Penso che lo rivedrei molto volentieri, è una storia davvero carina e originale. Si pensa che non ci sia più spazio nella società e nel lavoro per chi ha superato già i sessanta, e invece se la storia funziona e ci racconta come vivono e cosa pensano e cosa soffrono i nostri nonni, allora viene fuori una divertente commedia come La vida empieza hoy (La vita comincia oggi). Mi è piaciuto proprio tutto del film, dagli attori stupendi oltre che affermati, a partire da Pilar Bardem fino ad arrivare a Maria Barranco che adoro. Il suo ruolo e quello della madre danno vita a una storia tra le più comuni e commoventi. La Bardem è davvero in gamba, esteticamente modificata al massimo che nemmeno sembra lei! E ho ritrovato un attore della mia serie preferita El internado, Fernando Tielve, che però non è che mi piaccia molto, spaventa un po'.
Questo film mi ha ulteriormente convinta del fatto che non è mai detta l'ultima parola. Si può ancora vivere e ricominciare a qualunque età se ancora la mente ha voglia di farlo, e l'anima. Si deve essere giovani dentro, sembra una frase fatta ma è una verità. Sicuramente mi ha meravigliato assistere alle lezioni sul sesso di un gruppo di settantenni, ma più che altro è una sensazione di tenerezza mescolata ad ammirazione. Solo in Spagna può succedere! Qui darebbe scandalo, e pensare che fino a poco tempo fa erano più indietro di noi! Come si cambia eh?
Però mentre lo guardavo mi sono posta una domanda. Cosa spinge una quarantenne a fare un film così? Ho pensato che fosse paura della vecchiaia o voler convincersi che non è mai troppo tardi, quindi in un certo senso consolarsi con le storie di altri. Poi ho pensato: "E se davvero questa tizia ci crede a quello che ci fa vedere?" In questo caso la ammiro, e ammiro il modo di viviere di un popolo come quello spagnolo che non smette mai di stupirmi e che da al mondo lezioni di vita che fanno dell'allegria l'elemento di base per vivere bene (a qualunque età).
VOTO: 8
Perchè courier 12 è la lingua che parla l'arte che amo. Siciliana sulla ventina, studentessa DAMS contro tutti, scrittrice di emozioni all'occorrenza e grande pensatrice autolesionista. Narcisista pure, e nevrotica. Obiettivo: sublimare questa pazzia fin ora distruttiva, perchè "dal letame nascono i fior".
venerdì 30 settembre 2011
"Le donne del sesto piano"
Ho deciso di vederlo perchè mi ricordava, dalla locandina, un film spagnolo molto particolare di Alex de la Iglesia, La comunidad (Il condominio). Forse per la presenza di Carmen Maura, tra le altre Lola Dueñas e Natalia Verbeke. Avevo un lieve presentimento, quello che questo film mi avesse deluso, e siccome in questo periodo le indovino tutte, in effetti mi ha un po' deluso.
Il protagonista si innamora della spagnola Natalia Verbeke, la cameriera di casa che vive al sesto piano insieme ad altre 5 rumorose spagnole. Ma Fabrice Luchini è obiettivamente brutto, e secondo me in questo film non è molto chiaro che si sta innamorando della bella spagnola, anzi sembra proprio imbranato. Anche se come attore lo apprezzo perchè mi è piaciuto il suo ruolo in Le avventure galanti del giovane Moliere con laura Morante. E poi sua moglie, com'è brutta! Ha il viso della classica francese. Carmen Maura si vede pochissimo nel film, ha un ruolo proprio marginale, e questo non va bene. Il personaggio di Lola invece è un po' meglio. Ma poi che caspita vuol dire la fine? Non ha molto senso, e se ce l'ha è banale. Sicuramente rispetto agli altri film francesi che sto vedendo questo non arriva nemmeno alle commedie italiane di questo periodo. Mi stupisce come abbia potuto superare i confini francesi.
VOTO: 5
Il protagonista si innamora della spagnola Natalia Verbeke, la cameriera di casa che vive al sesto piano insieme ad altre 5 rumorose spagnole. Ma Fabrice Luchini è obiettivamente brutto, e secondo me in questo film non è molto chiaro che si sta innamorando della bella spagnola, anzi sembra proprio imbranato. Anche se come attore lo apprezzo perchè mi è piaciuto il suo ruolo in Le avventure galanti del giovane Moliere con laura Morante. E poi sua moglie, com'è brutta! Ha il viso della classica francese. Carmen Maura si vede pochissimo nel film, ha un ruolo proprio marginale, e questo non va bene. Il personaggio di Lola invece è un po' meglio. Ma poi che caspita vuol dire la fine? Non ha molto senso, e se ce l'ha è banale. Sicuramente rispetto agli altri film francesi che sto vedendo questo non arriva nemmeno alle commedie italiane di questo periodo. Mi stupisce come abbia potuto superare i confini francesi.
