lunedì 21 maggio 2012

"El sur" di Victor Erice

Un'altra storia di padre e figlia, vista senza sapere di cosa si trattasse. Ho cercato i titoli dei film spagnoli più famosi di sempre, e ne ho scaricato qualcuno. Molti sono vecchissimi, questo di cui vi parlerò oggi è dell'1983, per la regia di Victor Erice, con un attore italiano che non conoscevo, Omero Antonutti.
Si chiama El sur racconta di una famiglia il cui padre è innamorato di un'altra donna e la figlia, che quasi lo venerava, lo scopre intorno ai 10 anni. Quando cresce, a 15 anni, viene interpretata dalla brava Iciar Bollain, più conosciuta come regista che come attrice. Ha ben interpretato un sentimento comune quasi a tutti le figlie femmine, quasi innamorate del loro papà di un amore speciale che improvvisamente, dopo una forte delusione, svanisce velocissimo. Dalla gelosia della ragazzina all'amore sincero e spassionato del padre per l'altra donna attrice, dal sentimento di delusione mescolato a quello di rifiuto, dalle riflessioni in silenzio di una ragazzina che da grande ci racconta la sua storia che è uguale a mille altre, e che non dice a parole niente di quello che possa sembrare un aforismo, eppure con le sue lacrime e il suo fissare il vuoto di quel sud che non dimenticherà mai, ci fa capire quanto sia importante nella vita di una donna l'amore di suo padre e che quando questo si svela per quello che è realmente, passato l'amore quello infantile, è difficile ma conveniente vederlo per quello che è, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Scommetto vedendo le scene finali, che a Estrella sia costato questo passaggio, e la sorte non l'ha aiutata perchè le ha tolto troppo presto la possibilità di guarire da quell'amore. Il padre muore e lei, volente o nolente, è costretta a compiere un passo che le darà la vita.


VOTO: 8

"Il padre dei miei figli"

Quanti film masterizzati su DVX e che ancora non ho visto. Molti non sono quello che volevo scaricare. Intendo dire che cercando un altro film ne trovo uno che si chiama allo stesso modo e magicamente finisce nella mia pila di DVX, Succede, e per la seconda volta non sono rimasta delusa dallo sbaglio.
Ho visto Il padre dei miei figli, un film francese del 2009 che fu presentato lo stesso anno a Cannes. Gli attori non li conoscevo, eccetto la moglie dei protagonista che è italiana, Chiara Caselli.
La storia è quella di un produttore cinematografico che manda il rovina la sua casa di produzione e non potendo reggere il dolore del fallimento si suicida. Ma non è così commovente come sembra, perchè per tutto il film quello che vogliono farci credere è un po' diverso. L'uomo viene presentato come una persona abbastanza equilibrata, che ama la sua famiglia prima di tutto, che da opportunità ai giovani registi esordienti offrendosi di produrli, e molto generoso. Anche quando si rende conto che sta per fallire non sembra avere reazioni sofferte, per cui il suicidio piomba dal nulla senza che nessuno se lo aspetti, nè la sua famiglia nè noi che assistiamo da casa nostra alla storia. Questo non mi è piaciuto per niente, perchè non c'è assolutamente nulla che possa far presagire l'atto estremo. Sarà forse originale per qualcuno, ma una reazione del genere non può non essere introdotta prima di succedere, anche perchè il protagonista è proprio l'uomo che si toglie la vita, dovremmo conoscerlo bene e sapere più di lui e della sua situazione psicologica. Sappiamo solo che era buono e allegro, e dubito che chi abbia un carattere del genere si spinga a questo livello. Soprattutto avendo tre figlie piccole. Ma siccome così corro il rischio di sembrare una appena caduta dalle nuvole, poichè queste cose succedono e ne sentiamo ogni giorno, allora non riesco a trovare una spiegazione alla storia.
Lui lascia la moglie nei guai, e lei non sembra occuparsi di quello che sentono i suoi figli. La più grande di queste, di quindici anni circa, soffre molto perchè alla madre non sembra interessare quello che lei vuole e pensa, e dopo aver perso un padre, è come aver perso pure la madre.

