessione stupida, eppure questo è stato tutto quello che mi è passato nella testa guardando negli occhi Paul che non riusciva a pronunciare le parole "Vai col secondo", mentre rivedeva lucidamente le atrocità commesse quel giorno da un uomo che non era John. Attimi drammatici quelli di chi ha nella bocca la vita di una persona. E poi la grande dignità di un uomo condannato a morte da innocente che non prova nemmeno un attimo a gridare la sua innocenza, ma lo fa solo mostrandola dolcemente a chi già aveva la quasi certezza della sua non colpevolezza. Un atteggiamento al limite del reale che può avere solo una persona con un tocco in più degli altri e con una sensibilità fuori dal comune.
La cosa più bella è stata la scelta dell'attore che interpreta Coffey per la sua inconsueta verità che ha stupito chiunque si sia fermato (almeno inizialmente) al suo aspetto fisico.
La prima parte del film è sicuramente più lenta della seconda, che è al contrario la parte più drammatica e movimentata. Altra scena di alta tensione è stata quella della guarigione della moglie del capo e le successive scene che raccontano il ritorno alla prigione. Sono successe diverse cose in così poco tempo da far restare senza fiato.

VOTO: 9

"Alla ricerca del principe azzurro" traduzione pessima di "Stanca di baciare rospi"

Commento a caldissimo di un film ruota di scorta frutto dell'indecisione a testimonianza del fatto che mossi dall'indecisione agiamo sempre male.
Alla ricerca del principe azzurro, made in Mexico, uno dei peggior film visti nella mia vita. Banale, patetico, ripetitivo nel suo genere, prevedibile e ancora peggio. Un film senza scopo e senza storia, poco approfondito, male trattato.
A suo favore: qualche sequenza ben fatta, le canzoni (soprattutto Mecano) e il tema che sempre rafforza l'autostima di una donna e ne conferma certi pregiudizi veri.
A suo sfavore: l'intera storia e i dialoghi!

VOTO: 2

domenica 15 gennaio 2012

"Solo quiero caminar", film d'azione made in Spain

Dallo stesso regista di Sin noticias de Dios (Senza notizie di Dio), il film Solo quiero caminar (Voglio solo camminare) vanta anch'esso un cast di livello. Victoria Abril, Ariadna Gil, Pilar Lopez de Ayala, Elena Anaya. Nomi che chi conosce il cinema spagnolo, apprezza. Un film di quelli che anche se non è nel mio stile mi è piaciuto molto. Si tratta di un film d'azione all'americana, ma dove si riconosce quel tocco che solo gli spagnoli in Europa in questo periodo sanno dare. In attesa che il cinema italiano si svegli dal lungo letargo decennale.
Una banda di ragazze progetta una rapina ad una "società" criminale composta da tutti uomini. E' come una lotta tra i due sessi. Ma qualcosa va male e una delle quattro ragazze viene catturata per poi fatta uscire di nuovo dal carcere grazie all'aiuto delle amiche che fanno di tutto e di più pur di liberarla. Una volta fuori ha inizio il processo per rimettere in sesto il gruppo, meno una che a causa di un brutto incidente è rimasta in coma. L'impresa riesce bene per le ragazze, ma come quasi in tutti i film non è solo la parte nemica ad aver subito delle sconfitte. Anche le ragazze perdono pià di qualcosa, e dal finale traspare un po' di malinconia. Valeva davvero la pena che tutto ciò succedesse? Non so se i personaggi hanno meditato sulla loro criminalità, ma sicuramente da entrambe le parti, amiche e nemiche, ognuno in cuor suo ha dato l'impressione di soffrire ogni sua azione e ogni male gratuito offerto. Con questo film confermo l'ammirazione per la new entry nella mia cerchia di attrici preferite: Pilar Lopez de Ayala (Giovanna la pazza, Lope...), madrilena 34enne, doppiamente discendente da Cristofolo Colombo e nata il mio stesso giorno e mese dell'anno. Doppiamente brava!

