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mercoledì 18 aprile 2012

"Gli amici del bar Margherita"

Ogni tanto bisogna tornare al cinema italiano e vedere cosa combinano i nostri registi più bravi. Pupi Avati, che tra i tanti sicuramente si distingue, ci delizia con una bella commedia di quelle fatte bene (come dico io) che si chiama Gli amici del bar Margherita e che è ambientato nella sua Bologna. Un gruppo di assidui frequentatori di questo bar, ognuno con storie diverse e con caratteristiche che si prestano all'ironia, e tutti interpretati da attori famosi del nostro panorama cinematografico, tra i quali sicuramente merita di più Diego Abatantuono, anche se non mi fa impazzire. Devo riconoscere che è molto bravo.
Di qualità, diverte e intrattiene, ed'è quello che una commedia deve fare, e se dobbiamo scegliere il male minore.. se commedia dev'essere, che sia di questo tipo! Quindi vi consiglio di vederla perchè attori come Neri Marcorè e Luigi Lo Cascio danno il loro meglio! Che cast, ragazzi! Viva Avati!

VOTO: 8

giovedì 19 maggio 2011

"Il nascondiglio"

Ho sempre creduto di non essere un tipo da film horror. Ho sempre preferito le cose più sobrie, commedie o al massimo dramma. Invece nell'ultimo anno i miei gusti cinematografici sono radicalmente cambiati, ho visto cose nuove e senza rendermene conto sono incappata nel thriller horror che rischia di sostituire nei miei gusti il dramma.
Uno dei primi thriller-horror che ho visto è di Pupi Avanti, che non credevo si dedicasse a questo, infatti se non erro è un'eccezione nella sua filmografia, e per non essere il suo genere è davvero un bel film. L'ho già visto più di una volta e prossimamente lo proporrò a due amiche terrorizzate dalle mie ultime proposte filmiche (The orphanage e Julia's Eyes).
Era una sera di ottobre quando decisi di vedere questo film, ci avvicinavamo alla notte e col senno di poi non so proprio come sia potuto venirmi in mente di vedere di sera al buio sola nella mia stanza un film di cui già sapevo essere da paura. Ovviamente il volume si abbassava vertiginosamente quando percepivo l'avvicinarsi del pericolo per la bravissima Laura Morante, protagonista del film. E' un film in cui non credo abbiano consumato molto di luce, è proprio tutto al buio, e questo è terrificante, soprattutto se ci troviamo in una casa che nasconde del sangue che qualcuno non ha dimenticato. Mi vengono i brividi a pensarci, però mi piace perchè ha una sua trama ben definita e non è il solito horror tutto paura. Io in tutto ciò che vedo voglio trovarci il motivo. E qui tutto fila liscio senza contraddizioni perchè la storia c'è e ci sono dei motivi più o meno normali.
Laura Morante in un ruolo così non l'avevo sicuramente mai vista, e devo essere sincera, la mia prima impressione del film, già dalle prime scene mi ha fatto pensare: "Ma siamo sicuri che sia un film italiano?" E' fatto davvero molto bene, addirittura le prime scene sembrano tratte da un classico americano, sarà per le voci doppiate dei personaggi, infatti la Morante credo sia l'unica italiana in tutta questa storia, dopo il regista. Tutto ciò per dire che anche noi siamo capaci di fare bel cinema e che non dovremmo soffermarci solo ai soliti generi, ma entrare invece in concorrenza con generi come il thriller che sta risultando vincitore in altri paesi. Non voglio continuamente fare paragoni con la Spagna, ma è il cinema che conosco meglio dopo quello italiano.
L'ansia è continua, ma soprattutto verso la fine, e in questo la locandina del film è un po' ingannevole, ci vuole portare fuori strada credo. Io stessa credevo, prima di vederlo, che ci fosse la presenza di qualche spirito che si divertiva a terrorizzare Laura Morante, invece non è esattamente così. Mia zia dice sempre: "Dobbiamo avere paura dei vivi, non dei morti". Guardatelo!

VOTO: 8

lunedì 16 maggio 2011

"Il figlio più piccolo"

Non conoscevo Pupi Avati se non per nome prima de "Il nascondiglio". Quando un film di un regista mi piace molto cerco di vedere altri suoi film. Poi se è italiano un motivo in più. Voglio sapere tutto sul nostro cinema, non voglio perdermi niente, neppure del cinema che ci ha reso popolari per il mondo.
In più, se un film di Pupi Avati riunisce due bravi attori come Christian De Sica e Laura Morante, ci sono diversi buoni motivi per vederlo. Però sicuramente "Il figlio più piccolo" è andato contro le mie aspettative. E' uno di quei film che non vedi l'ora che finisca, ha un ritmo lentissimo e la storia in se stessa lascia molto a desiderare.
Eppure Pupi Avati al giorno d'oggi, insieme a Moretti, Tornatore e Salvatores è uno dei migliori registi italiani. "Il figlio più piccolo" mi sa tanto di film fatto tanto per avere un titolo in più nella filmografia, non mi è piaciuto per niente. La storia la trovo al quanto crudele, e in questo De Sica mantiene il suo ruolo da strafottente ed egoista dei film di Natale, anche se qua si vedono le sue qualità di attore drammatico. E poi è davvero un peccato mortale vedere lì impassibile uno stupendo Luca Zingaretti con un ruolo troppo marginale a mio avviso per le sue capacità attorali. Il figlio più piccolo riesce invece a fare tenerezza a chiunque per il modo così ingenuo con cui riesce a farsi rovinare la vita da suo padre. Questo mi porta a una riflessione corrente. A volte siamo così accecati dall'amore che non vediamo il male che ci fanno proprio le persone da cui non dovremmo riceverlo. Questo perseverare nella speranza che un padre o una madre possa cambiare è una partita persa quando il padre è uno spietato opportunista per cui non sei mai stato veramente figlio e che rivendica la sua paternità solo quando ci sono i soldi di mezzo. Sembra che i ruoli siano invertiti, non sono i figli a trattare male i genitori, ma loro che non sanno cosa vuol dire essere padri. Questo è il caso drammatico dii questo film, che tristezza davvero. Diventiamo ciechi e non vogliamo prendere consapevolezza della verità, ma perchè???

VOTO: 5