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lunedì 21 maggio 2012

"Y tu mama tambien" cosa?

Ogni volta che termino di vedere un film spagnolo penso che non finirò mai di imparare dalla loro schiettezza in immagini. Y tu mama tambien ne è la prova, anche se il film in questione non è spagnolo ma sudamericano. Con Gael Garcia Bernal, attore messicano che non mi piace affatto nè come uomo nè come attore, anzi mi sta pure un po' antipatico. Visto per la prima volta in un film di Almodovar e in seguito in altri film altrettanto famosi.
La storia è quella di due ragazzini che si credono uomoni e che danno continuamente prova della loro immaturità, perfino quando si mescolano con una donna adulta anche se molto giovane e finiscono per andarci a letto entrambi, isolatamente e non.
Il film in se stesso non trasmette molto, non ha un fine se non quello di farci rendere conto di come sono immaturi i ragazzini di 18 anni mentre le ragazzine di 18 sono in un altro mondo. E non mi sbaglio. E per il resto? Cosa vuol dire la precisione nei dettagli che non ci permettono di farci gli affari nostri e ci introducono nelle vicende più intime dei personaggi? Scopo non ne hanno, anche se non si rimane indifferenti alla spudoratezza mai.
Il voto aumenta se guardiamo la questione da un altro punto di vista, quello della protagonista che altro non è se non Maribel Verdù!

VOTO: 5

"El sur" di Victor Erice

Un'altra storia di padre e figlia, vista senza sapere di cosa si trattasse. Ho cercato i titoli dei film spagnoli più famosi di sempre, e ne ho scaricato qualcuno. Molti sono vecchissimi, questo di cui vi parlerò oggi è dell'1983, per la regia di Victor Erice, con un attore italiano che non conoscevo, Omero Antonutti.
Si chiama El sur racconta di una famiglia il cui padre è innamorato di un'altra donna e la figlia, che quasi lo venerava, lo scopre intorno ai 10 anni. Quando cresce, a 15 anni, viene interpretata dalla brava Iciar Bollain, più conosciuta come regista che come attrice. Ha ben interpretato un sentimento comune quasi a tutti le figlie femmine, quasi innamorate del loro papà di un amore speciale che improvvisamente, dopo una forte delusione, svanisce velocissimo. Dalla gelosia della ragazzina all'amore sincero e spassionato del padre per l'altra donna attrice, dal sentimento di delusione mescolato a quello di rifiuto, dalle riflessioni in silenzio di una ragazzina che da grande ci racconta la sua storia che è uguale a mille altre, e che non dice a parole niente di quello che possa sembrare un aforismo, eppure con le sue lacrime e il suo fissare il vuoto di quel sud che non dimenticherà mai, ci fa capire quanto sia importante nella vita di una donna l'amore di suo padre e che quando questo si svela per quello che è realmente, passato l'amore quello infantile, è difficile ma conveniente vederlo per quello che è, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Scommetto vedendo le scene finali, che a Estrella sia costato questo passaggio, e la sorte non l'ha aiutata perchè le ha tolto troppo presto la possibilità di guarire da quell'amore. Il padre muore e lei, volente o nolente, è costretta a compiere un passo che le darà la vita.


VOTO: 8

giovedì 19 aprile 2012

"Lo sceicco bianco"

Un film ben definito e lineare dall'inizio alla fine, è questo Lo sceicco bianco di Fellini. E' il primo film che il regista riminese gira da solo, nel primo infatti lui e Lattuada si dividevano la regia.
E' molto divertente e ha una storia strutturata benissimo, coerente e che fa entrare nel contesto in cui si trova una giovane coppia siciliana, dove lei va alla ricerca del suo eroe da fotoromanzi e lui la cerca disperatamente per tutta Roma, dove sono in vacanza, per presentarla ai parenti.
Fantastico il personaggio di Sordi, lo sceicco che sembra uscire direttamente dai fotoromanzi, così frivolo e superficiale, allegro e sempre affascinante. Fanno invece tenerezza i due coniugi, che sembrano l'immagine del sud catapultato nel nord. E Leopoldo Trieste è davvero un grande attore, perfetto nel ruolo.

