domenica 30 settembre 2012

"The iron lady"

La signora del cinema americano, la più grande attrice di ieri e di oggi. Meryl Streep. Non è necessario aggiungere altro, gli aggettivi quando sono quelli giusti diventano banali.
The iron lady conferma il suo ruolo, lo rafforza facendole vincere un Oscar, il terzo, e ci fa assistere all'ennesima consacrazione di un'attrice che con la sua versatilità ha interpretato una tale varietà di ruoli da mettere a disagio qualunque regista voglia proporgliene uno nuovo! Questo lo dico io, ma chissà che non sia vero!
Ho visto The iron lady dopo tanti mesi di attesa che è stata sicuramente ben ricompensata perchè nonostante sapessi che la Streep fosse la protagonista del film, una volta vista nei panni dell'ex premier britannico Margaret Tatcher, ho stentato a riconoscerla! Se non altro, e scusatemi se è poco, il film ha vinto anche l'Oscar al miglior trucco, e si può ben capire il perchè! Caratterizzata al massimo e con una postura studiata a tavolino per il ruolo per cui è stata invecchiata di una decina di anni, la Streep ci fa piangere e ridere allo stesso tempo. O sorridere per la forza di una donna che nel suo ambiente, non con poche difficoltà, è stata la prima.
L'unica cosa che ho da dire, che non è una nota positiva ma nemmeno molto negativa, è che la scena iniziale del film non la aspettavo così. Pensavo a un tutto più plateale, invece è un film intimista. Nel suo essere pubblico e noto, è uno scenario del tutto privato. E commuove, eccome se commuove!

VOTO: 8

"Divorzio all'italiana"

Sono davvero orgogliosa di vedere sullo schermo un film di successo che deve in gran parte la sua riuscita al dialetto impiegato. Il siciliano ha reso celebri un sacco di film dagli anni sessanta ad adesso, e uno dei film che amo di più di quell'epoca lontana è Divorzio all'italiana. La regia è di Pietro Germi, il film è del 1961 e tra gli attori del cast vediamo Marcello Matroianni, Stefania Sandrelli e Lando Buzzanca.
Un matrimonio finito o mai iniziato, forse fallito in partenza, spinge Mastroianni a tramare l'omicidio della moglie invadente e asfissiante per poter convolare in seconde nozze con la cugina (la Sandrelli).
Il famoso detto "donna baffuta sempre piaciuta" mi ritornava in mente mentre guardavo il film alla vista delle "femmine" siciliane di ogni età che non conoscevano ancora le potenzialità di togliersi i baffi e le sopracciglia. Quanto siamo cambiati. grazie al cielo!
Il siciliano di Mastroianni mi fa avere la certezza che per chiunque è facile imitare i dialetti, e sicuramente le sue espressioni e i suoi tic accompagnati da quella meravigliosa cadenza (che è la mia) rendono il tutto più comico di quanto non lo sia già. Questa è la vera commedia italiana! Naturale, vera.

VOTO: 10

Ecco qui il FILM diviso in più parti!

venerdì 28 settembre 2012

'Red lights" dal regista di Buried (Rodrigo Cortes)

Dicono di noi italiani che abbiamo poco sentimento patriottico, ma la maggior parte dei nostri film vede sul grande schermo una gran maggioranza di attori italiani, lo stesso non si può dire del vicino (solo geograficamente) cinema spagnolo che avendo ormai raggiunto un certo prestigio fuori i suoi confini, punta in alto con film in grande stile americano e attori del calibro di Robert de Niro o Sigourney Weaver. Proprio questi due sono i protagonisti, insieme a Cillian Murphy, del film spagnolo girato tra Barcelona e gli USA che uscirà in Italia a novembre. Il regista, Rodrigo Cortes, ha firmato solo tre lungometraggi, tra cui quello che nel 2010, alla sua uscita, fu definito un cult: Buried - sepolto. La fama non gli manca.

