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sabato 10 maggio 2014

"Le conseguenze dell'amore" (o della solitudine)

Quando stai per vedere un film dal titolo Le conseguenze dell'amore pensi di aver davanti una commedia romanticissima. Poi ti ricordi che il regista è Sorrentino e pensi "ci deve essere dell'altro, ci deve essere sicuramente una spiegazione."

Ieri finalmente l'ho visto, è tra i film più famosi del regista napoletano e ne avevo sentito parlare abbastanza bene. Vedo pochi film italiani, forse sono vittima di quella cosa chiamata "essere prevenuti".

La giovane ragazza del bar è Olivia Magnani, ovvero la nipote della grande Anna, il fratello del protagonista è Adriano Giannini, figlio del leggendario Gaincarlo. Sorrentino e Servillo fanno qualcosa di eccellente, al loro solito. La storia funziona molto bene, dalla trama alla narrazione filmica nei suoi aspetti più estetici; fenomenali molte inquadrature, originali e in perfetta armonia con la musica che sembra ispirare e guidare ogni lavoro del regista. È sicuramente uno dei film più organici che abbia visto, è un piacere per la vista e l'udito, molto scorrevole anche se nella prima parte non accade nulla di nuovo. Riesce comunque a non annoiare, per più di 50 minuti ci lascia col dubbio e la curiosità sul mestiere del protagonista, davvero geniale!

Proprio oggi Sorrentino inizia le riprese del nuovo film La giovinezza con un cast d'eccezione, ci auguriamo il meglio per lui...e per l'Italia!

VOTO: 8

venerdì 7 marzo 2014

"La grande bellezza" e li mortacci vostra.

Premetto che cerco sempre di essere una persona tollerante e anche scrivendo quanto segue lo faccio senza uno spirito eccessivamente critico ma solo per manifestare dissenso nei confronti di un tema che ho molto a cuore. In realtà sono due i temi sacri per me, la patria e il cinema, e quando si vengono a incontrare comincio a non rispondere delle mie facoltà.


La grande bellezza di Paolo Sorrentino ha vinto l'Oscar al miglior film straniero, vittoria prevedibile quanto lo è che ogni anno Natale cade di dicembre. Inutile esprimere la mia gioia a parole perché supera il dicibile.
Martedì 4 marzo Canale 5 ha mandato in onda il film, è stato qualcosa di esclusivo, chi ricorda quando è stata l'ultima volta che Mediaset trasmetteva qualcosa che avesse le minime sembianze di quella ignota cosa chiamata "cultura"? E invece è successo, se non altro perché il film è co-prodotto dal gruppo Mediaset. La trasmissione del film ha registrato un record di ascolti, per l'esattezza 9 milioni con il 36% di share, ed era da 10 anni che un film non veniva visto da così tante persone. So di gente che ha voluto rivederlo e di persone che lo hanno visto per la prima volta, chi perché lo voleva vedere da tanto e gli era sfuggito, chi lo ha visto per curiosità dopo la notizia della prestigiosa vittoria.

Ed'è stato così che le home di Facebook e di Twitter sono state riempite di commenti sul film, il giudizio medio - per medio intendo il più comune - ha viste impiegate parole simili "Non capisco come abbia fatto La grande bellezza a vincere, non si capisce niente." Non mi va di mettermi a discutere sui gusti perché sono qualcosa di assolutamente soggettivo e non mi pare corretto impartire lezioni dicendo che questa gente non capisce niente solo perché io sono appassionata di cinema, anche perché non sarebbe vero che ne so di più. Ci sono film e film, La grande bellezza è di quelli che vanno rivisti più di una volta per capirli totalmente e qualcosa continuerà lo stesso a sfuggirci. E' sicuramente impegnativo e frammentato, non ha una narrazione normale, di quelle a cui siamo stati abituati con i classici film italiani o americani, è un film fatto di flash, di impressioni da cogliere al volo e non è difficile rendersi conto che racconta il declino di una società che non è solo quella romana, ma di chi arrivato ad avere tutto rimpiange il nulla di prima che era tutto. Il film è piaciuto agli americani perché ricorda lo stile di Fellini, e cosa c'è di male? Ho letto di gente che si lamenta per questo. Non si può prendere a modello un maestro, non si può rivisitare lo stile che ha reso l'Italia famosa al mondo, non si può essere influenzati dai film di Fellini? Lamentele anche per l'idea che adesso il mondo ha di noi. Gente che si rammarica del giudizio internazionale ma che poi magari ha votato Berlusconi. Vogliamo dare a Sorrentino il merito per aver detto le cose come stanno o alla gente che ha realmente vissuto in quel modo, soprattutto gente che fa politica? Per il mondo l'Italia era già ridicola, non è di certo per Sorrentino che siamo lo zimbello del mondo, lui ci ha solo ricoperto di arte - oltre quella che avevamo già - e ha fatto qualcosa che gli artisti italiani sanno fare bene, guardare in modo consapevolmente ironico ai nostri problemi e ripresentarli in maniera così brillante da affascinare il mondo intero. Cos'è, gente, vi siete vergognati di essere italiani perché il film esprime il degrado di esserlo? La verità fa male, si sa. Sarei curiosa di sapere se vi sareste lamentati tanto se non aveste saputo il tema del film. L'avreste capito lo stesso? O parlate tanto per parlare, per sentito dire? Dovremmo solo ringraziare Sorrentino per aver fatto ricordare al cinema mondiale quello italiano e per averci fatto respirare aria di alto livello. E' difficile? Sempre per quella storia che nessuno è profeta in patria? Ma li mortacci vostra. Il film non parla solo di Roma, come in ogni film viene fatto uso della fantasia! Ci vuole tanto a capirlo?