VOTO: 7

"Sherlock Holmes, gioco di ombre"

Mi chiedo se Sherlock Holmes non sia a un passo dal diventare una saga. Quando l'anno scorso vidi il trailer del primo film al cinema mi chiesi quale fosse l'utilità di fare un film su un personaggio famoso come il detective inglese tratto da una collana di gialli e da innumerevoli casi criminali. A meno che non si volesse fare una serie da cinema. E' dunque questo lo scopo di Guy Ritche? Vedremo. Intanto ho visto (viva lo streaming...) la seconda "puntata" e mi aspettavo qualcosa di più grosso! Ho preferito senza ombra di dubbio il primo film, l'ho trovato più avvincente, questo mi è sembrato meno movimentato e meno divertente. Sicuramente il grande protagonista Robert Downey Jr. con la sua sola espressività dona molto a questo personaggio, è formidabile il suo temperamento. Eppure la storia non l'ho trovata un granchè. Belle immagini, bel montaggio, un bell'effetto visivo, ma non una grande storia in giallo. Mi sono anche persa durante la visione, non credo per mia distrazione, viste le aspettative. Non mi ha saputo tenere legata mente e corpo allo schermo. Ma glielo perdono, solo per Robert...
E poi... THE END ?

VOTO: 5

sabato 7 gennaio 2012

La migliore commedia: "La peggior settimana della mia vita"

Il genere di film che prediligo, non del tutto per mia scelta, quando i sabato sera vado al cinema è il genere della commedia italiana. Ho visto quasi tutte le commedie italiane degli ultimi anni, quindi penso di essere nella posizione di poter giudicare. Ce ne sono di davvero patetiche e che si rifanno palesemente ad altre commedie di successo, e ce ne sono altre più carine di altre. Anche se l'aggettivo "bella" non lo affiancherei con molta facilità alla commedia italiana recente, tranne che per qualche caso eccezionale. Questo è quello di La peggior settimana della mia vita, con Fabio de Luigi, Cristiana Capotondi, Monica Guerritore e Alessandro Siani tra gli altri. Il cast è sicuramente più che conosciuto, vedi la presenza della Guerritore che mi ha tanto stupito. Una delle migliori attrici italiane di ieri e di oggi.
La storia ricorderà sicuramente ai molti le vicende di Mi presenti i tuoi e Ti presento i miei, famosissimi film americani di qualche anno fa che vantano nel cast la presenza di star come Robert de Niro, Dustin Hoffman e Barbra Streisand. In effetti le somiglianze ci sono, il soggetto di base ha moltissimi punti in comune, ma questa è ovviamente la versione italiana ed'è impostata delineando le particolarità di una famiglia italiana, ma non una qualsiasi. Una famiglia benestante sicuramente, quindi no la classica famiglia italiana.
Mi è piaciuto molto, e lo rivedrei volentieri. Parecchie gags e momenti simpatici. Bellissima la colonna sonora di Arisa dal titolo ignoto! Se cercate su youtube si trova...

VOTO: 7

giovedì 5 gennaio 2012

"Il canto delle spose"

Un film scaricato (avete letto bene) non so bene per quale motivo. Spesso mi ritrovo con film su dvx che non so nemmeno come ci sono finiti. 
Tra questi Il canto delle spose, film di Karin Albou, arabo con ambintazione ovviamente musulmana. La vicenda è di un paio di decenni orsono, ma potrebbe benissimo essere una storia del 2012, visto che le cose in quei luoghi non sono molto cambiate se parliamo di libertà e parità dei sessi. 
Un film che visto con gli occhi di una ragazza della mia età residente in un paese europeo civile, lascia parecchio turbata. Non mi tocca, ma potrebbe essendo me donna. E' brutto vedere certe cose e sapere che sono vere. Ingiustizie disumane, violenze e maschilismi fatti passare per naturali. Brutto, davvero troppo brutto. E non lo consiglio, perchè non mi ha convinto del tutto. Per chi come me si arrabbia a pensare a queste cose come cose vere. Io mi rifiuto!

VOTO: 5

"The crow"

Film famosissimo non nelle mie corde. Il corvo, un semi horror tanto amato dai govani, non da me. L'ho trovato banale, prevedibile e di cattivo gusto. Vendetta? Se dovete parlare di vendetta fatelo in modo da superare film notoriamente famosi, o cadete nell'orrido, oserei dire. Sicuramente non vedrò gli altri due successivi, mi è bastato questo. Con questo non nego che abbia un qualcosa di potenzialmente piacevole per chi ama il genere, ma non è avvincente.
Insomma, altro film visto quasi contro voglia in circostanze misteriose. Pentitissima, si. Ma il motivo per cui maggiormente non mi piace è legato a ciò che lo avvolge, che è più che una leggenda. Un film seguito da episodi reali inspiegabili e davvero strani. Perchè indagare?  Mannaggia a Wikipedia...

