sabato 13 aprile 2013

'La verità nascosta' con Clara Lago e Quim Gutierrez

Il sospetto è una trappola mortale.
Sta scritto sulla locandina di un film che ho visto tempo fa, di durata molto breve, col quale sono partita abbastanza prevenuta e non mi sbagliavo del tutto.
Si tratta di La verità nascosta. Già in partenza, quando una legge questo titolo non può rimanere indifferente, visto che esiste già un gran film chiamato Le verità nascoste. Esistono mille modi per chiamare un film, a cosa si deve questa mancanza di fantasia? Il titolo è troppo per un film così da poco.
Ma tralasciando il titolo, anche se per me il film parte già col piede sbagliato, si tratta di una produzione hispanica, non so se spagnola o sudamericana, con attori spagnoli giovani e discretamente conosciuti in Spagna.
Andando al succo della situazione, per un sospetto una fidanzata giocherellona si ritrova vittima di una trappola mortale e prima che la storia venga indirizzata il regista ci ha voluto far credere per una attimo che si trattasse di un horror. Con una scena in particolare. Siamo stati anche illusi sulla colpevolezza/innocenza del ragazzo. Questo è sicuramente un thriller mal riuscito, anche se ce ne sono certamente di peggiori.
A me ha dato la sensazione di un gioco, l'ho trovato privo dello spessore che poteva farmelo piacere e credo che la colpa sia anche del doppiaggio che non mi ha entusiasmata. Che dire, lascio a voi l'ultimo giudizio...

VOTO: 4

venerdì 12 aprile 2013

"La madre" di Guillelmo del Toro 2013

A me non piacciono gli horror e credevo che Guillelmo del Toro si dedicasse esclusivamente ai thriller con qualche sfumatura di horror. Mi sono dovuta ricredere e me ne sono accorta subito quando mi sono ritrovata avvinghiata al braccio del mio ragazzo con una mano a coprire un orecchio e l'altra a tappare gli occhi. Sono esagerata, siamo d'accordo, ma non avevo mai visto un horror e al cinema è tutto due volte peggio!
La madre porta la firma di un regista esordiente argentino, ma è prodotto dal grande del Toro che da sempre ai giovani la possibilità di farsi conoscere. Il film ha avuto molta pubblicità e penso che abbia ricevuto incassi discreti, ma è stato preceduto da un eco che non è proporzionato al suo reale valore. La storia ha qualcosa di commovente e questo contraddistingue proprio il tipo di cinema a cui presta attenzione il produttore di genere, ma l'ho trovata poco più che carina. E' quasi un horror fantasy, e paragonato a The orphanage non regge il confronto. Somiglia più ad altri film come La spina del diavolo.
Guadagna punti con la presenza di Jessica Chastain che per ora è all'apice del successo, ma personalmente non sono riuscita a commuovermi davvero a causa della spaventosa madre della storia che è talmente brutta... ho comunque dormito la notte che l'ho visto al cinema. Mi da rabbia però pensare che ero andata a vedere un altro film di produzione spagnola, ovvero Gli amanti passeggeri, l'ultimo prodigio - e lo dico senza averlo visto! - di Almodovar. Ancora manca alla mia collezione almodovariana, ma rimedierò presto. Questo per me è un torto.
La madre resta comunque deludente. Bravissime le bambine protagoniste, molto piccole. Come hanno fatto per non traumatizzarle davvero? Alcune scene non potrò dimenticarle facilmente.

VOTO: 5

'Under the Cherry Moon' è un musical?

