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mercoledì 18 aprile 2012

"The artist"

Recuperare il passato è bellissimo se ha l'effetto che ha avuto in chi ha visto The artist. Con Hugo Cabret abbiamo visto che quest'anno il cinema americano e non, ha celebrato se stesso, il suo passato e la sua grandezza. E le sue origini in una rivisitazione presente è quello che si vede in questo film in bianco e nero e muto di produzione francese. Non sono riuscita a trovare qualcosa di negativo in questo film, è divertente, impegnato, ben curato, interpretazioni magnifiche di Jean Dujardin e Berenice Bejo, e trama davvero carina. E' stato bello tornare nel passato e riproporre il linguaggio con cui il cinema è nato, e con cui poi si è trasformato con l'avvento del sonoro a cui questo film dedica la parte finale, anche se ovviamente celebra interamente il muto.
Un merito particolare merita il cagnolino del film divenuto tanto famoso anche per altri film fatti, e fa una tenerezza! Dujardin invece ha un fascino unico e lo estende a tutto il film, perchè fare un film senza parlare è molto ma molto difficile, le parole coprono le imperfezioni, mentre parlare con il volto e coi movimenti fa degli attori di questo film dei veri professionisti! Altra cosa che mi ha positivamente meravigliata è che nonostante ci fosse di mezzo una storia d'amore come sfondo, non mi è sembrata affatto scontata, anzi non vedevo l'ora che arrivasse il suo momento! Chi non l'ha visto si affretti, comincia a trovarsi in giro...

VOTO: 10

martedì 28 febbraio 2012

"Buenas noches España" film sperimentale ai margini

Non ho mai visto cinema alternativo e sperimentale, e sono rimasta sbalordita dalla novità di un non film come Buenas noches España. Di Raya Martin, il film concorre al Festival Margen che si dedica alle pellicole al margine del cinema spagnolo cosiddetto "normale". Nonostante la sua particolare abnormità mi è piaciuto perchè mi ha tanto ricordato un sogno, con i suoi contenuti confusi, ripetitivi, non univici e che lasciano perplessi. Costituito di più episodi ha davvero le sembianze di un viaggio onirico nei sentimenti dei personaggi e nella storia passata. E' muto e accompagnato non sembre dalla musica. Potrebbe sembrare noioso e lo è per certi versi, soprattutto perchè la qualità non è nella norma, sembra ripreso con una macchinetta da quattro soldi e poi peggiorato (per renderlo migliore) al computer, visto che le immagini non sono chiare e i colori sembrano invertiti o dipinti a mano, tanto che ciò che si vede non sempre appare chiaro. Ma non credo che esistano altri modi di renderlo più simile ad un sogno, e ci è riuscito perchè me l'ha ricordato. Chiunque credo possa fare una cosa come questa, ecco perchè si trova al margine del commerciabile, perchè è all'altezza di chiunque.
Il titolo non mi è ancora del tutto chiaro, e ancora meno lo è il perchè un'attrice come Pilar Lopez de Ayala che ha lavorato coi migliori registi spagnoli e non, abbia accettato di partecipare a questo progetto così sperimentale. Suppongo che ci avrà creduto, o altrimenti le è sembrata una cosa originale e diversa che rompe lo schema tradizionale della narrazione.

VOTO: 6 (voto ai margini)