VOTO: 3

"Talos", scansatelo!

Sarò più breve del solito.
Pessimo tentativo quello del regista di Talos, l'ombra del faraone, che vuole malamente copiare le famigerate peripezie vissute dai protagonisti di La mummia and co. Come quando si vogliono imitare Twilight e amici con film che parlano pensate un po', di vampiri! Ma mo' basta! Autori di Talos, cambiate mestiere, o cambiate genere. E poi ci sono i giovani aspiranti registi a spasso mentre nei cinema escono cestini della spazzatura. Poi dici che 'nte 'ncazzi!
PS: Visto solo per condizionamento.

VOTO: 2

"Il seme della discordia" quanta fantasia!

Un film che mi ha lasciato a lungo perplessa dopo averlo visto è Il seme della discordia, con Alessandro Gassman e Caterina Murino. Una donna rimane incinta e non si riesce a capire di chi, visto che il marito è sterile. Il tutto viene abilmente intrecciato con delle strani visioni che sembrano provenire dal seme venduto dal marito che si occupa di piante. Sarà anche una storia stupida, ma il modo in cui viene esposta è sicuramente molto originale. Quando dico che mi ha lasciata perplessa, lo dico perchè non mi aspettavo una cosa del genere! Fatto bene, con un buon escamotage e bravi attori, non mi ha deluso. E' un film strano, o diverso, quindi mi piace. Molta fantasia per le immagini, ma non fatevi ingannare. Anche se ci vogliono fuorviare, in realtà la spiegazione all'enigma è più facile del previsto.
Guardatelo, senza pregiudizi. Doppiamo cacciare via da noi stessi l'abitudine a un cinema italiano uguale a se stesso ogni volta.

VOTO: 7

"Bellissima" di Luchino Visconti con Anna Magnani

Alternare film moderni a film vecchi non fa male, anzi. Si possono fare tanti confronti, farsi una cultura, ammirare il passato, il che non guasta. E la superiorità cinematografica dell'Italia che da un po' ci ha abbandonati. Insomma, guardate più film del passato che sono belli!
Tempo fa ho visto Bellissima, di Luchino Visconti, con Anna Magnani e Walter Chiari. Un signor film, dunque. Si racconta di una madre disperata e senza una lira, che fa partecipare la figlia di 5 anni a un concorso di bellezza per essere a sua volta la protagonista di un film. Lo stile è quello che possiamo immaginare, la Magnani nel suo tipico ruolo da romana poveraccia e Visconti non perde l'occasione per girare sequenze molto lunghe e con uno zoom lontanissimo, tanto che in certi punti dovevo sforzare la vista perchè la lunghezza focale non è indifferente, gli attori dovevano essere molto lontani!
Per il resto la storia è bella, è commovente e c'è da aspettarselo. Quei film avevano uno scopo, e nel loro scopo riuscivano pienamente. E oggi, oggi il cinema italiano che scopo ha?

VOTO: 8

"Senza notizie da Dio"

Un angelo e un diavolo. Rispettivamente le spagnolissime Victoria Abril e Penelope Cruz. Anche questo film l'ho visto per quest'ultima. Un film molto originale, mi è piaciuto molto, lo consiglio vivamente. E' particolare, l'ho già detto? Direttamente dal cielo, con Gael Garcia Bernal nei panni di Dio, un Dio un po' strano, questo si. Sicuramente mette in evidenzia e risalta le particolarità e le caratteristiche attoriali di queste due attrici meravigliose, ma è stato una gran sorpresa per me, soprattutto il finale! Guardatelo, che non dico altro! Quando si vuole essere brevi...

