giovedì 26 maggio 2011

"Sette anime"

Ma si può sapere perchè Gabriele Muccino si è trasferito in America? Odio chi rinnega il suo paese. Ancora di più se si tratta di uno che col suo lavoro può apportare grandi cose alla sua nazione. E Muccino sarebbe uno di questi, se non fosse che ormai si è trapiantato l'America nel cuore. Va be', evidentemente non è una patriottico come me.
Ho visto il suo film "Sette anime", pensavo fosse da paura, invece è drammatico. La storia è diversamente semplice, per la prima ora si capisce poco e niente. Sembra molto confusionario invece poco a poco, collegando fili, si capisce dove vuole arrivare il protagonista, Will Smith. Grande ruolo drammatico.
La storia è quella di un uomo che a causa di un incidente fa perdere la vita a sette persone tra cui la moglie, e non riesce a vivere con questo atroce peso sulla coscienza. Così decide di salvarla ad altri sette sconosciuti, cercando tra le persone più disgraziate. Prima di capire questo piccolo particolare che è il motore di tutta la storia ce ne vuole un po'. Appena l'ho capito sono rimasta subito affascinata dal film. E' un gesto bellissimo e molto poco comune. Una di queste persone cambierà addirittura la sua stessa vita, il personaggio di Rosario Dawson. Bravissima!
Penso che non capiti tutti i giorni che uno sconosciuto piomba nella tua vita e decida di salvarti da qualcosa. Proprio tu, mentre mille altri stanno come te o peggio. E così non sai nemmeno se accettare o no un aiuto che sembra piovere dal cielo e che non vuole niente in cambio da te, se non che ti lasci aiutare senza chiedere spiegazioni. Questa persona diventa come il tuo angelo custode in terra e ti viene il lecito dubbio che prima o poi dovrai pagare a un prezzo chissà quanto alto quello che adesso ricevi in dono.

VOTO: 7

"Alice in Wonderland"

Non mi piacciono i cartoni animati, e nemmeno i film di fantascienza. Ma per Alice nel paese delle meraviglie e per Jonnhy Depp come attore protagonista l'eccezione sorge spontanea. Il film, dello scorso anno, è stato attesissimo e in 3D dev'essere stato fenomenale. Io l'ho visto semplicemente in dvx e se inizialmente credevo che non mi avrebbe entusiasmata, mi sono dovuta ricredere subito dopo i primi minuti. Non mi piace vedere remake su remake di film famosissimi quando so già la storia, ma questa volta è diverso. Jonnhy Depp attribuisce qualcosa di diverso a tutto ciò che ai titoli di coda porta il suo nome. La sua presenza cambia le carte in tavola e ti ritrovi davanti ad un film mai visto. E' uno degli attori più versatili che conosco, il più brillante. E' il re dei film che interpreta. Ovviamente, come tutte le cose belle, l'ho scoperto un po' tardi.
Bravissimi anche gli altri attori: Helena Bonham Carter, moglie di Burton, nei panni della regina di Cuori e Anne Hathaway come regina bianca. Caratterizzate (tutto al computer) benissimo, è tutto un lavoro di post-prodution immagino. Effetti stupendi!
Quello che non riesco a capire è come sia stato possibile realizzare un film del genere. Perchè non è un cartone, ma non è nemmeno un film "normale". Pare disegnato, ma perfettamente da sembrare fotografato! Che grande questo Tim Burton. Dovrò vedere altri suoi lavori.

VOTO: 8

Si, si... "Stanno tutti bene"

