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venerdì 12 aprile 2013

"La madre" di Guillelmo del Toro 2013

A me non piacciono gli horror e credevo che Guillelmo del Toro si dedicasse esclusivamente ai thriller con qualche sfumatura di horror. Mi sono dovuta ricredere e me ne sono accorta subito quando mi sono ritrovata avvinghiata al braccio del mio ragazzo con una mano a coprire un orecchio e l'altra a tappare gli occhi. Sono esagerata, siamo d'accordo, ma non avevo mai visto un horror e al cinema è tutto due volte peggio!
La madre porta la firma di un regista esordiente argentino, ma è prodotto dal grande del Toro che da sempre ai giovani la possibilità di farsi conoscere. Il film ha avuto molta pubblicità e penso che abbia ricevuto incassi discreti, ma è stato preceduto da un eco che non è proporzionato al suo reale valore. La storia ha qualcosa di commovente e questo contraddistingue proprio il tipo di cinema a cui presta attenzione il produttore di genere, ma l'ho trovata poco più che carina. E' quasi un horror fantasy, e paragonato a The orphanage non regge il confronto. Somiglia più ad altri film come La spina del diavolo.
Guadagna punti con la presenza di Jessica Chastain che per ora è all'apice del successo, ma personalmente non sono riuscita a commuovermi davvero a causa della spaventosa madre della storia che è talmente brutta... ho comunque dormito la notte che l'ho visto al cinema. Mi da rabbia però pensare che ero andata a vedere un altro film di produzione spagnola, ovvero Gli amanti passeggeri, l'ultimo prodigio - e lo dico senza averlo visto! - di Almodovar. Ancora manca alla mia collezione almodovariana, ma rimedierò presto. Questo per me è un torto.
La madre resta comunque deludente. Bravissime le bambine protagoniste, molto piccole. Come hanno fatto per non traumatizzarle davvero? Alcune scene non potrò dimenticarle facilmente.

VOTO: 5

giovedì 17 gennaio 2013

"The impossible" di JJ Bayona


Sono mancata ma sono tornata. E' per parlare di un film che mi ha profondamente commossa e mi ha fatto vivere coi protagonisti una tragedia realmente avvenuta nel dicembre del 2004 in Thailandia. Un terribile tzunami stroncò la vita di numerose persone e questo è quello che racconta The impossible, film ad alto budget firmato Juan Antonio Bayona, il regista spagnolo già autore di The orphanage che al suo secondo film sfrutta le testimonianze di Mária Belón (in foto con Naomi Watts) e della sua famiglia che trovandosi in vacanza nel paese asiatico per le vacanze di Natale, si trovarono coinvolti nel terribile maremoto.

Non vi sto a raccontare la trama perchè non avrebbe senso, ma per fortuna il finale è felice, per quanto possa essere usato questo termine in un contesto simile.
Bayona ci conferma di avere un grande talento nonostante la sua giovane età, e questa volta punta su qualcosa di diverso dal suo primo film. La presenza di due attori del calibro di Naomi Watts e Ewan McGregor ha influito sulla pubblicità del film, soprattutto se si pensa che la sua uscita nelle sale è stata preceduta da una premiere di lusso in stile Hollywood.

Naomi Watts, Tom Holland and Juan Antonio Bayona at "The Impossible" premiere at Kinepolis cinema in Madrid.

La Watts riceve la sua seconda nomination agli Oscar insieme ad altre, e sicuramente arriveranno anche molti Goya per lo spagnolo che si è lanciato in un progetto così difficile che ha richiesto spazi costosi e molti mesi di riprese. Le scene sono d'impatto ed'è davvero difficile immaginare come abbiano fatto, ma ho letto che la Watts ha avuto diverse difficoltà nel girare delle scene sott'acqua e per poco non ci lasciava le penne. Il rischio meriterà la pena? Guardatelo e sentire notizie come queste alla tv non sarà più lo stesso.

