sabato 26 maggio 2012

"Showgirls" o come collezionare dei Razzie Awards

Conoscete tutti Iris, no? Un canale meraviglioso dove trasmettono ininterrottamente film di ogni tipo, genere e anno. L'altra sera, il seconda serata, è iniziato un film che sembrava essere interessante dal titolo, così l'ho visto. Sono pentita a metà. Si trattava di un film drammatico a sfondo erotio, così lo classifica wikipedia, e mi fido, anche perchè dopo averlo visto posso dire che la storia c'è, ma ci sono pure scene che non vedremmo di certo in un film "normale".
La storia vede protagonista una ballerina-prostituta che aspira al successo, e lo trova in locali di dubbia reputazione e con gente di un giro che mira solo al fare i soldi, qualunque sia il modo e i mezzi.
Ho letto che il film ha vinto un sacco di Razzie Awards, i premi dati ai peggiori artisti dell'anno, e effettivamente non mi stupisce. L'attrice forse più meritevole è stata Gina Gershon nel ruolo dell'ambigua Cristal, ma per il resto lascia molto a desiderare. La cosa più bella è probabilmente l'attore che fa l'amante di Cristal e pure della protagonista, e solo perchè è un bell'uomo. Insomma, un film scarso, scarso e scarso. Ma importante e significativo è il messaggio che forse senza volere, da al pubblico.

VOTO: 5

"Un americano a Parigi" di V. Minnelli

Ha vinto 8 Oscar nel 1952, ma è stato girato da Vicente Minnelli nel 1951. Si chiama An American in Paris ed'è pieno di canzoni e pezzi musicali, forse fin troppo. Con Gene Kelly e altri grandi cantanti e ballerini dal talento indiscutibile, il film racconta la coincidenza che unisce due amici, uno americano e uno francese, nell'amore verso la stessa donna, una ballerina non poi così abbagliante. Nel raccontare le loro emozioni i personaggi si affidano alla forza e al trasporto della musica, e ci mostrano quella bella America che dominava il cinema internazionale del tempo. Non che ora faccia diversamente...
A mio avviso la musica è troppa, ogni canzone dura molto tempo, con una media di 4 minuti, e metà film è interamente musicato o ballato. Bisogna ammettere che le scenografie finali con lo stacchetto dei due felici innamorati è fatto davvero bene, sembra un sogno! Tutto sommato, però, la storia non mi è sembrata molto originale, o forse giudico senza considerare la data dell'uscita del film. Comunque, con gli occhi di oggi, è una cosa già vista. Ma se avrà vinto 8 Oscar ci sarà un motivo...

Finalmente ho conosciuto Minnelli!

VOTO: 6

lunedì 21 maggio 2012

"Match point"

Che la risata fosse una delle medicine più potenti si sapeva, ma Match Point ce lo vuole dimostrale ad alta voce. Storia biografica di un grande medico che cura i suoi pazienti parlandoci. Non fa le veci di uno psichiatra. Rompe le distanze tra medico e paziente e lo fa come se avesse a che fare con dei bambini. Fa uscire fuori il bambino che si nasconde dentro ogni adulto, strappa un sorriso a tutti, anche alla sua amata inzialmente restia e spaventata dalla sua attitudine. Peccato che finisca male. Meno male finisce la legittimazione del suo impegno e lavoro, il riconoscimento dei suoi meriti di uomo e poi di medico. Tutti i medici dovrebbero prima imparare a trattarci come loro pari e poi andare alla teoria.
Storia ben strutturata, nessuna falla, anzi fila liscio come l'olio. Bravissimo come sempre in una parte troppo simile a lui, Robin Williams.