VOTO: 8

"I vitelloni" di Fellini

Sto imparando poco a poco a conoscere Federico Fellini, partendo dai film più vecchi per arrivare ai più "recenti". Uno di questi, il suo secondo film, è I vitelloni. Una trama così ricca e ben intrecciata, divertente, è l'origine della vera, vecchia e sana commedia italiana.
Ho letto da qualche parte che questo è uno dei film preferiti dal famoso Quentin Tarantino, e ha i suoi motivi. Fa davvero piacere sapere che molti dei nostri vecchi registi che hanno fatto storia sono punti di riferimento, spunto e ispirazione per i registi e geni di oggi.
Alberto Sordi, Riccardo Fellini (fratello del regista), Leopoldo Trieste, Franco Fabrizi, tutti dei grandi. Ma il cast è molto più ricco. Mi ha ricordato Amici miei per le amicizie, non per il genere. Qui non c'è tempo per fare scherzi, è ambientato in un epoca in cui avevano ben altro per la testa per pensare a divertirsi come facevano i grandi comici di "Amici miei".
Ho odiato comunque molto il personaggio di seduttore di Fabrizi. Traditore più che altro, senza rispetto, egoista e quel che segue. Pentito poi, per fortuna, ma non so quanto e se crederci.

VOTO: 8

mercoledì 18 aprile 2012

"Io ballo da sola"

Sto scoprendo un regista italiano considerato tra i migliori, non della generazione Fellini e De Sica, ma di una successiva. Bernardo Bertolucci. Il suo primo film che ho visto si chiama Io ballo da sola ed'è un film molto bello. Particolare, lineare, con l'atmosfera perfetto e integrato a pieno nel contesto e nella natura che fa da sfondo alle avventure del personaggi. Stupendo perchè non sappiamo mai chi sono i personaggi che spuntano come funghi poco a poco, in un'enorme proprietà che non si sa di chi sia, che sembra un albergo e dove tutti sono quasi ossessionati dall'arrivo di una ragazzina alla quale danno molta importanza. Lei, quella che balla da sola perchè non ha trovato fin ora nessuno da amare, lei che è al centro delle attenzioni di tutti, e per l'età che ha non se ne dispiace. E' tutto molto tranquillo, forse fin troppo, mi ha dato una sensazione di calma apparente, mi è sembrata la vera vita quella mostrata da Bertolucci in questo film, vera vita perchè ognuno ha i suoi problemi ma non si drammatizza per far venire fuori un film drammatico, non si piange ma si osserva cosa succede come se stesse succedendo a persone a noi vicine. Meno probabile che accada è il manifestarsi di quella libertà che mostrano i protagonisti del film anche nello spogliarsi e fare il bagno tutti insieme nudi, o ritrarre un nudo, o nel parlare di certe cose liberamente con una ragazza di 19 anni. Un gruppo di americani che cerca e trova la pace in questo pezzo di Toscana e che si chiude in quegli enormi spazi offerti dalla natura come se lì dentro avesse tutto il necessario per vivere. Ma in ognuno di loro, tutti benestanti, si avvista una sensazione di insoddisfazione, manca qualcosa eppure nessuno di loro vive male questa mancanza, o per lo meno non lo da a vedere. Mi è sembrato fantastico poter mostrare la vita in questi termini, l'ho visto il giorno di Pasqua e mi è sembrato davvero una sorpresa, una rivelazione di questi personaggi che escono da questo enorme uovo-scatola creato da un facoltoso regista qual è Bertolucci. La cosa che è più evidente vedendo il film è la libertà che tutti hanno nella vita. Questo è davvero un grande sogno cinematografico! Film super consigliato1

VOTO: 9

martedì 28 febbraio 2012

"Memorie di una geisha"