http://www.cinematografo.it/cinematografo_new/allegati/9382/stanno-tuui.jpgCi credete? Vi dico di non farlo perchè non stanno affatto tutti bene. Non so se è così anche nel remake americano con Robert De Niro uscito quest'anno, ma nell'originale tutto italiano non lo è. Se il remake che non ho visto è fedele al suo predecessore, allora in "Stanno tutti bene", stanno tutti male. La regia è del grande Giuseppe Tornatore, il migliore in campo oggi, e l'attore è forse il più grande italiano di tutti i tempi ad una delle sue ultime fatiche. Marcello Mastroianni, proprio lui. Traformato in vecchietto catanese, niente di uomo duro dei film di  Fellini, va a trovare i figli al nord per vedere come vivono, e trova di tutto. Tutto il contrario di quello che si aspettava. Li visita uno per uno e scopre che non vivono così bene come credeva, e scopre alla fine che tutti nascondono un segreto, la morte di uno di loro. Il padre scopre così la verità tenutagli nascosta ma non si arrabbia. I figli l'hanno fatto per non far star male lui e la madre. Ma anche il padre nasconde un segreto simile... Non vi dirò cosa perchè rovinerei tutto. Ma è davvero sorprendente! Comunque fidatevi sempre e solo dell'originale!
Il film non è solo triste, anzi ci sono diversi spunti divertenti dati dalle battute con accento siciliano di Marcello Mastroianni, davvero imperibili! La sua presenza risolleva le sorti di qualunque film, anche il più banale. E per un film come questo che è scritto niente poco di meno da Tornatore, il successo è assicurato. E infatti lo è stato, tanto che gli americani l'hanno riportato al cinema con De Niro nel ruolo di Mastroianni.
http://www.auditoriumcasatenovo.com/cineforum-2011/stanno-tutti-bene.jpgUna cosa che mi è rimasta impressa è l'incubo ricorrente del vecchietto sulla spiaggia, mia ha lasciata perplessa. Non sono ancora del tutto certa del suo significato. Chi l'ha visto mi spieghi un po'. Chi non l'ha fatto, lo faccia subito!

VOTO: 9

"Prosciutto, Prosciutto!"

JAMON, JAMON. E non vi sto dicendo che ho fame di prosciutto, ma che ho visto il primo film in cui compaiono insieme Penelope Cruz e Javier Bardem, la più grande coppia cinematografica spagnola.
Il film è vecchiotto, è del 1992, ed'è uscito anche in Italia, risquotendo parecchio successo, più qui che lì. Nel film compare anche la nostra Stefania Sandrelli che spacca frontiere, sempre in Europa però. La regia è del parecchio contestato Bigas Luna, che mette del sesso ovunque. E in questo film, il sesso basta e avanza.
Vediamo due giovanissimi grandi attori, Penelope aveva 18 anni e Javier poco più. Nel film lei ha una storia con lui, ma non è la sola. Lui infatti ha pure una storia con un'altra, la Sandrelli, e lei con un altro ragazzo e con suo padre, figlio e marito della Sandrelli. Insomma, è tutto molto... Beautiful! Non pretendo che capiate i collegamente sessuali che ho fatto, ma solo che tutti se la fanno con tutti, possiamo dirlo apertamente. Scene particolari non mancano, e personalmente fa strano vedere la Sandrelli alla sua età con un ventenne Bardem, già sensualissimo da allora. Bello e in gamba, come lei. Il talento si vedeva già da allora.
Ho trovato squallido l'intreccio di relazioni troppo fantasiose per i miei gusti, per questo credo che sia un film più erotico che altro. Zero rispetto per chi si ama, solo istinti ed egoismo. Meno male chein realtà ancora non siamo arrivati a questo... ancora per quanto?

VOTO: 6

Penso... "che ne sarà di noi?"