VOTO: 5
"Gli amori folli"... forse un po' troppo
Ho preso un dvx a caso da una delle mie due pile di dvx, convinta di stare per guardare un film di Pupi Avati. Mi perdoni Alain Resnais, perchè il film che mi accingevo a vedere era il suo.
Gli amori folli. Un titolo che lo rappresenta benissimo, anche se so di non aver capito del tutto il film. Qualcosa mi è sfuggita perchè non l'ho trovato un film d'amore portato agli estremi, ma solo quello di una donna sola che si fa innamorare da un uomo forse davvero folle. Mi è piaciuto molto l'inizio e questo modo di narrare le vicende tutto alla francese, mi piace molto. Il non voler mostrare il viso della protagonista se non dopo un paio di minuti e dopo averlo rigorosamente evitato. E' chiaro che siamo di fronte ad un artista che sa fare benissimo il suo mestiere. Lasciando da parte la storia che penso sia più onirica che reale, mi è piaciuto il modo di raccontarla, le immagini che ha usato soprattutto. I raccordi tra le inquadrature, cosa che amo moltissimo quando è fatta in maniera sofisticata.
L'unico problema alla fine. Che vuol dire "Quando sarò un gatto potrò mangiare croccantini?" Ma poi chi è quella bambina e da dove salta fuori?
Comunque ogni film è di chi lo fa e forse forse... Resnais come gli altri non è tenuto a spiegare tutto e noi a capirlo tutto. D'altronde nemmeno il primo Almodovar rende tutto chiaro. E mica ci sembra realista ogni quadro.
Gli amori folli. Un titolo che lo rappresenta benissimo, anche se so di non aver capito del tutto il film. Qualcosa mi è sfuggita perchè non l'ho trovato un film d'amore portato agli estremi, ma solo quello di una donna sola che si fa innamorare da un uomo forse davvero folle. Mi è piaciuto molto l'inizio e questo modo di narrare le vicende tutto alla francese, mi piace molto. Il non voler mostrare il viso della protagonista se non dopo un paio di minuti e dopo averlo rigorosamente evitato. E' chiaro che siamo di fronte ad un artista che sa fare benissimo il suo mestiere. Lasciando da parte la storia che penso sia più onirica che reale, mi è piaciuto il modo di raccontarla, le immagini che ha usato soprattutto. I raccordi tra le inquadrature, cosa che amo moltissimo quando è fatta in maniera sofisticata.
L'unico problema alla fine. Che vuol dire "Quando sarò un gatto potrò mangiare croccantini?" Ma poi chi è quella bambina e da dove salta fuori?
Comunque ogni film è di chi lo fa e forse forse... Resnais come gli altri non è tenuto a spiegare tutto e noi a capirlo tutto. D'altronde nemmeno il primo Almodovar rende tutto chiaro. E mica ci sembra realista ogni quadro.
VOTO: 7
mercoledì 28 settembre 2011
"Belle epoque"
Troppe brave attrici nello stesso film hanno il risultato he mi perdo la trama del film e guardo i dettagli. E' il caso di Belle epoque, dove recitano insieme delle giovanissime Penelope Cruz e Maribel Verdù, tra le altre.
Una storia che ha dell'incredibile anche se tengo in conto che è spagnola. Un uomo riesce a portarsi a letto le quattro figlie di un suo vecchio amico nella stessa casa dell'uomo. Ma siamo scemi? No, appunto, è un film spagnolo. La cosa più sorprendente... ma quanto cavolo era piccola Penelope? Sembra passata una vita e invece... santa chirurgia!
In poche parole, sarà pure un film da intrattenimento e non mi è dispiaciuto, ma non è niente di che, è un film senza pretese. Siamo realisti, dai! Sarà pur sempre la Spagna, ma era Spagna degli anni 30!
Ah, mi piace la locandina.
VOTO: 6
Una storia che ha dell'incredibile anche se tengo in conto che è spagnola. Un uomo riesce a portarsi a letto le quattro figlie di un suo vecchio amico nella stessa casa dell'uomo. Ma siamo scemi? No, appunto, è un film spagnolo. La cosa più sorprendente... ma quanto cavolo era piccola Penelope? Sembra passata una vita e invece... santa chirurgia!
