
In più, se un film di Pupi Avati riunisce due bravi attori come Christian De Sica e Laura Morante, ci sono diversi buoni motivi per vederlo. Però sicuramente "Il figlio più piccolo" è andato contro le mie aspettative. E' uno di quei film che non vedi l'ora che finisca, ha un ritmo lentissimo e la storia in se stessa lascia molto a desiderare.
Eppure Pupi Avati al giorno d'oggi, insieme a Moretti, Tornatore e Salvatores è uno dei migliori registi italiani. "Il figlio più piccolo" mi sa tanto di film fatto tanto per avere un titolo in più nella filmografia, non mi è piaciuto per niente. La storia la trovo al quanto crudele, e in questo De Sica mantiene il suo ruolo da strafottente ed egoista dei film di Natale, anche se qua si vedono le sue qualità di attore drammatico. E poi è davvero un peccato mortale vedere lì impassibile uno stupendo Luca Zingaretti con un ruolo troppo marginale a mio avviso per le sue capacità attorali. Il figlio più piccolo riesce invece a fare tenerezza a chiunque per il modo così ingenuo con cui riesce a farsi rovinare la vita da suo padre. Questo mi porta a una riflessione corrente. A volte siamo così accecati dall'amore che non vediamo il male che ci fanno proprio le persone da cui non dovremmo riceverlo. Questo perseverare nella speranza che un padre o una madre possa cambiare è una partita persa quando il padre è uno spietato opportunista per cui non sei mai stato veramente figlio e che rivendica la sua paternità solo quando ci sono i soldi di mezzo. Sembra che i ruoli siano invertiti, non sono i figli a trattare male i genitori, ma loro che non sanno cosa vuol dire essere padri. Questo è il caso drammatico dii questo film, che tristezza davvero. Diventiamo ciechi e non vogliamo prendere consapevolezza della verità, ma perchè???
VOTO: 5
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