Guardando le statistiche vedo che non scrivo sul mi caro blog di cinema da gennaio. Un solo post quest'anno, ma c'è sempre tempo per rimediare. Non voglio che pensiate che in tutto questo tempo in cui non ho scritto non ho visto film. Ne ho visti pochi rispetto alle mie abitudini, ma ne ho visti.
In particolar modo mi sono data ai film inglesi - o in lingua inglese - cercando inutilmente per alcuni i sottotitoli. Ho dovuto arrendermi presto con certi film e li ho visti in lingua originale senza sottotitoli. Uno di questi è Under the Cherry Moon, diretto e interpretato da Prince. Credo di aver letto da qualche parte che voleva essere una pellicola in parte autobiografica, non so molto della vita di questo presunto principe della musica, ma devo premettere che non conosco bene l'inglese quindi è stato come vedere un film muto! Seriamente, ho capito ben poco. Posso dire che le canzoni ci sono ma non fanno del film un musical, nonostante venga etichettato come tale. Non so se le canzoni sono state scritte per l'occasione, sono carine ma Prince è quasi vergognoso. Attore pessimo con espressioni di dubbia virilità. E lo dico perchè fa la parte del seduttore, ma non mi ha sedotta affatto. Kristin Scott Thomas, la parte più interessante del film, debuttava a 26 anni proprio in questo film. Ancora acerba come attrice, aveva molta strada da fare. Delicata e frizzantina in certi momenti del film, l'ho trovata adatta alla parte ma forse un po' forzata. Per il resto so con certezza che il film all'epoca, quando uscì nel 1986, fu un'inaspettato insuccesso. In alcune interviste la Scott Thomas dice che si vergogna a rivedersi ma non lo rinnega. Di certo però non ne è entusiasta. Sarebbe diventata lo stesso famosa?



Il resto lo lascio dire a chi ha una buona conoscenza dell'inglese, no?

PS: forse dovevo astenermi dal commentare...

VOTO: 3

giovedì 17 gennaio 2013

"The impossible" di JJ Bayona


Sono mancata ma sono tornata. E' per parlare di un film che mi ha profondamente commossa e mi ha fatto vivere coi protagonisti una tragedia realmente avvenuta nel dicembre del 2004 in Thailandia. Un terribile tzunami stroncò la vita di numerose persone e questo è quello che racconta The impossible, film ad alto budget firmato Juan Antonio Bayona, il regista spagnolo già autore di The orphanage che al suo secondo film sfrutta le testimonianze di Mária Belón (in foto con Naomi Watts) e della sua famiglia che trovandosi in vacanza nel paese asiatico per le vacanze di Natale, si trovarono coinvolti nel terribile maremoto.

Non vi sto a raccontare la trama perchè non avrebbe senso, ma per fortuna il finale è felice, per quanto possa essere usato questo termine in un contesto simile.
Bayona ci conferma di avere un grande talento nonostante la sua giovane età, e questa volta punta su qualcosa di diverso dal suo primo film. La presenza di due attori del calibro di Naomi Watts e Ewan McGregor ha influito sulla pubblicità del film, soprattutto se si pensa che la sua uscita nelle sale è stata preceduta da una premiere di lusso in stile Hollywood.

Naomi Watts, Tom Holland and Juan Antonio Bayona at "The Impossible" premiere at Kinepolis cinema in Madrid.

La Watts riceve la sua seconda nomination agli Oscar insieme ad altre, e sicuramente arriveranno anche molti Goya per lo spagnolo che si è lanciato in un progetto così difficile che ha richiesto spazi costosi e molti mesi di riprese. Le scene sono d'impatto ed'è davvero difficile immaginare come abbiano fatto, ma ho letto che la Watts ha avuto diverse difficoltà nel girare delle scene sott'acqua e per poco non ci lasciava le penne. Il rischio meriterà la pena? Guardatelo e sentire notizie come queste alla tv non sarà più lo stesso.

VOTO: 9

domenica 30 settembre 2012

"The iron lady"

La signora del cinema americano, la più grande attrice di ieri e di oggi. Meryl Streep. Non è necessario aggiungere altro, gli aggettivi quando sono quelli giusti diventano banali.
The iron lady conferma il suo ruolo, lo rafforza facendole vincere un Oscar, il terzo, e ci fa assistere all'ennesima consacrazione di un'attrice che con la sua versatilità ha interpretato una tale varietà di ruoli da mettere a disagio qualunque regista voglia proporgliene uno nuovo! Questo lo dico io, ma chissà che non sia vero!
Ho visto The iron lady dopo tanti mesi di attesa che è stata sicuramente ben ricompensata perchè nonostante sapessi che la Streep fosse la protagonista del film, una volta vista nei panni dell'ex premier britannico Margaret Tatcher, ho stentato a riconoscerla! Se non altro, e scusatemi se è poco, il film ha vinto anche l'Oscar al miglior trucco, e si può ben capire il perchè! Caratterizzata al massimo e con una postura studiata a tavolino per il ruolo per cui è stata invecchiata di una decina di anni, la Streep ci fa piangere e ridere allo stesso tempo. O sorridere per la forza di una donna che nel suo ambiente, non con poche difficoltà, è stata la prima.
L'unica cosa che ho da dire, che non è una nota positiva ma nemmeno molto negativa, è che la scena iniziale del film non la aspettavo così. Pensavo a un tutto più plateale, invece è un film intimista. Nel suo essere pubblico e noto, è uno scenario del tutto privato. E commuove, eccome se commuove!