Il commento più sincero che ho sentito è venuto da mio zio che mi ha detto: "Io non l'ho capito ma sicuramente è visivamente molto bello!" Siamo tutti critici cinematografici ma nessuno, dicendo che non gli è piaciuto, ha aggiunto che è un film bello da vedere. Tutti ciechi. O tutti a cercare un senso in un film senza capire che il cinema è arte e arte è ogni cosa che permetta all'anima di esprimersi e l'anima è composta da una gran parte di materiale incosciente e si sa che il nostro inconscio non ha niente di razionale ma è al contrario frammentato, è tutto fatto di sprazzi di sensazioni, emozioni, sentimenti, impressioni, stati d'animo. Tutte cose non destinate a durare ma il cui stato di essere è determinato dal fatto che le abbiamo provate. Lasciamoci guidare da quello che l'arte ci può suscitare, non stiamo sempre lì a cercare un perché. Basta già la vita reale che ci chiede in continuazione di ragionare, l'arte non è chiamata a far questo.

D'altronde per me non è tanto grave il fatto di non apprezzare un film come La grande bellezza, perché evidentemente non è alla portata di tutti e non tutti hanno chiara la nozione di "arte", quanto di non gioire per una vittoria che ci riguarda tutti in quanto italiani. Io sono molto patriottica e così come mi rallegro quando la nazionale di calcio vince, faccio lo stesso quando nel cinema otteniamo riconoscimenti. Leggere certi commenti di critica dice molto sul nostro poco presente senso di appartenenza allo stato e sulla nostra ostinazione a restare ignoranti. Sarebbe meglio dire "a me non piace, non l'ho capito ma che bello che l'Italia abbia vinto!" In Francia e Germania non si leggerebbero mai certi commenti come quelli che circolano in questi giorni sui nostri social network, perché non abbiamo nemmeno un minimo di orgoglio nazionale?! Non meritiamo niente di quello che di bello abbiamo ma abbiamo tutti i mali che meritiamo, sono sempre più convinta che l'Italia potrebbe essere il paese migliore del mondo se non fosse per gli italiani.


sabato 1 marzo 2014

Ecco perché vincerà "La grande bellezza" dell'Italia

Manca ormai davvero poco e l'Italia tornerà ad assaporare la gloria passata. Certezza presuntuosa? Può essere, ma sinceramente non vedo perché non crederci.
I candidati all'Oscar per il miglior film straniero di quest'anno riguardano paesi diversissimi tra loro. Vediamo in lizza, oltre alla nostra giovine ma esperta Italia, la Danimarca, la Cambogia, il Belgio e la Palestina. Lungi da me voler offendere, ebbene sì, anche questi paesi fanno cinema e forse anche buon cinema. Ma sarò sincera, non ho visto tutti i film in concorso eccetto "La grande bellezza", ormai tappa obbligatoria del cinema italiano, e "Il sospetto" del regista danese Vintemberg che tratta in maniera interessante un tema purtroppo molto in uso ultimamente, quello degli abusi sui bambini, considerando che una mela buona tante volte finisce tra tante mele marce.

Comunque, e non lo dico con poco orgoglio ma con inqualificabile soddisfazione, da italiana porta bandiera, il "nostro film" è l'unico che merita davvero di vincere. Indipendentemente da quanto piaccia o meno leggere "nostro film" - so che si usa nello sport quando ci si prende meriti di altri e so che non vinco niente personalmente - le carte in regola ci sono e il gioco, per chi crede nella giustizia terrena e divina, forse non è poi tanto pulito, se parliamo di meriti.
Mi riferisco ai film che sono stati tirati fuori dalla corsa, ognuno per motivo diverso e questo potrebbe non interessarci se non fosse che tra questi c'è "La vita di Adele".
Sfortunato no, da Cannes registra un successo dopo l'altro. Adesso basta, lo dico a te, Francia! Fermati o la questione potrebbe diventare di rilievo internazional politico! Tocca a noi, perché possiamo!

