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domenica 30 settembre 2012

"The iron lady"

La signora del cinema americano, la più grande attrice di ieri e di oggi. Meryl Streep. Non è necessario aggiungere altro, gli aggettivi quando sono quelli giusti diventano banali.
The iron lady conferma il suo ruolo, lo rafforza facendole vincere un Oscar, il terzo, e ci fa assistere all'ennesima consacrazione di un'attrice che con la sua versatilità ha interpretato una tale varietà di ruoli da mettere a disagio qualunque regista voglia proporgliene uno nuovo! Questo lo dico io, ma chissà che non sia vero!
Ho visto The iron lady dopo tanti mesi di attesa che è stata sicuramente ben ricompensata perchè nonostante sapessi che la Streep fosse la protagonista del film, una volta vista nei panni dell'ex premier britannico Margaret Tatcher, ho stentato a riconoscerla! Se non altro, e scusatemi se è poco, il film ha vinto anche l'Oscar al miglior trucco, e si può ben capire il perchè! Caratterizzata al massimo e con una postura studiata a tavolino per il ruolo per cui è stata invecchiata di una decina di anni, la Streep ci fa piangere e ridere allo stesso tempo. O sorridere per la forza di una donna che nel suo ambiente, non con poche difficoltà, è stata la prima.
L'unica cosa che ho da dire, che non è una nota positiva ma nemmeno molto negativa, è che la scena iniziale del film non la aspettavo così. Pensavo a un tutto più plateale, invece è un film intimista. Nel suo essere pubblico e noto, è uno scenario del tutto privato. E commuove, eccome se commuove!

VOTO: 8

"Divorzio all'italiana"

Sono davvero orgogliosa di vedere sullo schermo un film di successo che deve in gran parte la sua riuscita al dialetto impiegato. Il siciliano ha reso celebri un sacco di film dagli anni sessanta ad adesso, e uno dei film che amo di più di quell'epoca lontana è Divorzio all'italiana. La regia è di Pietro Germi, il film è del 1961 e tra gli attori del cast vediamo Marcello Matroianni, Stefania Sandrelli e Lando Buzzanca.
Un matrimonio finito o mai iniziato, forse fallito in partenza, spinge Mastroianni a tramare l'omicidio della moglie invadente e asfissiante per poter convolare in seconde nozze con la cugina (la Sandrelli).
Il famoso detto "donna baffuta sempre piaciuta" mi ritornava in mente mentre guardavo il film alla vista delle "femmine" siciliane di ogni età che non conoscevano ancora le potenzialità di togliersi i baffi e le sopracciglia. Quanto siamo cambiati. grazie al cielo!
Il siciliano di Mastroianni mi fa avere la certezza che per chiunque è facile imitare i dialetti, e sicuramente le sue espressioni e i suoi tic accompagnati da quella meravigliosa cadenza (che è la mia) rendono il tutto più comico di quanto non lo sia già. Questa è la vera commedia italiana! Naturale, vera.

VOTO: 10

Ecco qui il FILM diviso in più parti!

venerdì 28 settembre 2012

'Red lights" dal regista di Buried (Rodrigo Cortes)

Dicono di noi italiani che abbiamo poco sentimento patriottico, ma la maggior parte dei nostri film vede sul grande schermo una gran maggioranza di attori italiani, lo stesso non si può dire del vicino (solo geograficamente) cinema spagnolo che avendo ormai raggiunto un certo prestigio fuori i suoi confini, punta in alto con film in grande stile americano e attori del calibro di Robert de Niro o Sigourney Weaver. Proprio questi due sono i protagonisti, insieme a Cillian Murphy, del film spagnolo girato tra Barcelona e gli USA che uscirà in Italia a novembre. Il regista, Rodrigo Cortes, ha firmato solo tre lungometraggi, tra cui quello che nel 2010, alla sua uscita, fu definito un cult: Buried - sepolto. La fama non gli manca.

