C'è una questione sulla quale si discute molto e che raccoglie pareri molto differenti. Io ci penso ma non troppo, perchè la parte cattolica di me dice che è omicidio, mentre la parte realistica dice che è omicidio ma che purtroppo esiste anche questo. L'aborto è una di quelle cose che non mi sento di giudicare perchè è una scelta così personale e estrema che può capire solo chi si trova di fronte a una situazione così. Penso che il nostro SI o NO all'aborto non fa testo, conta solo quello che decidiamo di fare quando compare la lineetta blu su quell'aggeggio lì.
A questo proposito Une affaire de femme (Un affare di donne) fa parecchio riflettere, sulle altre cose anche su una scelta come questa. Una donna, interpretata al solito magnificamente da Isabelle Huppert, si improvvisa capace di far abortire un'amica, così si sparge la voce e intraprende cquesta carriera, diventando ricca. Tra le altre cose affitta stanze a donne di cattiva reputazione e mette le corna al marito. Va tutto bene fin quando non ne muore una, e così finisce in carcere e poi condannata alla ghigliottina. Il film è impostato davvero bene, non per niente è diretto da Claude Chabrol, uno dei grandi esponenti della Nouvelle Vague francese, di cui la Huppert è musa e vincitrice della Coppa Volpi a Venezia per questo stesso film. La cosa che da ai nervi in questa storia è che donne sposate e con molti figli erano costrette ad abortire perchè non potevano mantenerli, ovviamente perchè i mariti volevano fare sempre e solo quello. Che storia, povere noi. Per fortuna i tempi sono cambiati e la donna non è costretta a fare solo la madre.
VOTO: 8
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