VOTO: 9

lunedì 21 maggio 2012

"Obaba" di Montxo Armendariz

Affascinata dal suo ultimo film, No tengas miedo, ho deciso di vedere Obaba. Ma era già successo un'altra volta che Montxo Armendariz, regista spagnolo, mi deludeva. Con Secretos del corazon. Modestissimo gusto, chiaro. Il film Obaba ci fa raccontare tramite la telecamera di una ragazza estranea al paesino Obaba, le vicende che hanno determinato la vita e le scelte degli allievi di una piccola classe del posto, con una maestra che altra non è se non Pilar Lopez de Ayala. E' per lei che ho visto il film, oltre che per Armendariz. Non è che sia rimasta esattamente delusa, ma mi sono persa qualcosa. Questa solita sensazione  che a volte mi accompagna e non so a chi dare la colpa.
Belli i flashback che formano l'intero film, e le vicende della maestra che soffre di solitudine. Intensa interpretazione. Ma non capisco il ruolo della ragazza che racconta. Mi è sembrato inutile. Forse sono troppo severa con questo film, ma davvero non sono riuscita a capirlo!

VOTO: 6

"El sur" di Victor Erice

Un'altra storia di padre e figlia, vista senza sapere di cosa si trattasse. Ho cercato i titoli dei film spagnoli più famosi di sempre, e ne ho scaricato qualcuno. Molti sono vecchissimi, questo di cui vi parlerò oggi è dell'1983, per la regia di Victor Erice, con un attore italiano che non conoscevo, Omero Antonutti.
Si chiama El sur racconta di una famiglia il cui padre è innamorato di un'altra donna e la figlia, che quasi lo venerava, lo scopre intorno ai 10 anni. Quando cresce, a 15 anni, viene interpretata dalla brava Iciar Bollain, più conosciuta come regista che come attrice. Ha ben interpretato un sentimento comune quasi a tutti le figlie femmine, quasi innamorate del loro papà di un amore speciale che improvvisamente, dopo una forte delusione, svanisce velocissimo. Dalla gelosia della ragazzina all'amore sincero e spassionato del padre per l'altra donna attrice, dal sentimento di delusione mescolato a quello di rifiuto, dalle riflessioni in silenzio di una ragazzina che da grande ci racconta la sua storia che è uguale a mille altre, e che non dice a parole niente di quello che possa sembrare un aforismo, eppure con le sue lacrime e il suo fissare il vuoto di quel sud che non dimenticherà mai, ci fa capire quanto sia importante nella vita di una donna l'amore di suo padre e che quando questo si svela per quello che è realmente, passato l'amore quello infantile, è difficile ma conveniente vederlo per quello che è, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Scommetto vedendo le scene finali, che a Estrella sia costato questo passaggio, e la sorte non l'ha aiutata perchè le ha tolto troppo presto la possibilità di guarire da quell'amore. Il padre muore e lei, volente o nolente, è costretta a compiere un passo che le darà la vita.


VOTO: 8

"Il padre dei miei figli"

Quanti film masterizzati su DVX e che ancora non ho visto. Molti non sono quello che volevo scaricare. Intendo dire che cercando un altro film ne trovo uno che si chiama allo stesso modo e magicamente finisce nella mia pila di DVX, Succede, e per la seconda volta non sono rimasta delusa dallo sbaglio.
Ho visto Il padre dei miei figli, un film francese del 2009 che fu presentato lo stesso anno a Cannes. Gli attori non li conoscevo, eccetto la moglie dei protagonista che è italiana, Chiara Caselli.
La storia è quella di un produttore cinematografico che manda il rovina la sua casa di produzione e non potendo reggere il dolore del fallimento si suicida. Ma non è così commovente come sembra, perchè per tutto il film quello che vogliono farci credere è un po' diverso. L'uomo viene presentato come una persona abbastanza equilibrata, che ama la sua famiglia prima di tutto, che da opportunità ai giovani registi esordienti offrendosi di produrli, e molto generoso. Anche quando si rende conto che sta per fallire non sembra avere reazioni sofferte, per cui il suicidio piomba dal nulla senza che nessuno se lo aspetti, nè la sua famiglia nè noi che assistiamo da casa nostra alla storia. Questo non mi è piaciuto per niente, perchè non c'è assolutamente nulla che possa far presagire l'atto estremo. Sarà forse originale per qualcuno, ma una reazione del genere non può non essere introdotta prima di succedere, anche perchè il protagonista è proprio l'uomo che si toglie la vita, dovremmo conoscerlo bene e sapere più di lui e della sua situazione psicologica. Sappiamo solo che era buono e allegro, e dubito che chi abbia un carattere del genere si spinga a questo livello. Soprattutto avendo tre figlie piccole. Ma siccome così corro il rischio di sembrare una appena caduta dalle nuvole, poichè queste cose succedono e ne sentiamo ogni giorno, allora non riesco a trovare una spiegazione alla storia.
Lui lascia la moglie nei guai, e lei non sembra occuparsi di quello che sentono i suoi figli. La più grande di queste, di quindici anni circa, soffre molto perchè alla madre non sembra interessare quello che lei vuole e pensa, e dopo aver perso un padre, è come aver perso pure la madre.

