martedì 22 aprile 2014

Recensione di "Nymphomaniac: Vol. I"

Ho pensato che l'avrei voluto vedere, anche se sul fatto di andare a vederlo al cinema ho sempre avuto dei dubbi. Visto che è stato molto discusso già da quando Lars Von Trier dichiarò che l'avrebbe girato: Nymphomaniac.
Un regista controverso che con molto coraggio, parecchia irriverenza e sfacciataggine, completa la sua trilogia sulla depressione, dove il sesso non manca. Nymphomaniac è stato ultimato in due diverse versioni, quella più facile da trovare in giro è di quasi due ore per parte, visto che il film è diviso in due volumi usciti al cinema a distanza di meno di un mese. Il secondo volume uscirà nelle sale italiane a giorni. 
Un cast che include Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Christian Slater, Uma Thurman, Willem Dafoe. Un repertorio di corpi di attori che si prestano alle sequenze più impensabili per un cinema d'autore qual è quello di Von Trier. Ma sicuramente se dici si a un regista così, sai che stai andando a girare un film che ha sempre qualcosa di perturbante. 

Si è parlato tanto dei nudi e delle scene di sesso esplicito in questo film, tanto che anche la curiosità dei meno appassionati di cinema è stata stuzzicata senza conoscere il regista che usualmente acchiappa solo i più cinefili. Ma quello che i comuni mortali non sanno è che non tutto quello che luccica al cinema è reale e presuppone la presenza di un corpo fisico sul set. Sicuramente in questo film c'è molto lavoro di post produzione. Per alcune scene sono stati chiamati attori del genere porno, in altre i rapporti sessuali sono stati ricostruiti con la computer grafica, soprattutto le parti intime dei protagonisti. 


Ma andiamo al fulcro della questione. Nymphomaniac è classificato come film drammatico erotico, quindi non bisogna fermarsi a considerare solo la parte "erotica", dal mio punto di vista è solo il modo in cui ci viene raccontato un dramma. Il regista stesso ha affermato che il suo film non è un omaggio al porno, non vuole avere solo a che fare con la pulsione sessuale ma con le relazioni che questa crea al nostro intorno, come una ragnatela. Come le pulsioni considerate più basse possono essere un aspetto di qualcos'altro, un qualcosa che unisce alto e basso. Gli opposti. Quindi il contatto fisico e quello spirituale, il carnale e lo psicologico, l'atto puramente sessuale e la riflessione più profonda. Pare che il regista danese voglia distruggere i tabù sul sesso invitandoci a vedere altri aspetti della questione. I parallelismi che questo argomento condivide con il resto delle cose che ci fanno riflettere, perchè probabilmente secondo lui anche il sesso più unicamente fisico non è superficiale. Quindi cambia lo statuto del sesso, e del sesso al cinema. 

Per i più tradizionalisti questo discorso apparirà assurdo, ma non voglio dire che io approvo quanto ho visto in questo film. Io ho preferito le parti in cui Joe/Charlotte racconta al suo interlocutore, l'interpretazione dell'attrice è molto avvincente per i miei gusti. Sicuramente ho apprezzato la fotografia, molto accurata specialmente nella prima sequenza che anche se lenta arriva al culmine quando parte la musica rock. I simbolismi del film sono molti e sicuramente non li ho colti tutti. 

Le cose più belle di questo primo volume sono il monologo di Uma Thurman che è una vera lezione di recitazione, l'intonazione e tutto ciò che riguarda la voce di Charlotte Gainsbourg che è unicamente triste, depressa, malinconica, infelice e tutto quanto di negativo possa esistere al mondo. Per ultimo il modo inusuale in cui la Joe giovane giunge a farci capire che quello nei confronti di Jerome è amore. Quindi l'affiancamento di due dei suoi amanti che insieme fanno, con le loro caratteristiche di selvaggio e amorevole, l'uomo della sua vita. Jerome. Non mancano i confronti e i paragoni con la musica e con la natura. 

Ma vogliamo parlare della locandina del film? Per me è la cosa più bella, è una meraviglioso come il minimalismo possa essere geniale!
A questo punto aspetto di sapere come finità la storia! E voi lo vedrete solo per voyeurismo?

