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martedì 7 febbraio 2012

"Perdita durango" senza riserve

Su Iris, canale tutto nuovo per me, ogni sera in seconda serata, film interessanti. In realtà non solo in seconda serata. Sempre, a qualunque orario.
Qualche sera fa ho visto che stava per iniziare un film di Alex de la Iglesia che avevo scaricato ma che è rimasto nella mia pennetta usb attualmente in coma. Così ne ho approfittato, credendo di non poterlo poi vedere di nuovo. O più semplicemente perchè non avevo sonno.
Si tratta di Perdita durango, un film d'azione comico, come nello stile di questo fantastico regista spagnolo, che racconta di una coppia di folli satanisti che si avventurano in Messico per fare soldi. Da qui mille vicende e episodi al limite del reale. O della sanità mentale, oserei dire. De la Iglesia ha la particolarità di creare situazioni davvero bizzarre e originali, e se la cava pure con il flusso delle azioni, non annoia e sa come intrattenere l'esigente pubblico. Questo è un esempio di quei film che non rientrano nei miei generi prediletti ma che apprezzo quasi come lo fossero.
Dire che è un film strano è forse riduttivo, posso dire che mi ha stupito la partecipazione di un mito come Javier Bardem, che qui come ovunque da un tocco magico alla storia, con la sua versatilità e forza recitativa. Credo pensandoci che la storia di base sia normale, sono i due personaggi che formano una coppia davvero instabile mentalmente, dal gusto per l'orrido e il cruento. Sicuramente scappa più di un sorriso, credo sia questo lo scopo, ma se questo accade non è perchè le situazioni sono tipicamente comiche, forse il contrario, è una comicità atipica. Chi riderebbe col sangue o con i sacrifici satanici o con delle violenze sessuali? In questo film nessuno si sente colpevole a sorriderci sopra, perchè il normale viene soppiantato dall'anormale che diventa regola. C'è solo da conformarsi.

VOTO: 6

giovedì 26 maggio 2011

"Prosciutto, Prosciutto!"

JAMON, JAMON. E non vi sto dicendo che ho fame di prosciutto, ma che ho visto il primo film in cui compaiono insieme Penelope Cruz e Javier Bardem, la più grande coppia cinematografica spagnola.
Il film è vecchiotto, è del 1992, ed'è uscito anche in Italia, risquotendo parecchio successo, più qui che lì. Nel film compare anche la nostra Stefania Sandrelli che spacca frontiere, sempre in Europa però. La regia è del parecchio contestato Bigas Luna, che mette del sesso ovunque. E in questo film, il sesso basta e avanza.
Vediamo due giovanissimi grandi attori, Penelope aveva 18 anni e Javier poco più. Nel film lei ha una storia con lui, ma non è la sola. Lui infatti ha pure una storia con un'altra, la Sandrelli, e lei con un altro ragazzo e con suo padre, figlio e marito della Sandrelli. Insomma, è tutto molto... Beautiful! Non pretendo che capiate i collegamente sessuali che ho fatto, ma solo che tutti se la fanno con tutti, possiamo dirlo apertamente. Scene particolari non mancano, e personalmente fa strano vedere la Sandrelli alla sua età con un ventenne Bardem, già sensualissimo da allora. Bello e in gamba, come lei. Il talento si vedeva già da allora.
Ho trovato squallido l'intreccio di relazioni troppo fantasiose per i miei gusti, per questo credo che sia un film più erotico che altro. Zero rispetto per chi si ama, solo istinti ed egoismo. Meno male chein realtà ancora non siamo arrivati a questo... ancora per quanto?

VOTO: 6

lunedì 9 maggio 2011

"Biutiful"

Forse ancora non si è capito molto, però sono una grande appassionata del cinema spagnolo in tutte le sue sfaccettature, dai capolavori di Almodovar e Amenabar, ai più commerciali "Fuga de cerebros" e "Gordos". Adoro il modo di fare cinema degli spagnoli, sembra tutto così semplice nel loro modo di lavorare, sono dei gran professionisti.
Uno degli ultimi film che mi è capitato di vedere è una produzione messicana ma che ha come protagonista il bellissimo Javier Bardem, più conosciuto per essere il marito di Penelope Cruz. Vedere questo film mi ha messo non poca tristezza, ritrae una realtà difficile e così vera che ti rendi conto che non è necessario andare in Africa per trovare miseria. Ci troviamo infatti a Barcelona, dove viene affrontato egregiamente il problema dell'immigrazione clandestina, tra i tanti altri problemi. E' questa la realtà in cui vive il protagonista (Bardem) e dalla quale cerca in tutti i modi di salvare i suoi due figli. Sa di essere gravemente malato di cancro e che prima o poi dovrà abbandonarli, ma sa anche che i due bambini hanno solo lui, infatti la madre è psicologicamente instabile e incapace di occuparsene veramente. Questa sua disperata paura per il destino che li aspetta dopo la sua tragica morte, resta appunto una paura a livello astratto, perchè il protagonista non fa nulla per tenersi fuori dal brutto giro di contrabbando in cui si è cacciato e di cui (si fa per dire) vive. Anche se, giudicare una situazione del genere mi sembra azzardare un po' troppo, infatti non è sicuramente facile trovare lavoro serio in Spagna di questi tempi...
E' un film che mi ha ricordato molto "Anche libero va bene", di Kim Rossi Stuart. Hanno in comune la situazione familiare complicata oltre che la stessa composizione familiare, anche se a livello lavorativo è un po' diverso, e il protagonista di quest'ultimo film non è malato.
La cosa che più apprezzo di questi film è solitamente la presenza di bambini che promettono bene per il loro futuro di attori, e ovviamente in questo caso la brillante interpretazione di Bardem che non è riuscito a vincere il suo secondo Oscar. Se fossi stata io a dover scegliere tra lui e Colin Firth sarebbe stato impossibile arrivare a una decisione giusta. Le due interpretazioni sono entrambe ferme sulla bilancia. E anche l'attrice protagonista, la moglie di Bardem nel film, una donna dall'aspetto non proprio rassicurante (e pure bruttina) ma davvero brava. Impossibile non notare il suo naso rumoroso che si faceva sentire quando rideva e quando piangeva (cioè sempre) facendola sembrare un porcellino. Comunque a fare questo ruolo ci avrei visto bene anche Penelope, che viene considerata da molti la nuova Anna Magnani, e dopo aver visto "Non ti muovere" penso che si abbia mezza certezza.
Ma tornando al film, che sorpresa per me veder recitare dei cinesi! Evidentemente possono fare qualcos'altro oltre che copiare... E devo riconoscere (sempre tornando a film) che è un film che mi ha commosso, soprattutto il peso che grava sulle spalle di un padre malato che da solo deve farsi carico di una famiglia, e che per far mangiare le stesse cose tutti i giorni ai suoi figli, improvvisa un pranzo al ristorante facendo scegliere ai figli il loro piatto mentre in realtà lui stesso, complici i figli divertiti amaramente, versava nel loro piatto i soliti cereali e latte. Gran bella scena! Insomma, grazie a Tornatore abbiamo capito che tutti i film che fanno leva sui bambini sono sempre film vincitori! In questo caso, Biutiful è vincitore nel cuore di molti! Beautiful Biutiful!


VOTO 7