Posso dire ormai di aver visto tutti i film di Rob Marshall, sono 4 e tutti hanno avuto un incredibile successo. I titoli sicuramente vi suggeriranno qualcosa: Chicago, I pirati dei caraibi - oltre i confini del mare, Nine e... Memorie di una geisha.
Un film che mi ha parecchio ricordato Mulan, anche se questa storia è tristemente diversa dal cartone animato. Parla di due bambine che vengono vendute a un uomo da loro padre, e poi separate per prendere strade diverse. Una diventa una prostituta, l'altra una geisha. Apparte la commozione dell'abbandono delle due bambine che mi ha messo non indifferente tristezza, il mestiere della geisha mi ha lasciata perplessa. Ci tenevano a non farsi considerare delle prostitute, ma erano delle escort. La differenza sta nella clientela, ma lo scopo era comunque lo stesso. Erano "artiste" perchè sapevano cantare, ballare, fare acrobazie. E con ciò? Facevano cose che tutti possono fare se allenati da piccoli, ma non mi pare che nessuna di loro avesse dei doni o virtù particolari da poterle considerare speciali, se non l'educazione alla quale venivano per lunghi anni sottoposte. Quindi non le reputerei delle artiste, ma solo delle prostitute di qualità, dove la qualità non è propria e innata in loro ma è il frutto di un processo che le ha così plasmate e cambiate.
Comunque non avevo mai visto nulla di simile, quindi la storia mi è piaciuta molto, mi ha toccata e la ritengo ben costruita, coerente e organizzata.

VOTO: 8

lunedì 27 febbraio 2012

Il femminismo alternativo di "Las 13 rosas"

Vedere le donne combattere in guerra, in modo diverso dagli uomini e chissà perchè sempre uscendone da sconfitte, sortisce comunque un certo effetto. Las 13 rosas non è di certo da meno.
Un gruppo di donne comuniste viene preso di mira e rinchiuso in carcere, è difficile sfuggire alla morte e non ci riusciranno. Per tutto il tempo, con la cieca speranza di essere risparmiate, cercano di andare avanti, e alcune di loro sono realmente innocenti. Tanto meno potevano essere considerate colpevoli quelle che avevano un'idea diversa da quella vigente e che non dava alternative ma anzi le reprimeva. Ovviamente la debolezza dell'essere donne è andata a loro sfavore, ma fa rabbia sapere che è tutto terribilmente vero e che non sia stato fatto niente per evitarlo.
Un film commovente che fino alla fine non ci risparmia le lacrime con il suo meraviglioso messaggio finale mandato da una madre a suo figlio, esortandolo a non dimenticare. Parole importanti, e non credo che quel figlio abbia dimenticato tanto facilmente che i suoi genotori furono uccisi dal regime franchista del periodo. Inutile era difendersi, le cose erano come volevano i potenti e non c'era modo di replicare, come sempre in ogni dittatura.
La disperazione delle storie di queste donne non può essere dimenticata facilmente nemmeno da noi che le vediamo da lontano. Il maschilismo (soprattutto del personaggio di Adriano Giannini) c'è e in questo film anche se velato emerge. Oggi la donna è diversa ma ancora molto lontana, grazie al cielo e grazie al progresso però molte cose sono state distrutte. Questa è la storia di un gruppo di vere donne.