VOTO: 8

"Divorzio all'italiana"

Sono davvero orgogliosa di vedere sullo schermo un film di successo che deve in gran parte la sua riuscita al dialetto impiegato. Il siciliano ha reso celebri un sacco di film dagli anni sessanta ad adesso, e uno dei film che amo di più di quell'epoca lontana è Divorzio all'italiana. La regia è di Pietro Germi, il film è del 1961 e tra gli attori del cast vediamo Marcello Matroianni, Stefania Sandrelli e Lando Buzzanca.
Un matrimonio finito o mai iniziato, forse fallito in partenza, spinge Mastroianni a tramare l'omicidio della moglie invadente e asfissiante per poter convolare in seconde nozze con la cugina (la Sandrelli).
Il famoso detto "donna baffuta sempre piaciuta" mi ritornava in mente mentre guardavo il film alla vista delle "femmine" siciliane di ogni età che non conoscevano ancora le potenzialità di togliersi i baffi e le sopracciglia. Quanto siamo cambiati. grazie al cielo!
Il siciliano di Mastroianni mi fa avere la certezza che per chiunque è facile imitare i dialetti, e sicuramente le sue espressioni e i suoi tic accompagnati da quella meravigliosa cadenza (che è la mia) rendono il tutto più comico di quanto non lo sia già. Questa è la vera commedia italiana! Naturale, vera.

VOTO: 10

Ecco qui il FILM diviso in più parti!

venerdì 28 settembre 2012

'Red lights" dal regista di Buried (Rodrigo Cortes)

Dicono di noi italiani che abbiamo poco sentimento patriottico, ma la maggior parte dei nostri film vede sul grande schermo una gran maggioranza di attori italiani, lo stesso non si può dire del vicino (solo geograficamente) cinema spagnolo che avendo ormai raggiunto un certo prestigio fuori i suoi confini, punta in alto con film in grande stile americano e attori del calibro di Robert de Niro o Sigourney Weaver. Proprio questi due sono i protagonisti, insieme a Cillian Murphy, del film spagnolo girato tra Barcelona e gli USA che uscirà in Italia a novembre. Il regista, Rodrigo Cortes, ha firmato solo tre lungometraggi, tra cui quello che nel 2010, alla sua uscita, fu definito un cult: Buried - sepolto. La fama non gli manca.

Brevemente, la storia è quella di un sensitivo che torna dopo 20 anni di fermo attività e trova ancora lì pronta a combatterlo la dottoressa specializzata a smascherare le truffe. Lei è la Weaver e non ha mai trovato nella sua lunga carriera un caso che portasse a credere che davvero esistono dei fenomeni paranormali. Non è questo un film di fantascienza, è un thriller, sta alla nostra cultura e credenza voler crederci o no.
Effetti acuti e inquadrature semplici che rendono bene l'idea della forza che scatena de Niro nei panni di un veterano sensitivo e guaritore. Lo svolgimento, che a un certo punto potrebbe farci andare in tilt, si conclude con un finale che personalmente non mi aspettavo, molto semplice ma d'impatto, e che sicuramente si ritaglia un posticino nel nostro cuore fino a poter arrivare a commuoverci. Ogni comportamento è ben motivato e le coincidenze non mancano, tutto è costruito linearmente per far si che il messaggio recepito abbia la risonanza scelta per lui da Cortes.

Uomini con poteri fuori dal normale, o doni. Crederci? A discrezione di chi guarda il giudizio, certo è che de Niro cieco e con i suoi sotterfugi inquieta un pochetto.

VOTO: 7