VOTO: 6

sabato 19 aprile 2014

Vi racconto un sogno a basso costo: "In automatico"

Quando mi sono concessa un sogno non sapevo ancora che sognare non significa necessariamente sognare in grande, ma lo immaginavo. Così ho sognato in piccolo ed'è venuto fuori qualcosa che non pensavo di riuscire a fare. So che c'è bisogno di coraggio e se c'è un contesto nel quale posso dire che io non ho paura, questo è la mia passione, il cinema, e la scrittura che lo precede.
Quindi vi chiedo, secondo voi...

Cosa succede ad una coppia di giovani sposi in auto se prima di mettere in moto le chiavi cadono? Cosa succede se vanno a cadere dove non ti saresti mai aspettato? Innamoramento, amore, disinnamoramento, monotonia, crisi: nella loro auto c’è tutto e non c’è niente.

                         Il teaser del corto QUI!

Ve lo chiedo perché questo è quello che ho cercato di indagare, questa era la domanda e questa è la sinossi del mio primo corto, assolutamente amatoriale, indipendente, low budget e senza pretese. Davvero, non è necessario avere chissà quali ultra tecnologiche attrezzature, abbiamo bisogno di buone idee, non di grosse somme di denaro. Non mi vergogno a dire che In automatico è stato girato unicamente con una NIKON D3100 e con un faretto a LED. Aggiungerei anche che è assolutamente "migliorabile", perché non mi piace pensare che l'avventura a cui mi ha portato si è conclusa una volta montato il prodotto e una volta passato l'entusiasmo della prima proiezione e dei commenti positivi e negativi di chi l'ha visto. Dico che è assolutamente migliorabile perché è un'opera aperta, che in qualunque momento posso riprendere e smontare, rifare dall'inizio o anche solo fantasticarci su. 


Quando a maggio ho iniziato a scrivere la sceneggiatura (la cui idea è stata puramente casuale, perché mentre vivo lo faccio in due universi paralleli che a volte si intrecciano facendomi prendere certe botte...) mi mancava un pezzo importante della storia, mancava la svolta. Ci stavo seriamente pensando, ero a letto quando ho avvertito qualcosa come se dal nulla stessi sputando fuori una grossa idea! Dico dal nulla, ma probabilmente la svolta si muoveva già da un po' dentro di me e stava fermentando, per poi arrivare all'esplosione. Così ho partorito la risoluzione finale della storia e quando mia sorella, il mio grande supporto nonché la persona di fiducia che per prima ha il compito di visionare quanto scrivo, ha dato il visto dicendo qualcosa come "Potrebbe funzionare", ho concluso la sceneggiatura. Per fortuna c'è lei pronta a dirmi "Questa è una cavolata, cancellala", altrimenti chissà cosa combinerei! Ma sa anche assecondarmi, mi lascia tenere quello che non sono disposta a cancellare perché le ho fatto una lezione sul concetto di "l'estro dell'artista non va contrariato". Ci sono battute della sceneggiatura che lei ha disapprovato dal primo momento, una in particolare l'ha fatta ridere perché la reputava ridicola e ogni volta che leggevamo lo screenplay e ogni volta che rivedevamo il corto, lei mi guardava e rideva. La battuta in questione è:
- Strappo? Lo strappo ce lo dà Matilde a noi in testa, con tutto quello che le ha fatto passare quell'incosciente!

Visto che appariva ridicolo, a suo dire, e forse un po' suonava male, è stato trasformato in:

- Strappo? Lo strappo ce lo dà a noi Matilde, con tutto quello che le ha fatto passare quell'incosciente!

Anche il titolo è stato soggetto a cambiamenti, è passato dall'essere In the car all'essere Nell'auto, poi ancora In auto fino a diventare qualcosa di più semplicemente...automatico!
Non è ancora possibile vederlo perché, senza molte pretese, il corto è stato inviato ad alcuni concorsi per cortometraggi. Probabilmente dopo l'estate sarà online.