Brevemente, la storia è quella di un sensitivo che torna dopo 20 anni di fermo attività e trova ancora lì pronta a combatterlo la dottoressa specializzata a smascherare le truffe. Lei è la Weaver e non ha mai trovato nella sua lunga carriera un caso che portasse a credere che davvero esistono dei fenomeni paranormali. Non è questo un film di fantascienza, è un thriller, sta alla nostra cultura e credenza voler crederci o no.
Effetti acuti e inquadrature semplici che rendono bene l'idea della forza che scatena de Niro nei panni di un veterano sensitivo e guaritore. Lo svolgimento, che a un certo punto potrebbe farci andare in tilt, si conclude con un finale che personalmente non mi aspettavo, molto semplice ma d'impatto, e che sicuramente si ritaglia un posticino nel nostro cuore fino a poter arrivare a commuoverci. Ogni comportamento è ben motivato e le coincidenze non mancano, tutto è costruito linearmente per far si che il messaggio recepito abbia la risonanza scelta per lui da Cortes.

Uomini con poteri fuori dal normale, o doni. Crederci? A discrezione di chi guarda il giudizio, certo è che de Niro cieco e con i suoi sotterfugi inquieta un pochetto.

VOTO: 7

sabato 26 maggio 2012

"Showgirls" o come collezionare dei Razzie Awards

Conoscete tutti Iris, no? Un canale meraviglioso dove trasmettono ininterrottamente film di ogni tipo, genere e anno. L'altra sera, il seconda serata, è iniziato un film che sembrava essere interessante dal titolo, così l'ho visto. Sono pentita a metà. Si trattava di un film drammatico a sfondo erotio, così lo classifica wikipedia, e mi fido, anche perchè dopo averlo visto posso dire che la storia c'è, ma ci sono pure scene che non vedremmo di certo in un film "normale".
La storia vede protagonista una ballerina-prostituta che aspira al successo, e lo trova in locali di dubbia reputazione e con gente di un giro che mira solo al fare i soldi, qualunque sia il modo e i mezzi.
Ho letto che il film ha vinto un sacco di Razzie Awards, i premi dati ai peggiori artisti dell'anno, e effettivamente non mi stupisce. L'attrice forse più meritevole è stata Gina Gershon nel ruolo dell'ambigua Cristal, ma per il resto lascia molto a desiderare. La cosa più bella è probabilmente l'attore che fa l'amante di Cristal e pure della protagonista, e solo perchè è un bell'uomo. Insomma, un film scarso, scarso e scarso. Ma importante e significativo è il messaggio che forse senza volere, da al pubblico.

VOTO: 5

"Un americano a Parigi" di V. Minnelli

Ha vinto 8 Oscar nel 1952, ma è stato girato da Vicente Minnelli nel 1951. Si chiama An American in Paris ed'è pieno di canzoni e pezzi musicali, forse fin troppo. Con Gene Kelly e altri grandi cantanti e ballerini dal talento indiscutibile, il film racconta la coincidenza che unisce due amici, uno americano e uno francese, nell'amore verso la stessa donna, una ballerina non poi così abbagliante. Nel raccontare le loro emozioni i personaggi si affidano alla forza e al trasporto della musica, e ci mostrano quella bella America che dominava il cinema internazionale del tempo. Non che ora faccia diversamente...
A mio avviso la musica è troppa, ogni canzone dura molto tempo, con una media di 4 minuti, e metà film è interamente musicato o ballato. Bisogna ammettere che le scenografie finali con lo stacchetto dei due felici innamorati è fatto davvero bene, sembra un sogno! Tutto sommato, però, la storia non mi è sembrata molto originale, o forse giudico senza considerare la data dell'uscita del film. Comunque, con gli occhi di oggi, è una cosa già vista. Ma se avrà vinto 8 Oscar ci sarà un motivo...

Finalmente ho conosciuto Minnelli!

VOTO: 6

lunedì 21 maggio 2012

"Match point"

Che la risata fosse una delle medicine più potenti si sapeva, ma Match Point ce lo vuole dimostrale ad alta voce. Storia biografica di un grande medico che cura i suoi pazienti parlandoci. Non fa le veci di uno psichiatra. Rompe le distanze tra medico e paziente e lo fa come se avesse a che fare con dei bambini. Fa uscire fuori il bambino che si nasconde dentro ogni adulto, strappa un sorriso a tutti, anche alla sua amata inzialmente restia e spaventata dalla sua attitudine. Peccato che finisca male. Meno male finisce la legittimazione del suo impegno e lavoro, il riconoscimento dei suoi meriti di uomo e poi di medico. Tutti i medici dovrebbero prima imparare a trattarci come loro pari e poi andare alla teoria.
Storia ben strutturata, nessuna falla, anzi fila liscio come l'olio. Bravissimo come sempre in una parte troppo simile a lui, Robin Williams.

