
Perchè courier 12 è la lingua che parla l'arte che amo. Siciliana sulla ventina, studentessa DAMS contro tutti, scrittrice di emozioni all'occorrenza e grande pensatrice autolesionista. Narcisista pure, e nevrotica. Obiettivo: sublimare questa pazzia fin ora distruttiva, perchè "dal letame nascono i fior".
venerdì 2 maggio 2014
Qualche parola su Nymphomaniac Vol. 2

martedì 22 aprile 2014
Recensione di "Nymphomaniac: Vol. I"
Un regista controverso che con molto coraggio, parecchia irriverenza e sfacciataggine, completa la sua trilogia sulla depressione, dove il sesso non manca. Nymphomaniac è stato ultimato in due diverse versioni, quella più facile da trovare in giro è di quasi due ore per parte, visto che il film è diviso in due volumi usciti al cinema a distanza di meno di un mese. Il secondo volume uscirà nelle sale italiane a giorni.
Un cast che include Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Christian Slater, Uma Thurman, Willem Dafoe. Un repertorio di corpi di attori che si prestano alle sequenze più impensabili per un cinema d'autore qual è quello di Von Trier. Ma sicuramente se dici si a un regista così, sai che stai andando a girare un film che ha sempre qualcosa di perturbante.
Si è parlato tanto dei nudi e delle scene di sesso esplicito in questo film, tanto che anche la curiosità dei meno appassionati di cinema è stata stuzzicata senza conoscere il regista che usualmente acchiappa solo i più cinefili. Ma quello che i comuni mortali non sanno è che non tutto quello che luccica al cinema è reale e presuppone la presenza di un corpo fisico sul set. Sicuramente in questo film c'è molto lavoro di post produzione. Per alcune scene sono stati chiamati attori del genere porno, in altre i rapporti sessuali sono stati ricostruiti con la computer grafica, soprattutto le parti intime dei protagonisti.
Ma andiamo al fulcro della questione. Nymphomaniac è classificato come film drammatico erotico, quindi non bisogna fermarsi a considerare solo la parte "erotica", dal mio punto di vista è solo il modo in cui ci viene raccontato un dramma. Il regista stesso ha affermato che il suo film non è un omaggio al porno, non vuole avere solo a che fare con la pulsione sessuale ma con le relazioni che questa crea al nostro intorno, come una ragnatela. Come le pulsioni considerate più basse possono essere un aspetto di qualcos'altro, un qualcosa che unisce alto e basso. Gli opposti. Quindi il contatto fisico e quello spirituale, il carnale e lo psicologico, l'atto puramente sessuale e la riflessione più profonda. Pare che il regista danese voglia distruggere i tabù sul sesso invitandoci a vedere altri aspetti della questione. I parallelismi che questo argomento condivide con il resto delle cose che ci fanno riflettere, perchè probabilmente secondo lui anche il sesso più unicamente fisico non è superficiale. Quindi cambia lo statuto del sesso, e del sesso al cinema.
Per i più tradizionalisti questo discorso apparirà assurdo, ma non voglio dire che io approvo quanto ho visto in questo film. Io ho preferito le parti in cui Joe/Charlotte racconta al suo interlocutore, l'interpretazione dell'attrice è molto avvincente per i miei gusti. Sicuramente ho apprezzato la fotografia, molto accurata specialmente nella prima sequenza che anche se lenta arriva al culmine quando parte la musica rock. I simbolismi del film sono molti e sicuramente non li ho colti tutti.
Le cose più belle di questo primo volume sono il monologo di Uma Thurman che è una vera lezione di recitazione, l'intonazione e tutto ciò che riguarda la voce di Charlotte Gainsbourg che è unicamente triste, depressa, malinconica, infelice e tutto quanto di negativo possa esistere al mondo. Per ultimo il modo inusuale in cui la Joe giovane giunge a farci capire che quello nei confronti di Jerome è amore. Quindi l'affiancamento di due dei suoi amanti che insieme fanno, con le loro caratteristiche di selvaggio e amorevole, l'uomo della sua vita. Jerome. Non mancano i confronti e i paragoni con la musica e con la natura.
