Visualizzazione post con etichetta Commedie. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Commedie. Mostra tutti i post

sabato 24 maggio 2014

"Alta società", ultimo film di una principessa

Grace Kelly è di quelle attrice donne che staresti ore ed ore ad ammirare, donna o uomo che tu sia. Soprattutto se recita in Altà società con Frank Sinatra e Bing Crosby e indossa abiti tanto meravigliosi da farti desiderare ardentemente di rinascere in un'epoca diversa.Una brava attrice, una bella donna dai lineamenti praticamente perfetti, una principessa nata; ma una recitazione che in certi punti mi ha lasciata perplessa. Sarà il linguaggio di recitazione degli anni '50 che col tempo si è andato diversificando?

I pezzi musicali non me li aspettavo, non sapevo fosse una specie di musical, ma sono davvero pochi per definirlo tale. Geniali i pezzi di Louis Armstrong! E' un genere classico di commedia americana di quel periodo, divertente da vedere per intrattenersi una sera. Sempre che l'invidia verso la sua protagonista non ci divori prima di finirlo!

VOTO: 6

venerdì 9 maggio 2014

"American gigolò" (Turturro o Allen?)

Non sono una grande fan di Woody Allen, al massimo sono una fan. Ci sono suoi film che apprezzo di più, altri di cui ancora non trovo il senso dopo anni. Siamo abituati a vederlo come attore/regista, ma ogni tanto nella sua lunga carriera si è concesso di farsi guidare da altri colleghi registi. L'ultimo esempio è Gigolò per caso scritto, diretto e interpretato da John Turturro nel ruolo di "allietatore' di donne insoddisfatte. Ovviamente portato a cattiva strada da quel marpione di Woody, nemmeno la terza età lo ferma!

Quello che appare fin dalle prime battute evidente è che la parte di Allen sembra proprio scritta su misura per lui, anzi non sembra...è! Le battute sono pensate per essere dette da lui, anche se il genio newyorkino le avrebbe rese ancora più pungenti e intriganti. Ma tutto sommato è il ruolo perfetto per lui, funziona molto bene in coppia con Turturro, il quale interpreta una parte non molto difficile ma in un certo senso abbastanza sfacciata e complicata.

La cosa migliore del film, a mio modesto avviso, è che la storia non cerca stane strade per parlare, va diretta dove vuole arrivare. Già da subito si mostra per quello che vuole essere, la storia di un uomo che si trasforma in gigolò per caso. La trama non ci confonde con strani meccanismi e scuse e in questo senso è un film che cammina abbastanza bene.

Molto brava Vanessa Paradis che non avevo mai visto recitare, scandalosa Sofia Vergara nella sua scena verbalmente hot, rigidamente perfetta Sharon Stone come moglie adulultera e amica gelosa.
Direi che funziona, non sarà chissà quale capolavoro ma sa bene intrattenere. D'altronde, come dice Woody Allen... basta che funzioni!

VOTO: 6

giovedì 8 maggio 2014

"La commedia del potere" (che commedia non e')

Isabelle Huppert è per me come una garanzia quando si parla di scegliere un film da vedere. È tra le migliori attrici francesi di tutti i tempi, è di quelle che sembrano non avere un vasto repertorio di espressioni ma che recitano con gli occhi. Poche come lei lo sanno fare, sicuramente Kristin Scott Thomas e Charlotte Gainsbourg sono tra queste. E di fatto sono tra quelle che preferisco.

La commedia del potere è un film di Claude Chabrol, uno dei padri della cara Nouvelle Vogue, quindi quando spulciando tra i miei dvd ho beccato questo nome mi son detta subito: "È lui l'uomo che cercavo!" Invece mi sono trovata davanti a un film troppo lungo, che cammina poco ma che sicuramente racconta molto, con una struttura narrariva che include scene scelte meticolosamente per la pregnanza di quello che voglio dire. Penso sia sicuramente ben scritto, ma a causa dell'ambiente un po' cupo e noioso - quello della giustizia - rischia di raddopiare la percezione della sua durata. Tutto sommato sono quasi due ore che ho retto senza addormentarmi e in quanto a Chabrol...non voglio fermarmi qui!