VOTO: 5

venerdì 18 maggio 2012

"DARK SHADOWS"

Una settimana fa, usciva nelle sale cinematografiche il nuovo film di Tim Burton, Dark Shadows con il solito immancabile protagonista Johnny Depp, Eva Green, Michelle Pfeiffer e Helena Bonham Carter. Ho visto diversi film di Burton e tutti sono molto curiosi e estrosi come il loro autore, vedi i suoi capelli. La storia, come si può immaginare, è quella di un nobile inglese che viene vampirizzato dalla sua cameriera ossessionata da lui che non contenta di averne ucciso i genitori fa lo stesso con la futura sposa sapendo di non poterlo mai avere. Dopo "un trip durato due secoli" (frase comica del film) Barnabas Collins viene liberato dall'incantesimo della strega innamorata e si reintroduce nella moderna famiglia Collins. Ma Angelique, la strega appunto, non lo perde di vista e le sue intenzioni anche a distanza di secoli rimangono le stesse.
Molte persone sono rimaste deluse da questo film perchè la storia di base che è quella del vampiro, è molto comune. Ma ci sono casi in cui bisogna andare al di là della trama in sè stessa e riconoscere la grande originalità di un film che fa ridere con le sue strepitose battute e che come molti film di Burton ricrea un clima gotico perfetto con molta cura per i dettagli, soprattutto nella cura per l'aspetto dei personaggi. Finemente caratterizzati, i suoi protagonisti sembrano dipinti a mano e a questo contribuisce l'interpretazione magistrale che ne danno i suoi attori. Le musiche, l'atmosfera, le scenografie e soprattutto il trucco e l'abbigliamento non deludono chi è andato al cinema aspettandosi di venire catapultato nel fantastico mondo di Tim Burton. Come non citare almeno le musiche fantastiche, allegre e moderne che creano un effetto stupendo in contrasto con l'ambiente gotico ricostruito?
Oltre l'interpretazione di Depp voglio mettere in evidenza quella della Green che rende perfettamente la parte della pazza innamorata fino alla sua estenuante fine. Indimenticabile la sua performance da manichino rotto.
Un film che rivedrei assolutamente e che credo possa piacere anche ai non appassionati, perchè in fondo tutti siamo affascinati oltre che dal mistero, dai mondi sconosciuti.

VOTO: 9 

mercoledì 16 maggio 2012

"Léon"

I bravi attori si riconoscono subito, soprattutto se si tratta di attori prodigio che gia' a 13 anni fanno i protagonisti di grandi film, come è il caso di Natalie Portman nel film del 1994 "Léon", scritto e diretto da Luc Besson e con attori quali Jean Reno e Gary Oldman.
La storia è quella di un sicario solo e con un passato difficile che si ritrova a dividere la vita nelle sventure con la piccola ma determinata, forte e coraggiosa ragazzina a cui è stata sterminata la famiglia. All'insegna della vendetta e dell'odio l'uomo le insegna i trucchi del mestiere, facendola diventare una baby sicario ancora troppo verde che non tarda a mettersi nei guai. Innamorata di lui o meglio del ruolo che gli da, cerca si farsi amare, cosa che lui finisce non so quanto teneramente per fare.
Nonostante la sua giovinezza la Portman convince tutti con le sue capacità attoriali, con una profondità magistrale tale che ci sembra di aver di fronte un'attrice adulta, cosa che pochi attori bambini riescono a fare, e chi lo fa molto spesso resta nella storia. È sicuramente questo il caso della Portman. Da dimostrazione di essere nata per fare questo mestiere e caratterizzata con la giusta pettinatura e avendo a suo vantaggio quel gracile aspetto da ragazzina ancora troppo vicina all'infanzia, riesce a incarnare a meraviglia un ruolo che sembra scritto per lei. Commuove vederla crescere in quella miseria senza conoscere l'affetto e bisogni di cui necessita.
Altrettanto può essere detto per i due protagonisti maschili, anche se di gran lunga ho preferito Reno a Oldman, forse per il ruolo. Molto enigmatico e sofferto il suo eroe rapido e letale che finisce per morire a fine film ma non senza portarsi dietro l'ultima soddisfazione e vendetta della sua vita. Solo non ho capito la natura del suo affetto verso la ragazzina che ovviamente non poteva avere 18 anni come gli aveva detto.
Una bella storia d'azione e di corruzione, bei sentimenti e meno felici realtà, molto vere appunto. Piacevole da vedere ma potrebbe scappare qualche lacrima grazie alla ragazzina che oggi è quello che è. Bravissima! Due ore di film che meritano il nostro tempo.