Brevemente, la storia è quella di un sensitivo che torna dopo 20 anni di fermo attività e trova ancora lì pronta a combatterlo la dottoressa specializzata a smascherare le truffe. Lei è la Weaver e non ha mai trovato nella sua lunga carriera un caso che portasse a credere che davvero esistono dei fenomeni paranormali. Non è questo un film di fantascienza, è un thriller, sta alla nostra cultura e credenza voler crederci o no.
Effetti acuti e inquadrature semplici che rendono bene l'idea della forza che scatena de Niro nei panni di un veterano sensitivo e guaritore. Lo svolgimento, che a un certo punto potrebbe farci andare in tilt, si conclude con un finale che personalmente non mi aspettavo, molto semplice ma d'impatto, e che sicuramente si ritaglia un posticino nel nostro cuore fino a poter arrivare a commuoverci. Ogni comportamento è ben motivato e le coincidenze non mancano, tutto è costruito linearmente per far si che il messaggio recepito abbia la risonanza scelta per lui da Cortes.

Uomini con poteri fuori dal normale, o doni. Crederci? A discrezione di chi guarda il giudizio, certo è che de Niro cieco e con i suoi sotterfugi inquieta un pochetto.

VOTO: 7

lunedì 21 maggio 2012

"Match point"

Che la risata fosse una delle medicine più potenti si sapeva, ma Match Point ce lo vuole dimostrale ad alta voce. Storia biografica di un grande medico che cura i suoi pazienti parlandoci. Non fa le veci di uno psichiatra. Rompe le distanze tra medico e paziente e lo fa come se avesse a che fare con dei bambini. Fa uscire fuori il bambino che si nasconde dentro ogni adulto, strappa un sorriso a tutti, anche alla sua amata inzialmente restia e spaventata dalla sua attitudine. Peccato che finisca male. Meno male finisce la legittimazione del suo impegno e lavoro, il riconoscimento dei suoi meriti di uomo e poi di medico. Tutti i medici dovrebbero prima imparare a trattarci come loro pari e poi andare alla teoria.
Storia ben strutturata, nessuna falla, anzi fila liscio come l'olio. Bravissimo come sempre in una parte troppo simile a lui, Robin Williams.

VOTO: 9

"Bel ami" delusione

Delusa da Bel ami, ebbene si. Mi ha troppo ricordato Le relazioni pericolose di cui vuole essere una brutta copia. Cambia ben poco, credo. Il protagonista seduttore senza scrupoli che scambia volontariamente l'ambizione e il successo per l'amore, crede che tutto si possa comprare e si vende per la sua scalata verso la nobiltà e la bella vita di Parigi. Cast composto da Robert Pattinson che al di fuori della saga di Twilight non mi convince, e da Christina Ricci, Uma Thurman e Kristin Scott Thomas. Un cast sprecato direi, storia banale e senza una morale. Non che ogni storia debba avere una morale esplicita. Volendo trovarla questo film ci presenta un eroe negativo, un modello di uomo e di persona sbagliato. Anche questa potrebbe essere una morale. Ma secondo me viene fatto nel modo sbagliato. Succedono troppe cose in troppo poco tempo, cose anche di una certa importanza. C'è poco approfondimento, i personaggi non hanno caratterizzazione psicologica e non ci vengono spiegate le loro motivazioni. E poi Pattinson non mi è piaciuto molto, ce l'hanno messo solo per la sua bellezza? Ce ne sono molti altri belli ma bravi più di lui. La solita espressione da frustrato. Oddio. Ovviamente le grandi protagoniste femminili sono state davvero grandi. Chi si è lasciata sedurre di più e chi meno, sono state tutte brave per quel che gli è stato possibile.

VOTO: 4

"Tutti dicono i love you" di e con W. Allen

Tutti dicono I love you. Di nuovo Allen non mi ha affascinato al massimo. Carina l'idea delle canzoni e dei balli, a mo' di musical e nel suo stile usa attori famosissimi, e se stesso, per uan storia carina e da intrattenimento. Brava la Roberts in un ruolo che le calza a pennello. Affascinante come personaggio, come pure lo è quello di Allen. Mentre la ragazzina che racconta la storia non mi piace. Forte Tim Roth e la sua fiamma. La bravura di Allen d'altronde sta in questo, non nelle storie quanto nelle situazioni. Allen è un regista da situazioni.

VOTO: 6

"La scuola" di D. Luchetti con Silvio Orlando

Fa parte di un filone scolastico del cinema italiano molto in voga negli anni novanta. La scuola, un film di Daniele Luchetti con Silvio Orlando e tantissimi volti noti del nostro cinema e della nostra televisione, racconta di una classe e soprattutto dei suoi professori, tra rivalità e relazioni ambigue e mai chiarite. Non è un tema nuovo insomma, eppure mi è piaciuto più di altri. Non è scontato ma devo riconoscere che è un po' lungo. A momenti scorre troppo lentamente e con monotonia, però le vicende del consiglio di classe a fine anno scolastico e il crollo della scuola, chiaramente metaforico, mi ha affascinata. E' un film che ha un suo perchè, che è poi quello che cerco. La motivazione forte può far aumentare il livello di un film a tema molto usato.
E poi è un film dedicato "a chi non è mai stato il primo della classe", e sicuramente tutti in qualcosa non lo siamo stati.