Ma vogliamo parlare della locandina del film? Per me è la cosa più bella, è una meraviglioso come il minimalismo possa essere geniale!
A questo punto aspetto di sapere come finità la storia! E voi lo vedrete solo per voyeurismo?
VOTO: 6
sabato 19 aprile 2014
Vi racconto un sogno a basso costo: "In automatico"
Il teaser del corto QUI!
Anche il titolo è stato soggetto a cambiamenti, è passato dall'essere In the car all'essere Nell'auto, poi ancora In auto fino a diventare qualcosa di più semplicemente...automatico!
Non è ancora possibile vederlo perché, senza molte pretese, il corto è stato inviato ad alcuni concorsi per cortometraggi. Probabilmente dopo l'estate sarà online.
venerdì 18 aprile 2014
Baby-screenplay is coming... let's keep our fingers crossed!
Ogni tanto mi ricordo del blog e...perché non scriverci? Anche come sfogo, non sarebbe male.
E in effetti, visto il periodo difficile che mi trovo ad attraversare, in cui il cinema (come la scrittura) è l'unico aspetto a tonalità chiare, non sarebbe una brutta idea riprendere l'abitudine di scriverci più spesso.
Di film ultimamente ne ho visti e anche molti. Il "dovere" me lo richiede e riconosco che a poche persone capita di poter sovrapporre dovere e piacere e vedere che combaciano perfettamente. Tirando le somme, supportata da dati certi, sono potuta arrivare a contare un 600 film visti nel giro di 3 anni. Scusate se è poco, ma contemporaneamente in questi anni ho cercato di mantenere una vita sociale. Ho letto che un cinefilo potrà essere considerato tale quando avrà visto almeno 1000 film. Sto arrivando, con calma ci arrivo.
Stavo anche pensando di dare un aspetto migliore al blog, che visto così è assolutamente grezzo, che vergogna! Ma poi penso che non è il mio ambito, non è mio compito mettermi a fare la webdesigner, anzi dovrei far tutt'altro che stare qui a filosofeggiare e criticare le pellicole. Ma va be', col tempo forse riuscirò a fare qualcosa in più. Per adesso, quando mi andrà scriverò. Parlo di scrivere qui. Perchè scrivere nel senso che piace a me, quello lo faccio sempre. Oh, si. Proprio per questo dico che.. il tempo è prezioso! Non mi basta mai, sicuramente lo userò male. Allora mi vien da dire.. meno male che oggi filmakers lo possono essere tutti, e visto che sto iniziando a pensare al mio prossimo baby-screenplay, ribadisco, con una frase che amo, che...
OVVERO
Che la potenza dell'immaginazione venga a me!
venerdì 7 marzo 2014
"La grande bellezza" e li mortacci vostra.
La grande bellezza di Paolo Sorrentino ha vinto l'Oscar al miglior film straniero, vittoria prevedibile quanto lo è che ogni anno Natale cade di dicembre. Inutile esprimere la mia gioia a parole perché supera il dicibile.
Martedì 4 marzo Canale 5 ha mandato in onda il film, è stato qualcosa di esclusivo, chi ricorda quando è stata l'ultima volta che Mediaset trasmetteva qualcosa che avesse le minime sembianze di quella ignota cosa chiamata "cultura"? E invece è successo, se non altro perché il film è co-prodotto dal gruppo Mediaset. La trasmissione del film ha registrato un record di ascolti, per l'esattezza 9 milioni con il 36% di share, ed era da 10 anni che un film non veniva visto da così tante persone. So di gente che ha voluto rivederlo e di persone che lo hanno visto per la prima volta, chi perché lo voleva vedere da tanto e gli era sfuggito, chi lo ha visto per curiosità dopo la notizia della prestigiosa vittoria.