La donna coi guanti rossi viene assorbita dalla sua vita lavorativa, non esiste più nulla per lei. Spesso l'uomo tende a fare del lavoro il suo unico interesse. Non so quanto sia giusto o sbagliato, ma quando ami ciò che fai - e non è da tutti - non vedi nient'altro. Forse succede perché il resto sembra non avere di meglio da mostrarti.

VOTO: 4

lunedì 5 maggio 2014

Cantando sotto la pioggia (ce l'ho fatta ma non pensavo...)

Lo so che arrivo un po' in ritardo, al mio solito, ma credetemi... non credevo di farcela.
Ho finalmente visto Cantando sotto la pioggia! So che sono in ritardo di almeno 23 anni, ma non posso arrivare a far tutto!

Innamorata di Gene Kelly dal primo momento: bello che balla, affascinante anche se evidentemente truccato, bellissima voce e meravigliosamente alto! Così mi è sembrato! I primi piani che regalano tanta interpellazione sono tipici nel genere del musical e credevo fosse molto più musicaleggiante. Le canzoni molto carine, così come i passi di danza. Il motivo che dà il titolo al film è molto allegro nelle parole e nella nota melodia. Odiosa nella sua parte - e soprattutto per la sua voce - il personaggio dell'attrice Lina Lamont. Se ha davvero una voce così, povera lei, sarà stata davvero odiata negli anni '50 se identificata con il personaggio che l'ha resa famosa!

Interessante quello che il film racconta, la nascita del sonoro nel cinema, i problemi che ha comportato, dovuti all'inesperienza nel sincronizzare video e sonoro e l'intonazione completamente non professionale che ha costretto gli attori del primo cinema a fare dei corsi intensivi di dizione. Tutto questo viene mostrato in Cantando sotto la pioggia e ci strappa più di una risata! Non immaginavo che questo film potesse divertirmi così tanto, è davvero brillante, gli attori sono cabarettisti con la C maiuscola, i veri attori di formazione americana a 360°!

VOTO: 7

Mia moglie e' un'attrice (ed e' vero!)

Dobbiamo riconoscere che se certi film "tirano", molto spesso il merito è del gossip. Puoi essere una bravissima attrice, la migliore del panorama europeo. Puoi essere un aspirante regista con tutte le carte il regola e il talento per farti conoscere. Ma se sei già abbastanza famoso di tuo, decidi di fare un film con tua moglie che è la figlia di Jane Birkin e Serge Gainsbourg...allora caro mio, hai capito tutto dalla vita.

Ovviamente sto parlando di Mia moglie è un'attrice, il film che Yvan Attal firma come sceneggiatore e regista e in cui recita al fianco di quella bravissima moglie che si ritrova, che non è altra che Charlotte Gainsbourg. Be', è inutile chiederci quanto ci sia di autobiografico, potremmo vergognarci a immaginare la risposta. Ci basti sapere che Yvan e Charlotte mantengono i loro nomi nella finzione cinematografica.

La trama non è niente di straordinario, si sviluppa attorno a una coppia - lui giornalista sportivo e lei famosa attrice francese - in un comune momento di crisi e di reciproci tradimenti. La locandina del film è molto carina, lui è chiaramente offuscato dalla personalità di lei ma credo che anticipi un po' la risoluzione finale. Film nel film, un po' mi ha ricordato l'anche francese Effetto notte, geniale la pensata di far spogliare tutti durante le riprese, per far sentire a proprio agio l'imbarazzata Charlotte entrata in crisi per una scena di sesso con il settantenne più seducente del cinema.

Oltre a sentirmi spiona a tratti - sembrava di essere davvero nella casa parigina della coppia di attori - ho trovato il tutto molto piacevole, senza chissà quali aspettative e molto scorrevole. Mi è sembrato strano e curioso vedere la Gainsbourg immersa nella commedia, l'ho sempre vista in parti drammatiche e mi aspettavo che all'improvviso partisse qualche pezzo di tragicità. Vedi ultima scena in cui scopre di essere incinta e mette su l'imitazione di se stessa al nono mese di gravidanza. Sa fare anche lei le facce buffe, anche se le consiglierei di ridere un po' di più! In quanto a Attal, ha proprio la faccia da psicopatico! Non è la prima volta che lo vedo nella parte del marito ossessivamente geloso - vedi Partir in cui è "nightmare" di Kristin Scott Thomas - e credo sia proprio nella sua pelle! A questo punto spero bene per Charlotte...