Ultimamente mi sta capitando spesso di pensare che ne sarà di me tra 10, 20, 30 anni. L'idea mi angoscia tremendamente, per questo smetto di pensarci. Qualcuno ha detto di non affannarci pensando a quello che verrà, perchè "ogni giorno ha la sua pena". E' sufficente il peso di ogni singolo giorno, è già troppo impegnativo dover pensare a oggi. A domani ci penseremo domani.
Ma "Che ne sarà di noi" mi ha consolato. Credevo di essere l'unica a disturbare certi affanni della mente, invece ancora una volta scopro che non sono figlia della gallina bianca, e che in fondo siamo tutti uguali. Allo stesso modo, come dice il gran Miguel Delibes, siamo tutti buoni e tutti cattivi al momento giusto. Bisogna accettarlo. Tutti soffriamo e godiamo allo stesso modo, uomini e donne provano le stesse cose, non fa differenza. Pure Cremonini lo diceva, "gli uomini e le donne sono uguali"! Poi alla nostra età, appena ventenni. tutti siamo sulla stessa barca. Stessi problemi e assenza di soluzioni. Una cosa che odio. Non trovare soluzioni e sbattere la testa sempre sugli stessi muri. Non si rompono mai. E' più facile che mi spacchi io la testa. Ma in fondo siamo giovani. Rallegriamoci di quelli che oggi chiamiamo "problemi", perchè non ci capiteranno mai più problemi così facili nella nostra vita. Fosse tutto qui... saremmo felici senza saperlo! Ma inutile girarci attorno, per noi oggi sono problemi veri, e guai a chi si permette di dire il contrario. Ogni età ha il suo di problema. Vorrei riuscire a sopravvivere per tranquillizzare i miei figli del fatto che anche io ci sono passata ed'è stato un gioco da ragazzi. Come un esame di maturità. Ma bando alle ciance...
Il film è fatto davvero bene, è una panoramica sulla voglia di spaccare il mondo che abbiamo alla nostra età, quando crediamo di poterlo conquistare. Giovanni Veronesi è solito fare questo genere di film, e se la cava bene. Ma l'aspetto più eccellente di questi film è sicuramente la parte interpretativa. Silvio Muccino, Violante Placido, Elio Germano, Miryam Catania, Valeria Solarino... un cast di grandi giovani talenti, uno più grande dell'altro. A me personalmente Silvio Muccino giovane non piace tantissimo per il suo orribile modo di parlare. Non solo la S moscia ma pure l'atteggiamento da pazzi complessato e complicato e in primis sfigato. Per fortuna oggi è maturato come attore, è cresciuto come uomo, e adesso comincia a piacermi di più. In questo film non mi piace molto. Ma tutti gli altri che ho citato sono davvero bravissimi, soprattutto Violante e Elio, miglior attore a Cannes l'anno scorso, ex equo con il mitico Javier Bardem.
Ho ammirato molto il tema, come già detto, mi sono ritrovata tantissimo nei dilemmi di quei ragazzi fuggiti alla loro prevedibile vita dopo la maturità, che scappano per vivere quello che vogliono, lontano da quello che li spetta. Torneranno poi alla realtà, o vivranno perennemente in sospeso tra il dovere e il piacere? Prima o poi tutti dovremo mettere i piedi in terra...

VOTO: 7

"Se solo fosse vero"

Dal 2006, anno in cui mio padre ha comprato il nostro computer fisso, ho scaricato diversi film e ho masterizzato diversi dvx. Molti film scaricati nemmeno li conoscevo, ma il loro titolo mi incuriosiva. Ieri ho riguardato le due pile di dvx più vecchi e ho trovato uno di quei film sconosciuti, mai visti ma che mi sono passati davanti agli occhi un paio di volte. "Se solo fosse vero". E' il titolo del film che ho deciso di vedere ieri. Una commedia americana diversa dalle altre. Una ragazza che vive unicamente del suo lavoro come medico chirurgo viene coinvolta in un brutto incidente. Tutto fa pensare che sia morta perchè appare costantemente a un ragazzo a cui viene affittato il suo appartamento. Invece, poi si scopre che è "solo" in coma, ma che il suo cervello funziona ancora. E' sicuramente qualcosa di difficile da credere, anzi ha dell'improbabile. Ma credo che sia possibile che in certi momenti della nostra vita quando arriviamo a sfiorare la morte, l'anima si distacca dal corpo e vaga, chissà... E' per questo che molte persone hanno dichiarato di aver vissuto la morte, come essere entrati in un tunnel e poi esserne miracolosamente usciti. Io ci credo. Libertà di pensiero.
Il film sembrava molto piatto prima di scoprire che lei non era morta. Sembrava tutto molto ovvio, invece mi ha sorpreso vederla ancora sdraiata sul letto di rianimazione. Insomma, è un film da intrattenimento, di quelli che personalmente guardo quando non sono in vene di cose impegnative e non voglio complicarmi la vita giusto in attesa della notte. E ultimamente non mi sta capitando di vedere cose molto impegnative in effetti. Dovrei riprendere a farlo, quelli sono sicuramente i migliori. Questo è invece un film senza sforzo. L'attrice protagonista l'ho già vista da qualche parte ma non ricordo affatto dove. Bravina, per quello che doveva fare poi... Mentre lui è davvero bravo e bello. Da sicuramente più di lei in questo film. Dovrò consigliarlo a mia madre, che lei è fatta per questi film. Romanticismo da cinquantenni.