VOTO: 6

"Obaba" di Montxo Armendariz

Affascinata dal suo ultimo film, No tengas miedo, ho deciso di vedere Obaba. Ma era già successo un'altra volta che Montxo Armendariz, regista spagnolo, mi deludeva. Con Secretos del corazon. Modestissimo gusto, chiaro. Il film Obaba ci fa raccontare tramite la telecamera di una ragazza estranea al paesino Obaba, le vicende che hanno determinato la vita e le scelte degli allievi di una piccola classe del posto, con una maestra che altra non è se non Pilar Lopez de Ayala. E' per lei che ho visto il film, oltre che per Armendariz. Non è che sia rimasta esattamente delusa, ma mi sono persa qualcosa. Questa solita sensazione  che a volte mi accompagna e non so a chi dare la colpa.
Belli i flashback che formano l'intero film, e le vicende della maestra che soffre di solitudine. Intensa interpretazione. Ma non capisco il ruolo della ragazza che racconta. Mi è sembrato inutile. Forse sono troppo severa con questo film, ma davvero non sono riuscita a capirlo!

VOTO: 6

"La mia vita a Garden State"

E' bello sapere di un attore che si scrive e si dirige il film della sua vita, non per forza nel senso di progetto importante e vitale, ma anche nel senso che ci mette qualcosa di autobiografico. E se la storia funziona e ha un senso, e se tutto sembra funzionale a mandare un messaggio e fila liscio come l'olio, meglio. La mia vita a Garden State può essere un chiaro esempio. Di e con Zach Braff, il film ha come protagonista lui stesso, un attore a cui vengono affidati ruoli piccoli e da ritardato mentale. Non dalla nascita ma per colpa del padre psichiatra che credendolo violento da piccolo, pensa di placarlo rimbecillendolo. Per fortuna arriva presto nella sua vita Natalie Portman, una leggera ragazza che lo fa uscire dal suo stato di lungo letargo, lo sveglia e gli fa vedere come va vissuta questa vita di lutti e dolori. E noi cresciamo con lui, lo vediamo curato da qualcosa che è migliore di qualsiasi percorso di terapia psicologica, l'amore. Bel messaggio.

PS: Perchè sto solito vizio di deformare i titoli dei film stranieri a nostro piacimento?
VOTO: 7

venerdì 18 maggio 2012

"DARK SHADOWS"

Una settimana fa, usciva nelle sale cinematografiche il nuovo film di Tim Burton, Dark Shadows con il solito immancabile protagonista Johnny Depp, Eva Green, Michelle Pfeiffer e Helena Bonham Carter. Ho visto diversi film di Burton e tutti sono molto curiosi e estrosi come il loro autore, vedi i suoi capelli. La storia, come si può immaginare, è quella di un nobile inglese che viene vampirizzato dalla sua cameriera ossessionata da lui che non contenta di averne ucciso i genitori fa lo stesso con la futura sposa sapendo di non poterlo mai avere. Dopo "un trip durato due secoli" (frase comica del film) Barnabas Collins viene liberato dall'incantesimo della strega innamorata e si reintroduce nella moderna famiglia Collins. Ma Angelique, la strega appunto, non lo perde di vista e le sue intenzioni anche a distanza di secoli rimangono le stesse.
Molte persone sono rimaste deluse da questo film perchè la storia di base che è quella del vampiro, è molto comune. Ma ci sono casi in cui bisogna andare al di là della trama in sè stessa e riconoscere la grande originalità di un film che fa ridere con le sue strepitose battute e che come molti film di Burton ricrea un clima gotico perfetto con molta cura per i dettagli, soprattutto nella cura per l'aspetto dei personaggi. Finemente caratterizzati, i suoi protagonisti sembrano dipinti a mano e a questo contribuisce l'interpretazione magistrale che ne danno i suoi attori. Le musiche, l'atmosfera, le scenografie e soprattutto il trucco e l'abbigliamento non deludono chi è andato al cinema aspettandosi di venire catapultato nel fantastico mondo di Tim Burton. Come non citare almeno le musiche fantastiche, allegre e moderne che creano un effetto stupendo in contrasto con l'ambiente gotico ricostruito?
Oltre l'interpretazione di Depp voglio mettere in evidenza quella della Green che rende perfettamente la parte della pazza innamorata fino alla sua estenuante fine. Indimenticabile la sua performance da manichino rotto.
Un film che rivedrei assolutamente e che credo possa piacere anche ai non appassionati, perchè in fondo tutti siamo affascinati oltre che dal mistero, dai mondi sconosciuti.