VOTO: 5

mercoledì 16 maggio 2012

"Léon"

I bravi attori si riconoscono subito, soprattutto se si tratta di attori prodigio che gia' a 13 anni fanno i protagonisti di grandi film, come è il caso di Natalie Portman nel film del 1994 "Léon", scritto e diretto da Luc Besson e con attori quali Jean Reno e Gary Oldman.
La storia è quella di un sicario solo e con un passato difficile che si ritrova a dividere la vita nelle sventure con la piccola ma determinata, forte e coraggiosa ragazzina a cui è stata sterminata la famiglia. All'insegna della vendetta e dell'odio l'uomo le insegna i trucchi del mestiere, facendola diventare una baby sicario ancora troppo verde che non tarda a mettersi nei guai. Innamorata di lui o meglio del ruolo che gli da, cerca si farsi amare, cosa che lui finisce non so quanto teneramente per fare.
Nonostante la sua giovinezza la Portman convince tutti con le sue capacità attoriali, con una profondità magistrale tale che ci sembra di aver di fronte un'attrice adulta, cosa che pochi attori bambini riescono a fare, e chi lo fa molto spesso resta nella storia. È sicuramente questo il caso della Portman. Da dimostrazione di essere nata per fare questo mestiere e caratterizzata con la giusta pettinatura e avendo a suo vantaggio quel gracile aspetto da ragazzina ancora troppo vicina all'infanzia, riesce a incarnare a meraviglia un ruolo che sembra scritto per lei. Commuove vederla crescere in quella miseria senza conoscere l'affetto e bisogni di cui necessita.
Altrettanto può essere detto per i due protagonisti maschili, anche se di gran lunga ho preferito Reno a Oldman, forse per il ruolo. Molto enigmatico e sofferto il suo eroe rapido e letale che finisce per morire a fine film ma non senza portarsi dietro l'ultima soddisfazione e vendetta della sua vita. Solo non ho capito la natura del suo affetto verso la ragazzina che ovviamente non poteva avere 18 anni come gli aveva detto.
Una bella storia d'azione e di corruzione, bei sentimenti e meno felici realtà, molto vere appunto. Piacevole da vedere ma potrebbe scappare qualche lacrima grazie alla ragazzina che oggi è quello che è. Bravissima! Due ore di film che meritano il nostro tempo.

VOTO: 8

venerdì 4 maggio 2012

"Amore e altri luoghi impossibili"

Quando si dice che l'apparenza inganna... Mi è successo poco tempo fa con un film che si chiama Amore e altri luoghi impossibili, o meglio The other woman. Anche questa volta gli italiani pensano bene di rovinare un film cambiandogli titolo. Cosa aveva che non andava "L'altra donna". Se è stato scelto avrà un senso, e il titolo fa molto per un film. Ma che lo dico a fare?
E' una storia davvero commovente che racconta gli stati d'animo di una giovane donna sposata con un uomo divorziato e con un figlio che perde la sua primogenita a pochi giorni dalla sua nascita. La Portman, protagonista della storia, è stata bravissima a rendere reale i sentimenti di questa madre a cui la morte ha strappato via la figlioletta neonata. Nei pianti, nelle espressioni del volto oltre che nelle parole, è stata formidabile per renderci vicini al suo dolore. E' un film bello anche perchè dietro al dolore di questa madre vi è qualcosa che dal primo momento non si può capire, ma che poi si chiarisce alla fine. Questo per dire che un film può raccontare una storia semplice e comune, ma perchè questa diventi originale basta avere un po' di fantasia narrativa. Pare facile a dirsi, ma mi rendo conto che solo i bravi sanno rendere meravigliosa una storia che altrimenti raccontata a parole sarebbe tra le più comuni. 