Ed'è stato così che le home di Facebook e di Twitter sono state riempite di commenti sul film, il giudizio medio - per medio intendo il più comune - ha viste impiegate parole simili "Non capisco come abbia fatto La grande bellezza a vincere, non si capisce niente." Non mi va di mettermi a discutere sui gusti perché sono qualcosa di assolutamente soggettivo e non mi pare corretto impartire lezioni dicendo che questa gente non capisce niente solo perché io sono appassionata di cinema, anche perché non sarebbe vero che ne so di più. Ci sono film e film, La grande bellezza è di quelli che vanno rivisti più di una volta per capirli totalmente e qualcosa continuerà lo stesso a sfuggirci. E' sicuramente impegnativo e frammentato, non ha una narrazione normale, di quelle a cui siamo stati abituati con i classici film italiani o americani, è un film fatto di flash, di impressioni da cogliere al volo e non è difficile rendersi conto che racconta il declino di una società che non è solo quella romana, ma di chi arrivato ad avere tutto rimpiange il nulla di prima che era tutto. Il film è piaciuto agli americani perché ricorda lo stile di Fellini, e cosa c'è di male? Ho letto di gente che si lamenta per questo. Non si può prendere a modello un maestro, non si può rivisitare lo stile che ha reso l'Italia famosa al mondo, non si può essere influenzati dai film di Fellini? Lamentele anche per l'idea che adesso il mondo ha di noi. Gente che si rammarica del giudizio internazionale ma che poi magari ha votato Berlusconi. Vogliamo dare a Sorrentino il merito per aver detto le cose come stanno o alla gente che ha realmente vissuto in quel modo, soprattutto gente che fa politica? Per il mondo l'Italia era già ridicola, non è di certo per Sorrentino che siamo lo zimbello del mondo, lui ci ha solo ricoperto di arte - oltre quella che avevamo già - e ha fatto qualcosa che gli artisti italiani sanno fare bene, guardare in modo consapevolmente ironico ai nostri problemi e ripresentarli in maniera così brillante da affascinare il mondo intero. Cos'è, gente, vi siete vergognati di essere italiani perché il film esprime il degrado di esserlo? La verità fa male, si sa. Sarei curiosa di sapere se vi sareste lamentati tanto se non aveste saputo il tema del film. L'avreste capito lo stesso? O parlate tanto per parlare, per sentito dire? Dovremmo solo ringraziare Sorrentino per aver fatto ricordare al cinema mondiale quello italiano e per averci fatto respirare aria di alto livello. E' difficile? Sempre per quella storia che nessuno è profeta in patria? Ma li mortacci vostra. Il film non parla solo di Roma, come in ogni film viene fatto uso della fantasia! Ci vuole tanto a capirlo?
Il commento più sincero che ho sentito è venuto da mio zio che mi ha detto: "Io non l'ho capito ma sicuramente è visivamente molto bello!" Siamo tutti critici cinematografici ma nessuno, dicendo che non gli è piaciuto, ha aggiunto che è un film bello da vedere. Tutti ciechi. O tutti a cercare un senso in un film senza capire che il cinema è arte e arte è ogni cosa che permetta all'anima di esprimersi e l'anima è composta da una gran parte di materiale incosciente e si sa che il nostro inconscio non ha niente di razionale ma è al contrario frammentato, è tutto fatto di sprazzi di sensazioni, emozioni, sentimenti, impressioni, stati d'animo. Tutte cose non destinate a durare ma il cui stato di essere è determinato dal fatto che le abbiamo provate. Lasciamoci guidare da quello che l'arte ci può suscitare, non stiamo sempre lì a cercare un perché. Basta già la vita reale che ci chiede in continuazione di ragionare, l'arte non è chiamata a far questo.
D'altronde per me non è tanto grave il fatto di non apprezzare un film come La grande bellezza, perché evidentemente non è alla portata di tutti e non tutti hanno chiara la nozione di "arte", quanto di non gioire per una vittoria che ci riguarda tutti in quanto italiani. Io sono molto patriottica e così come mi rallegro quando la nazionale di calcio vince, faccio lo stesso quando nel cinema otteniamo riconoscimenti. Leggere certi commenti di critica dice molto sul nostro poco presente senso di appartenenza allo stato e sulla nostra ostinazione a restare ignoranti. Sarebbe meglio dire "a me non piace, non l'ho capito ma che bello che l'Italia abbia vinto!" In Francia e Germania non si leggerebbero mai certi commenti come quelli che circolano in questi giorni sui nostri social network, perché non abbiamo nemmeno un minimo di orgoglio nazionale?! Non meritiamo niente di quello che di bello abbiamo ma abbiamo tutti i mali che meritiamo, sono sempre più convinta che l'Italia potrebbe essere il paese migliore del mondo se non fosse per gli italiani.
sabato 1 marzo 2014
Ecco perché vincerà "La grande bellezza" dell'Italia
Manca ormai davvero poco e l'Italia tornerà ad assaporare la gloria passata. Certezza presuntuosa? Può essere, ma sinceramente non vedo perché non crederci.