VOTO: 6

sabato 1 febbraio 2014

"I segreti di Osage Country" o anche "com'è liberatorio togliersi le catene"

Non scrivo su questo blog da aprile, ma di film da allora ad oggi ne ho visti tantissimi. Mi sono fermata perché mi è sembrato inutile scrivere cose che possiamo scrivere tutti e che probabilmente non leggerà nessuno, ma non si scrive sempre e solo per essere letti. E siccome mi va di farlo, vi parlo di un film che ho visto ieri al cinema e di cui ho pensato che avrei voluto parlarne. Non so come mai, ma ho capito che era quello giusto per tornare a scrivere una recensione.


Si tratta de I segreti di Osage Country di John Wells, con un cast d'eccezione tra cui Meryl Streep, Julia Roberts, Ewan McGregor e Sam Shepard. E' un film tratto da un libro e da una pièce teatrale, è definito una commedia a dimostrazione del fatto che anche dietro le commedie si può celare una motivazione più profonda di quella che qualche battuta simpatica ci mostra. Una famiglia distrutta, dei rapporti ormai completamente innaturali, tre generazioni con difficoltà a rapportarsi tra loro e quindi una negatività destinata a ripetersi da madre a figlia, da figlia a nipote. E' stato abbastanza triste assistere con i protagonisti a dei pranzi così indifferenti, dove ognuno teneva per sé quello che lo affliggeva, i propri drammi come fossero segreti da non rivelare ad estranei, quando di fronte a loro ognuno aveva nient'altro che sangue del proprio sangue. Di conseguenza tutti si allontanavano da quello che era stato il loro nido, il loro ambiente primario. Sarà che io do troppa importanza a questo tema, ma è impossibile non rimanere suggestionati da un film come questo, un film molto loquace non solo perché "da conversazione", ma soprattutto perché tra le righe di una sceneggiatura con i dialoghi curati nel dettaglio, emerge il ritratto di come la vita familiare a volte possa risultare talmente pesante da vivere, che una lite finale può far sentire una sana e lenitiva liberazione.
Nell'essere loquace è così anche molto eloquente, tutti i segreti sembrano poi non essere stati così tanto segreti per nessuno della famiglia e tutto quello che resta è che ognuno raccoglie quello che ha seminato.
Anche questo è brutto da dire, ma il nostro primo ambiente è la famiglia, tutto quello che vediamo lo vediamo per la prima volta in quel contesto, è naturale che ciò ci segni, che come un imprinting tutto, nella nostra vita personale diventi una catena di colpe di cui non abbiamo tutta la responsabilità. Non potrebbe essere in altro modo, perché senza rendersene conto chi ci educa commette degli umani errori e vede solo sé stesso. Per quanto questo sia alle volte irrimediabile, resta il fatto che per andare avanti bisogna passare su certi errori fatti da chi ci ama, con una forza di volontà che ci sembrerà inspiegabile, e si fa perché anche noi prima o poi saremo vittime dello stesso peccato. Tanto vale imparare qualcosa dagli altri. Forse gli errori dei nostri genitori sono l'insegnamento più utile che ci hanno dato.