VOTO: 9 

mercoledì 16 maggio 2012

"Léon"

I bravi attori si riconoscono subito, soprattutto se si tratta di attori prodigio che gia' a 13 anni fanno i protagonisti di grandi film, come è il caso di Natalie Portman nel film del 1994 "Léon", scritto e diretto da Luc Besson e con attori quali Jean Reno e Gary Oldman.
La storia è quella di un sicario solo e con un passato difficile che si ritrova a dividere la vita nelle sventure con la piccola ma determinata, forte e coraggiosa ragazzina a cui è stata sterminata la famiglia. All'insegna della vendetta e dell'odio l'uomo le insegna i trucchi del mestiere, facendola diventare una baby sicario ancora troppo verde che non tarda a mettersi nei guai. Innamorata di lui o meglio del ruolo che gli da, cerca si farsi amare, cosa che lui finisce non so quanto teneramente per fare.
Nonostante la sua giovinezza la Portman convince tutti con le sue capacità attoriali, con una profondità magistrale tale che ci sembra di aver di fronte un'attrice adulta, cosa che pochi attori bambini riescono a fare, e chi lo fa molto spesso resta nella storia. È sicuramente questo il caso della Portman. Da dimostrazione di essere nata per fare questo mestiere e caratterizzata con la giusta pettinatura e avendo a suo vantaggio quel gracile aspetto da ragazzina ancora troppo vicina all'infanzia, riesce a incarnare a meraviglia un ruolo che sembra scritto per lei. Commuove vederla crescere in quella miseria senza conoscere l'affetto e bisogni di cui necessita.
Altrettanto può essere detto per i due protagonisti maschili, anche se di gran lunga ho preferito Reno a Oldman, forse per il ruolo. Molto enigmatico e sofferto il suo eroe rapido e letale che finisce per morire a fine film ma non senza portarsi dietro l'ultima soddisfazione e vendetta della sua vita. Solo non ho capito la natura del suo affetto verso la ragazzina che ovviamente non poteva avere 18 anni come gli aveva detto.
Una bella storia d'azione e di corruzione, bei sentimenti e meno felici realtà, molto vere appunto. Piacevole da vedere ma potrebbe scappare qualche lacrima grazie alla ragazzina che oggi è quello che è. Bravissima! Due ore di film che meritano il nostro tempo.

VOTO: 8

venerdì 4 maggio 2012

"Amore e altri luoghi impossibili"

Quando si dice che l'apparenza inganna... Mi è successo poco tempo fa con un film che si chiama Amore e altri luoghi impossibili, o meglio The other woman. Anche questa volta gli italiani pensano bene di rovinare un film cambiandogli titolo. Cosa aveva che non andava "L'altra donna". Se è stato scelto avrà un senso, e il titolo fa molto per un film. Ma che lo dico a fare?
E' una storia davvero commovente che racconta gli stati d'animo di una giovane donna sposata con un uomo divorziato e con un figlio che perde la sua primogenita a pochi giorni dalla sua nascita. La Portman, protagonista della storia, è stata bravissima a rendere reale i sentimenti di questa madre a cui la morte ha strappato via la figlioletta neonata. Nei pianti, nelle espressioni del volto oltre che nelle parole, è stata formidabile per renderci vicini al suo dolore. E' un film bello anche perchè dietro al dolore di questa madre vi è qualcosa che dal primo momento non si può capire, ma che poi si chiarisce alla fine. Questo per dire che un film può raccontare una storia semplice e comune, ma perchè questa diventi originale basta avere un po' di fantasia narrativa. Pare facile a dirsi, ma mi rendo conto che solo i bravi sanno rendere meravigliosa una storia che altrimenti raccontata a parole sarebbe tra le più comuni. 