VOTO: 9

"Bel ami" delusione

Delusa da Bel ami, ebbene si. Mi ha troppo ricordato Le relazioni pericolose di cui vuole essere una brutta copia. Cambia ben poco, credo. Il protagonista seduttore senza scrupoli che scambia volontariamente l'ambizione e il successo per l'amore, crede che tutto si possa comprare e si vende per la sua scalata verso la nobiltà e la bella vita di Parigi. Cast composto da Robert Pattinson che al di fuori della saga di Twilight non mi convince, e da Christina Ricci, Uma Thurman e Kristin Scott Thomas. Un cast sprecato direi, storia banale e senza una morale. Non che ogni storia debba avere una morale esplicita. Volendo trovarla questo film ci presenta un eroe negativo, un modello di uomo e di persona sbagliato. Anche questa potrebbe essere una morale. Ma secondo me viene fatto nel modo sbagliato. Succedono troppe cose in troppo poco tempo, cose anche di una certa importanza. C'è poco approfondimento, i personaggi non hanno caratterizzazione psicologica e non ci vengono spiegate le loro motivazioni. E poi Pattinson non mi è piaciuto molto, ce l'hanno messo solo per la sua bellezza? Ce ne sono molti altri belli ma bravi più di lui. La solita espressione da frustrato. Oddio. Ovviamente le grandi protagoniste femminili sono state davvero grandi. Chi si è lasciata sedurre di più e chi meno, sono state tutte brave per quel che gli è stato possibile.

VOTO: 4

"Tutti dicono i love you" di e con W. Allen

Tutti dicono I love you. Di nuovo Allen non mi ha affascinato al massimo. Carina l'idea delle canzoni e dei balli, a mo' di musical e nel suo stile usa attori famosissimi, e se stesso, per uan storia carina e da intrattenimento. Brava la Roberts in un ruolo che le calza a pennello. Affascinante come personaggio, come pure lo è quello di Allen. Mentre la ragazzina che racconta la storia non mi piace. Forte Tim Roth e la sua fiamma. La bravura di Allen d'altronde sta in questo, non nelle storie quanto nelle situazioni. Allen è un regista da situazioni.

VOTO: 6

"La scuola" di D. Luchetti con Silvio Orlando

Fa parte di un filone scolastico del cinema italiano molto in voga negli anni novanta. La scuola, un film di Daniele Luchetti con Silvio Orlando e tantissimi volti noti del nostro cinema e della nostra televisione, racconta di una classe e soprattutto dei suoi professori, tra rivalità e relazioni ambigue e mai chiarite. Non è un tema nuovo insomma, eppure mi è piaciuto più di altri. Non è scontato ma devo riconoscere che è un po' lungo. A momenti scorre troppo lentamente e con monotonia, però le vicende del consiglio di classe a fine anno scolastico e il crollo della scuola, chiaramente metaforico, mi ha affascinata. E' un film che ha un suo perchè, che è poi quello che cerco. La motivazione forte può far aumentare il livello di un film a tema molto usato.
E poi è un film dedicato "a chi non è mai stato il primo della classe", e sicuramente tutti in qualcosa non lo siamo stati.

VOTO: 6

"Obaba" di Montxo Armendariz

Affascinata dal suo ultimo film, No tengas miedo, ho deciso di vedere Obaba. Ma era già successo un'altra volta che Montxo Armendariz, regista spagnolo, mi deludeva. Con Secretos del corazon. Modestissimo gusto, chiaro. Il film Obaba ci fa raccontare tramite la telecamera di una ragazza estranea al paesino Obaba, le vicende che hanno determinato la vita e le scelte degli allievi di una piccola classe del posto, con una maestra che altra non è se non Pilar Lopez de Ayala. E' per lei che ho visto il film, oltre che per Armendariz. Non è che sia rimasta esattamente delusa, ma mi sono persa qualcosa. Questa solita sensazione  che a volte mi accompagna e non so a chi dare la colpa.
Belli i flashback che formano l'intero film, e le vicende della maestra che soffre di solitudine. Intensa interpretazione. Ma non capisco il ruolo della ragazza che racconta. Mi è sembrato inutile. Forse sono troppo severa con questo film, ma davvero non sono riuscita a capirlo!