VOTO: 8

venerdì 4 maggio 2012

"Amore e altri luoghi impossibili"

Quando si dice che l'apparenza inganna... Mi è successo poco tempo fa con un film che si chiama Amore e altri luoghi impossibili, o meglio The other woman. Anche questa volta gli italiani pensano bene di rovinare un film cambiandogli titolo. Cosa aveva che non andava "L'altra donna". Se è stato scelto avrà un senso, e il titolo fa molto per un film. Ma che lo dico a fare?
E' una storia davvero commovente che racconta gli stati d'animo di una giovane donna sposata con un uomo divorziato e con un figlio che perde la sua primogenita a pochi giorni dalla sua nascita. La Portman, protagonista della storia, è stata bravissima a rendere reale i sentimenti di questa madre a cui la morte ha strappato via la figlioletta neonata. Nei pianti, nelle espressioni del volto oltre che nelle parole, è stata formidabile per renderci vicini al suo dolore. E' un film bello anche perchè dietro al dolore di questa madre vi è qualcosa che dal primo momento non si può capire, ma che poi si chiarisce alla fine. Questo per dire che un film può raccontare una storia semplice e comune, ma perchè questa diventi originale basta avere un po' di fantasia narrativa. Pare facile a dirsi, ma mi rendo conto che solo i bravi sanno rendere meravigliosa una storia che altrimenti raccontata a parole sarebbe tra le più comuni. 

VOTO: 9

"Un bacio romantico"

Un bacio romantico, un film che dal titolo sembra quello che non è. Mi aspettavo di trovarmi di fronte a una storia mediamente patetica, e invece è qualcosa di diverso. Con un pizzico di avventura e nomadismo moderno. Con Jude Law, Rachek Weisz e Natalie Portman, e scusate se è poco.
Tra un poliziotto fissato per la moglie dalla quale è divorziato, tra una donna ubriaca che perde l'ex marito, tra una ragazza lasciata dal fidanzato e che fa il giro dell'America per ritrovare la serenità, tra il proprietario di una pasticceria quasi sempre vuota e una giocatrice d'azzardo alla fine non tanto sfortunata.
Storie che si intrecciano, ma non mi ha convinto il modo di amalgamarle.
E qualcuno mi spiega perchè non è stato mantenuto il titolo originale? La cosa migliore, l'interpretazione della Portman.

VOTO: 5

"Delitti e segreti"

Che avvincente storia quella di Franz Kafka in Delitti e segreti. Biografia di un grande autore, tra vicende realmente vissute e spunti presi dalle sue opere. In bianco e nero anche se si tratta di un film recente, fatto in modo tale che sembra davvero un film molto vecchio. Me ne sono resa conto solo vedendo il protagonista, Jeremy Irons com'è adesso, che doveva trattarsi di un film relativamente recente.
Si tratta di un noir con elementi da thriller e da giallo, in cui presente più di ogni altra cosa è la psicologia. Il momento più alto di questa espressione è la scena del cervello "aperto" per essere sezionato che si vede sulla cupola dell'edificio come proiettato, e i personaggi che vi si arrampicano con tutti se stessi, ma scivolano, si trovano in bilico attaccati alla mente, alla parte razionale. E' una grandissima metafora, affascinante perchè evoca una sensazione di precarietà.
Anche la storia è stupenda, in se stessa e per come è raccontata. Molto cupa e sinistra. Esperimenti non autorizzati sugli esseri umani, è una realtà triste e che fa regredire l'uomo a mero corpo.

VOTO: 9