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lunedì 21 maggio 2012

"Nadie conoce a nadie"

La mia ultima delusione cinematografica che posso solo giustificare con la distrazione e con la cosiddetta "forse in quel momento non ero predisposta a vedere quel tipo di film", è Nadie conoce a nadie (Nessuno conosce nessuno). Un film spagnolo di Mateo Gil, regista di thriller e horror, e con attori quali Eduardo Noriega, noto per questo genere di film, e il famoso Jordi Mollà.
Un thriller, appunto, basato su vicende religiose o meglio sataniste. Un gioco di cattivo gusto che include la realtà, o meglio porta i suoi giocatori a non distinguerla dalla fantasia che si sono costruiti per noia, come dice l'organizzatore del gioco, e per sfidare forse Dio. Giocano con pistole molto strane, che non uccidono ma stordiscono e si nascondono in delle segrete da cui tengono sotto controllo l'intera città su cui si accaniscono, Sevilla. Prendono di mira le chiese e coinvolgono nel loro gioco lo scrittore e autore di cruciverba, Noriega appunto, che per la prima volta non vedo nel ruolo del cattivo o dello "strano".
Secondo me a questo film manca quel qualcosa che lo avrebbe resto altrimenti geniale. Gli elemtni di base li ha, avrebbe potuto essere geniale se non fosse che manca la motivazione di base che spinga e motiva il tutto, e non parlo della noia, ci deve essere altro. Mi sembra una storia costruita in aria, e poco giustificata.

VOTO: 6

sabato 28 maggio 2011

"La spina del diavolo"

Oggi inizierò con un nome. Guillelmo del Toro. Me lo sposerei volentieri se non fosse che non so nemmeno che faccia ha. Ma nel panorama cinematografico spagnolo e non solo, è un grande nome. Regista e produttore cinematografico con un debole per i thriller e gli horror mescolati alla fantascienza, credo meriti di essere menzionato. Produce opere prime di registi appunto sconosciuti, esordienti. Crede in loro e li porta avanti, facendogli promettere che quando diventeranno famosi faranno lo stesso con altri ragazzi. Appena l'ho saputo sono rimasta colpita dai suoi altruismo, disponibilità e pazienza nello scovare nuovi talenti. E' davvero sorprendente e rassicurante vedere che non tutti i famosi si sono montati la testa e pensano solo a fare successo. C'è anche chi lascia spazio ad altri ma soprattutto c'è chi ha capito che bisogna lasciarlo ai giovani. Siamo noi che con il nostro presente ci stiamo costruendo il futuro e a noi andrebbe lasciato spazio per esprimerci e per poter prepararci e mettere a frutto quel che abbiamo studiato. Oggi come oggi motivo in più...
Prodotto da Agustin e Pedro Almodovar e diretto questa volta dallo stesso Del Toro, si tratta di un thriller di fantasia, con una storia non eccezionale ma con meravigliosi effetti di suspense e paura che mantengono sveglio lo spettatore. Nello specifico, La spina del diavolo è la prima parte di una saga di due film di immaginazione ambientati nella Spagna di Franco con protagonisti i bambini (il secondo è Il labirinto del fauno).
La spina del diavolo sarebbero tutte quelle creature concepite ma che non hanno avuto il tempo di vedere la luce perchè uccisi nel tentativo. Aborti insomma. Le spine del diavolo sono i bambini mai nati e quelli mai voluti. E in questo film ce ne sono diversi...
http://l.yimg.com/eb/ymv/us/img/hv/photo/movie_pix/sony_pictures_classics/the_devil_s_backbone__el_espinazo_del_diablo_/_group_photos/eduardo_noriega1.jpgE poi un bellissimo e cattivissimo che altro non è se non Eduardo Noriega, il tenebroso di Tesis che nel film accompagna Marisa Paredes a gestire un orfanotrofio di bambini abbandonati. Entrambi gli attori eccellenti, Marisa irriconoscibile perchè caratterizzata in maniera stupenda, un po' alla maniera di Tim Burton nei suoi film-cartoni. Sarà una mia impressione, ma in questo film Marisa ha qualcosa di strano, per questo dico che è caratterizzata bene. Ha qualcosa che negli altri film non ho notato, una testa sproporzionata rispetto al corpo. Non voglio mettermi a parlare dei difetti delle persone, solo che si nota molto, acconciatura e abiti neri colpevoli.
Ma purtroppo l'epilogo non è buono, perchè ricordiamo che stiamo comunque parlando di un'epoca terribile per il popolo spagnolo, e poi a complicare le cose c'è un malefico Eduardo che non perdona.
Questo genere di film in cui c'è più fantascienza che altro non mi piacciono molto perchè preferisco vedere cose verosimili e non surreali, però fantasmi a parte, è un bel film. Non tanto per la storia quanto per la maniera in cui ci viene mostrata. A volte i modi cambiano tutto.