VOTO: 9

mercoledì 21 marzo 2012

"Quel pazzo venerdì" con link film

Facile la recensione di un film come Quel pazzo venerdì. Sarà per questo che i film impegnativi che vedo sono in numero minore alle commedie?
Oltre questo interrogativo "professionale", andiamo al dunque.
Questo è un film che chissà quante volte tutti abbiamo visto da piccoli e non in tv, sempre trasmesso su Italia 1 essendo un film Disney. Siccome avevo voglia di vederlo per bene, allora mi son messa di proposito. Scelta giusta direi, avrei potuto fare di meglio  ma non c'è male, per questa volta non posso lamentarmi.
Devo dire che non so per quale ricordo di quale film visto molti anni fa, la mia vista e psiche habbo un rapporto conflittuale con l'attrice protagonista, madre dell'adolescente. L'avrò vista in qualche film che sicuramente non doveva essere una commedia e mi è rimasta impressa in maniera traumatica. Adesso mi fa paura vederla, ma con questo film ho un po' superato. Eppure voglio trovarlo quel film lì...
Per tutto il film, dopo lo scambio di persona delle due, ho avuto una confusione non indifferente legata al fatto che mi veniva difficile vedere la figlia nella madre e viceversa. Sono pazza? Non credo, penso che concentrarsi e vedere una per quello che non è, confonde un po' tutti. Ovviamente dopo abituata il film è finito. Strana la sensazione che mi ha lasciato. Continuavo a vedere le cose con la convinzione interiore che non fossero quello che sembravano. C'è da ridere con me.
Parlando seriamente, il rapporto madre-figlia è stato portato un po' per le lunghe, drammatizzato. Io come figlia non sono così, ma pensandoci ci saranno stronzette come quella lì. Io mi metto troppo nei panni delle madri. Ma mi ha strappato un sorriso completo vederle in pace, per sempre?

QUI la prima parte, da lì le altre 9 ;)

VOTO: 8

Un mostruoso "Lochness"

Ricordo quando da piccola mio padre mi parlava del mostro di Loch Ness e come mi affascinava questa vicenda come tutte quelle che hanno a che fare con la storia e i misteri, potevo condividere a pieno con lui questa passione trasmessa, e lo faccio ancora quando possibile. Ma non mi sono mai documentata su questi presunti avvistamenti di un mostro in Scozia, mai fino ad oggi. Santa Wikipedia.
Ho visto che la mia amica, mia abituale fornitrice di dvd, ne possedeva uno chiamato proprio Lochness e così me lo sono presa in prestito. L'ho già visto questa sera, e sono arrivata alla conclusione che non so scegliere film meritevoli di essere visti. Scelta sbagliata perchè il film non mi è piaciuto molto. Mi sembra che badi più alla storia d'amore introdotta per forzatura e poco inerente o in linea con la storia. Non si risolve alcun mistero e il racconto scorre in maniera imprecisa e con dei buchi che in diversi punti del film mi facevano chiedere: ma se lo ricordano che stanno facendo un film su un presunto mostro a Loch Ness? Ripetuta sensazione che a momenti se lo scordassero, e con un clap clap volentieri li avrei fatti tornare tra noi. Fantascienza per le scene finali che rivelano le sembianze del mostro spacciato per buono. Surreale la decisione finale dello studioso, a dire del compare suo "uno scienziato molto umano". Uno scienziato cretino è uno che dopo una scoperta così se la lascia sfuggire per una mezza discussione con una donna conosciuta da nemmeno un mese, solo per amore! Piedi in terra! Ma mi faccia il piacere! Ma poi, con questo film il regista che ha concluso? Io non ci ho capito niente, non ho visto lo scopo. E' un film che si pone un fine che non riesce a raggiungere, si perde per strada, o nel lago, o non so. Ma magari ci arrivasse al lago! I personaggi passano più tempo dentro a parlare che fuori a esplorare! Troppe parole! Poche teorie, mi manca assai una parte scientifica! Impegnarsi un po' di più no? Ok che si sa poco su questa vicenda, ma caspita, la fantasia! Perchè siete artisti se no???