In poche parole, sarà pure un film da intrattenimento e non mi è dispiaciuto, ma non è niente di che, è un film senza pretese. Siamo realisti, dai! Sarà pur sempre la Spagna, ma era Spagna degli anni 30!
Ah, mi piace la locandina.
VOTO: 6
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Commedie,
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Penelope Cruz
"Solo per vendetta"
Quanti thriller americani al cinema in così poco tempo, mai successo!
E' il turno di Solo per vendetta, con l'affascinante e bravo Nicolas Cage (origini italiane). Non era previsto che l'avrei visto, ma non sono rimasta affatto delusa, anzi... mi è piaciuto molto un po' tutto. Ho riflettuto pure sul fatto che solo per vendetta facciamo cose che ci fanno sentire liberati e soddisfatti solo per qualche minuto, ma se il dolore è dentro di noi non basta questo a farlo andar via e non solo con un effimero, ma per altri mortale, atto possiamo facilmente ritrovare la serenità. Il protagonista del film lo sa bene visto che ben presto si ritrova in un pasticcio dopo aver voluto vendicare la moglie che viene violentata. Entra in un brutto giro e ne paga le conseguenze, ma tutto finisce bene. E poi lo dicono di noi italiani che siamo dei sentimentalisi. Ma poi, può mai essere che la moglia passa dalla sua parte? Ce lo vogliono far vedere come complicità di coppia, ok, davvero lodabile, ma nella realtà è mai possibile? Mi sarei immaginata una scenata, mi sarei immaginata che la moglia avesse rotto le scatole con quel dolce faccino che si ritrovava, e invece viene violentata ed esce pure gli artigli dopo! Capperi che ripresa! Insomma, mi pare che questo personaggio faccia acqua. Ma ho apprezzato la parte finale del film, dove tutto termina in un centro commerciale, testimoni i manichini. Perfetta ambientazione. E poi bellissima la situazione che si viene a creare durante il mandato di omicidio per Cage. Cosa fa la tecnologia oggi! Oh my God!
VOTO: 7
E' il turno di Solo per vendetta, con l'affascinante e bravo Nicolas Cage (origini italiane). Non era previsto che l'avrei visto, ma non sono rimasta affatto delusa, anzi... mi è piaciuto molto un po' tutto. Ho riflettuto pure sul fatto che solo per vendetta facciamo cose che ci fanno sentire liberati e soddisfatti solo per qualche minuto, ma se il dolore è dentro di noi non basta questo a farlo andar via e non solo con un effimero, ma per altri mortale, atto possiamo facilmente ritrovare la serenità. Il protagonista del film lo sa bene visto che ben presto si ritrova in un pasticcio dopo aver voluto vendicare la moglie che viene violentata. Entra in un brutto giro e ne paga le conseguenze, ma tutto finisce bene. E poi lo dicono di noi italiani che siamo dei sentimentalisi. Ma poi, può mai essere che la moglia passa dalla sua parte? Ce lo vogliono far vedere come complicità di coppia, ok, davvero lodabile, ma nella realtà è mai possibile? Mi sarei immaginata una scenata, mi sarei immaginata che la moglia avesse rotto le scatole con quel dolce faccino che si ritrovava, e invece viene violentata ed esce pure gli artigli dopo! Capperi che ripresa! Insomma, mi pare che questo personaggio faccia acqua. Ma ho apprezzato la parte finale del film, dove tutto termina in un centro commerciale, testimoni i manichini. Perfetta ambientazione. E poi bellissima la situazione che si viene a creare durante il mandato di omicidio per Cage. Cosa fa la tecnologia oggi! Oh my God!
VOTO: 7
"Debito" (assolutamente da vedere)
E dire che basandomi solo sul trailer probabilmente non l'avrei mai visto, se non perchè il nome di Helen Mirren acceca dai titoli di coda ed'è accompagnato dalla scritta E la Premio Oscar Helen Mirren. Si, do molta importanza ai nomi. Para qué negarlo?