VOTO: 9

"Un bacio romantico"

Un bacio romantico, un film che dal titolo sembra quello che non è. Mi aspettavo di trovarmi di fronte a una storia mediamente patetica, e invece è qualcosa di diverso. Con un pizzico di avventura e nomadismo moderno. Con Jude Law, Rachek Weisz e Natalie Portman, e scusate se è poco.
Tra un poliziotto fissato per la moglie dalla quale è divorziato, tra una donna ubriaca che perde l'ex marito, tra una ragazza lasciata dal fidanzato e che fa il giro dell'America per ritrovare la serenità, tra il proprietario di una pasticceria quasi sempre vuota e una giocatrice d'azzardo alla fine non tanto sfortunata.
Storie che si intrecciano, ma non mi ha convinto il modo di amalgamarle.
E qualcuno mi spiega perchè non è stato mantenuto il titolo originale? La cosa migliore, l'interpretazione della Portman.

VOTO: 5

"Delitti e segreti"

Che avvincente storia quella di Franz Kafka in Delitti e segreti. Biografia di un grande autore, tra vicende realmente vissute e spunti presi dalle sue opere. In bianco e nero anche se si tratta di un film recente, fatto in modo tale che sembra davvero un film molto vecchio. Me ne sono resa conto solo vedendo il protagonista, Jeremy Irons com'è adesso, che doveva trattarsi di un film relativamente recente.
Si tratta di un noir con elementi da thriller e da giallo, in cui presente più di ogni altra cosa è la psicologia. Il momento più alto di questa espressione è la scena del cervello "aperto" per essere sezionato che si vede sulla cupola dell'edificio come proiettato, e i personaggi che vi si arrampicano con tutti se stessi, ma scivolano, si trovano in bilico attaccati alla mente, alla parte razionale. E' una grandissima metafora, affascinante perchè evoca una sensazione di precarietà.
Anche la storia è stupenda, in se stessa e per come è raccontata. Molto cupa e sinistra. Esperimenti non autorizzati sugli esseri umani, è una realtà triste e che fa regredire l'uomo a mero corpo.

VOTO: 9

sabato 21 aprile 2012

"To Rome with love"

Venerdì esce al cinema To Rome with love e io venerdì sono al cinema.
Non mi fa impazzire Woody Allen, ci sono suoi film che ritengo davvero belli, altri come il penultimo, Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, che sono insensati. O non li ho capiti.
To Rome with love secondo il mio parere merita di essere visto meglio di altre cose che ci sono per ora al cinema, e nel complesso mi è piaciuto e lo rivedrei subito molto volentieri.
Ma nemmeno questo film come l'altro che ho sovracitato arriva a una fine che abbia un senso compiuto. Alcuni episodi terminano meglio di altri.

L'episodio in cui recita lo stesso Woody Allen è uno tra i migliori. L'abbiamo visto in diverse interviste ultimamente è appare così appassito e inattivo che ci si chiede come possa aver recitato anche nell'ultimo film. Sembrerebbe che stia per morire da un momento all'altro, e invece davanti a una telecamera accesa prende vita e ci racconta una bella storia. L'elemento migliore dell'episodio è ovviamente il grande tenore Fabio Armiliato che canta sotto la doccia perchè ci riesce solo lì. Una messa in scena nei teatri davvero peculiare, e quello che ha fatto più ridere in sala.

L'episodio di Alec Baldwin con Jesse Eisenberg mi è sembrato il più noioso. L'attrice che fa innamorare il protagonista di "The social network" non mi piace molto, la scelta poteva essere più azzecata. Poteva andare l'onnipresente Baldwin nel suo ruolo, però non mi è sembrato niente di straordinario. Cosa ci avrà voluto dire Allen con questa storia? Oltre al fatto che fa bene cedere ai tradimenti, ovviamente...

L'episodio di Penelope Cruz tutto italiano, intrecciato a quello di Alessandra Mastonardi e compagnia bella mi è piaciuto, peccato che sia interamente preso da "Lo sceicco bianco" di Fellini di "qualche anno fa" con Alberto Sordi. E l'ho anche recensito da poco, è l'ultimo film prima di questo post. Che coincidenze! Ovviamente ci sono delle cose cambiate, per esempio il doppio tradimento della Mastronardi inizialmente con Antonio Albanese e poi con Riccardo Scamarcio, e quello di suo marito con Penelope Cruz. Fantastiche le zie shockate dalla provocante escort (Cruz) fatta spacciare per la moglie Milly (Mastronardi). Mi ha davvero molto ricordato il film di Fellini perchè il soggetto è lo stesso, con alcuni cambiamenti.
Brava Penelope che recita in italiano, così è più credibile, e bravo anche Alessandro Tiberi, il finto marito.