VOTO: 9

"Bel ami" delusione

Delusa da Bel ami, ebbene si. Mi ha troppo ricordato Le relazioni pericolose di cui vuole essere una brutta copia. Cambia ben poco, credo. Il protagonista seduttore senza scrupoli che scambia volontariamente l'ambizione e il successo per l'amore, crede che tutto si possa comprare e si vende per la sua scalata verso la nobiltà e la bella vita di Parigi. Cast composto da Robert Pattinson che al di fuori della saga di Twilight non mi convince, e da Christina Ricci, Uma Thurman e Kristin Scott Thomas. Un cast sprecato direi, storia banale e senza una morale. Non che ogni storia debba avere una morale esplicita. Volendo trovarla questo film ci presenta un eroe negativo, un modello di uomo e di persona sbagliato. Anche questa potrebbe essere una morale. Ma secondo me viene fatto nel modo sbagliato. Succedono troppe cose in troppo poco tempo, cose anche di una certa importanza. C'è poco approfondimento, i personaggi non hanno caratterizzazione psicologica e non ci vengono spiegate le loro motivazioni. E poi Pattinson non mi è piaciuto molto, ce l'hanno messo solo per la sua bellezza? Ce ne sono molti altri belli ma bravi più di lui. La solita espressione da frustrato. Oddio. Ovviamente le grandi protagoniste femminili sono state davvero grandi. Chi si è lasciata sedurre di più e chi meno, sono state tutte brave per quel che gli è stato possibile.

VOTO: 4

"Tutti dicono i love you" di e con W. Allen

Tutti dicono I love you. Di nuovo Allen non mi ha affascinato al massimo. Carina l'idea delle canzoni e dei balli, a mo' di musical e nel suo stile usa attori famosissimi, e se stesso, per uan storia carina e da intrattenimento. Brava la Roberts in un ruolo che le calza a pennello. Affascinante come personaggio, come pure lo è quello di Allen. Mentre la ragazzina che racconta la storia non mi piace. Forte Tim Roth e la sua fiamma. La bravura di Allen d'altronde sta in questo, non nelle storie quanto nelle situazioni. Allen è un regista da situazioni.

VOTO: 6

"La scuola" di D. Luchetti con Silvio Orlando

Fa parte di un filone scolastico del cinema italiano molto in voga negli anni novanta. La scuola, un film di Daniele Luchetti con Silvio Orlando e tantissimi volti noti del nostro cinema e della nostra televisione, racconta di una classe e soprattutto dei suoi professori, tra rivalità e relazioni ambigue e mai chiarite. Non è un tema nuovo insomma, eppure mi è piaciuto più di altri. Non è scontato ma devo riconoscere che è un po' lungo. A momenti scorre troppo lentamente e con monotonia, però le vicende del consiglio di classe a fine anno scolastico e il crollo della scuola, chiaramente metaforico, mi ha affascinata. E' un film che ha un suo perchè, che è poi quello che cerco. La motivazione forte può far aumentare il livello di un film a tema molto usato.
E poi è un film dedicato "a chi non è mai stato il primo della classe", e sicuramente tutti in qualcosa non lo siamo stati.

VOTO: 6

"Obaba" di Montxo Armendariz

Affascinata dal suo ultimo film, No tengas miedo, ho deciso di vedere Obaba. Ma era già successo un'altra volta che Montxo Armendariz, regista spagnolo, mi deludeva. Con Secretos del corazon. Modestissimo gusto, chiaro. Il film Obaba ci fa raccontare tramite la telecamera di una ragazza estranea al paesino Obaba, le vicende che hanno determinato la vita e le scelte degli allievi di una piccola classe del posto, con una maestra che altra non è se non Pilar Lopez de Ayala. E' per lei che ho visto il film, oltre che per Armendariz. Non è che sia rimasta esattamente delusa, ma mi sono persa qualcosa. Questa solita sensazione  che a volte mi accompagna e non so a chi dare la colpa.
Belli i flashback che formano l'intero film, e le vicende della maestra che soffre di solitudine. Intensa interpretazione. Ma non capisco il ruolo della ragazza che racconta. Mi è sembrato inutile. Forse sono troppo severa con questo film, ma davvero non sono riuscita a capirlo!

VOTO: 6