lunedì 21 maggio 2012

"La mia vita a Garden State"

E' bello sapere di un attore che si scrive e si dirige il film della sua vita, non per forza nel senso di progetto importante e vitale, ma anche nel senso che ci mette qualcosa di autobiografico. E se la storia funziona e ha un senso, e se tutto sembra funzionale a mandare un messaggio e fila liscio come l'olio, meglio. La mia vita a Garden State può essere un chiaro esempio. Di e con Zach Braff, il film ha come protagonista lui stesso, un attore a cui vengono affidati ruoli piccoli e da ritardato mentale. Non dalla nascita ma per colpa del padre psichiatra che credendolo violento da piccolo, pensa di placarlo rimbecillendolo. Per fortuna arriva presto nella sua vita Natalie Portman, una leggera ragazza che lo fa uscire dal suo stato di lungo letargo, lo sveglia e gli fa vedere come va vissuta questa vita di lutti e dolori. E noi cresciamo con lui, lo vediamo curato da qualcosa che è migliore di qualsiasi percorso di terapia psicologica, l'amore. Bel messaggio.

PS: Perchè sto solito vizio di deformare i titoli dei film stranieri a nostro piacimento?
VOTO: 7

Nessun commento:

Posta un commento