VOTO: 6

"La mia vita a Garden State"

E' bello sapere di un attore che si scrive e si dirige il film della sua vita, non per forza nel senso di progetto importante e vitale, ma anche nel senso che ci mette qualcosa di autobiografico. E se la storia funziona e ha un senso, e se tutto sembra funzionale a mandare un messaggio e fila liscio come l'olio, meglio. La mia vita a Garden State può essere un chiaro esempio. Di e con Zach Braff, il film ha come protagonista lui stesso, un attore a cui vengono affidati ruoli piccoli e da ritardato mentale. Non dalla nascita ma per colpa del padre psichiatra che credendolo violento da piccolo, pensa di placarlo rimbecillendolo. Per fortuna arriva presto nella sua vita Natalie Portman, una leggera ragazza che lo fa uscire dal suo stato di lungo letargo, lo sveglia e gli fa vedere come va vissuta questa vita di lutti e dolori. E noi cresciamo con lui, lo vediamo curato da qualcosa che è migliore di qualsiasi percorso di terapia psicologica, l'amore. Bel messaggio.

PS: Perchè sto solito vizio di deformare i titoli dei film stranieri a nostro piacimento?
VOTO: 7

"Y tu mama tambien" cosa?

Ogni volta che termino di vedere un film spagnolo penso che non finirò mai di imparare dalla loro schiettezza in immagini. Y tu mama tambien ne è la prova, anche se il film in questione non è spagnolo ma sudamericano. Con Gael Garcia Bernal, attore messicano che non mi piace affatto nè come uomo nè come attore, anzi mi sta pure un po' antipatico. Visto per la prima volta in un film di Almodovar e in seguito in altri film altrettanto famosi.
La storia è quella di due ragazzini che si credono uomoni e che danno continuamente prova della loro immaturità, perfino quando si mescolano con una donna adulta anche se molto giovane e finiscono per andarci a letto entrambi, isolatamente e non.
Il film in se stesso non trasmette molto, non ha un fine se non quello di farci rendere conto di come sono immaturi i ragazzini di 18 anni mentre le ragazzine di 18 sono in un altro mondo. E non mi sbaglio. E per il resto? Cosa vuol dire la precisione nei dettagli che non ci permettono di farci gli affari nostri e ci introducono nelle vicende più intime dei personaggi? Scopo non ne hanno, anche se non si rimane indifferenti alla spudoratezza mai.
Il voto aumenta se guardiamo la questione da un altro punto di vista, quello della protagonista che altro non è se non Maribel Verdù!

VOTO: 5

"Mars attacks" di Tim Burton

Mi è piaciuto un film di fantascienza, ma dove stiamo arrivando? Posso spiegarmi meglio se dico che si tratta di un film firmato Tim Burton. Adesso sì che potete capirmi.
Gli alieni attaccano la terra, per questo Mars attacks. Arrivano dicendo di venire in pace, ma il loro messaggio viene frainteso a causa di un cattivo traduttore che converte i loro incomprensibili modi di comunicare in lingua americana.
Grande cast con Jack Nicholson, Green Close, Natalie Portman, Pierce Brosnan, Sarah Jessica Parker e molti altri. Purtroppo, apocalissicamente la vicenda si conclude male per noi razza umana perchè muoiono un sacco di persone. I loro strumenti di difesa sono molto più potenti dei nostri, se il tutto fosse reale saremmo fritti. O lo siamo già. Poi però, siccome si tratta tutto sommato di una commedia e non di un dramma, si trova un metodo per far fuori gli alieni nel loro punto debole. Originale e simpatico come film, con dialoghi e situazioni comiche in un contesto che a pensaci bene è da catastrofe.
Mi è piaciuto molto e credo che vedrò tutti i film di Burton, prima e dopo la fase Depp! Una delle cose più belle: la sinuosità dei movimenti dell'ex moglie di Burton nel ruolo della moglie dell'ambasciatore degli alieni "trasformata" in donna.

