Visualizzazione post con etichetta Cinema delle origini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cinema delle origini. Mostra tutti i post

mercoledì 18 aprile 2012

"The artist"

Recuperare il passato è bellissimo se ha l'effetto che ha avuto in chi ha visto The artist. Con Hugo Cabret abbiamo visto che quest'anno il cinema americano e non, ha celebrato se stesso, il suo passato e la sua grandezza. E le sue origini in una rivisitazione presente è quello che si vede in questo film in bianco e nero e muto di produzione francese. Non sono riuscita a trovare qualcosa di negativo in questo film, è divertente, impegnato, ben curato, interpretazioni magnifiche di Jean Dujardin e Berenice Bejo, e trama davvero carina. E' stato bello tornare nel passato e riproporre il linguaggio con cui il cinema è nato, e con cui poi si è trasformato con l'avvento del sonoro a cui questo film dedica la parte finale, anche se ovviamente celebra interamente il muto.
Un merito particolare merita il cagnolino del film divenuto tanto famoso anche per altri film fatti, e fa una tenerezza! Dujardin invece ha un fascino unico e lo estende a tutto il film, perchè fare un film senza parlare è molto ma molto difficile, le parole coprono le imperfezioni, mentre parlare con il volto e coi movimenti fa degli attori di questo film dei veri professionisti! Altra cosa che mi ha positivamente meravigliata è che nonostante ci fosse di mezzo una storia d'amore come sfondo, non mi è sembrata affatto scontata, anzi non vedevo l'ora che arrivasse il suo momento! Chi non l'ha visto si affretti, comincia a trovarsi in giro...

VOTO: 10

martedì 14 giugno 2011

"Entr'acte" del 1924

Mai ho pensato di poter finire un giorno guardando film degli anni 20! Forza maggiore, vi ho già detto. Comunque, maggiore o minore che sia, guardare Entr'acte di René Claire, esponente del cinema dadaista, avanguardia francese, è uno spasso. Il film è el 1924 ed'è un pezzo di antiquariato, un documento vero e proprio di cinema delle origini, tra l'altro un dei pochi pervenuti a noi. Molte pellicole di quegli anni sono andate perdute, e molte cineteche che li conservavano sono state distrutte o ancora molte delle pellicole non avevano titolo, quindi è stato ancora più difficile identificarle.
Come ho già detto per La corazzata Potemkin, mi stupisce vedere questo lavoro perchè nonostante appartenga al cinema primitivo è fatto davvero bene se consideriamo lo sforzo e il tempo impiegato dai registi/montatori per renderlo visibile al pubblico. Senza la moviola era davvero un'impresa assemblare le varie inquadrature e si perdeva moltissimo tempo. Ciò contribuisce a farci ammirare ancor di più questo lavoro e ci fa capire che niente è senza sforzo. Se oggi tutti sappiamo maneggiare Movie Maker o AVS editor è solo grazie a questa gente.

VOTO: 7

lunedì 13 giugno 2011

"La corazzata Potemkin"

Immersa nello studio, mi sono ritrovata costretta a vedere alcuni film delle origini, in particolare La corazzata Potemkin del russo Ejsenstein, maggior esponente della scuola di montaggio russo negli anni venti, una corrente d'avanguardia che si oppone al cinema industriale. E' ovviamente un film muto e in bianco e nero, con inserti extradiegetici, cioè descrizioni oltre che immagini.
La vicenda, inventata, racconta la ribellione dei russi alla corazzata Potemkin per la liberazione di Odessa durante la rivoluzione russa. Il film è accompagnato da una musica che intrattiene lo spettatore che non sente le voci dei protagonisti, e che cambia in base all'importanza del momento che racconta, da lenta a movimentata.
E' un film da seguire bene, se ti perdi non capisci più niente essendo che devi leggere le descrizioni.
E' divertente vedere com'è cambiato il modo di recitare nel corso degli anni. Prima era molto caratterizzato e schematizzato, molto più marcato di adesso. E' un importantissimo documentario storico, per fortuna che questa pellicola si sia salvata.

VOTO: 7