Ma Debito mi è piaciuto molto più del previsto. Raccontando i fatti oscillando nell'arco di ben trent'anni, ci narra le vicende di tre agenti mandati dallo stato d'Israele nella missione di dover trovare e catturare un terribile medico accusato di crimini di guerra tra i peggiori durante la seconda guerra mondiale. Trovato e catturato abilmente (più o meno, col senno di poi) dall'unica donna del gruppo, colei che da grande sarà la Mirren, sfugge ai rapitori e per questo la storia a sua volta "sfugge dalle mani degli autori" e ci riporta a trent'anni dopo. E per fortuna che questo avviene! Non avremmo visto la meravigliosa Mirren in questo ruolo. La storia c'è, non dispiace e intriga, e gli attori sono davvero bravi, più di così? Adesso si che riconosco i veri film americani! La cosa che più mi è piaciuta è l'interpretazione della Mirren da giovane, la cosa più odiosa sono state le conversazioni filtrate in una lingua a me sconosciuta che mi hanno fatto perdere più di qualcosa. E c'era qualcosa in questo thriller che amo vedere nei film, una sorta di velo nero che mi da la sensazione che ill film non si stia del tutto concedendo allo spettatore, e che con tutto il suo mistero ci invoglia a sapere e a scoprire. Ottimo trhiller, assolutamente consigliabile! E il bene trionfa, nonostante tutto trionfa.
VOTO: 8
Ma Debito mi è piaciuto molto più del previsto. Raccontando i fatti oscillando nell'arco di ben trent'anni, ci narra le vicende di tre agenti mandati dallo stato d'Israele nella missione di dover trovare e catturare un terribile medico accusato di crimini di guerra tra i peggiori durante la seconda guerra mondiale. Trovato e catturato abilmente (più o meno, col senno di poi) dall'unica donna del gruppo, colei che da grande sarà la Mirren, sfugge ai rapitori e per questo la storia a sua volta "sfugge dalle mani degli autori" e ci riporta a trent'anni dopo. E per fortuna che questo avviene! Non avremmo visto la meravigliosa Mirren in questo ruolo. La storia c'è, non dispiace e intriga, e gli attori sono davvero bravi, più di così? Adesso si che riconosco i veri film americani! La cosa che più mi è piaciuta è l'interpretazione della Mirren da giovane, la cosa più odiosa sono state le conversazioni filtrate in una lingua a me sconosciuta che mi hanno fatto perdere più di qualcosa. E c'era qualcosa in questo thriller che amo vedere nei film, una sorta di velo nero che mi da la sensazione che ill film non si stia del tutto concedendo allo spettatore, e che con tutto il suo mistero ci invoglia a sapere e a scoprire. Ottimo trhiller, assolutamente consigliabile! E il bene trionfa, nonostante tutto trionfa.
VOTO: 8
Tra "Perfect opposites" e "Bad teacher"
Mi lamento sempre delle commedie americane e poi ci ricasco sempre. E' che ci sono momenti o giorni in cui è meglio farsi due risate con la commedia anzichè prendere tutto troppo sul serio.
Così due sere diverse sono finita a vedere Bad teacher e Perfect opposites. Parto dall'ultimo, il peggior film tra i peggiori che abbia mai visto, tanto che se su internet scrivete la sua rispettiva traduzione in versione italiana Gli opposti si attraggono i risultati sono pari a zero. Anzi qualcosa troverete, probabilmente conversazioni scaturite da esistenziali domande su yahoo. Ma ciancio alle bande come dico io, film orripilante. Di un banale che non sto qui a spiegare, ma proprio terribile.
Bad teacher invece, forse è un po' meglio nei limiti. Intendo dire, resta sempre una commediuccia, però è divertente vedere Cameron Diaz nel ruolo della peggior prof del mondo, l'egocentrica svampata che cerca disperatamente di farsi mantenere da un povero miliardario. Un film che ha avuto molta pubblicità, forse perchè c'è la Diaz che, dite tutto quello che volete, ma a me piace. E' per questo che l'ho visto, non c'erano i soliti attori, e ho trovato caruccio anche Justin Timberlake, anche se in The social network è meglio.
Sono da condannare se qualche sera non sono dell'umore giusto per i miei amati thriller?
PS: Vi allego le foto così sapete che se le vedete in giro per internet dovete fuggire.
VOTO: Entrambi sommati non arrivano nemmeno a 10...
Così due sere diverse sono finita a vedere Bad teacher e Perfect opposites. Parto dall'ultimo, il peggior film tra i peggiori che abbia mai visto, tanto che se su internet scrivete la sua rispettiva traduzione in versione italiana Gli opposti si attraggono i risultati sono pari a zero. Anzi qualcosa troverete, probabilmente conversazioni scaturite da esistenziali domande su yahoo. Ma ciancio alle bande come dico io, film orripilante. Di un banale che non sto qui a spiegare, ma proprio terribile.