VOTO: 7

"Nadie conoce a nadie"

La mia ultima delusione cinematografica che posso solo giustificare con la distrazione e con la cosiddetta "forse in quel momento non ero predisposta a vedere quel tipo di film", è Nadie conoce a nadie (Nessuno conosce nessuno). Un film spagnolo di Mateo Gil, regista di thriller e horror, e con attori quali Eduardo Noriega, noto per questo genere di film, e il famoso Jordi Mollà.
Un thriller, appunto, basato su vicende religiose o meglio sataniste. Un gioco di cattivo gusto che include la realtà, o meglio porta i suoi giocatori a non distinguerla dalla fantasia che si sono costruiti per noia, come dice l'organizzatore del gioco, e per sfidare forse Dio. Giocano con pistole molto strane, che non uccidono ma stordiscono e si nascondono in delle segrete da cui tengono sotto controllo l'intera città su cui si accaniscono, Sevilla. Prendono di mira le chiese e coinvolgono nel loro gioco lo scrittore e autore di cruciverba, Noriega appunto, che per la prima volta non vedo nel ruolo del cattivo o dello "strano".
Secondo me a questo film manca quel qualcosa che lo avrebbe resto altrimenti geniale. Gli elemtni di base li ha, avrebbe potuto essere geniale se non fosse che manca la motivazione di base che spinga e motiva il tutto, e non parlo della noia, ci deve essere altro. Mi sembra una storia costruita in aria, e poco giustificata.

VOTO: 6

"El sur" di Victor Erice

Un'altra storia di padre e figlia, vista senza sapere di cosa si trattasse. Ho cercato i titoli dei film spagnoli più famosi di sempre, e ne ho scaricato qualcuno. Molti sono vecchissimi, questo di cui vi parlerò oggi è dell'1983, per la regia di Victor Erice, con un attore italiano che non conoscevo, Omero Antonutti.
Si chiama El sur racconta di una famiglia il cui padre è innamorato di un'altra donna e la figlia, che quasi lo venerava, lo scopre intorno ai 10 anni. Quando cresce, a 15 anni, viene interpretata dalla brava Iciar Bollain, più conosciuta come regista che come attrice. Ha ben interpretato un sentimento comune quasi a tutti le figlie femmine, quasi innamorate del loro papà di un amore speciale che improvvisamente, dopo una forte delusione, svanisce velocissimo. Dalla gelosia della ragazzina all'amore sincero e spassionato del padre per l'altra donna attrice, dal sentimento di delusione mescolato a quello di rifiuto, dalle riflessioni in silenzio di una ragazzina che da grande ci racconta la sua storia che è uguale a mille altre, e che non dice a parole niente di quello che possa sembrare un aforismo, eppure con le sue lacrime e il suo fissare il vuoto di quel sud che non dimenticherà mai, ci fa capire quanto sia importante nella vita di una donna l'amore di suo padre e che quando questo si svela per quello che è realmente, passato l'amore quello infantile, è difficile ma conveniente vederlo per quello che è, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Scommetto vedendo le scene finali, che a Estrella sia costato questo passaggio, e la sorte non l'ha aiutata perchè le ha tolto troppo presto la possibilità di guarire da quell'amore. Il padre muore e lei, volente o nolente, è costretta a compiere un passo che le darà la vita.


VOTO: 8

"Il padre dei miei figli"

Quanti film masterizzati su DVX e che ancora non ho visto. Molti non sono quello che volevo scaricare. Intendo dire che cercando un altro film ne trovo uno che si chiama allo stesso modo e magicamente finisce nella mia pila di DVX, Succede, e per la seconda volta non sono rimasta delusa dallo sbaglio.
Ho visto Il padre dei miei figli, un film francese del 2009 che fu presentato lo stesso anno a Cannes. Gli attori non li conoscevo, eccetto la moglie dei protagonista che è italiana, Chiara Caselli.
La storia è quella di un produttore cinematografico che manda il rovina la sua casa di produzione e non potendo reggere il dolore del fallimento si suicida. Ma non è così commovente come sembra, perchè per tutto il film quello che vogliono farci credere è un po' diverso. L'uomo viene presentato come una persona abbastanza equilibrata, che ama la sua famiglia prima di tutto, che da opportunità ai giovani registi esordienti offrendosi di produrli, e molto generoso. Anche quando si rende conto che sta per fallire non sembra avere reazioni sofferte, per cui il suicidio piomba dal nulla senza che nessuno se lo aspetti, nè la sua famiglia nè noi che assistiamo da casa nostra alla storia. Questo non mi è piaciuto per niente, perchè non c'è assolutamente nulla che possa far presagire l'atto estremo. Sarà forse originale per qualcuno, ma una reazione del genere non può non essere introdotta prima di succedere, anche perchè il protagonista è proprio l'uomo che si toglie la vita, dovremmo conoscerlo bene e sapere più di lui e della sua situazione psicologica. Sappiamo solo che era buono e allegro, e dubito che chi abbia un carattere del genere si spinga a questo livello. Soprattutto avendo tre figlie piccole. Ma siccome così corro il rischio di sembrare una appena caduta dalle nuvole, poichè queste cose succedono e ne sentiamo ogni giorno, allora non riesco a trovare una spiegazione alla storia.
Lui lascia la moglie nei guai, e lei non sembra occuparsi di quello che sentono i suoi figli. La più grande di queste, di quindici anni circa, soffre molto perchè alla madre non sembra interessare quello che lei vuole e pensa, e dopo aver perso un padre, è come aver perso pure la madre.