VOTO: 7

domenica 30 settembre 2012

"Divorzio all'italiana"

Sono davvero orgogliosa di vedere sullo schermo un film di successo che deve in gran parte la sua riuscita al dialetto impiegato. Il siciliano ha reso celebri un sacco di film dagli anni sessanta ad adesso, e uno dei film che amo di più di quell'epoca lontana è Divorzio all'italiana. La regia è di Pietro Germi, il film è del 1961 e tra gli attori del cast vediamo Marcello Matroianni, Stefania Sandrelli e Lando Buzzanca.
Un matrimonio finito o mai iniziato, forse fallito in partenza, spinge Mastroianni a tramare l'omicidio della moglie invadente e asfissiante per poter convolare in seconde nozze con la cugina (la Sandrelli).
Il famoso detto "donna baffuta sempre piaciuta" mi ritornava in mente mentre guardavo il film alla vista delle "femmine" siciliane di ogni età che non conoscevano ancora le potenzialità di togliersi i baffi e le sopracciglia. Quanto siamo cambiati. grazie al cielo!
Il siciliano di Mastroianni mi fa avere la certezza che per chiunque è facile imitare i dialetti, e sicuramente le sue espressioni e i suoi tic accompagnati da quella meravigliosa cadenza (che è la mia) rendono il tutto più comico di quanto non lo sia già. Questa è la vera commedia italiana! Naturale, vera.

VOTO: 10

Ecco qui il FILM diviso in più parti!

lunedì 21 maggio 2012

"Match point"

Che la risata fosse una delle medicine più potenti si sapeva, ma Match Point ce lo vuole dimostrale ad alta voce. Storia biografica di un grande medico che cura i suoi pazienti parlandoci. Non fa le veci di uno psichiatra. Rompe le distanze tra medico e paziente e lo fa come se avesse a che fare con dei bambini. Fa uscire fuori il bambino che si nasconde dentro ogni adulto, strappa un sorriso a tutti, anche alla sua amata inzialmente restia e spaventata dalla sua attitudine. Peccato che finisca male. Meno male finisce la legittimazione del suo impegno e lavoro, il riconoscimento dei suoi meriti di uomo e poi di medico. Tutti i medici dovrebbero prima imparare a trattarci come loro pari e poi andare alla teoria.
Storia ben strutturata, nessuna falla, anzi fila liscio come l'olio. Bravissimo come sempre in una parte troppo simile a lui, Robin Williams.

VOTO: 9

"Bel ami" delusione

Delusa da Bel ami, ebbene si. Mi ha troppo ricordato Le relazioni pericolose di cui vuole essere una brutta copia. Cambia ben poco, credo. Il protagonista seduttore senza scrupoli che scambia volontariamente l'ambizione e il successo per l'amore, crede che tutto si possa comprare e si vende per la sua scalata verso la nobiltà e la bella vita di Parigi. Cast composto da Robert Pattinson che al di fuori della saga di Twilight non mi convince, e da Christina Ricci, Uma Thurman e Kristin Scott Thomas. Un cast sprecato direi, storia banale e senza una morale. Non che ogni storia debba avere una morale esplicita. Volendo trovarla questo film ci presenta un eroe negativo, un modello di uomo e di persona sbagliato. Anche questa potrebbe essere una morale. Ma secondo me viene fatto nel modo sbagliato. Succedono troppe cose in troppo poco tempo, cose anche di una certa importanza. C'è poco approfondimento, i personaggi non hanno caratterizzazione psicologica e non ci vengono spiegate le loro motivazioni. E poi Pattinson non mi è piaciuto molto, ce l'hanno messo solo per la sua bellezza? Ce ne sono molti altri belli ma bravi più di lui. La solita espressione da frustrato. Oddio. Ovviamente le grandi protagoniste femminili sono state davvero grandi. Chi si è lasciata sedurre di più e chi meno, sono state tutte brave per quel che gli è stato possibile.

VOTO: 4

"Tutti dicono i love you" di e con W. Allen

Tutti dicono I love you. Di nuovo Allen non mi ha affascinato al massimo. Carina l'idea delle canzoni e dei balli, a mo' di musical e nel suo stile usa attori famosissimi, e se stesso, per uan storia carina e da intrattenimento. Brava la Roberts in un ruolo che le calza a pennello. Affascinante come personaggio, come pure lo è quello di Allen. Mentre la ragazzina che racconta la storia non mi piace. Forte Tim Roth e la sua fiamma. La bravura di Allen d'altronde sta in questo, non nelle storie quanto nelle situazioni. Allen è un regista da situazioni.