Leggiucchiando qua e là, sono stata con piacere informata del successo di critica e di pubblico ricevuto dal film di Sorrentino negli USA. Se un film fa il botto lì è un capolavoro, no? Be' non saprei, ma i giornali hanno usato parole come "rappresenta bene la situazione italiana del momento", e non me la sento di dissentire. Usiamo il nostro negativo per farne un marchio distintivo, perchè no? Non facciamo del male a nessuno...se non a noi. Anche il pubblico ha apprezzato, gli incassi parlano.

Ma ho un dubbio: perché la critica italiana ha remato contro "La grande bellezza"? Davvero, nessuno è profeta in patria, amen. Vogliamo consolarci ricorrendo ai grandi nomi, fan dichiarati del film del napoletano del momento? Sono davvero troppi e sono più o meno i protagonisti della sessione awards del 2014. Un nome nostrano lo voglio fare. Martin, concedimi il nostrano, sei più italiano di molti! Ti ricordi quando tuo padre ti portava sulle spalle per raggiungere il cinema nelle strade di Little Italy? Io si! Allora diciamocelo pure che Martin Scorsese ha sprecato parole di apprezzamento ai Golden Globes parlando con Sorrentino, e gonfiamoci di orgoglio che ogni tanto ci sta!
Tanto rumore per niente? No Paolo, va bene che sei scaramantico, tu e la Indigo film, Nicola Giuliano come produttore e Francesca Cima come distrubutore, ma confessalo che dentro te sai la verità! Perfino il maestro Tornatore si gasò all'idea di vincere quando tra i corridoi del Beverly Hills hotel il produttore Cristaldi gli chiese "cosa pensi di tutto questo?" E allora portiamocelo a casa questo premio!
Era il 1989 quando Tornatore vinceva ai Golden Globes e agli Oscar con "Nuovo cinema paradiso", ed era il 1998 quando Benigni si portava a casa i 3 Oscar per "La vita è bella" che mi vanto tanto. È passato troppo tempo e il mondo deve sapere che sappiamo fare ancora del buon cinema, perché siamo stati la seconda miglior cinematografia del mondo (se non la prima) dopo quella americana e che da sempre sappiamo raccontare storie che piacciono. Smontiamo Tarantino quando dice che l'Italia si è ormai fossilizzata con le commedie banali, il che è vero ma c'è un cinema nascosto a cui a volte vengono dati i mezzi per vedere la luce. Grazie produttori coraggiosi e artisti come Sorrentino che avete la sensibilità di saper vedere altro e oltre, vi costa sofferenza perché la sensibilità si paga così, ma si fa se si capisce che non si può fare a meno di raccontare!

Ma quindi perchè "La grande bellezza" vincerà?
- motivo logistico e burocratico, lo farà perché ci sono film che sono rimasti fuori per motivi relativi alle date di uscita. La concorrenza non spaventa affatto, diciamocelo.

- I successi già ottenuti. Cito solo le anticamere degli Oscar, gli EFA, i Golden Globes e i BAFTA. Da anni chi vince ai Golden Globes esulta in anticipo anche per la vittoria di marzo.
- E il valore artistico, estetico e significativo del film, vi pare poco? Non dimentichiamo di cosa stiamo parlando. Le parole si sprecano.

Allora, italiani, quasi l'intero cinema italiano ci crede, facciamolo anche noi, non costa niente appoggiare una buona idea e la sua altrettanto pregiata realizzazione. "La grande bellezza" deve vincere e vincerà! D'altronde si sa, quando si tratta di vincere poche volte l'Italia si è tirata indietro.

Ci vediamo alle 23 di domenica 2 marzo, direttamente dal Dolby Theatre di Los Angeles.

Ps: Paolo, smollati un po'.

lunedì 21 maggio 2012

"La scuola" di D. Luchetti con Silvio Orlando

Fa parte di un filone scolastico del cinema italiano molto in voga negli anni novanta. La scuola, un film di Daniele Luchetti con Silvio Orlando e tantissimi volti noti del nostro cinema e della nostra televisione, racconta di una classe e soprattutto dei suoi professori, tra rivalità e relazioni ambigue e mai chiarite. Non è un tema nuovo insomma, eppure mi è piaciuto più di altri. Non è scontato ma devo riconoscere che è un po' lungo. A momenti scorre troppo lentamente e con monotonia, però le vicende del consiglio di classe a fine anno scolastico e il crollo della scuola, chiaramente metaforico, mi ha affascinata. E' un film che ha un suo perchè, che è poi quello che cerco. La motivazione forte può far aumentare il livello di un film a tema molto usato.
E poi è un film dedicato "a chi non è mai stato il primo della classe", e sicuramente tutti in qualcosa non lo siamo stati.