Bad teacher invece, forse è un po' meglio nei limiti. Intendo dire, resta sempre una commediuccia, però è divertente vedere Cameron Diaz nel ruolo della peggior prof del mondo, l'egocentrica svampata che cerca disperatamente di farsi mantenere da un povero miliardario. Un film che ha avuto molta pubblicità, forse perchè c'è la Diaz che, dite tutto quello che volete, ma a me piace. E' per questo che l'ho visto, non c'erano i soliti attori, e ho trovato caruccio anche Justin Timberlake, anche se in The social network è meglio.
Sono da condannare se qualche sera non sono dell'umore giusto per i miei amati thriller?
PS: Vi allego le foto così sapete che se le vedete in giro per internet dovete fuggire.
VOTO: Entrambi sommati non arrivano nemmeno a 10...
lunedì 26 settembre 2011
"La pelle che abito" recensione
Non ho mai atteso così tanto un film tanto da andare al cinema il primo giorno in cui è uscito nelle sale cinematografiche italiane, il 23 settembre, dopo 21 giorni dal suo estreno in terra madre. Arriva finalmente al cinema, direttamente dalla mia amatissima Spagna il nuovo capolavoro di Pedro Almodovar, La pelle che abito (La piel que habito).
L'ho atteso tantissimo, da più di un anno seguo ogni notizia, guardicchio foto di scena sul set e ascolto o leggo interviste, tanto da emozionarmi quando il cast arriva a Cannes dove va via quasi a mani vuote, ahimè. Fortunatamente a solo due settimane dalla sua uscita già riceve un premio in Giappone, così Pedro (o come disse Penelope Peeeeeeeeedroooooo!) può tranquillizzarsi. Sono sempre più convinta che ci si debba impegnare molto nei primi lavori e che se ti fai un nome tutto fila più o meno liscio come l'olio, e Pedro lo sa anche lui.
Si diceva fosse uno dei suoi migliori film oltre che quello che più si allontana dalla sua filmografia essendo La piel que habito il suo primo thriller vero e proprio. Dico vero e proprio perchè elementi da thriller sono presenti in altri dei suoi film con la differenza che in questo il thriller è il genere dichiarato. Entusiasta sono entrata in sala ed eravamo meno di dieci. Mi sono sorpresa ma non troppo. Gli italiani ne hanno di strada da fare, e non stupisce che questo film risquota più successo di critica che di pubblico. Per lo meno in Italy. Come ci siamo ridotti... Spero che in questi giorni le cifre migliorino perchè merita, e non lo dice solo una che è spudoratamente almodovariana.
La trama la sapevo già, ma sapevo che qualche colpo di scena mi avrebbe fatta morire dalle risate oltre che colpire e riflettere, e il colpo c'è stato e non potevo crederci. La storia non è originale, si tratta di un soggetto adattato alla novella "Tarantola" di Thierry Jonquet. Ma non vi credete che perchè non l'abbia ideata Pedro, sia una storia i cui meriti sono solo dell'autore. Assolutamente no, Almodovar ha fatto un gran lavoro, ci tengo a dire che il film porta la sua firma in ogni inquadratura, in ogni colore e nello stile di ciascuna persona che ha messo mano a questo suo grande progetto. Si riconoscono anche in una storia diversa dalle altre le sue tendenze e le sue particolarità che lo rendono autore brillante del cinema spagnolo e qualcosa mi dice che presto mondiale. Elena Anaya è la protagonista, battezzata dallo stesso Almodovar come la futura Penelope Cruz. Grandissima attrice! Antonio Banderas la accompagna in questa vertiginosa lotta verso la sopravvivenza, life motive dell'intero film. Banderas è il più grande attore spagnolo (prima o dopo?) con Bardem. Nel film è così lucido e consapevole delle follie che mette in atto da farle sembrare quasi giuste e corrette a chi guarda. E' un folle gentiluomo, ha le sue ragioni e da lì non si scappa. Altra presenza che vorrei lodare è un volto nuovo per l'Italia, ma non ancora per molto. Si tratta di Blanca Suarez, madrilena ventiduenne che interpreta la figlia di Banderas, Norma, una ragazza con problemi non dalla nascita. Appare in sole tre scene ma la sua ultima scena vale più di tutta la filmografia della Arcuri messa assieme a quella di Gabriel Garko. Stupenda, emotivamente perfetta ed arriva in una maniera impressionante per l'età che ha. Sono positivamente sconvolta da questa ragazza, è adorabile! Insieme a loro tre anche la mia cara Marisa Paredes che è un classico in Almodovar, e Jan Cornet e Alberto Alamo. Ma mi sbaglio o mi è semblato di vedele niente popo di meno che... Augustin Almodovar? Il fratellone produttore di EL DESEO che insieme a Pedro finanzia i suoi film e non solo. Tutto ciò che sia alternativamente diverso, si sa.