VOTO: 8

domenica 15 gennaio 2012

"Solo quiero caminar", film d'azione made in Spain

Dallo stesso regista di Sin noticias de Dios (Senza notizie di Dio), il film Solo quiero caminar (Voglio solo camminare) vanta anch'esso un cast di livello. Victoria Abril, Ariadna Gil, Pilar Lopez de Ayala, Elena Anaya. Nomi che chi conosce il cinema spagnolo, apprezza. Un film di quelli che anche se non è nel mio stile mi è piaciuto molto. Si tratta di un film d'azione all'americana, ma dove si riconosce quel tocco che solo gli spagnoli in Europa in questo periodo sanno dare. In attesa che il cinema italiano si svegli dal lungo letargo decennale.
Una banda di ragazze progetta una rapina ad una "società" criminale composta da tutti uomini. E' come una lotta tra i due sessi. Ma qualcosa va male e una delle quattro ragazze viene catturata per poi fatta uscire di nuovo dal carcere grazie all'aiuto delle amiche che fanno di tutto e di più pur di liberarla. Una volta fuori ha inizio il processo per rimettere in sesto il gruppo, meno una che a causa di un brutto incidente è rimasta in coma. L'impresa riesce bene per le ragazze, ma come quasi in tutti i film non è solo la parte nemica ad aver subito delle sconfitte. Anche le ragazze perdono pià di qualcosa, e dal finale traspare un po' di malinconia. Valeva davvero la pena che tutto ciò succedesse? Non so se i personaggi hanno meditato sulla loro criminalità, ma sicuramente da entrambe le parti, amiche e nemiche, ognuno in cuor suo ha dato l'impressione di soffrire ogni sua azione e ogni male gratuito offerto. Con questo film confermo l'ammirazione per la new entry nella mia cerchia di attrici preferite: Pilar Lopez de Ayala (Giovanna la pazza, Lope...), madrilena 34enne, doppiamente discendente da Cristofolo Colombo e nata il mio stesso giorno e mese dell'anno. Doppiamente brava!

VOTO: 7

giovedì 5 gennaio 2012

"Il canto delle spose"

Un film scaricato (avete letto bene) non so bene per quale motivo. Spesso mi ritrovo con film su dvx che non so nemmeno come ci sono finiti. 
Tra questi Il canto delle spose, film di Karin Albou, arabo con ambintazione ovviamente musulmana. La vicenda è di un paio di decenni orsono, ma potrebbe benissimo essere una storia del 2012, visto che le cose in quei luoghi non sono molto cambiate se parliamo di libertà e parità dei sessi. 
Un film che visto con gli occhi di una ragazza della mia età residente in un paese europeo civile, lascia parecchio turbata. Non mi tocca, ma potrebbe essendo me donna. E' brutto vedere certe cose e sapere che sono vere. Ingiustizie disumane, violenze e maschilismi fatti passare per naturali. Brutto, davvero troppo brutto. E non lo consiglio, perchè non mi ha convinto del tutto. Per chi come me si arrabbia a pensare a queste cose come cose vere. Io mi rifiuto!

VOTO: 5

"Il seme della discordia" quanta fantasia!

Un film che mi ha lasciato a lungo perplessa dopo averlo visto è Il seme della discordia, con Alessandro Gassman e Caterina Murino. Una donna rimane incinta e non si riesce a capire di chi, visto che il marito è sterile. Il tutto viene abilmente intrecciato con delle strani visioni che sembrano provenire dal seme venduto dal marito che si occupa di piante. Sarà anche una storia stupida, ma il modo in cui viene esposta è sicuramente molto originale. Quando dico che mi ha lasciata perplessa, lo dico perchè non mi aspettavo una cosa del genere! Fatto bene, con un buon escamotage e bravi attori, non mi ha deluso. E' un film strano, o diverso, quindi mi piace. Molta fantasia per le immagini, ma non fatevi ingannare. Anche se ci vogliono fuorviare, in realtà la spiegazione all'enigma è più facile del previsto.
Guardatelo, senza pregiudizi. Doppiamo cacciare via da noi stessi l'abitudine a un cinema italiano uguale a se stesso ogni volta.