VOTO: 6

"La scuola" di D. Luchetti con Silvio Orlando

Fa parte di un filone scolastico del cinema italiano molto in voga negli anni novanta. La scuola, un film di Daniele Luchetti con Silvio Orlando e tantissimi volti noti del nostro cinema e della nostra televisione, racconta di una classe e soprattutto dei suoi professori, tra rivalità e relazioni ambigue e mai chiarite. Non è un tema nuovo insomma, eppure mi è piaciuto più di altri. Non è scontato ma devo riconoscere che è un po' lungo. A momenti scorre troppo lentamente e con monotonia, però le vicende del consiglio di classe a fine anno scolastico e il crollo della scuola, chiaramente metaforico, mi ha affascinata. E' un film che ha un suo perchè, che è poi quello che cerco. La motivazione forte può far aumentare il livello di un film a tema molto usato.
E poi è un film dedicato "a chi non è mai stato il primo della classe", e sicuramente tutti in qualcosa non lo siamo stati.

VOTO: 6

"La mia vita a Garden State"

E' bello sapere di un attore che si scrive e si dirige il film della sua vita, non per forza nel senso di progetto importante e vitale, ma anche nel senso che ci mette qualcosa di autobiografico. E se la storia funziona e ha un senso, e se tutto sembra funzionale a mandare un messaggio e fila liscio come l'olio, meglio. La mia vita a Garden State può essere un chiaro esempio. Di e con Zach Braff, il film ha come protagonista lui stesso, un attore a cui vengono affidati ruoli piccoli e da ritardato mentale. Non dalla nascita ma per colpa del padre psichiatra che credendolo violento da piccolo, pensa di placarlo rimbecillendolo. Per fortuna arriva presto nella sua vita Natalie Portman, una leggera ragazza che lo fa uscire dal suo stato di lungo letargo, lo sveglia e gli fa vedere come va vissuta questa vita di lutti e dolori. E noi cresciamo con lui, lo vediamo curato da qualcosa che è migliore di qualsiasi percorso di terapia psicologica, l'amore. Bel messaggio.

PS: Perchè sto solito vizio di deformare i titoli dei film stranieri a nostro piacimento?
VOTO: 7

"Mars attacks" di Tim Burton

Mi è piaciuto un film di fantascienza, ma dove stiamo arrivando? Posso spiegarmi meglio se dico che si tratta di un film firmato Tim Burton. Adesso sì che potete capirmi.
Gli alieni attaccano la terra, per questo Mars attacks. Arrivano dicendo di venire in pace, ma il loro messaggio viene frainteso a causa di un cattivo traduttore che converte i loro incomprensibili modi di comunicare in lingua americana.
Grande cast con Jack Nicholson, Green Close, Natalie Portman, Pierce Brosnan, Sarah Jessica Parker e molti altri. Purtroppo, apocalissicamente la vicenda si conclude male per noi razza umana perchè muoiono un sacco di persone. I loro strumenti di difesa sono molto più potenti dei nostri, se il tutto fosse reale saremmo fritti. O lo siamo già. Poi però, siccome si tratta tutto sommato di una commedia e non di un dramma, si trova un metodo per far fuori gli alieni nel loro punto debole. Originale e simpatico come film, con dialoghi e situazioni comiche in un contesto che a pensaci bene è da catastrofe.
Mi è piaciuto molto e credo che vedrò tutti i film di Burton, prima e dopo la fase Depp! Una delle cose più belle: la sinuosità dei movimenti dell'ex moglie di Burton nel ruolo della moglie dell'ambasciatore degli alieni "trasformata" in donna.

VOTO: 7

sabato 21 aprile 2012

"To Rome with love"

Venerdì esce al cinema To Rome with love e io venerdì sono al cinema.
Non mi fa impazzire Woody Allen, ci sono suoi film che ritengo davvero belli, altri come il penultimo, Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, che sono insensati. O non li ho capiti.
To Rome with love secondo il mio parere merita di essere visto meglio di altre cose che ci sono per ora al cinema, e nel complesso mi è piaciuto e lo rivedrei subito molto volentieri.
Ma nemmeno questo film come l'altro che ho sovracitato arriva a una fine che abbia un senso compiuto. Alcuni episodi terminano meglio di altri.