Altri accorgimenti. Nel film ci sono pochi dialoghi mi sbaglio? Ci sono motlissime scene silenziose e non meno significanti. L'uomo tigre è sbucato fuori da uno dei film sperimentali della prima era Almodovar, ne sono certa. Era l'elemento meno lineare, direi l'intruso in una storia che a prima vista poteva sembrare normale. Poi alcuni dialoghi mi hanno smentita. Sembrava tutto troppo strano in quel modo, ci voleva qualcosa di tutto suo (di Almodovar). Se dovessi individuare cosa di questo film mi è piaciuto di più direi che l'ho apprezzato nel suo complesso per essere qualcosa di diverso da quello che normalmente siamo abituati a vedere, e non è poco. Poi la storia in se è spettacolare, a me ha fatto pure ridere dalla tristezza. Tutto è un insieme di emozioni contrastanti, adoro il modo di sdrammatizzare di Almodovar che quando avviene una tragedia riesce a far finta di niente. E' reale tutto ciò, se nella vita vera dopo una morte vicina ci togliessimo poco a poco la vita pure noi sarebbe impossibile continuare. Almodovar toglie la pausa di mezzo tra il lutto e la ripresa dei personaggi e oltre a risparmiare tempo ottiene un risultato sorprendente. In La pelle che abito è un po' diverso, ma c'è anche questo. E' particolare, non c'è dubbio, ma se vuoi vedere una storia normale non vai a vedere Almodovar. E forse non è nemmeno questo. Quello che suona a prima vista stonato nei suoi film è il modo in cui fa succedere le cose, non le cose in se. Sembra tutto molto finto a volte, e forse fa bene distaccarsi un po' dalla finzione. Tra i tanti La pelle che abito è quello che sembra più reale. Insomma, è indiscutibilmente lui. Pedro, Pedro, se non fossi gay ti corteggerei...
VOTO: 9
L'ho atteso tantissimo, da più di un anno seguo ogni notizia, guardicchio foto di scena sul set e ascolto o leggo interviste, tanto da emozionarmi quando il cast arriva a Cannes dove va via quasi a mani vuote, ahimè. Fortunatamente a solo due settimane dalla sua uscita già riceve un premio in Giappone, così Pedro (o come disse Penelope Peeeeeeeeedroooooo!) può tranquillizzarsi. Sono sempre più convinta che ci si debba impegnare molto nei primi lavori e che se ti fai un nome tutto fila più o meno liscio come l'olio, e Pedro lo sa anche lui.
Si diceva fosse uno dei suoi migliori film oltre che quello che più si allontana dalla sua filmografia essendo La piel que habito il suo primo thriller vero e proprio. Dico vero e proprio perchè elementi da thriller sono presenti in altri dei suoi film con la differenza che in questo il thriller è il genere dichiarato. Entusiasta sono entrata in sala ed eravamo meno di dieci. Mi sono sorpresa ma non troppo. Gli italiani ne hanno di strada da fare, e non stupisce che questo film risquota più successo di critica che di pubblico. Per lo meno in Italy. Come ci siamo ridotti... Spero che in questi giorni le cifre migliorino perchè merita, e non lo dice solo una che è spudoratamente almodovariana.
La trama la sapevo già, ma sapevo che qualche colpo di scena mi avrebbe fatta morire dalle risate oltre che colpire e riflettere, e il colpo c'è stato e non potevo crederci. La storia non è originale, si tratta di un soggetto adattato alla novella "Tarantola" di Thierry Jonquet. Ma non vi credete che perchè non l'abbia ideata Pedro, sia una storia i cui meriti sono solo dell'autore. Assolutamente no, Almodovar ha fatto un gran lavoro, ci tengo a dire che il film porta la sua firma in ogni inquadratura, in ogni colore e nello stile di ciascuna persona che ha messo mano a questo suo grande progetto. Si riconoscono anche in una storia diversa dalle altre le sue tendenze e le sue particolarità che lo rendono autore brillante del cinema spagnolo e qualcosa mi dice che presto mondiale. Elena Anaya è la protagonista, battezzata dallo stesso Almodovar come la futura Penelope Cruz. Grandissima attrice! Antonio Banderas la accompagna in questa vertiginosa lotta verso la sopravvivenza, life motive dell'intero film. Banderas è il più grande attore spagnolo (prima o dopo?) con Bardem. Nel film è così lucido e consapevole delle follie che mette in atto da farle sembrare quasi giuste e corrette a chi guarda. E' un folle gentiluomo, ha le sue ragioni e da lì non si scappa. Altra presenza che vorrei lodare è un volto nuovo per l'Italia, ma non ancora per molto. Si tratta di Blanca Suarez, madrilena ventiduenne che interpreta la figlia di Banderas, Norma, una ragazza con problemi non dalla nascita. Appare in sole tre scene ma la sua ultima scena vale più di tutta la filmografia della Arcuri messa assieme a quella di Gabriel Garko. Stupenda, emotivamente perfetta ed arriva in una maniera impressionante per l'età che ha. Sono positivamente sconvolta da questa ragazza, è adorabile! Insieme a loro tre anche la mia cara Marisa Paredes che è un classico in Almodovar, e Jan Cornet e Alberto Alamo. Ma mi sbaglio o mi è semblato di vedele niente popo di meno che... Augustin Almodovar? Il fratellone produttore di EL DESEO che insieme a Pedro finanzia i suoi film e non solo. Tutto ciò che sia alternativamente diverso, si sa.