VOTO: 7

mercoledì 28 settembre 2011

"Belle epoque"

Troppe brave attrici nello stesso film hanno il risultato he mi perdo la trama del film e guardo i dettagli. E' il caso di Belle epoque, dove recitano insieme delle giovanissime Penelope Cruz e Maribel Verdù, tra le altre.
Una storia che ha dell'incredibile anche se tengo in conto che è spagnola. Un uomo riesce a portarsi a letto le quattro figlie di un suo vecchio amico nella stessa casa dell'uomo. Ma siamo scemi? No, appunto, è un film spagnolo. La cosa più sorprendente... ma quanto cavolo era piccola Penelope? Sembra passata una vita e invece... santa chirurgia!
In poche parole, sarà pure un film da intrattenimento e non mi è dispiaciuto, ma non è niente di che, è un film senza pretese. Siamo realisti, dai! Sarà pur sempre la Spagna, ma era Spagna degli anni 30!
Ah, mi piace la locandina.

VOTO: 6

giovedì 16 giugno 2011

"Un affare di donne"

C'è una questione sulla quale si discute molto e che raccoglie pareri molto differenti. Io ci penso ma non troppo, perchè la parte cattolica di me dice che è omicidio, mentre la parte realistica dice che è omicidio ma che purtroppo esiste anche questo. L'aborto è una di quelle cose che non mi sento di giudicare perchè è una scelta così personale e estrema che può capire solo chi si trova di fronte a una situazione così. Penso che il nostro SI o NO all'aborto non fa testo, conta solo quello che decidiamo di fare quando compare la lineetta blu su quell'aggeggio lì.
A questo proposito Une affaire de femme (Un affare di donne) fa parecchio riflettere, sulle altre cose anche su una scelta come questa. Una donna, interpretata al solito magnificamente da Isabelle Huppert, si improvvisa capace di far abortire un'amica, così si sparge la voce e intraprende cquesta carriera, diventando ricca. Tra le altre cose affitta stanze a donne di cattiva reputazione e mette le corna al marito. Va tutto bene fin quando non ne muore una, e così finisce in carcere e poi condannata alla ghigliottina. Il film è impostato davvero bene, non per niente è diretto da Claude Chabrol, uno dei grandi esponenti della Nouvelle Vague francese, di cui la Huppert è musa e vincitrice della Coppa Volpi a Venezia per questo stesso film. La cosa che da ai nervi in questa storia è che donne sposate e con molti figli erano costrette ad abortire perchè non potevano mantenerli, ovviamente perchè i mariti volevano fare sempre e solo quello. Che storia, povere noi. Per fortuna i tempi sono cambiati e la donna non è costretta a fare solo la madre.

VOTO: 8

mercoledì 15 giugno 2011

"Kika un corpo in prestito"

1993. Quando un film si fa telenovela ecco Kika. Una storia in cui avviene di tutto, ma gli eventi sono così incredibili e surreali che ci sembra di vedere una telenovela. Almodovar è molto bravo a farci ridere mettendoci di fronte a storie incredibili, e Kika è una di queste. Memorabile l'episodio dello stupro da parte di un pornodivo evaso dal carcere, non ho smesso di ridere perchè la situazione era davvero ridicola. Probabilmente resa ancora più divertente da Veronica Forqué che ha un modo di atteggiarsi davvero simpatico, così come la poco elegante Rossy de Palma. Attori che sono di per se dei personaggi. Mentre Victoria Abril mi piace un po'm neno, ma è una questione di pelle. Comunque Kika intrattiene ma soprattutto diverte.

VOTO: 7

"Donne sull'orlo di una crisi di nervi"