L'episodio di Benigni è quello più sensato di tutti, quello che manda un messaggio chiarissimo sul famoso quarto d'ora di notorierà. La moralità nei film di Allen non esiste, infatti nessun personaggio si domanda se sia giusto o meno quello che sta facendo, si vive d'istinti come gli animali. Niente rimorsi, al massimo solo rimpianti. L'interpretazione di Benigni è perfetta e ottima come al solito, ma io sono di parte perchè lo adoro letteralmente, anche se credo che chiunque difficilmente darebbe un parere contrario. Lo stesso Allen si è complimentato tantissimo con il suo doppio italiano, così dicono. Per certi versi è vero, anche se Benigni è più brillante nella sua modestia e umiltà.

Piccola riflessione: il film in se stesso non è un successo e non è premiabile, lo stesso film con attori diversi e sconosciuti anche se bravi non avrebbe avuto il successo che probabilemtne avrà "To Rome with love", ma siccome è girato in Italia e ci sono attori molto ma molto bravi, Benigni per primo che torna sul grande schermo dopo un'assenza di sette anni che a me personalmente pesa tantissimo, allora per questo motivo è piacevole da vedere. Il merito maggiore credo sia degli attori, non della storia anche se devo riconoscere che ci sono momenti davvero piacevoli. Credo che Allen si sia dato un po' alla superficialità, forse vive dei successi già ottenuti e dalla fama da genio che nei decenni scorsi si è guadagnato con merito. Adesso gira ogni anno qualcosa come due film, e incassa anche se le storie che scrive io stessa le avrei scritte meglio. Questa è la dura verità purtroppo, poteva accostare questa realtà a quella di un Leopoldo Pisaniello (Benigni) famoso per essere famoso. 

Il film PURTROPPO mi è piaciuto perchè è girato in Italia, mi dispiace dirlo e so che come motivo non basta, ma quasiasi cosa girata a Roma (anche una ripresa amatoriale) ha il suo fascino. Ancora una volta Allen si prende meriti che non sono esattamente i suoi.


VOTO: 8

giovedì 19 aprile 2012

"Il mio grosso grasso matrimonio greco"

Famosissimo e visto più volte, mandato in tv spesso, eppure non sono mai riuscita a vederlo per intero, non so perchè. Il mio grosso grasso matrimonio greco, scritto dalla stessa attrice protagonista, è una commedia divertente di qualche anno fa che racconta la storia di una ragazza ormai grande per prendere marito, secondo i canoni di una tradizionale famiglia greca, religiosa e simile alle famiglie siciliane che conosco bene, dove i valori sono il prima del tutto.
Fa davvero ridere, anche solo per l'aspetto che sono riusciti a far assumere alla povera ragazza impacciata. Mi è piaciuto il fatto che è brutta prima della trasformazione e che dopo non diventa una miss, ma una normale ragazza formosa, piacevole nel carattere e nella presenza. Fortissime le gags che vedono i genitori del fidanzato messi in trappola in una famiglia lontana dalla sua, soprattutto nella scena in cui hanno forzatamente bevuto talmente tanto da non vederci più bene.
Nel film più di un'ombra di maschilismo tipico delle famiglie patriarcali che non ho potuto fare a meno di notare. Mi fa sorridere che esista ancora gente così retrograda che sostiene o anche solo pensa che le donne abbiano un ruolo ben definito che non è quello che spetta agli uomini.

VOTO: 8 

"Io sono leggenda"