L'episodio in cui recita lo stesso Woody Allen è uno tra i migliori. L'abbiamo visto in diverse interviste ultimamente è appare così appassito e inattivo che ci si chiede come possa aver recitato anche nell'ultimo film. Sembrerebbe che stia per morire da un momento all'altro, e invece davanti a una telecamera accesa prende vita e ci racconta una bella storia. L'elemento migliore dell'episodio è ovviamente il grande tenore Fabio Armiliato che canta sotto la doccia perchè ci riesce solo lì. Una messa in scena nei teatri davvero peculiare, e quello che ha fatto più ridere in sala.

L'episodio di Alec Baldwin con Jesse Eisenberg mi è sembrato il più noioso. L'attrice che fa innamorare il protagonista di "The social network" non mi piace molto, la scelta poteva essere più azzecata. Poteva andare l'onnipresente Baldwin nel suo ruolo, però non mi è sembrato niente di straordinario. Cosa ci avrà voluto dire Allen con questa storia? Oltre al fatto che fa bene cedere ai tradimenti, ovviamente...

L'episodio di Penelope Cruz tutto italiano, intrecciato a quello di Alessandra Mastonardi e compagnia bella mi è piaciuto, peccato che sia interamente preso da "Lo sceicco bianco" di Fellini di "qualche anno fa" con Alberto Sordi. E l'ho anche recensito da poco, è l'ultimo film prima di questo post. Che coincidenze! Ovviamente ci sono delle cose cambiate, per esempio il doppio tradimento della Mastronardi inizialmente con Antonio Albanese e poi con Riccardo Scamarcio, e quello di suo marito con Penelope Cruz. Fantastiche le zie shockate dalla provocante escort (Cruz) fatta spacciare per la moglie Milly (Mastronardi). Mi ha davvero molto ricordato il film di Fellini perchè il soggetto è lo stesso, con alcuni cambiamenti.
Brava Penelope che recita in italiano, così è più credibile, e bravo anche Alessandro Tiberi, il finto marito.

L'episodio di Benigni è quello più sensato di tutti, quello che manda un messaggio chiarissimo sul famoso quarto d'ora di notorierà. La moralità nei film di Allen non esiste, infatti nessun personaggio si domanda se sia giusto o meno quello che sta facendo, si vive d'istinti come gli animali. Niente rimorsi, al massimo solo rimpianti. L'interpretazione di Benigni è perfetta e ottima come al solito, ma io sono di parte perchè lo adoro letteralmente, anche se credo che chiunque difficilmente darebbe un parere contrario. Lo stesso Allen si è complimentato tantissimo con il suo doppio italiano, così dicono. Per certi versi è vero, anche se Benigni è più brillante nella sua modestia e umiltà.

Piccola riflessione: il film in se stesso non è un successo e non è premiabile, lo stesso film con attori diversi e sconosciuti anche se bravi non avrebbe avuto il successo che probabilemtne avrà "To Rome with love", ma siccome è girato in Italia e ci sono attori molto ma molto bravi, Benigni per primo che torna sul grande schermo dopo un'assenza di sette anni che a me personalmente pesa tantissimo, allora per questo motivo è piacevole da vedere. Il merito maggiore credo sia degli attori, non della storia anche se devo riconoscere che ci sono momenti davvero piacevoli. Credo che Allen si sia dato un po' alla superficialità, forse vive dei successi già ottenuti e dalla fama da genio che nei decenni scorsi si è guadagnato con merito. Adesso gira ogni anno qualcosa come due film, e incassa anche se le storie che scrive io stessa le avrei scritte meglio. Questa è la dura verità purtroppo, poteva accostare questa realtà a quella di un Leopoldo Pisaniello (Benigni) famoso per essere famoso. 

Il film PURTROPPO mi è piaciuto perchè è girato in Italia, mi dispiace dirlo e so che come motivo non basta, ma quasiasi cosa girata a Roma (anche una ripresa amatoriale) ha il suo fascino. Ancora una volta Allen si prende meriti che non sono esattamente i suoi.