VOTO: 6

mercoledì 18 aprile 2012

"Gli amici del bar Margherita"

Ogni tanto bisogna tornare al cinema italiano e vedere cosa combinano i nostri registi più bravi. Pupi Avati, che tra i tanti sicuramente si distingue, ci delizia con una bella commedia di quelle fatte bene (come dico io) che si chiama Gli amici del bar Margherita e che è ambientato nella sua Bologna. Un gruppo di assidui frequentatori di questo bar, ognuno con storie diverse e con caratteristiche che si prestano all'ironia, e tutti interpretati da attori famosi del nostro panorama cinematografico, tra i quali sicuramente merita di più Diego Abatantuono, anche se non mi fa impazzire. Devo riconoscere che è molto bravo.
Di qualità, diverte e intrattiene, ed'è quello che una commedia deve fare, e se dobbiamo scegliere il male minore.. se commedia dev'essere, che sia di questo tipo! Quindi vi consiglio di vederla perchè attori come Neri Marcorè e Luigi Lo Cascio danno il loro meglio! Che cast, ragazzi! Viva Avati!

VOTO: 8

"Io ballo da sola"

Sto scoprendo un regista italiano considerato tra i migliori, non della generazione Fellini e De Sica, ma di una successiva. Bernardo Bertolucci. Il suo primo film che ho visto si chiama Io ballo da sola ed'è un film molto bello. Particolare, lineare, con l'atmosfera perfetto e integrato a pieno nel contesto e nella natura che fa da sfondo alle avventure del personaggi. Stupendo perchè non sappiamo mai chi sono i personaggi che spuntano come funghi poco a poco, in un'enorme proprietà che non si sa di chi sia, che sembra un albergo e dove tutti sono quasi ossessionati dall'arrivo di una ragazzina alla quale danno molta importanza. Lei, quella che balla da sola perchè non ha trovato fin ora nessuno da amare, lei che è al centro delle attenzioni di tutti, e per l'età che ha non se ne dispiace. E' tutto molto tranquillo, forse fin troppo, mi ha dato una sensazione di calma apparente, mi è sembrata la vera vita quella mostrata da Bertolucci in questo film, vera vita perchè ognuno ha i suoi problemi ma non si drammatizza per far venire fuori un film drammatico, non si piange ma si osserva cosa succede come se stesse succedendo a persone a noi vicine. Meno probabile che accada è il manifestarsi di quella libertà che mostrano i protagonisti del film anche nello spogliarsi e fare il bagno tutti insieme nudi, o ritrarre un nudo, o nel parlare di certe cose liberamente con una ragazza di 19 anni. Un gruppo di americani che cerca e trova la pace in questo pezzo di Toscana e che si chiude in quegli enormi spazi offerti dalla natura come se lì dentro avesse tutto il necessario per vivere. Ma in ognuno di loro, tutti benestanti, si avvista una sensazione di insoddisfazione, manca qualcosa eppure nessuno di loro vive male questa mancanza, o per lo meno non lo da a vedere. Mi è sembrato fantastico poter mostrare la vita in questi termini, l'ho visto il giorno di Pasqua e mi è sembrato davvero una sorpresa, una rivelazione di questi personaggi che escono da questo enorme uovo-scatola creato da un facoltoso regista qual è Bertolucci. La cosa che è più evidente vedendo il film è la libertà che tutti hanno nella vita. Questo è davvero un grande sogno cinematografico! Film super consigliato1

VOTO: 9

sabato 17 marzo 2012

"Febbre da cavallo, la mandrakata" con link film

Italiani, grandi comici di situazione. Dateci come argomento il denaro e le donne, e vi faremo ridere. Così va avanti Febbre da cavallo, la mandrakata. E non è male per intrattenere! Poi nel cast c'è Gigi Proietti, scusate se è poco! Un intreccio che vi strapperà diversi sorrisi e che è lontano dalla possibilità di stancarvi o distrarvi!

Ecco il film QUI sul tubo!

VOTO: 7

sabato 10 marzo 2012

"I laureati" con link film

Imprescindibile per un italiano non conoscere i grandi nomi della commedia italiana del passato e del presente. Gli ultimi sono grandi in maniera differente e con mezzi differenti, ma meritano di dedicarci quel tempo che gli affidiamo per intrattenerci quell'oretta e mezzo, due.
Pieraccioni è uno di questi, e conosco quasi tutti i suoi film, ad eccezione dei primissimi. Ma sto rimediando a partire da I laureati. 
Film del 95 ma che mi è sembrato molto più vecchio per ambientazione e costumi. Ma questi laureati ce la faranno mai a laurearsi? Sono un gruppo di amici, di coinquilini che in 3 anni hanno dato 3 materie in 4, e io mi lamento. C'è qualcosa che non va. I laureati o gli sfigati? Poverini, chi più chi meno, ma ben integrati nel rappresentare l'uomo mediocre per chi si accontenta di uno che respira senza saper mettere due parole insieme che abbiano un senso. Il risultato ovviamente è quello che è, diverte e fa pure ridere, soprattutto perchè è raccontato bene e il ritmo è quello giusto. Passano i minuti senza sentirli. E poi mi ha sorpreso vedere Pieraccioni così carino da giovane, lo ricordavo peggio. Grandissimo Rocco Papaleo, mentre Ceccherini mi ha sempre fatto antipatia, idem per il quarto uomo. La Cucinotta, nonostante sia mia concittadina, mi è sembrata scarsetta, poco intonata, e poi questa dizione la vogliamo fare bene una volta per tutte?
Comunque complimenti all'effetto naturale del film. A volte alcuni sembrano troppo costruiti. Questa naturalezza è però la specialità di noi italiani, la commedia è o non è nostra? Ho però il dubbio se esserne o no orgogliosa...