VOTO: 5

mercoledì 25 maggio 2011

"Prendimi l'anima"

La mente umana è tutta un enigma. Capire se stessi è cosa da pochi. Alle volte è più facile decifrare gli altri che se stessi. E per una come che si fa mille problemi perchè non si capisce, è una soddisfazione riuscire a empatizzare con quello che mi succede attorno.
Su consiglio di un amico ieri sera ho visto un film molto interessante, dopo una pausa di lunghe settimane dai film. Eccezione fatta per "Pirati dei Caraibi". Il film si chiama "Prendimi l'anima". E' italiano. E' pure fatto bene. Ma non dirò più niente a riguardo. E' un bel film italiano del 2002. Punto. In realtà non è del tutto italiano. E' una co-produzione con Francia e Russia. Però la regia è italiana. E' di Roberto Faenza, regista e sceneggiatore di un altro bel film, "I giorni dell'abbandono".
Mi piace perchè è un film impregnato di psicologia, racconta infatti la storia vera di una donna malata di isteria e poi divenuta grande psicoterapeuta, Sabrina Spielrein. E del pupillo di Freud, il dottor Jung.
Difficile realtà medica quella di quegli anni, quando ancora Freud e i suoi metodi innovativi e scandalosi non erano presi totalmente sul serio e si pensava che ogni malattia fosse puramente organica e che derivasse dal corpo. L'anima non poteva essere affetta da alcuna malattia. Tutto si credeva essere corporeo. Poco dopo si arriva a capire che il corpo subisce le trasposizioni fisiche di quelli che sono mali psichici, molto più gravi di qualunque altra cosa. Tutto parte dalla testa, secondo me.
Molta sofferenza e molta pena nei confronti di una protagonista realmente vissuta che prima patisce le ferite di quel male interiore che la divora e poi, guarendone, riesce a divenire la prima donna psicoterapeuta della storia, arrivando ad influenzare coi suoi metodi sull'educazione infantile lo stesso Jung e addirittura il maestro Freud. La storia sembra a momenti improbabile, almeno per me che credevo che chi è malato a tal punto non ouò diventare da un momento all'altro completamente sano di mente e laurearsi e fare una vita normale, diventare addirittura un luminare. Ma credo che il difetto venga dalla durata del film di appena un'ora e mezza. Mi lamento sempre dei film lunghi due ore, ma questo mi ha affascinato da sembrare troppo breve. Per questo alcuni aspetti mi son sembrati trascurati e certe cose rimangono inspiegate. Ci sono dei salti importanti che mi hanno fatto perdere per un momento il filo della storia. Il più importante quello della guarigione. Probabilmente non esistevano abbastanza riscontri storici che testimoniassero la veridicità di quello che sia potuto avvenire in quell'arco di tempo.
Gli attori stupendi, Iain Glen che interpreta in dott. Jung affascinantissimo e bellissimo, e altrettanto la paziente-dottoressa Emilia Fox. Difficile il suo ruolo, per diventare malati di mente bisogna completamente annullare il controllo che abbiamo su noi stessi e lasciarsi andare ad ogni singola emozione. Ogni struttura cessa di esistere. Non è facile.
Odiosi invece i metodi che ci vengono fatti vedere su come si curava la pazzia prima dell'avvento di Freud. Mi rifiuto di commentare. Per i medici i pazzi erano forse animali.
Mi ha fatto molto pensare ad un altro grande film in bianco e nero sulla vita del mio grande ispiratore Sigmund Freud. Ma di questo parlerò un'altra volta...


VOTO: 8