VOTO: 5

venerdì 18 maggio 2012

"DARK SHADOWS"

Una settimana fa, usciva nelle sale cinematografiche il nuovo film di Tim Burton, Dark Shadows con il solito immancabile protagonista Johnny Depp, Eva Green, Michelle Pfeiffer e Helena Bonham Carter. Ho visto diversi film di Burton e tutti sono molto curiosi e estrosi come il loro autore, vedi i suoi capelli. La storia, come si può immaginare, è quella di un nobile inglese che viene vampirizzato dalla sua cameriera ossessionata da lui che non contenta di averne ucciso i genitori fa lo stesso con la futura sposa sapendo di non poterlo mai avere. Dopo "un trip durato due secoli" (frase comica del film) Barnabas Collins viene liberato dall'incantesimo della strega innamorata e si reintroduce nella moderna famiglia Collins. Ma Angelique, la strega appunto, non lo perde di vista e le sue intenzioni anche a distanza di secoli rimangono le stesse.
Molte persone sono rimaste deluse da questo film perchè la storia di base che è quella del vampiro, è molto comune. Ma ci sono casi in cui bisogna andare al di là della trama in sè stessa e riconoscere la grande originalità di un film che fa ridere con le sue strepitose battute e che come molti film di Burton ricrea un clima gotico perfetto con molta cura per i dettagli, soprattutto nella cura per l'aspetto dei personaggi. Finemente caratterizzati, i suoi protagonisti sembrano dipinti a mano e a questo contribuisce l'interpretazione magistrale che ne danno i suoi attori. Le musiche, l'atmosfera, le scenografie e soprattutto il trucco e l'abbigliamento non deludono chi è andato al cinema aspettandosi di venire catapultato nel fantastico mondo di Tim Burton. Come non citare almeno le musiche fantastiche, allegre e moderne che creano un effetto stupendo in contrasto con l'ambiente gotico ricostruito?
Oltre l'interpretazione di Depp voglio mettere in evidenza quella della Green che rende perfettamente la parte della pazza innamorata fino alla sua estenuante fine. Indimenticabile la sua performance da manichino rotto.
Un film che rivedrei assolutamente e che credo possa piacere anche ai non appassionati, perchè in fondo tutti siamo affascinati oltre che dal mistero, dai mondi sconosciuti.

VOTO: 9 

mercoledì 16 maggio 2012

"Léon"