Guardatelo QUI!

VOTO: 7

mercoledì 7 marzo 2012

'Posti in piedi in paradiso', dov'è il vecchio Verdone?

Carlo Verdone al cinema è capace di far sballare il botteghino già dal primo giorno. Non male che sappiamo ancora riconoscere le commedie che meritano da quelle che no. Ma non posso fare a meno di dire, avendo visto quasi tutti i film di Verdone, che ormai la sua epoca migliore è passata. Posti i piedi in paradiso, insieme agli altri ultimi film è ben lontano da essere un capolavoro e una commedia brillante. E' appena più che sufficente nella media ma ha dei momenti davvero divertenti. Il bello di Verdone è anche qui che dopo una battuta ce ne sta subito un'altra e la risata continua, non si ride più per quella precedente perchè quella dopo è capace di superarla. E' comicità di situazione, di parola e di gesto. Gli attori sono i migliori sulla piazza al momento, ma sicuramente la scelta migliore del film è la presenta di Micaela Ramazzotti di cui già sapevo che fosse molto brava, ma che in questo film si supera. Capace non solo nei ruoli più drammatici, ma anche in quelli comici pure se caratterizzati da una certa problematicità e da un tocco drammatico. Resta comunque una delle migliori al momento ed'è molto ma molto espressiva, oltre ad avere una voce interessante. Verdone si circonda sempre di grandi talenti femminili, ma con Favino non poteva scegliere di meglio. Giallini ha già lavorato con lui, mentre la coppia Favino Verdone mi è sembrata molto funzionante e da ripetere, magari con una storia più convincente e più intrecciata. Verdone, almeno tu torna quello di prima però!

VOTO: 7

"Il mistero di Bellavista" commedia misteriosa con link film

Il mistero di Bellavista (o Così parlò Bellavista) è la classica Napoli che mai annoia nelle commedie italiane in cui siamo tanto specializzati. Con attori del calibro di Marina Confalone, una delle mie preferite, esordisce con una sequenza brillante di un capitone che fa i dispetti e si fa credere morto per sfuggire alla furia omicida e famelica della sua carnefice. Una scena davvero divertente in stile "cartone animato", manca solo che il capitone parli. Per il resto un presunto delitto, o meglio una scomparsa di una donna, presunto perchè immaginato con molta  fantasia da un gruppo di amici, tra cui il dottor Bellavista, che spia con un telescopio dal terrazzo di un palazzo l'intero cortile, a mo' di La finestra sul cortile di Hitchcock. Ma chi è in grado di superare l'Italia in quanto a commedie? O forse la domanda sarebbe: ma chi altro produce tante commedie? O ancora: quante commedie l'anno vengono girate in Italia? Vergognoso, direi. Qui il genere è indolore perchè ci sono dei signori attori, che altrimenti...

Ecco il FILM!

VOTO: 7

martedì 7 febbraio 2012

"ACAB" orgoglio italiano

Dicono che stia avendo molto successo in America, quindi sono corsa al cinema a vederlo, perchè il filmone di cui vi parlo è italiano.
E' ACAB (All cops are bastards) del regista della serie "Romanzo criminale", Stefano Sollima.
Ho visto qualche giorno fa, in attesa che iniziasse su MTV l'annunciazione delle nominations agli Oscar, il backstage del film e l'ho trovato interessante, anche se credevo non potesse piacermi, invece sabato mi sono smentita.
Parla della situazione che vivono i celerini in Italia, col compito di salvaguardare l'ordine pubblico e tutelare i cittadini, mentre ai loro diritti chi ci pensa? E' questa la frase del film che mi ha impressionata, e ho pensato che dev'essere un lavoro non poi tanto facile. Si deve essere sicuramente dei tipi forti, è uno di quei lavori che fai per una scelta di quelle meditate, non puoi capitarci a caso in quel settore della polizia di Stato. Sono persone che rischiano la vita ogni giorno, e non avrebbero motivo di lavorare se la gente della mia età (soprattutto e non solo) avesse la testa sulle spalle e si godesse uno sport per quello che è, ad esempio, come un gioco e non come una questione personale. E poi pure la questione degli extracomunitari abusivi, che casino. La storia è davvero ben strutturata, tratta bene ogni punto e ci spiega accuratamente cosa succede in quegli ambiti. La violenza ovviamente non manca, non so se come reazione spontanea a quella che si riceve o perchè i celerini ce l'hanno nelle ossa. Dopo aver visto certe scene sto nel dubbio. Sicuramente molte cose potrebbero essere evitate, in entrambi i fronti.
E' un film che merita, davvero da vedere e rivedere. Stupendi gli attori, in primis Favino. Secondo me questo è un genere che ci riesce bene e su cui dovremmo soffermarci dati i risultati. Soddisfatta con la speranza che dal botteghino arrivi la conferma che il pubblico italiano sa ancora scegliere bene.