Donne, du du du, in cerca di guai... E' proprio vero, siamo piene fino al collo di guai, molti ce li cerchaimo, tanti altri vengono da se per il solo fatto che siamo donne. Abbiamo mille e mille difetti, e questo è un gran peggio, perchè ci facciamo amare proprio perchè imperfette. Va tutto bene fin quando non diventiamo... Donne sull'orlo di una crisi di nervi (Mujeres al borde de un ataque de nervios). Lo sa bene Almodovar che è un grande ammiratore dell'universo femminile, l'unico forse ad aver risposto alla famosa domanda di Freud "Cosa vogliono le donne?". Da donna vi dico che le donne vogliono tutto quello che non hanno, qualcuna più fortunata vuole quello che ha, ma è un caso rarissimo. Ma Donne sull'orlo di una crisi di nervi è qualcosa in più di una semplice analisi del woman universe, anche perchè Almodovar è sempre molto attento a disegnare per i suoi film protagoniste femminili strepitose. Questo film non è da meno, ma è uno dei suoi film più famosi e premiati tanto che a Brodway è già un musical. Le donne e le loro mille avventure di ogni tipo, le donne alle prese con gli uomini e con la sofferenza di essere mollate. Le donne e tutto ciò che le riguarda emerge in questo film in maniera come sempre comica e quasi surreale, portando le protagoniste appunto sull'orlo di una crisi di nervi. Sono diverse le storie che si intrecciano ma per un fortuito caso del destino si ritrovano tutte nella stessa casa. Si raggiunge in quel momento il massimo della situazione comica. Bravissima Carmen Maura ma anche il timidissimo Antonio Banderas e Rossy de Palma, emblema della stilizzazione dei personaggi di Almodovar. Assolutamente consigliatissimo per ogni gusto, non potrà deludervi.

VOTO: 8

mercoledì 8 giugno 2011

"Niente di grave, suo marito è incinto."

La solita storiella che si crede originale raccontando la già vista storia di una coppia che aspetta un bambino ma in cui è il padre ad aspettarlo concretamente. Poi se viene da Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve sorprende ancor più...
In realtà il mio giudizio non è poi così severo perchè questo film è stato girato sicuramente prima di ogni classica storiella di uomini incinti, è infatti del 1973 e unisce una brillante coppia del cinema di quegli anni in una commedia divertente e da intrattenimento che giustifica il bizzarro accaduto con "qualche pollo di troppo". Non ho sbagliato a scrivere, voglio dire proprio qualche pollo di troppo. Infatti la governante della coppia preparava pollo tutte le sere per cena e gli ormoni del povero Marco (Mastroianni) avrebbero così reagito a questa insopportabile abitudine provocando questo cambiamento nel suo organismo e anticipando quello che di lì a poco si sarebbe ripetuto più spesso. Insomma Marco sarebbe stato il primo caso di allarme del cambiamento del mondo e degli esseri umani dovuto alla modernità. "Le cose cambiano" a quanto pare, anche se ad un certo punto si scopre che quella pancia da 7° mese era proprio grasso! Ma proprio quando abbiamo tirato un respiro di sollievo per il finale salvataggio della reputazione del film, Marco partorisce! Ahi, ahi, ahi. E dopo di lui, l'intera società francese!

VOTO: 6

domenica 5 giugno 2011

"Agora"

Chi ha detto che l'uomo è il sesso forte? A chiunque verrebbero dei dubbi dopo aver visto Agora. Lungometraggio del regista spagnolo Alejandro Amenabar, il film narra la storia della bella e intelligente regina Ipazia, una donna di raro coraggio per il periodo in cui ha vissuto e che alla fede cieca ha preferito la scienza. Scelta che non le ha reso di certo vita facile e che l'ha portata alla condanna a morte.
Nel ruolo di Ipazia la bravissima Rachel Weisz che interpreta appunto una matematica che si ribella contro ogni tipo di fondamentalismo e ogni regola prestabilita che non prenda in considerazione l'uomo e la sua libertà. A detta dello stesso regista, Ipazia incarnerebbe la figura di Gesù al femminile, cioè quella di donna perseguitata per quello che diceva e pensava. Per questo stesso motivo il film non sarebbe una critica verso la religione ma verso i suoi estremismi. Sinceramente mi viene difficile credere alle parole del regista vista la sua omosessualità, anzi sono quasi del tutto convinta che in fondo ci sia una critica alla religione ma che per motivi di censura abbia unicamente fatto derivare l'origine del film a motivi contrari al fondamentalismo. Il che è sicuramente vero e non lo metto in dubbio. Purtroppo gli errori commessi dalle religioni sono molti, e la Chiesa sicuramente li colleziona tutti, e questo è uno di quegli errori non commessi solo dalla Chiesa ma soprattutto dai bigotti del periodo che non aspettavano altro per poter giudicare e sentenziare la vita degli altri. Mettere a morte una donna di tale grandezza per motivi al quanto discutibili...
           