VOTO: 8

giovedì 19 aprile 2012

"Lo sceicco bianco"

Un film ben definito e lineare dall'inizio alla fine, è questo Lo sceicco bianco di Fellini. E' il primo film che il regista riminese gira da solo, nel primo infatti lui e Lattuada si dividevano la regia.
E' molto divertente e ha una storia strutturata benissimo, coerente e che fa entrare nel contesto in cui si trova una giovane coppia siciliana, dove lei va alla ricerca del suo eroe da fotoromanzi e lui la cerca disperatamente per tutta Roma, dove sono in vacanza, per presentarla ai parenti.
Fantastico il personaggio di Sordi, lo sceicco che sembra uscire direttamente dai fotoromanzi, così frivolo e superficiale, allegro e sempre affascinante. Fanno invece tenerezza i due coniugi, che sembrano l'immagine del sud catapultato nel nord. E Leopoldo Trieste è davvero un grande attore, perfetto nel ruolo.

VOTO: 8

"Il mio grosso grasso matrimonio greco"

Famosissimo e visto più volte, mandato in tv spesso, eppure non sono mai riuscita a vederlo per intero, non so perchè. Il mio grosso grasso matrimonio greco, scritto dalla stessa attrice protagonista, è una commedia divertente di qualche anno fa che racconta la storia di una ragazza ormai grande per prendere marito, secondo i canoni di una tradizionale famiglia greca, religiosa e simile alle famiglie siciliane che conosco bene, dove i valori sono il prima del tutto.
Fa davvero ridere, anche solo per l'aspetto che sono riusciti a far assumere alla povera ragazza impacciata. Mi è piaciuto il fatto che è brutta prima della trasformazione e che dopo non diventa una miss, ma una normale ragazza formosa, piacevole nel carattere e nella presenza. Fortissime le gags che vedono i genitori del fidanzato messi in trappola in una famiglia lontana dalla sua, soprattutto nella scena in cui hanno forzatamente bevuto talmente tanto da non vederci più bene.
Nel film più di un'ombra di maschilismo tipico delle famiglie patriarcali che non ho potuto fare a meno di notare. Mi fa sorridere che esista ancora gente così retrograda che sostiene o anche solo pensa che le donne abbiano un ruolo ben definito che non è quello che spetta agli uomini.

VOTO: 8 

"I vitelloni" di Fellini

Sto imparando poco a poco a conoscere Federico Fellini, partendo dai film più vecchi per arrivare ai più "recenti". Uno di questi, il suo secondo film, è I vitelloni. Una trama così ricca e ben intrecciata, divertente, è l'origine della vera, vecchia e sana commedia italiana.
Ho letto da qualche parte che questo è uno dei film preferiti dal famoso Quentin Tarantino, e ha i suoi motivi. Fa davvero piacere sapere che molti dei nostri vecchi registi che hanno fatto storia sono punti di riferimento, spunto e ispirazione per i registi e geni di oggi.
Alberto Sordi, Riccardo Fellini (fratello del regista), Leopoldo Trieste, Franco Fabrizi, tutti dei grandi. Ma il cast è molto più ricco. Mi ha ricordato Amici miei per le amicizie, non per il genere. Qui non c'è tempo per fare scherzi, è ambientato in un epoca in cui avevano ben altro per la testa per pensare a divertirsi come facevano i grandi comici di "Amici miei".
Ho odiato comunque molto il personaggio di seduttore di Fabrizi. Traditore più che altro, senza rispetto, egoista e quel che segue. Pentito poi, per fortuna, ma non so quanto e se crederci.

VOTO: 8

mercoledì 18 aprile 2012

"Gli amici del bar Margherita"

Ogni tanto bisogna tornare al cinema italiano e vedere cosa combinano i nostri registi più bravi. Pupi Avati, che tra i tanti sicuramente si distingue, ci delizia con una bella commedia di quelle fatte bene (come dico io) che si chiama Gli amici del bar Margherita e che è ambientato nella sua Bologna. Un gruppo di assidui frequentatori di questo bar, ognuno con storie diverse e con caratteristiche che si prestano all'ironia, e tutti interpretati da attori famosi del nostro panorama cinematografico, tra i quali sicuramente merita di più Diego Abatantuono, anche se non mi fa impazzire. Devo riconoscere che è molto bravo.
Di qualità, diverte e intrattiene, ed'è quello che una commedia deve fare, e se dobbiamo scegliere il male minore.. se commedia dev'essere, che sia di questo tipo! Quindi vi consiglio di vederla perchè attori come Neri Marcorè e Luigi Lo Cascio danno il loro meglio! Che cast, ragazzi! Viva Avati!