VOTO: 6

"Breaking dawn"

Visto che sono in vena, approfitto. Ecco un altro film, questo sicuramente più famoso, la fama lo precede. E' Breaking dawn e se non l'avete visto, l'avete sicuramente sentito. Il titolo non dovrebbe suonare nuovo, è preceduto dai suoi fratelli, tutti ben riusciti, e amati da chi apprezza il genere. Successore di Harry Potter, ma saga meno degna di nota, senza nulla togliere al successo ottenuto da Stephany Meyer, autrice della saga Twilight.
Si tratta dell'ultimo capitolo, diviso in due parti, qui parlo della parte uno. Attendo la seconda parte, come tanti altri milioni di persone. Questo film che ha fatto il boom nelle sale di mezzo mondo, è sicuramente di livello artistico inferiore agli altri. E' il film più romantico della saga, ammetto che in certi punti arrivava a sfiorare il banale. Troppo zucchero, e troppe circostanze surreali. Ok che è tutto molto fantasioso, ma anche nella fantasia non nuoce un po' di veridicità e dignità, visto che comunque Bella è ancora fino a prova contraria umana!
Dettagli a parte, l'ho apprezzato, ma è da prendere come film non impegnativo, come passatempo e intrattenimento. Non ha alcun valore da considerare superiore a questo, tale è il suo scopo, e ci riesce meglio di altri, o non avrebbe riscosso tanto benestare.

VOTO: 6

"Un viaggio chiamato amore"

Una storia vera con protagonisti Laura Morante e Stefano Accorsi, per la regia di Michele Placido. Promette bene, vero? E non mi ha deluso. Gli interpreti sno dei veri attori, il meglio del nostro cinema attuale, e la storia è davvero appassionante, dello stile "Spesso quello che ti cura è ciò che ti fa ammalare". Follia d'amore, come il titolo della canzone arrivata seconda a Eurovision cantanta da Raphael Gualazzi. Ci sono stati dei momenti di vera follia appunto, di violenza, momenti forti, e i due innamorati non hanno lasciato la presa, si sono salvati a vicenda. Più lei a lui. Lei si che lo ha salvato da se stesso. Mi ha messo un po' di tristezza a dire il vero, ma son fatta così. Empatizzo molto, pure coi film.
Inoltre pensare che si sia trattato di una storia vera cambia le cose. Pensare che esista gente che ama così tanto, che ama nonostante tutto e oltre tutto, che ama fino a stare male e che ama per far stare bene l'altro. Lei c'era pure se lui la cacciava, sa che era una disperata richiesta di restare. E si sono amati così, di un amore distruttivo ma permanente, di quelli che rimangono.
Non ho molto altro da dire, andrebbe sicuramente visto. Nuoce gravemente alla salute... mentale.

PS: Scrivo e pubblico senza rileggere, non ne assicura dunque la riuscita. Molta foga, tanta passione.

VOTO: 7

mercoledì 4 gennaio 2012

"Chromophobia"

Ho rimandato così tante volte la visione di questo film che quasi non ci speravo più di  vederlo. Non sono pentita di averlo visto, anzi mi spiace dire che mi è stata una visione al limite dell'indifferenza. Questo è probabilmente dovuto al fatto che è un film che non ho capito del tutto, anzi credo proprio che mi siano sfuggiti diversi tasselli.
E' davvero un film "intrippante", è un caos totale. E' Chromophobia, con Penelope Cruz. Ecco come ci sono arrivata! Sono diverse storie che si intrecciano tra loro, ma questo non basta, credo che dovrei rivederlo. Quello che sicuramente mi ha colpito di più è la storia della donna insoddisfatta che si fa curare da una psichiatra. Cosa si fa curare? Si fa curare per quello che le manca. Ma cosa le manca? Niente, ma ha bisogno di tutto, così dice il detto. Insoddisfazione è dunque la parola chiave, quella che muove tutto. C'è chi è soddisfatto (quasi) e non ha niente, come il personaggio di Penelope Cruz, e chi è insoddisfatto perchè non riesce a capire cosa gli manca, perchè pensa di avere tutto. Questa bella vita che ci illude di essere saturi, ci illude solamente di essere completi. E da qui soluzioni e finali estremi... Brava e piacevole la Kristis Scott Thomas e il Voldemord di Harry Potter Ralph Fiennes,  fratello della regista.
Film troppo triste, perchè dice le cose come stanno, e tutti sappiamo già come stanno, perchè vedere un film per ricordarcelo? Ogni giorno ha la sua pena... dice un libro che conosco...

VOTO: 5

Anche se è amore... non si vede!