I candidati all'Oscar per il miglior film straniero di quest'anno riguardano paesi diversissimi tra loro. Vediamo in lizza, oltre alla nostra giovine ma esperta Italia, la Danimarca, la Cambogia, il Belgio e la Palestina. Lungi da me voler offendere, ebbene sì, anche questi paesi fanno cinema e forse anche buon cinema. Ma sarò sincera, non ho visto tutti i film in concorso eccetto "La grande bellezza", ormai tappa obbligatoria del cinema italiano, e "Il sospetto" del regista danese Vintemberg che tratta in maniera interessante un tema purtroppo molto in uso ultimamente, quello degli abusi sui bambini, considerando che una mela buona tante volte finisce tra tante mele marce.
Comunque, e non lo dico con poco orgoglio ma con inqualificabile soddisfazione, da italiana porta bandiera, il "nostro film" è l'unico che merita davvero di vincere. Indipendentemente da quanto piaccia o meno leggere "nostro film" - so che si usa nello sport quando ci si prende meriti di altri e so che non vinco niente personalmente - le carte in regola ci sono e il gioco, per chi crede nella giustizia terrena e divina, forse non è poi tanto pulito, se parliamo di meriti.
Mi riferisco ai film che sono stati tirati fuori dalla corsa, ognuno per motivo diverso e questo potrebbe non interessarci se non fosse che tra questi c'è "La vita di Adele".
Sfortunato no, da Cannes registra un successo dopo l'altro. Adesso basta, lo dico a te, Francia! Fermati o la questione potrebbe diventare di rilievo internazional politico! Tocca a noi, perché possiamo!
Leggiucchiando qua e là, sono stata con piacere informata del successo di critica e di pubblico ricevuto dal film di Sorrentino negli USA. Se un film fa il botto lì è un capolavoro, no? Be' non saprei, ma i giornali hanno usato parole come "rappresenta bene la situazione italiana del momento", e non me la sento di dissentire. Usiamo il nostro negativo per farne un marchio distintivo, perchè no? Non facciamo del male a nessuno...se non a noi. Anche il pubblico ha apprezzato, gli incassi parlano.
Ma ho un dubbio: perché la critica italiana ha remato contro "La grande bellezza"? Davvero, nessuno è profeta in patria, amen. Vogliamo consolarci ricorrendo ai grandi nomi, fan dichiarati del film del napoletano del momento? Sono davvero troppi e sono più o meno i protagonisti della sessione awards del 2014. Un nome nostrano lo voglio fare. Martin, concedimi il nostrano, sei più italiano di molti! Ti ricordi quando tuo padre ti portava sulle spalle per raggiungere il cinema nelle strade di Little Italy? Io si! Allora diciamocelo pure che Martin Scorsese ha sprecato parole di apprezzamento ai Golden Globes parlando con Sorrentino, e gonfiamoci di orgoglio che ogni tanto ci sta!
Tanto rumore per niente? No Paolo, va bene che sei scaramantico, tu e la Indigo film, Nicola Giuliano come produttore e Francesca Cima come distrubutore, ma confessalo che dentro te sai la verità! Perfino il maestro Tornatore si gasò all'idea di vincere quando tra i corridoi del Beverly Hills hotel il produttore Cristaldi gli chiese "cosa pensi di tutto questo?" E allora portiamocelo a casa questo premio!