VOTO: 3

sabato 17 marzo 2012

"Il bambino con il pigiama a righe" con link film

Ricordo quando questo film è uscito al cinema e l'eco che avuto in tutto il mondo tra le persone che l'avevano visto. Sono andata al cinema diverse volte nel periodo in cui era in programmazione ma non l'ho degnato di uno sguardo. Solitamente non vado al cinema per piangere. non l'ho visto nemmeno le volte che l'hanno dato in tv in occasione della giornata della memoria per la shoah. L'altro giorno invece ho voluto mettere da parte l'angoscia che mi avrebbe provocato la visione di un film come Il bambino con il pigiama a righe, e l'ho visto. E come sempre quando le aspettative sono gonfiate da quello che si sente in giro, mi ha un po' deluso. E' un film sintesi tra i migliori La vita è bella e Io non ho paura. Mi è sembrato in certi punti banale e prevedibile e ho trovato discutibile in fatto che la famiglia del bambino tedesco "senza pigiama" vivesse in una casa così tanto adiacente al campo di sterminio. Praticamente avevano gli ebrei in casa! Questa cosa mi è sembrata assurda.
Poi ovviamente, se voglio mettere la critica da parte e parlare col cuore devo dire che mi ha commossa alla fine, come ogni film che tratta questi temi, credo sia normale lasciarsi toccare. Comunque sicuramente ho trovato originale il punto di vista alternativo che si pone dalla parte dei "cattivi" e non dei buoni, delle vittime. Non voglio chiamare cattivo il bambino, ma tra i due era il più felice e non lo sapeva.

Anche questo lo potete trovare su YouTube QUI.


VOTO: 7

martedì 28 febbraio 2012

"Memorie di una geisha"

Posso dire ormai di aver visto tutti i film di Rob Marshall, sono 4 e tutti hanno avuto un incredibile successo. I titoli sicuramente vi suggeriranno qualcosa: Chicago, I pirati dei caraibi - oltre i confini del mare, Nine e... Memorie di una geisha.
Un film che mi ha parecchio ricordato Mulan, anche se questa storia è tristemente diversa dal cartone animato. Parla di due bambine che vengono vendute a un uomo da loro padre, e poi separate per prendere strade diverse. Una diventa una prostituta, l'altra una geisha. Apparte la commozione dell'abbandono delle due bambine che mi ha messo non indifferente tristezza, il mestiere della geisha mi ha lasciata perplessa. Ci tenevano a non farsi considerare delle prostitute, ma erano delle escort. La differenza sta nella clientela, ma lo scopo era comunque lo stesso. Erano "artiste" perchè sapevano cantare, ballare, fare acrobazie. E con ciò? Facevano cose che tutti possono fare se allenati da piccoli, ma non mi pare che nessuna di loro avesse dei doni o virtù particolari da poterle considerare speciali, se non l'educazione alla quale venivano per lunghi anni sottoposte. Quindi non le reputerei delle artiste, ma solo delle prostitute di qualità, dove la qualità non è propria e innata in loro ma è il frutto di un processo che le ha così plasmate e cambiate.
Comunque non avevo mai visto nulla di simile, quindi la storia mi è piaciuta molto, mi ha toccata e la ritengo ben costruita, coerente e organizzata.

VOTO: 8

lunedì 27 febbraio 2012

La scelta sbagliata de "L'uomo bicentenario"

L'intramontabile L'uomo bicentenario su cui credo che milioni di persone abbiano scritto da quando è uscito e con la sua affascinante innocenza ha conquistato un pubblico di tutte le età. Visto mille volte, la storia credo sia conosciuta da tutti, ed'è chiaro a chiunque che a volte l'uomo si chiama così ma non è degno di essere chiamato umano perchè di umano spesso non ha proprio niente. Quando si dice "nemmeno gli animali lo farebbero" credo sia una frase errata, perchè ci sono cose che loro nemmeno si sognerebbero di fare, mentre noi lontani dall'istinto che abbiamo scordato non so dove, sì. Inutile dire che razionalmente è da rinnegare, perchè lo scopo di questo film non è quello di riflettere ma di divertire e commuovere con una storia alternativa che fa anche ridere per la sua innocenza. Lontani dalla realtà forse pure noi diventiamo sensibili quanto lo era quel caro robot Uno, che ha lottato per essere riconosciuto uomo senza sapere che era meglio che restava non umano, perchè somigliarci forse non è poi così conveniente.