L'ultimo film che ho visto al cinema risale al 27 dicembre, insomma troppo tempo fa per una come me che va al cinema in media 3 volte al mese. Ma considerando che siamo in periodo natalizio... non mi resta altro che recensire film visti tempo fa o quelli che guardo solitamente sola al pc in momenti di grande noia.
Si tratta di Anche se è amore non si vede, con e di Ficarra e Picone, la famigerata coppia di comici palermitana che ruba una risata a chiunque. Rispetto agli altri loro film questo non è chissà quale capolavoro, mi aspettavo di meglio ma già il trailer non prometteva niente di speciale. Le migliori gags sono quelle dello stesso trailer, "se le sono sparate" tutte nell'anteprima del film e al loro momento durante il film non fanno così ridere, perchè si ha già riso prima. La storia è poco originale, credo che debbano cambiare qualcosa per poter continuare a far ridere come coppia. E' sempre difficile il compito di un comico, ma per questo vengono pagati un sacco di soldi, non possono e non devono deludere le nostre aspettative! Speriamo che per la prossima volta pensino a qualcosa di davvero brillante, o che... non tentino di nuovo a fare i registi!
Sicuramente più che mediocre la brava Ambra Angiolini!

VOTO: 5

"Wolf, la belva è fuori"

Anche il film di cui sto per parlarvi vanta la presenza nel cast di due attori, e una sola di queste due presenze basterebbe per attirare a se l'attenzione di qualsiasi amante di cinema, come me.
Jack Nicholson e Michelle Pfeiffer, due attori che amo tantissimo. Lui per Shining e lei per Ladyhawke. 
Ma ad essere sincera, che è per questo che scrivo qui, il film non è tanto nel mio genere. E' fantasia, è completamente lontano dalla realtà e io amo particolarmente i film anche crudamente realistici.
Un uomo morso da un lupo si trasforma all'occorrenza anch'egli in un lupo, e trasforma chiunque morde in lupo. Storia prevedibile, non mi piace molto il personaggio della Pfeiffer, nient'altro che una ragazza viziata. Nicholson è sicuramente eccellente ovunque lo si mette, e questo personaggio è sicuramente nel suo stile. Curiosa di vedere gli altri film che hanno reso famoso Nicholson, oltre Shining che non vedo l'ora di recensire...

VOTO: 4

"Midnight in Paris" all'insegna del Surrealismo

Dalì, Buñuel, Picasso, Hemingway e tanto altro in Midnight in Paris firmato Woody Allen. Curiosa di vederlo per soppiantare la delusione subita all'uscita del cinema dopo aver visto Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, Midnight in Paris è sicuramente migliore del precedente. Non mi resta altro che aspettare con molte aspettative Bop Decameron trasformato in Nero Fiddled perchè pochi italiani sapevano cosa fosse il Decameron, ed'è qui che mi cadono le braccia. Ma tralasciando questa piccola parentesi di amarezza nazionalista italiana, andiamo a questa mezzanotte parigina di Owen Wilson.
Il cast è ricco, come in tutti i film di Allen, che quando la storia non è niente di speciale solitamente lo riempie di figurine, ma non è esattamente questo il caso. Sono molti gli attori famosi e bravi e qui la storia c'è. Il Surrealismo la caratterizza, surrealismo come genere e Surrealismo come corrente artistico-letteraria. Così come è surreale quello che accade al protagonista, Wilson, che ogni sera a mezzanotte sale su un'auto d'epoca e viene trasportato in un tempo lontano, la Parigi anni 20. Sembra un sogno, sembra quello che lui immagina e tanto desidera pur di fuggire a una vita che non fa esattamente al caso suo, e in un momento delicato di precarietà e incertezza lavorativa, dove deve scrivere un romanzo ma gli manca quel qualcosa per renderlo magico. E sono sicura che dopo questa fantastica esperienza l'abbia trovato, per lo meno Hemingway gli ha dato più di un suggerimento. Conversazioni tipicamente alleniane, perchè per me Allen è un regista a cui piace tanto far conversare i personaggi e ci riesce magnificamente perchè è uno dei pochi a non farmi annoiare in minuti e minuti di parole e parole senza azione. E in queste conversazioni mi sono arrivate molte cose, come non avrebbe potuto essere altrimenti per una come me che sogna di sceneggiare delle storie, e in questo senso i consigli di Hemingway sono significativi, sono piccole accortezze guida per chi ha una storia e non sa come farla funzionare, perchè sempre si ha la sensazione che manchi qualcosa, anche quando si ha tra le mani la sceneggiatura di Match point.