Altri accorgimenti. Nel film ci sono pochi dialoghi mi sbaglio? Ci sono motlissime scene silenziose e non meno significanti. L'uomo tigre è sbucato fuori da uno dei film sperimentali della prima era Almodovar, ne sono certa. Era l'elemento meno lineare, direi l'intruso in una storia che a prima vista poteva sembrare normale. Poi alcuni dialoghi mi hanno smentita. Sembrava tutto troppo strano in quel modo, ci voleva qualcosa di tutto suo (di Almodovar). Se dovessi individuare cosa di questo film mi è piaciuto di più direi che l'ho apprezzato nel suo complesso per essere qualcosa di diverso da quello che normalmente siamo abituati a vedere, e non è poco. Poi la storia in se è spettacolare, a me ha fatto pure ridere dalla tristezza. Tutto è un insieme di emozioni contrastanti, adoro il modo di sdrammatizzare di Almodovar che quando avviene una tragedia riesce a far finta di niente. E' reale tutto ciò, se nella vita vera dopo una morte vicina ci togliessimo poco a poco la vita pure noi sarebbe impossibile continuare. Almodovar toglie la pausa di mezzo tra il lutto e la ripresa dei personaggi e oltre a risparmiare tempo ottiene un risultato sorprendente. In La pelle che abito è un po' diverso, ma c'è anche questo. E' particolare, non c'è dubbio, ma se vuoi vedere una storia normale non vai a vedere Almodovar. E forse non è nemmeno questo. Quello che suona a prima vista stonato nei suoi film è il modo in cui fa succedere le cose, non le cose in se. Sembra tutto molto finto a volte, e forse fa bene distaccarsi un po' dalla finzione. Tra i tanti La pelle che abito è quello che sembra più reale. Insomma, è indiscutibilmente lui. Pedro, Pedro, se non fossi gay ti corteggerei...
Marilyn, dietro l'ombra della diva
Ho lasciato passare ancora una volta troppo tempo dall'ultimo mio post su questo blog, e non che mi sia mancato il tempo o la voglia. Forse si sono alternati e dati il cambio in questa calda estate siciliana. Di film ne ho visti tanti, forse troppi, a dire di qualcuno. ma per me guardare film non è mai troppo, anzi, di tempo ne vorrei avere di più per poter vantare una cultura cinematografica alla Quentin Tarantino.
Oggi mi limiterò a sintetizzare i film di una grande stella del cinema mondiale, o meglio così dicono. Io prima di vederla recitare conoscevo solo il suo bell'aspetto, il suo indiscutibile fascino nonchè sex appeal e il suo nome. Marilyn Monroe. Il che non è poco, ma forse lo è se contiamo che lei non è un fenomeno di passaggio, lei è l'immortale donna più desiderata di tutti i tempi. Sicuramente non sono d'accordo sul fatto che Gli uomini preferiscono le bionde, e nemmeno che Quando la moglie è in vacanza i mariti fanno festa, nè tanto meno vorrei seguire un corso su Come sposare un milionario, quindi figuratevi se non si coglie l'ambiguità di A qualcuno piace caldo. Quattro film che hanno fatto la storia del cinema americano, se non per la storia per lo meno per la protagonista. Sicuramente sono dei film carucci da intrattenimento, fanno ridere, ma non posso fare a meno di constatare che in tutti e quattro i film il personaggio di Marilyn è costruito allo stesso modo per non dire che è lo stesso.