Premettendo che non mi piacciono i film di fantascienza e che si discostano troppo dalla realtà, faccio eccezione con pochi. Io sono leggenda non fa accezione, ma rispetto a quello che vedo in giro nei trailer, credo che meriti più di altri. E' capace di immergerci in un'atmosfera nostalgica come quella di un uomo che si ritrova ad essere l'ultimo abitante della terra insieme al suo cane, un bellissimo pastore tedesco. Eppure quest'uomo non è solo e non è speciale, perchè senza saperlo altri sono sopravvissuti a un terribile virus che una dottoressa ha diffuso con la speranza di redimere il cancro. Non ha avuto l'effetto desiderato, e tutti sono morti o sono diventati dei morti viventi. Mostri, più che uomini sembrano gli abitanti di Pandora di Avatar.
Ho provato pena e tenerezza in diversi punti, soprattutto nella scena della morte del cane. In certi punti mi sono spaventata, più per la sorpresa inaspettata di vedere apparire questi ibrido umani, perchè di per se il film è un thriller drammatico e d'avventura, più che un horror! Anzi è proprio lontano dall'horror.
Smith è un attore molto capace, e ha una certa predisposizione per i film drammatici, mi fa piangere solo a vederlo!!! Anche nell'azione non è niente male.
Del film mi è piaciuto il fatto che ci sono poche parole, e molti fatti. Nel senso che si capisce solo dopo un po' cosa sta succedendo. Ovviamente mai come in Sette anime, sempre con Smith.

VOTO: 7

"I vitelloni" di Fellini

Sto imparando poco a poco a conoscere Federico Fellini, partendo dai film più vecchi per arrivare ai più "recenti". Uno di questi, il suo secondo film, è I vitelloni. Una trama così ricca e ben intrecciata, divertente, è l'origine della vera, vecchia e sana commedia italiana.
Ho letto da qualche parte che questo è uno dei film preferiti dal famoso Quentin Tarantino, e ha i suoi motivi. Fa davvero piacere sapere che molti dei nostri vecchi registi che hanno fatto storia sono punti di riferimento, spunto e ispirazione per i registi e geni di oggi.
Alberto Sordi, Riccardo Fellini (fratello del regista), Leopoldo Trieste, Franco Fabrizi, tutti dei grandi. Ma il cast è molto più ricco. Mi ha ricordato Amici miei per le amicizie, non per il genere. Qui non c'è tempo per fare scherzi, è ambientato in un epoca in cui avevano ben altro per la testa per pensare a divertirsi come facevano i grandi comici di "Amici miei".
Ho odiato comunque molto il personaggio di seduttore di Fabrizi. Traditore più che altro, senza rispetto, egoista e quel che segue. Pentito poi, per fortuna, ma non so quanto e se crederci.

VOTO: 8

mercoledì 18 aprile 2012

"Revolver"

A quanto pare l'unico film di successo che sia riuscito a fare Guy Ritche è Sherlock Holmes, mentre il Revolver più famoso è quello della sua ex Madonna, la canzone. Il suo Revolver invece, è un po' meno ambizioso.
Non è un film brutto, non potrei dirlo, però secondo un modesto parere, è troppo confusionario e poco chiaro. Violento, e sinceramente non mi è arrivato molto guardandolo. Forse dovrei rivederlo. Ma non ci penso proprio.

VOTO: 5

"Memento" e impazzite (più link film)

Se volete impazzire letteralmente e avete finito i cruciverba a disposizione, vi consiglio di vedere Memento. Vi assicuro che alla fine vedrete deformato il vostro modo di osservare la realtà. E quando un film riesce a far questo secondo me merita, anche perchè Nolan non è la prima volta che ci sconvolge se non l'esistenza almeno la giornata! Qualcuno ha mai sentito parlare di Inception?
Il film ha la particolarità di essere girato in maniera cronologicamente inversa, ovvero il regista l'ha fatto montare al contrario, per rendere più verosimile la storia ponendoci allo stesso punto di vista del protagonista che ha una malattia che gli fa perdere la memoria e cancella tutto quello che è avvenuto molto tempo prima e anche le cose più recenti. E' un film da perdere la testa! Montato dalla fine per cui l'inizio è la fine e la fine è l'inizio, io l'ho visto montato al contrario, cioè cronologicamente giusto ma non è così che l'ha voluto Nolan. Ok, credo di aver confuso le idee a tutti. Sono rimasta scontenta dopo aver scoperto che non era quella la vera versione originale, quindi meriterebbe di essere visto al contrario anche se non si capirebbe completamente niente! Ma è un modo davvero curioso di fare un film, è geniale, questo regista è all'avanguardia, sperimenta e non si limita a fare film seguendo il linguaggio standard di comprensione! Sfida le regole del cinema e della narrazione, sfida se stesso mettendosi così alla prova e soprattutto sfida lo spettatore dimostrandogli che si fida dell'intelligenza e capacità di cogliere di una generazione ormai abituata ad avere il cinema nel sangue. 

QUI la prima parte del film su Youtube e da lì le altre parti! Buona visione!

VOTO: 10