VOTO: 7

Scelta sbagliata per "Divorce, americane a Parigi"

Stasera credo di aver scelto il film sbagliato. Il cast mi ha ingannata. Naomi Watts, Kate Hudson...si, brava la prima, meno la seconda. Film discreto, nemmeno sufficiente.

La storia sposta le protagoniste dall'America alla Francia e mette a confronto mondi opposti. Quello americano nella sua superficiale tipicità e quello europeo per eccellenza, Parigi di tradizioni e bei modi tanto occupati a salvaguardare l'apparenza.

Film che non mi ha entusiasmata affatto, non racconta niente di nuovo. Eppure dovevo aspettarmelo... 

VOTO: 4

martedì 3 gennaio 2012

"Parole d'amore" con titolo che inganna

Ogni film è una sorpresa, il titolo ti può ingannare come lo può fare pure la locandina. Puoi essere ingannato anche dalla sinossi, e non basta leggere il genere per essere sicuri di vedere un determinato film. Aspettative accantonate, questo è quello che è successo oggi a me. Ultimamente sono in vena di film romantici e cercando cercando... ho trovato un film con Richard Gere e Juliette Binoche, dal titolo Parole d'amore. In realtà non si trattava di nessuna storia d'amore, ma non per questo ne sono rimasta delusa, anzi, ho visto qualcosa di diverso. Non la solita coppia non più giovane ma una bambina di 11 con un grande dono, la fantasia. Direte: "Ma tutti i bambini possiedono molta fantasia!" Bugia, c'è chi ne ha di più. La piccola Eliza del film diventa campionessa di spelling, quando le viene detta una parola lei la divide in ogni singola lettera dell'alfabeto che la compone e lo fa chiudendo gli occhi, le vocali e le consonanti prendono il volo e la stessa parola si rivela sussurrando se stessa all'orecchio della candidata a diventare la più brava di tutta la California. Inizialmente non ci trovavo niente di speciale nel saper fare lo spelling, non credo sia così difficile, e nemmeno ora ripensandoci lo trovo un dono di pochi, ma forse per una bambina di 11 anni lo è, di fatto i candidati erano tutti bambini, non certo gente adulta! I contenuti ci sono e sono tanti, saranno anche strausati ma arrivano sempre a sensibilizzarmi, parlo almeno per me. Diciamo che li sento miei. Una aforismo di Nietzsche dice "Per chi è molto solo, il rumore è già una consolazione.", e questa frase credo rappresenti e descriva a pieno questa storia familiare che si anima alla scoperta del talento della bambina, ma si anima peggiorandosi. Una cosa così bella diventa un dramma. Si può anche dire che dando molta importanza a una persona se ne trascurano delle altre, ma non è tutto qui. Ci sono tanti aspetti di questo film su cui ci sarebbe da riflettere. E che grande cosa la fantasia, crea come distrugge. Gere non mi piace, la Binoche si. La bambina è stupenda, il film è da vedere.


VOTO: 7

lunedì 2 gennaio 2012

"Evening", un amore senza tempo

In queste vacanze di Natale hanno dato su IRIS, canale tutto film che amo, un film romantico che mia nonna guardicchiava mentre cucinava. Lo seguiva ma non ci capiva niente. Mossa dalla curiosità ho cercato il titolo su internet e l'ho visto. Una bella storia che attraversa diversi decenni, un viaggio nel tempo che ci racconta la vita di una donna ormai sul punto di morire, che durante i suoi deliri, preoccupando le figlie ricorda un particolare periodo attraversato in passato, quando sia lei che la sua migliore amica erano innamorate dello stesso uomo. Un film che può commuovere trattandosi di ricordi sussurrati sul punto di morte.
Mi è molto piaciuto, mi ha ricordato vagamente altri film, tra cui Mamma mia, forse perchè c'è di mezzo un matrimonio e c'è Meryl Strepp in un ruolo marginale. Nota impotante, c'è nel cast la brava Natasha Richardson, moglie di Liam Neeson morta pochi anni fa per una disgrazia. Mi è sempre piaciuta, e rivederla fa molto strano.
Un cast importante! Una storia d'amore per quando siete in vena di sognare e distaccarvi dai voi stessi.
VOTO: 6