                                                 Chi non ha peccato scagli la prima pietra.

VOTO: 8

domenica 15 maggio 2011

"Acosada"

Nel settembre scorso, dopo aver tanto desiderato di poter vederlo, grazie ad una mia amica napoletana sono finalmente entrata in possesso di un dvx più unico che raro! Soprattutto perchè non è un film conosciuto in Italia, lo è a mala pena in Spagna dove è stato prodotto.
Ma cosa mi ha potuto spingere a voler vedere un film quasi sconosciuto al mondo? Niente se non l'attore protagonista. Storia troppo lunga e "de cotilleos", mi limiterò a parlare del film in se stesso.
Basato su fatti reali, il suo titolo è Acosada, che vuol dire "perseguitata". Si tratta quindi di un film a tema stolking, una realtà molto dura e che impressiona qualunque donna.
Lei (Cristina Plazas) è la giovane ragazza madre di un bambino, e trova lavoro presso (la mia memoria potrebbe ingannarmi) un affascinante impresario edile (Juan Gea), che in un primo momento si dimostra un galantuomo, gentile, protettivo e super attento, per poi cambiare poco alla volta. Quando lei capisce che qualcosa non va nel verso giusto in questa loro storia, si allontana dall'uomo ma è ormai troppo tardi. Lui ha totalmente in pugno la situazione, gestisce un crudele gioco di ripicche, ricatti e terrore nei contronti di quella vittima che dice di amare. E' un tipo di possessione che non lascia indifferente nessuno, soprattutto le donne, ancora un volta sesso debole e vittime. Lei si ritrova totalmente confusa dall'atteggiamento di quel compagno che credeva di conoscere e che si dimostra essere tutto il contrario di quello che era quando l'aveva conosciuto, così non sa più se potersi fidare o meno, visto che le sue sono parole d'amore ma i fatti sono davvero terrificanti. La pazzia è alle porte. Dev'essere realmente brutto non riuscire più a capire qual'è la verità e non sapere se fidarsi e lasciarsi andare o se farla finita una volta per tutte. Inizialmente lei, come chiunque altra, non ha la forza di ribbellarsi perchè non vuole convincersi di quello che sta succedendo attorno a lei e spera sempre in un cambiamento che purtroppo non arriverà mai. Così, messa alle stretta da comportamenti ed episodi da brivido, riesce a porre fine al suo incubo mettendo in salvo non solo la sua vita ma anche quella delle persone care, e quindi del suo bambino.
Anche se è un film che non arriva nemmeno alla mediocrità a livello di fotografia, regia, ma soprattutto scenografia (sembra lo scenario di una recita delle elementari) gli attori protagonisti se la cavano abbastanza bene, e ricordiamo che non dev'essere facile il ruolo dello stolker perchè rischi di incasinarti la vita per un ruolo. Eppure Juan Gea mi è piaciuto molto, una voce fantastica e assolutamente dedita al teatro. Cos'altro si può fare se non l'attore con quella meraviglia di voce?
Come già detto, il film nel complesso non è niente di che, la qualità è scadente, sembra un film da discount, però il tema è trattato bene, cosa che più conta trattandosi di cose così delicate e da prendere con le pinze.
Terrificante dove può arrivare la follia umana, e tristemente infelice come storia. Vorrei proprio sapere cosa passa per la testa dell'uomo quando compie questi gesti maschilisti. Se sono meccanismi quasi inconsapevoli e automatici dovuti al carattere o alla mentalità, o se c'è una certa logica chissà forse di vendetta per qualcosa che si è ricevuto, scontandosela con innocenti. Una sola certezza: nell'infanzia la chiave di tutto.

VOTO 6