VOTO: 6

giovedì 19 maggio 2011

"Tesis"

E' arrivato il turno di uno dei miei film preferiti. E' spagnolo (vi stupite?) ed'è un trhiller. Anche grazie a questo film ho scoperto la mia tendenza verso questo genere che quasi non conoscevo. Il regista del film è uno dei più grandi in Spagna, il suo nome è Alejandro Amenabar. Il film in questione è "Tesis", traduzione di tesi.
La protagonista del film è una giovane laureanda in Comunicacion audiovisual (nonchè la brutta del nostro DAMS) che sta preparando la sua tesi di laurea (da qui il titolo) incentrata sulla violenza di ogni tipo nel cinema. Non potendo ottenere il materiale necessario da sola chiede aiuto al professore che segue la sua laurea. Il professore le indicherà un genere particolare di film, sconosciuto per il la maggior parte delle persone. E questa è una cosa positiva. Si tratta del genere snuff, che altro non è che la violenza reale, nuda e cruda, in un film. Come ad esempio l'uccisione di un'attrice o attore, il tutto sul serio. Ovviamente queste non sono cose che accadono realmente, o almeno così spero. E' come un genere nel genere, una finzione resa reale in un film. Ma il film è finzione, dunque anche lo snuff.
Il film è un vero e proprio capolavoro, soprattutto considerando che è il primo lungometraggio del regista spagnolo, interamente scritto e diretto da lui a meno di 24 anni! Che uomo! E' stato portato al cinema anche in Italia, ma sono ormai passati molti anni, il film è del 1996. Di questo film mi piace tutto, non c'è niente che non vada, è fatto benissimo ed'è reso ancora più interessante dal fatto che è girato realmente nella facoltà di Ciencias de la Comunicacion dell'università Computense di Madrid, quindi quei corridoi e quella videoteca esistono davvero, e per una come me che studia lo stesso della ragazza protagonista (Ana Torrent), vedere questo film è una roba del tutto affascinante. Mi da la sensazione che quello che succede nel film sia alla portata di tutti, forse perchè so che è stato girato nella stessa università frequentata pochi anni prima dal regista. Mi fa immaginare che tutto sia possibile, mi sembra la realizzazione di un sogno pensare che Amenabar abbia potuto pensare a questa storia mentre girava per i corridoi e le aule della facoltà. Forse se lui ce l'ha fatta, c'è speranza del tutti! Sembra tutto così vicino e accessibile!
Ma soprattutto in questo film succede qualcosa non tipico dei film horror o thriller, cioè tutto è come sembra. Il regista è sincero con noi, non ci inganna, non ci porta fuori strada, ci fa capire dal principio come stanno le cose, solo che noi spettatori abituati a essere presi in giro, andiamo con la nostra testa a cercare la verità chissà dove, lontano da quello che sembra essere ovvio, e così non facciamo altro che allontanarci dal punto di partenza, che è appunto la realtà dei fatti narrati. Insomma, è come sembra, nè più nè meno.
Ma sorge spontanea anche un'altra riflessione, la più profonda di tutte, e che dovrebbe fare riflettere chi fa questo mestiere, chi lavora nel cinema ma soprattutto nello spettacolo. Un professore nel film dice che bisogna dare allo spettatore quello che vuole, che chi fa questo mestiere deve astenersi dal giudicare il bene e il male, che tutto è relativo, anche la morte. E' una visione assurda e consumistica che rende l'idea che tutto, anche l'arte, sia fatta per essere venduta, e non per il piacere di farla. Ma soprattutto, ci fa capire che se quei folli producevano film snuff massacrando e portando alla morte giovani ragazze, allora c'era gente che vedeva quella roba. Allora nel mondo c'è più gente pazza di quello che pensiamo e che è disposta addirittura a comprare per vedere la morte. C'è chi la trova divertente tanto da farne spettacolo. Ovviamente spero sia tutto finto, però è normale dopo aver visto un film così riflettere su come tutti abbiamo un prezzo. Non diamo quindi la colpa alla tv se fa spazzatura. Se la fa è perchè sa di poterne trarre profitti, e questi non vengono nient'altro che da noi. Come sempre, la colpa non va cercata molto lontano. Rflessione sul film estesa alla nostra televisiva quotidianeità.
Terribile realtà quella in cui ci trasporta Amenabar, mi ha completamente estrapolato dal mio mondo per quelle due ore di film, mi sono sentita davvero Angela, la protagonista del film, mi sono immedesimanta tantissimo in quella follia di cui lei era vittima come tante altre. E' stato terribile, e posso dirvi che il risultato è stato confortevole quando mi sono resa conto che era tutto finito e che non era vero niente. Me ne sono dovuta convincere, tanto ero convinta di essere in quei luoghi per tutto quel tempo! Ricordo che per un po' mi sono sentita come scossa dopo aver chiuso il film, soprattutto perchè non avevo mai visto niente di simile, nè come tema nè come tutto. Non avevo idea di cosa fossero i film snuff!
Un applauso meritatissimo ad Amenabar, l'Oscar e i numerosissimi Goya ricevuti nella sua carriera sono strameritati. Spero vivamente che continui a farci... terrorizzare!

VOTO: 10