VOTO: 8

Quel "Man on fire" che meritava di essere migliore

Quanti film parlano delle vendette? A me vengono in mente solo Il conte di Montecristo e V per vendetta, ma credo che ce ne siano molti altri. Ne ho visto uno a cui credo di dover dare torto. Non credo che la vendetta sia la cosa migliore, ma cerco di capire chi spera di ottenere qualche ricompensa per un torto ricevuto facendola pagare a chi l'ha fatto. Sono però sicura anche del fatto che una volta passata la soddisfazione che dura poco, la rabbia e il dolore continuano a permanere e non si conclude niente. Personalissimo parere, forse di una che non ha ricevuto un torto talmente grande da meditare la vendetta.
Man on fire è un uomo che non ha più niente, e a cui cade tra le braccia una bambina da proteggere. Lei diventa tutto per lui e nel momento in cui non è capace di proteggerla, lui che fa questo di mestiere, viene assalito dal senso di colpa e fa di tutto per vendicarla, arrivando anche a morire. Spero di non aver anticipato niente, o si? A me non è piaciuto molto perchè mi è sembrata una storia instabile, i motivi erano sicuramente giusti ma per come sono stati mostrati secondo me non avevano molta logica, oltre al fatto che è stato tutto molto prevedibile.
Conta molto il contesto, il momento e l'umore di quando guardi un film. Chissà che in altre circostante non lo avessi valutato positivamente, ma per adesso credo che non sia un film meritevole. Colpa del fatto che sia stato poco approfondito e trattato superficialmente, forse.

VOTO: 5

sabato 21 gennaio 2012

"The tree of life" detto anche "Brad Pitt fa film strani"

Mio padre mi ha detto "Brad Pitt fa film strani". Ci sono rimasta male, credevo intendesse che facesse film da "cinema alternativo". E poi perchè mi stavo preparando a vedere The tree of life. Che effettivamente, tanto normale non è. Ma attenzione, io per normale non intendo non bello, intendo diverso, come non intendo che chi non è normale è malato. Si tratta indubbiamente di un film peculiare. Dialoghi quasi assenti e pensieri che si dissolvono nella mente dello spettatore in sovrapposizione alle scene di estrema qualità visiva. Questo film è un piacere per la vista, credo di non aver mai visto delle immagini così belle al cinema, e in questo Malik mi ha positivamente stupita visto che non lo conoscevo. Un lavoro di regia, ma anche di fotografia, magistrale. Sembra di stare al museo a guardare delle opere d'arte. Che grande cosa il cinema!
La storia in se può risultare comune ma quelli stacchi col passato che riportano alla vita da adulto del protagonista sono dosate al punto giusto e tutto sembra molto da contenuto onirico. Questo film racchiude l'infanzia di una persona come questa resta nell'inconscio dell'adulto e riaffiora qualora richiamata all'appello. Grazie a Malik per averci fatto sognare ad occhi piantati sullo schermo. Sicuramente questo film non lo scorderò mai per quello che ho visto, e ci sta una frase... "Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare!"
Ora capisco perchè ha vinto a Cannes 2011, la giuria ha premiato un grande visionario con una fantasia spietata. Il bello di quest'arte è il far sembrare tutto facile, ma una cosa così non si crea da se!

PS: Brad Pitt fa film strani.

VOTO: 9

sabato 16 luglio 2011

"Secretos del corazon"

Torno dopo quindici giorni di pausa studio (ovvero pausa per studiare e non pausa dallo studio) con un film spagnolo e scommetto di non sorprendervi poi tanto. Anche con la causante dello studio non mi è stato impedito di intrattenermi con film di diverso tipo, e l'ultimo che ho finito da poco di vedere è un film candidato all'oscar, firmato Montxo Armendáriz, del quale aspetto il prossimo film "No tengas miedo" con la bravissima Belen Rueda. 
Anche questo film, pressapoco sconosciuto in Italia, mi è stato consigliato dalla mia consigliera spagnola amante di cinema quanto me, e non senza tenerlo in lista un bel po', l'ho finalmente scaricato. 