Ora capisco perchè la "poverina" si lamentò pretendendo di partecipare ad un film avendo un ruolo diverso e diversamente profondo degli altri che l'avevano resa nota. Si era stancata, indubbiamente, ma grazie a quei ruoli lì è diventata ciò che è, e non so se c'era o ci faceva. Sicuramente la sensualità è innata, o l'hai o non l'hai, ciò non vuol dire però che lei non ci abbia lavorato su. Lei dico, e tutto il lavoro che le stava dietro. Non nego neppure di aver guardato A qualcuno piace caldo perchè si vocifera che Marilyn fosse rimasta incinta di Tony Curtis durante le riprese. Siamo tutti un po' pettegoli a volte, perchè negarlo? A parte tutto, mi faceva piacere testare con i miei occhi cosa aveva di così speciale questa donna, perchè di voci in giro se ne dicono tante, che era speciale se non unica lo dicono tutti, ma perchè una che vuole fare questo mestiere deve fidarsi di quello che si dice? Ho visto tutti questi film sopracitati e non ho visto che quello che avevo sentito dire. Bellissima, si sa, bravissima e molto espressiva. Spero di vederla in un ruolo diverso dal solito, magari era anche capace di fare altro e gli studios l'hanno intrappolata nella svampita insensata e troppo pupa. Io personalmente mi sarei offesa alla quarta parte che mi avesero proposto in cui avrei dovuto fare la donna di facili costumi. Lei ha accettato, forse perchè era molto vicina a quei tipi di personaggi e in fondo in fondo era un poco vamp vanitosa. Anzi, non ne ho dubbi.
Comunque sia è stata, è e resterà un mito. Tutte le donne dovremmo avere un minimo della sua sensualità e del suo fascino. E dico un minimo, quello necessario a farci morire da vecchie al calduccio nel nostro letto, e non prima.
Oggi mi limiterò a sintetizzare i film di una grande stella del cinema mondiale, o meglio così dicono. Io prima di vederla recitare conoscevo solo il suo bell'aspetto, il suo indiscutibile fascino nonchè sex appeal e il suo nome. Marilyn Monroe. Il che non è poco, ma forse lo è se contiamo che lei non è un fenomeno di passaggio, lei è l'immortale donna più desiderata di tutti i tempi. Sicuramente non sono d'accordo sul fatto che Gli uomini preferiscono le bionde, e nemmeno che Quando la moglie è in vacanza i mariti fanno festa, nè tanto meno vorrei seguire un corso su Come sposare un milionario, quindi figuratevi se non si coglie l'ambiguità di A qualcuno piace caldo. Quattro film che hanno fatto la storia del cinema americano, se non per la storia per lo meno per la protagonista. Sicuramente sono dei film carucci da intrattenimento, fanno ridere, ma non posso fare a meno di constatare che in tutti e quattro i film il personaggio di Marilyn è costruito allo stesso modo per non dire che è lo stesso.
Ora capisco perchè la "poverina" si lamentò pretendendo di partecipare ad un film avendo un ruolo diverso e diversamente profondo degli altri che l'avevano resa nota. Si era stancata, indubbiamente, ma grazie a quei ruoli lì è diventata ciò che è, e non so se c'era o ci faceva. Sicuramente la sensualità è innata, o l'hai o non l'hai, ciò non vuol dire però che lei non ci abbia lavorato su. Lei dico, e tutto il lavoro che le stava dietro. Non nego neppure di aver guardato A qualcuno piace caldo perchè si vocifera che Marilyn fosse rimasta incinta di Tony Curtis durante le riprese. Siamo tutti un po' pettegoli a volte, perchè negarlo? A parte tutto, mi faceva piacere testare con i miei occhi cosa aveva di così speciale questa donna, perchè di voci in giro se ne dicono tante, che era speciale se non unica lo dicono tutti, ma perchè una che vuole fare questo mestiere deve fidarsi di quello che si dice? Ho visto tutti questi film sopracitati e non ho visto che quello che avevo sentito dire. Bellissima, si sa, bravissima e molto espressiva. Spero di vederla in un ruolo diverso dal solito, magari era anche capace di fare altro e gli studios l'hanno intrappolata nella svampita insensata e troppo pupa. Io personalmente mi sarei offesa alla quarta parte che mi avesero proposto in cui avrei dovuto fare la donna di facili costumi. Lei ha accettato, forse perchè era molto vicina a quei tipi di personaggi e in fondo in fondo era un poco vamp vanitosa. Anzi, non ne ho dubbi.
Comunque sia è stata, è e resterà un mito. Tutte le donne dovremmo avere un minimo della sua sensualità e del suo fascino. E dico un minimo, quello necessario a farci morire da vecchie al calduccio nel nostro letto, e non prima.
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