VOTO: 9

"Benvenuti al nord"

Credevo di averne già parlato, invece me ne son dimenticata. E' già passato un po' dalla sua uscita al cinema, credo il 19 gennaio. Di che parlo? Di Benvenuti al nord.
Questa volta il centro della storia si sposta a Milano, dove il protagonista napoletano viene trasferito, e con gran stupore si trova immerso nel frenetico ritmo quasi metropolitano di una grande città commerciale. Si adatta, ed'è questa la cosa che mi ha lasciato allibita. Come cavolo ha fatto ad adattarsi così rapidamente?? Mistero.
E' stato comunque divertente, anche se più povero di contenuti dell'altro, e me lo aspettavo, perchè quali stereotipi comici possono avere quelli del sud su quelli del nord? Solo paura di sentirsi inadatti, penso io, e sbagliano. Quindi sicuramente Benvenuti al sud è stato un evento mediatico e i risultati di Benvenuti al nord sono dovuti al caro detto: chi semina raccoglie i frutti. E i produttori li hanno doppiamente raccolti. Spero la mini saga si concluda qui perchè non avrebbe senso, anche perchè pur volendo fare un Benvenuti al centro, sarebbe un remake del primo, visto che Napoli o Castellabate sono centro e non propriamente sud. Allora la Sicilia che è? Siamo già in Africa noi?
Claudio Bisio e Alessandro Siani sono fantastici, due comici eccellenti che basta guardarli per avere l'effetto desiderato. Idem per la Finocchiaro e la Lodovini.
Il problema è che se al solito esportiamo solo questo, mi incazzo.

VOTO: 6

sabato 7 gennaio 2012

La migliore commedia: "La peggior settimana della mia vita"

Il genere di film che prediligo, non del tutto per mia scelta, quando i sabato sera vado al cinema è il genere della commedia italiana. Ho visto quasi tutte le commedie italiane degli ultimi anni, quindi penso di essere nella posizione di poter giudicare. Ce ne sono di davvero patetiche e che si rifanno palesemente ad altre commedie di successo, e ce ne sono altre più carine di altre. Anche se l'aggettivo "bella" non lo affiancherei con molta facilità alla commedia italiana recente, tranne che per qualche caso eccezionale. Questo è quello di La peggior settimana della mia vita, con Fabio de Luigi, Cristiana Capotondi, Monica Guerritore e Alessandro Siani tra gli altri. Il cast è sicuramente più che conosciuto, vedi la presenza della Guerritore che mi ha tanto stupito. Una delle migliori attrici italiane di ieri e di oggi.
La storia ricorderà sicuramente ai molti le vicende di Mi presenti i tuoi e Ti presento i miei, famosissimi film americani di qualche anno fa che vantano nel cast la presenza di star come Robert de Niro, Dustin Hoffman e Barbra Streisand. In effetti le somiglianze ci sono, il soggetto di base ha moltissimi punti in comune, ma questa è ovviamente la versione italiana ed'è impostata delineando le particolarità di una famiglia italiana, ma non una qualsiasi. Una famiglia benestante sicuramente, quindi no la classica famiglia italiana.
Mi è piaciuto molto, e lo rivedrei volentieri. Parecchie gags e momenti simpatici. Bellissima la colonna sonora di Arisa dal titolo ignoto! Se cercate su youtube si trova...

VOTO: 7

giovedì 5 gennaio 2012

"Il seme della discordia" quanta fantasia!

Un film che mi ha lasciato a lungo perplessa dopo averlo visto è Il seme della discordia, con Alessandro Gassman e Caterina Murino. Una donna rimane incinta e non si riesce a capire di chi, visto che il marito è sterile. Il tutto viene abilmente intrecciato con delle strani visioni che sembrano provenire dal seme venduto dal marito che si occupa di piante. Sarà anche una storia stupida, ma il modo in cui viene esposta è sicuramente molto originale. Quando dico che mi ha lasciata perplessa, lo dico perchè non mi aspettavo una cosa del genere! Fatto bene, con un buon escamotage e bravi attori, non mi ha deluso. E' un film strano, o diverso, quindi mi piace. Molta fantasia per le immagini, ma non fatevi ingannare. Anche se ci vogliono fuorviare, in realtà la spiegazione all'enigma è più facile del previsto.
Guardatelo, senza pregiudizi. Doppiamo cacciare via da noi stessi l'abitudine a un cinema italiano uguale a se stesso ogni volta.