Era il 1989 quando Tornatore vinceva ai Golden Globes e agli Oscar con "Nuovo cinema paradiso", ed era il 1998 quando Benigni si portava a casa i 3 Oscar per "La vita è bella" che mi vanto tanto. È passato troppo tempo e il mondo deve sapere che sappiamo fare ancora del buon cinema, perché siamo stati la seconda miglior cinematografia del mondo (se non la prima) dopo quella americana e che da sempre sappiamo raccontare storie che piacciono. Smontiamo Tarantino quando dice che l'Italia si è ormai fossilizzata con le commedie banali, il che è vero ma c'è un cinema nascosto a cui a volte vengono dati i mezzi per vedere la luce. Grazie produttori coraggiosi e artisti come Sorrentino che avete la sensibilità di saper vedere altro e oltre, vi costa sofferenza perché la sensibilità si paga così, ma si fa se si capisce che non si può fare a meno di raccontare!
Ma quindi perchè "La grande bellezza" vincerà?
- motivo logistico e burocratico, lo farà perché ci sono film che sono rimasti fuori per motivi relativi alle date di uscita. La concorrenza non spaventa affatto, diciamocelo.
- I successi già ottenuti. Cito solo le anticamere degli Oscar, gli EFA, i Golden Globes e i BAFTA. Da anni chi vince ai Golden Globes esulta in anticipo anche per la vittoria di marzo.
- E il valore artistico, estetico e significativo del film, vi pare poco? Non dimentichiamo di cosa stiamo parlando. Le parole si sprecano.
Allora, italiani, quasi l'intero cinema italiano ci crede, facciamolo anche noi, non costa niente appoggiare una buona idea e la sua altrettanto pregiata realizzazione. "La grande bellezza" deve vincere e vincerà! D'altronde si sa, quando si tratta di vincere poche volte l'Italia si è tirata indietro.
Ci vediamo alle 23 di domenica 2 marzo, direttamente dal Dolby Theatre di Los Angeles.
Ps: Paolo, smollati un po'.
sabato 1 febbraio 2014
"I segreti di Osage Country" o anche "com'è liberatorio togliersi le catene"

Si tratta de I segreti di Osage Country di John Wells, con un cast d'eccezione tra cui Meryl Streep, Julia Roberts, Ewan McGregor e Sam Shepard. E' un film tratto da un libro e da una pièce teatrale, è definito una commedia a dimostrazione del fatto che anche dietro le commedie si può celare una motivazione più profonda di quella che qualche battuta simpatica ci mostra. Una famiglia distrutta, dei rapporti ormai completamente innaturali, tre generazioni con difficoltà a rapportarsi tra loro e quindi una negatività destinata a ripetersi da madre a figlia, da figlia a nipote. E' stato abbastanza triste assistere con i protagonisti a dei pranzi così indifferenti, dove ognuno teneva per sé quello che lo affliggeva, i propri drammi come fossero segreti da non rivelare ad estranei, quando di fronte a loro ognuno aveva nient'altro che sangue del proprio sangue. Di conseguenza tutti si allontanavano da quello che era stato il loro nido, il loro ambiente primario. Sarà che io do troppa importanza a questo tema, ma è impossibile non rimanere suggestionati da un film come questo, un film molto loquace non solo perché "da conversazione", ma soprattutto perché tra le righe di una sceneggiatura con i dialoghi curati nel dettaglio, emerge il ritratto di come la vita familiare a volte possa risultare talmente pesante da vivere, che una lite finale può far sentire una sana e lenitiva liberazione.
Nell'essere loquace è così anche molto eloquente, tutti i segreti sembrano poi non essere stati così tanto segreti per nessuno della famiglia e tutto quello che resta è che ognuno raccoglie quello che ha seminato.
Anche questo è brutto da dire, ma il nostro primo ambiente è la famiglia, tutto quello che vediamo lo vediamo per la prima volta in quel contesto, è naturale che ciò ci segni, che come un imprinting tutto, nella nostra vita personale diventi una catena di colpe di cui non abbiamo tutta la responsabilità. Non potrebbe essere in altro modo, perché senza rendersene conto chi ci educa commette degli umani errori e vede solo sé stesso. Per quanto questo sia alle volte irrimediabile, resta il fatto che per andare avanti bisogna passare su certi errori fatti da chi ci ama, con una forza di volontà che ci sembrerà inspiegabile, e si fa perché anche noi prima o poi saremo vittime dello stesso peccato. Tanto vale imparare qualcosa dagli altri. Forse gli errori dei nostri genitori sono l'insegnamento più utile che ci hanno dato.
VOTO: 7