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sabato 1 febbraio 2014

"I segreti di Osage Country" o anche "com'è liberatorio togliersi le catene"

Non scrivo su questo blog da aprile, ma di film da allora ad oggi ne ho visti tantissimi. Mi sono fermata perché mi è sembrato inutile scrivere cose che possiamo scrivere tutti e che probabilmente non leggerà nessuno, ma non si scrive sempre e solo per essere letti. E siccome mi va di farlo, vi parlo di un film che ho visto ieri al cinema e di cui ho pensato che avrei voluto parlarne. Non so come mai, ma ho capito che era quello giusto per tornare a scrivere una recensione.


Si tratta de I segreti di Osage Country di John Wells, con un cast d'eccezione tra cui Meryl Streep, Julia Roberts, Ewan McGregor e Sam Shepard. E' un film tratto da un libro e da una pièce teatrale, è definito una commedia a dimostrazione del fatto che anche dietro le commedie si può celare una motivazione più profonda di quella che qualche battuta simpatica ci mostra. Una famiglia distrutta, dei rapporti ormai completamente innaturali, tre generazioni con difficoltà a rapportarsi tra loro e quindi una negatività destinata a ripetersi da madre a figlia, da figlia a nipote. E' stato abbastanza triste assistere con i protagonisti a dei pranzi così indifferenti, dove ognuno teneva per sé quello che lo affliggeva, i propri drammi come fossero segreti da non rivelare ad estranei, quando di fronte a loro ognuno aveva nient'altro che sangue del proprio sangue. Di conseguenza tutti si allontanavano da quello che era stato il loro nido, il loro ambiente primario. Sarà che io do troppa importanza a questo tema, ma è impossibile non rimanere suggestionati da un film come questo, un film molto loquace non solo perché "da conversazione", ma soprattutto perché tra le righe di una sceneggiatura con i dialoghi curati nel dettaglio, emerge il ritratto di come la vita familiare a volte possa risultare talmente pesante da vivere, che una lite finale può far sentire una sana e lenitiva liberazione.
Nell'essere loquace è così anche molto eloquente, tutti i segreti sembrano poi non essere stati così tanto segreti per nessuno della famiglia e tutto quello che resta è che ognuno raccoglie quello che ha seminato.
Anche questo è brutto da dire, ma il nostro primo ambiente è la famiglia, tutto quello che vediamo lo vediamo per la prima volta in quel contesto, è naturale che ciò ci segni, che come un imprinting tutto, nella nostra vita personale diventi una catena di colpe di cui non abbiamo tutta la responsabilità. Non potrebbe essere in altro modo, perché senza rendersene conto chi ci educa commette degli umani errori e vede solo sé stesso. Per quanto questo sia alle volte irrimediabile, resta il fatto che per andare avanti bisogna passare su certi errori fatti da chi ci ama, con una forza di volontà che ci sembrerà inspiegabile, e si fa perché anche noi prima o poi saremo vittime dello stesso peccato. Tanto vale imparare qualcosa dagli altri. Forse gli errori dei nostri genitori sono l'insegnamento più utile che ci hanno dato.

VOTO: 7

lunedì 21 maggio 2012

"Tutti dicono i love you" di e con W. Allen

Tutti dicono I love you. Di nuovo Allen non mi ha affascinato al massimo. Carina l'idea delle canzoni e dei balli, a mo' di musical e nel suo stile usa attori famosissimi, e se stesso, per uan storia carina e da intrattenimento. Brava la Roberts in un ruolo che le calza a pennello. Affascinante come personaggio, come pure lo è quello di Allen. Mentre la ragazzina che racconta la storia non mi piace. Forte Tim Roth e la sua fiamma. La bravura di Allen d'altronde sta in questo, non nelle storie quanto nelle situazioni. Allen è un regista da situazioni.

VOTO: 6

mercoledì 28 dicembre 2011

Nottingh Hill... per chi non smette di sognare.

Non allarmatevi, non tutti i miei post riguardano film appena visti. Lo dico perchè sicuramente avevo già visto prima di qualche giorno fa Notting Hill. Anni fa, quindi non valeva, e l'ho rivisto. E' uno dei film preferitoi di una mia grande amica, quindi ho deciso di affogare i miei pensieri in una storia d'amore di quelle surreali che si vedono solo nei film. Non mi si dica che non credo alle favole d'amore, sono un po' romantica, non so in quale angolo del mio cuore, e anche io da donna mi ammorbidisco di fronte a una storia così. Ma questa è davvero surreale! Come dicono i protagonisti in due diverse occasioni. Lei grande star, e lo è davvero Julia Roberts! Bellissima che più bella non si può. E lui è Hugh Grant, che a me come uomo non piace, ma come attore... boh, non so decidermi. Mi sembra una storia molto principesca, è la  favola moderna di Audrey Hepburn e Cary Grant in Vacanze romane, e i protagonisti hanno pure lo stesso cognome! Giuro che questo passaggio non l'avevo programmato, ho appena scoperto l'omonomia e ne sono estasiata! Il personaggio di lui è sicuramente imbranato e chiunque ci si rivedrebbe, ma lei doveva davvero essere disperata! O umile, dipende dai punti di vista. Lui a volte sembra anonimo, ma probabilmente mi da questa sensazione perchè messo al fianco di una come lei, sia l'attrice che il personaggio, non può che passare in secondo piano. Insomma, sono indecisa, il mio giudizio è sicuramente positivo, è una favola che affascina moltissimo! La rivedi mille volte senza stancarti! Vogliamo parlare della comicità del momento "Cavalli e segugi"?

VOTO: 8