VOTO: 7

"Un viaggio chiamato amore"

Una storia vera con protagonisti Laura Morante e Stefano Accorsi, per la regia di Michele Placido. Promette bene, vero? E non mi ha deluso. Gli interpreti sno dei veri attori, il meglio del nostro cinema attuale, e la storia è davvero appassionante, dello stile "Spesso quello che ti cura è ciò che ti fa ammalare". Follia d'amore, come il titolo della canzone arrivata seconda a Eurovision cantanta da Raphael Gualazzi. Ci sono stati dei momenti di vera follia appunto, di violenza, momenti forti, e i due innamorati non hanno lasciato la presa, si sono salvati a vicenda. Più lei a lui. Lei si che lo ha salvato da se stesso. Mi ha messo un po' di tristezza a dire il vero, ma son fatta così. Empatizzo molto, pure coi film.
Inoltre pensare che si sia trattato di una storia vera cambia le cose. Pensare che esista gente che ama così tanto, che ama nonostante tutto e oltre tutto, che ama fino a stare male e che ama per far stare bene l'altro. Lei c'era pure se lui la cacciava, sa che era una disperata richiesta di restare. E si sono amati così, di un amore distruttivo ma permanente, di quelli che rimangono.
Non ho molto altro da dire, andrebbe sicuramente visto. Nuoce gravemente alla salute... mentale.

PS: Scrivo e pubblico senza rileggere, non ne assicura dunque la riuscita. Molta foga, tanta passione.

VOTO: 7

mercoledì 4 gennaio 2012

Anche se è amore... non si vede!

L'ultimo film che ho visto al cinema risale al 27 dicembre, insomma troppo tempo fa per una come me che va al cinema in media 3 volte al mese. Ma considerando che siamo in periodo natalizio... non mi resta altro che recensire film visti tempo fa o quelli che guardo solitamente sola al pc in momenti di grande noia.
Si tratta di Anche se è amore non si vede, con e di Ficarra e Picone, la famigerata coppia di comici palermitana che ruba una risata a chiunque. Rispetto agli altri loro film questo non è chissà quale capolavoro, mi aspettavo di meglio ma già il trailer non prometteva niente di speciale. Le migliori gags sono quelle dello stesso trailer, "se le sono sparate" tutte nell'anteprima del film e al loro momento durante il film non fanno così ridere, perchè si ha già riso prima. La storia è poco originale, credo che debbano cambiare qualcosa per poter continuare a far ridere come coppia. E' sempre difficile il compito di un comico, ma per questo vengono pagati un sacco di soldi, non possono e non devono deludere le nostre aspettative! Speriamo che per la prossima volta pensino a qualcosa di davvero brillante, o che... non tentino di nuovo a fare i registi!
Sicuramente più che mediocre la brava Ambra Angiolini!

VOTO: 5

sabato 16 luglio 2011

"Pacco, doppio pacco e contropaccotto"

Non so perchè quando la sera non so che film guardare scelgo sempre di aprirne uno di basso livello o che non mi impegni molto la mente dato l'orario. Ed'è in queste condizioni che una sera di queste ho dato un'occhiata a Pacco, doppio pacco e contropaccotto di Nanni Loy. Napoli, anni... qualsiasi. La solita Napoli che ci viene raccontata, quella che è premio Oscar per delinquenza e quant'altro, o per lo meno questo è quello che ci viene detto e che non la rende tanto diversa da Palermo o da Reggio Calabria, o da Milano volendo...
E' un film a episodi, con dei bravissimi attori tra i più famosi, ma soprattutto con la mia preferita Marina Confalone nell'episodio della vedova di un uomo non tanto morto. Questo come gli altri è una breve storia che racconta ironicamente i furti, la vita da delinquenti e gli artifizi di chi il ladro lo fa per mestiere. Niente male per passare una serata divertendosi un po' a scherzare con la verità.

VOTO: 7

venerdì 24 giugno 2011

"La ragazza del lago"