VOTO: 8

domenica 8 aprile 2012

"Besos para todos"

D'ora in poi tornerò a vedere più film in spagnolo, per non dimenticarmi come si parla. Non sto scherzando, sento che la mia conoscenza di questa lingua la sto perdendo.
E siccome era ed è mia intenzione quella di vedere tutti i film con Pilar Lopez de Ayala, il nuovo aquisto del gruppo di attrici che preferisco, insieme a Natalia Millán, Marisa Paredes e Blanca Suarez ed altre, parlando di attrici spagnole. Besos para todos è uno di quelli. Classico film spagnoleggiante con le classiche tipicità dei film spagnoli ambientati negli anni sessanta, tra bassi fondi e prostituzione. Anni sessanta con canzoni come "Pregherò" e "24.000 baci", anche in Spagna. Lo stile nel vestire mi è sembrato una copiatura di quello che si vede spesso nei film italiani del periodo. Scommetto che il regista si è un po' ispirato a noi. Ma mantenendo qualcosa che solo nei film spagnoli fin ora ho visto, e cioè quella vivacità di colori nel vestire, colori forti e accesi messi insieme senza nessun rispetto per la moda. Questo sì che è tipicamente spagnolo!
La storia non mi è sembrata niente di eccellente, anzi è abbastanza "regolare". Simpatico l'interpretazione di Lopez de Ayala che da un accento diverso alla sua strana voce che mi diverto ad imitare. Anche il suo personaggio è particolare, ragazza per bene dall'apparenza seria ma con ambiguo temperamento.
Quindi pure loro ripetono sempre gli stessi motivi più o meno come noi, ma si apprezza sempre quello che non è nostro, e questi film divertono. La qualità non è alta, non c'è dubbio.

VOTO: 5

mercoledì 21 marzo 2012

"Quel pazzo venerdì" con link film

Facile la recensione di un film come Quel pazzo venerdì. Sarà per questo che i film impegnativi che vedo sono in numero minore alle commedie?
Oltre questo interrogativo "professionale", andiamo al dunque.
Questo è un film che chissà quante volte tutti abbiamo visto da piccoli e non in tv, sempre trasmesso su Italia 1 essendo un film Disney. Siccome avevo voglia di vederlo per bene, allora mi son messa di proposito. Scelta giusta direi, avrei potuto fare di meglio  ma non c'è male, per questa volta non posso lamentarmi.
Devo dire che non so per quale ricordo di quale film visto molti anni fa, la mia vista e psiche habbo un rapporto conflittuale con l'attrice protagonista, madre dell'adolescente. L'avrò vista in qualche film che sicuramente non doveva essere una commedia e mi è rimasta impressa in maniera traumatica. Adesso mi fa paura vederla, ma con questo film ho un po' superato. Eppure voglio trovarlo quel film lì...
Per tutto il film, dopo lo scambio di persona delle due, ho avuto una confusione non indifferente legata al fatto che mi veniva difficile vedere la figlia nella madre e viceversa. Sono pazza? Non credo, penso che concentrarsi e vedere una per quello che non è, confonde un po' tutti. Ovviamente dopo abituata il film è finito. Strana la sensazione che mi ha lasciato. Continuavo a vedere le cose con la convinzione interiore che non fossero quello che sembravano. C'è da ridere con me.
Parlando seriamente, il rapporto madre-figlia è stato portato un po' per le lunghe, drammatizzato. Io come figlia non sono così, ma pensandoci ci saranno stronzette come quella lì. Io mi metto troppo nei panni delle madri. Ma mi ha strappato un sorriso completo vederle in pace, per sempre?

QUI la prima parte, da lì le altre 9 ;)

VOTO: 8