Non so perchè ma non mi ha entusiasmato più di quanto mi aspettassi, mi è sembrata una storia come tante altre e non penso che abbia dei meriti in più rispetto ad altri film. Ce ne sono sicuramente di migliori, e per essere un film per bambini, gli spagnoli non si sono mai tolti il vizio di metterci dentro scene che sicuramente avrebbero portato mio padre a cambiare canale se mi avesse sorpreso a vedere Secretos del corazon. Ed'è forse per questo che non l'ho apprezzato particolarmente, perchè è forse di quei film che puoi gustare meglio quando sei piccola, quando ti interessa vedere a cosa e dove porta la fantasia di un bambino che vuole scovare i segreti di sua madre e del suo defunto padre. E' la Spagna anni 60, tutto qui, e d'altra parte non può farmi che piacere constatare che anche lì, come qui da noi, era tutto uguale.


VOTO: 6

mercoledì 1 giugno 2011

"Remember me"

Vi commento un film che ho appena finito di vedere, fresco fresco. O caldo come il pc che mi ha surriscaldato le gambe e mi fa sembrare di stare 40 gradi all'ombra l'ultimo giorno del mese di maggio. Si capisce che sono contenta che sia arrivata l'estate, no?

"Remember me". Me ne hanno parlato tutti molto bene. Ricordo l'anno scorso il trailer al cinema. Pensavo: "Lo vedrò", ma il mio accompagnante non sembrava tanto convinto. Di certo non è per lui che non l'ho visto. Ma faceva parte dela mia lunga lista, quindi prima o poi sarebbe arrivato il suo turno, e invece di allungare il brodo con film incontrati per caso nelle mie gite notturne sui siti di streaming, ho preso la drammatica decisione di farmelo fuori subito, senza pensarci troppo (già!). Drammatica, appunto, come il film. Molto ma molto drammatico. La storia di due ragazzi con un episodio che li ha segnati nell'infanzia, un dolore di quelli che se hai fortuna lo superi altrimenti ti rovina la vita. E se non lo fa, ti segna a vita. Due lutti estremamente dolorosi e due strade diverse che per puro caso, o volendo anche per vendetta, si incontrano e ne fanno una sola. Di contorno due padri dei peggiori, uno decisamente poliziotto e un altro troppo assente e che pensa solo al lavoro. Una figlia piccola che quasi sconosce suo padre. Questa è la cosa che più mi ha toccata del film. Vedere come un padre può essere lui stesso la causa dell'infelicità della propria figlia quando giusto da lui dovrebbe partire la più assoluta protezione verso chi ama. Ma non tutti amiamo allo stesso modo, è chiaro. In certi casi, per fortuna rari, la presenza dell'amore si fa desiderare. E' completamente assente. Non credo sia questo il caso, solo che per una bambina di sei anni l'amore si deve manifestare per quello che è, poco interessa se tuo padre ha un modo diverso per manifestarti affetto. I bambini sono diretti, e così vogliono che tu sia con loro.
Un meraviglioso Pierce Brosnan di cui sono pazzamente innamorata, inutile negarlo. Anche con 58 anni sulle spalle rimane un uomo affascinantissimo. Mentre Robert Pattinson non mi è piaciuto moltissimo, fa sempre le solite facce stile Twilight. Solo che lì ci stanno, ma non può fare ovunque il vampiro dentro i vestiti di un 21enne newyorkese! La ragazza che gli fa il filo nel film mi è piaciuta, ma non l'avevo mai vista prima d'ora, credo.
Ma sono convinta più di ogni altra cosa che ciò che attribuisce maggior drammaticità al film è il dramma finale, il dramma nel dramma: l'attentato delle Torri Gemelle dell'11 settembre del 2001. Non avevo mai visto fin ora un film che citasse l'evento, eppure ce ne saranno sicuramente degli altri. Certamente non era un finale che mi aspettavo, è molto triste. Il film ha guadagnato molto aggiungendo questa disgrazia finale. Il che suona malissimo, ma è, ahimè, l'amara verità. Siamo italiani, ci piace piangere con delle belle storie che finiscono male. Più si piange, più i film sono belli. Che essere contraddittorio l'uomo, vero?

VOTO: 6