Quando sogniamo siamo soli, ma il mio è stato un sogno molto popolato. Abbiamo girato quasi interamente di notte, al buio tra i mesi di ottobre e dicembre, quindi per me è stato davvero come se stessi sognando. Dovevo essere nel mio letto e invece avevo con me sette angioletti che puntualmente mi tiravano giù dal letto e mi infondevano nel cuore una gran voglia di fare, e di fare insieme. Il freddo ci ha poco a poco intorpiditi ma entusiasti, felicemente incalliti e tenacemente uniti siamo andati avanti settimana dopo settimana. E' stata dura, ci sono stati momenti meno belli ma nemmeno per un momento ho pensato di mollare! Mentre operavamo pensavamo a che aspetto avrebbe avuto il nostro fare, a come sarebbe stato quando seduti e riposati lo avremmo visto per la prima volta tutti insieme. Il ricordo di quel periodo lo porterò sempre con me, insieme alle cene post-riprese che ci concedevamo di sera tardi quando nelle pizzerie e nelle paninoteche non ci stava quasi più nessuno! E i break sul set, quando il cibo non sembrava mai abbastanza. E le risate, tante. Per non parlare di quelle che non si riusciva a trattenere durante il montaggio, causate dalla stanchezza, quando tutte le battute che uscivano dalla bocca degli attori (ma scritte da me) sembravano ridicole e poco serie. 

Quello che è il corto, quello che rappresenta... non voglio essere io a dirlo, non devo spiegarlo. Posso solo dire che il titolo, IN AUTOMATICO, è un'esortazione a non mettere mai il pilota automatico in quello che facciamo, oltre ad essere un chiaro gioco tra "automobile" (quasi unico e totale set) e l'automa che diventiamo nel momento in cui ci facciamo vincere dalla passività e dalla monotonia in una relazione. Purtroppo il modo migliore per perdere qualcosa è darla per scontata. Non sempre quello che sembra dovuto lo è davvero. E per quanto doloroso risulti accettarlo, non sempre l'apparenza corrisponde alla realtà.

Quello che va detto, è che i sette angeli di cui parlo sono persone che di come si fa cinema ne sanno quanto o meno di me, e questo non è stato un problema, è stato una fortuna! Persone che si sono offerte a collaborare, senza ottenere niente in cambio, persone che hanno perso ore e ore della loro vita per me e in nome di quello in cui credevo. A volte mi chiedo: "Sono forse così convinta di me stessa da essere stata così convincente con loro?" Non so il motivo per cui sono stata aiutata, ma In automatico è tanto mio quanto loro. 


venerdì 18 aprile 2014

Baby-screenplay is coming... let's keep our fingers crossed!

Se vi chiedete se mi sono calmata dopo la award season, la risposta è...si.
Ogni tanto mi ricordo del blog e...perché non scriverci? Anche come sfogo, non sarebbe male.
E in effetti, visto il periodo difficile che mi trovo ad attraversare, in cui il cinema (come la scrittura) è l'unico aspetto a tonalità chiare, non sarebbe una brutta idea riprendere l'abitudine di scriverci più spesso.
Di film ultimamente ne ho visti e anche molti. Il "dovere" me lo richiede e riconosco che a poche persone capita di poter sovrapporre dovere e piacere e vedere che combaciano perfettamente. Tirando le somme, supportata da dati certi, sono potuta arrivare a contare un 600 film visti nel giro di 3 anni. Scusate se è poco, ma contemporaneamente in questi anni ho cercato di mantenere una vita sociale. Ho letto che un cinefilo potrà essere considerato tale quando avrà visto almeno 1000 film. Sto arrivando, con calma ci arrivo.

Stavo anche pensando di dare un aspetto migliore al blog, che visto così è assolutamente grezzo, che vergogna! Ma poi penso che non è il mio ambito, non è mio compito mettermi a fare la webdesigner, anzi dovrei far tutt'altro che stare qui a filosofeggiare e criticare le pellicole. Ma va be', col tempo forse riuscirò a fare qualcosa in più. Per adesso, quando mi andrà scriverò. Parlo di scrivere qui. Perchè scrivere nel senso che piace a me, quello lo faccio sempre. Oh, si. Proprio per questo dico che.. il tempo è prezioso! Non mi basta mai, sicuramente lo userò male. Allora mi vien da dire.. meno male che oggi filmakers lo possono essere tutti, e visto che sto iniziando a pensare al mio prossimo baby-screenplay, ribadisco, con una frase che amo, che...

Io sono il narratore del racconto, non il creatore della storia.
                                                     Michael Powell

OVVERO

Che la potenza dell'immaginazione venga a me!