Oggi prima di pranzo ho trovato uno spazietto di un ora e mezzo per poter guardare un film. Solo che è difficile trovare film che durino così poco. Così, cercando bene, ho preso uno dei film che avevo da poco scaricato con torrent e che mi ritrovavo sul pc. Mi sembrava molto invitante, così per un'ora e mezza prima di sedermi a tavola ho visto La ragazza del lago. Mi è piaciuto moltissimo, è una storia molto bella, alla fine ho pure pianto. Il che mi rendo conto non è sorprendente, però vi spiego meglio. In un paesino minuscolo del Friuli una ragazza viene trovata senza vita, e un commissario stupendo qual'è Toni Servillo, che ho scoperto da pochissimo essere uno dei migliori attori italiani del momento, è incaricato di risolvere il mistero. Ci riesce, ma non è uno di quelli che sa già dove andare a parare o che non si sbaglia mai. E' un inquirente solitario, che soffre per la sua situazione familiare e sicuramente molto sensibile. La storia è scritta benissimo, forse perchè è tratta da un romanzo quindi è già ben strutturata per essere l'opera prima di un esordiente regista, senza voler togliere merito ai giovani talenti del mio paese. Mi sono molto piaciute le particolari melodie che accompagnavano poco a poco la storia, la musica in generale e le inquadrature! Non è un girato come un tipico giallo, ha qualcosa di diverso e originale nel suo complesso, non so riconoscere di cosa si tratta, ma complessivamente il modo di raccontare la storia è particolare, il regista ha scelto dei modi fuori dagli schemi per guidarci nel racconto. Le melodie scelte, particolarmente in sintonia con i raccordi tra le inquadrature, sono davvero degne di nota. Ci sono diverse scene che mi sono rimaste in mente per come sono strutturate. Come dire, è un giallo all'italiana forse. Ha molto in comune con i tipici omicidi delle fiction italiane, per i modi, ma non è solo questo, si differenzia sicuramente per la storia molto ben articolata e che non lascia punti irrisolti. Toni Servillo, come già detto, mi è piaciuto moltissimo, ma anche Giulia Michelini e la Golino sempre molto brava, anche se prima non mi piaceva molto forse perchè la collegavo a Scamarcio che è troppo bello per lei. O lo era. Mi è piaciuto anche l'inserto di una storia che non riguardava l'omicidio ma la vita personale del commissario, quale la difficile malattia neurologica della moglie, che si presentava come una forma di Alzheimer ma non lo era. E' per questo, ovviamente, che a fine film ho lasciato andare più di una lacrima.

VOTO: 7

domenica 12 giugno 2011

"La domenica specialmente"

Cosa succede quando nomi come Bertolucci. Tornatore, Barilli e Tullio Giordana escono insieme nei titoli di coda per la regia di un film? Succede che una sera domenicale che non sappiamo che fare ci mettiamo a guardare La domenica specialmente. Si tratta di un lungometraggio formato da 4 mediometraggi, ognuno di un regista differente, e raccontano 4 brevi storie diverse.
Tornatore ci delizia con la storia di un barbiere, Philippe Noiret, perseguitato da un cane. Giordana ci racconta le vicende di una donna che vive con figlio e nuora in casa. Bertolucci ci presenta un'Ornella Muti tra due cuori e Barilli una località barneare dove succede di tutto.
Sono episodi molto diversi tra loro. Quello che mi è piaciuto di più è sicuramente l'episodio di Tornatore. Piena di sentimenti è l'interpretazione di Noiret nei panni di un uomo sgarbato e senza amici che trova in un cane l'unico conforto, cedendo e ammettendo a se stesso che anche lui poteva emozionarsi. Altro bel capitolo è quello di Giordana. Una nuora lascia che la suocera spii lei e suo marito nell'intimità ma "non lo fa per male". Dichiarazione al quanto dubbiosa. E' un episodio pieno di sensualità ma anche di tenerezza e pena.
Belli i film ad episodi, si riesco a seguire bene, ma soprattutto questo non ha niente a che fare con i famosi Manuale d'amore 1 2 e 3.

Tornatore: 9
Tullio Giordana: 8
Bertolucci: 5
Barilli: 4

giovedì 9 giugno 2011

"L'estate del mio primo bacio" la ricordo bene

L'estate del mio primo bacio io la ricordo bene, anche se ricordo meglio l'estate dopo.
Ma adesso mi chiedo, perchè Laura Morante fa spesso e volentieri la parte della matta disperata e isterica depressa? Anche in questo film ha un ruolo già visto, però qui il ruolo è portato agli estremi perchè in questo film sta proprio male!
Inizia una nuova estate e una ricca ragazzina pressappoco tredicenne, figlia di papà, non vede l'ora di dare il suo primo bacio. Il problema è che è troppo finta e poco spontanea per piacere, poco naturale a pure troppo piccola, infatti è da bambina che si comporta. Le vicende che attraversa mi hanno fatta ridere perchè anche io sono stata bambina ma non ero così spigliata. Forse è meglio essere così invece che timidi. Non che perchè si faceva vedere sicura di se fosse realmente così, anzi niente affatto. Ognuno reagisce a proprio modo quando si sente inferiore. Poi il contorno familiare non l'aiutava affatto, nè a lei nè alle sue altrettanto viziate e capricciose amichette. Tutto quel benessere nasconde problemi seri e l'assenza assoluta di figure di riferimento come padre e madre, presenti solo per far regali, ma assenti ai compleanni e mai disponibili per un dialogo. Nessuno di quei genitori conosce realmente sua figlia, sa solo che faccia ha. Ammetto che sia difficile capire i figli in un epoca difficile come l'adolescenza, ma ognuno raccoglie i frutti che semina. E sicuramente quei genitori non sono partiti col piede giusto, non hanno amato abbastanza i loro figli fin da piccoli e adesso loro li considerano degli estranei nella loro vita. In parte penso che se la siano cercata... ognuno si ritrova ad avere quanto ha dato. O no?
Tutto sommato il film mi è piaciuto perchè non è falso e racconta proprio le cose come stanno, sembra tutto molto vero. Ma non è sicuramente difficile ricostruire la vita di una adolescente...

VOTO: 7