I bravi attori si riconoscono subito, soprattutto se si tratta di attori prodigio che gia' a 13 anni fanno i protagonisti di grandi film, come è il caso di Natalie Portman nel film del 1994 "Léon", scritto e diretto da Luc Besson e con attori quali Jean Reno e Gary Oldman.
La storia è quella di un sicario solo e con un passato difficile che si ritrova a dividere la vita nelle sventure con la piccola ma determinata, forte e coraggiosa ragazzina a cui è stata sterminata la famiglia. All'insegna della vendetta e dell'odio l'uomo le insegna i trucchi del mestiere, facendola diventare una baby sicario ancora troppo verde che non tarda a mettersi nei guai. Innamorata di lui o meglio del ruolo che gli da, cerca si farsi amare, cosa che lui finisce non so quanto teneramente per fare.
Nonostante la sua giovinezza la Portman convince tutti con le sue capacità attoriali, con una profondità magistrale tale che ci sembra di aver di fronte un'attrice adulta, cosa che pochi attori bambini riescono a fare, e chi lo fa molto spesso resta nella storia. È sicuramente questo il caso della Portman. Da dimostrazione di essere nata per fare questo mestiere e caratterizzata con la giusta pettinatura e avendo a suo vantaggio quel gracile aspetto da ragazzina ancora troppo vicina all'infanzia, riesce a incarnare a meraviglia un ruolo che sembra scritto per lei. Commuove vederla crescere in quella miseria senza conoscere l'affetto e bisogni di cui necessita.
Altrettanto può essere detto per i due protagonisti maschili, anche se di gran lunga ho preferito Reno a Oldman, forse per il ruolo. Molto enigmatico e sofferto il suo eroe rapido e letale che finisce per morire a fine film ma non senza portarsi dietro l'ultima soddisfazione e vendetta della sua vita. Solo non ho capito la natura del suo affetto verso la ragazzina che ovviamente non poteva avere 18 anni come gli aveva detto.
Una bella storia d'azione e di corruzione, bei sentimenti e meno felici realtà, molto vere appunto. Piacevole da vedere ma potrebbe scappare qualche lacrima grazie alla ragazzina che oggi è quello che è. Bravissima! Due ore di film che meritano il nostro tempo.

VOTO: 8

venerdì 4 maggio 2012

"Amore e altri luoghi impossibili"

Quando si dice che l'apparenza inganna... Mi è successo poco tempo fa con un film che si chiama Amore e altri luoghi impossibili, o meglio The other woman. Anche questa volta gli italiani pensano bene di rovinare un film cambiandogli titolo. Cosa aveva che non andava "L'altra donna". Se è stato scelto avrà un senso, e il titolo fa molto per un film. Ma che lo dico a fare?
E' una storia davvero commovente che racconta gli stati d'animo di una giovane donna sposata con un uomo divorziato e con un figlio che perde la sua primogenita a pochi giorni dalla sua nascita. La Portman, protagonista della storia, è stata bravissima a rendere reale i sentimenti di questa madre a cui la morte ha strappato via la figlioletta neonata. Nei pianti, nelle espressioni del volto oltre che nelle parole, è stata formidabile per renderci vicini al suo dolore. E' un film bello anche perchè dietro al dolore di questa madre vi è qualcosa che dal primo momento non si può capire, ma che poi si chiarisce alla fine. Questo per dire che un film può raccontare una storia semplice e comune, ma perchè questa diventi originale basta avere un po' di fantasia narrativa. Pare facile a dirsi, ma mi rendo conto che solo i bravi sanno rendere meravigliosa una storia che altrimenti raccontata a parole sarebbe tra le più comuni. 

VOTO: 9

"Un bacio romantico"

Un bacio romantico, un film che dal titolo sembra quello che non è. Mi aspettavo di trovarmi di fronte a una storia mediamente patetica, e invece è qualcosa di diverso. Con un pizzico di avventura e nomadismo moderno. Con Jude Law, Rachek Weisz e Natalie Portman, e scusate se è poco.
Tra un poliziotto fissato per la moglie dalla quale è divorziato, tra una donna ubriaca che perde l'ex marito, tra una ragazza lasciata dal fidanzato e che fa il giro dell'America per ritrovare la serenità, tra il proprietario di una pasticceria quasi sempre vuota e una giocatrice d'azzardo alla fine non tanto sfortunata.
Storie che si intrecciano, ma non mi ha convinto il modo di amalgamarle.
E qualcuno mi spiega perchè non è stato mantenuto il titolo originale? La cosa migliore, l'interpretazione della Portman.

VOTO: 5

"Delitti e segreti"

Che avvincente storia quella di Franz Kafka in Delitti e segreti. Biografia di un grande autore, tra vicende realmente vissute e spunti presi dalle sue opere. In bianco e nero anche se si tratta di un film recente, fatto in modo tale che sembra davvero un film molto vecchio. Me ne sono resa conto solo vedendo il protagonista, Jeremy Irons com'è adesso, che doveva trattarsi di un film relativamente recente.
Si tratta di un noir con elementi da thriller e da giallo, in cui presente più di ogni altra cosa è la psicologia. Il momento più alto di questa espressione è la scena del cervello "aperto" per essere sezionato che si vede sulla cupola dell'edificio come proiettato, e i personaggi che vi si arrampicano con tutti se stessi, ma scivolano, si trovano in bilico attaccati alla mente, alla parte razionale. E' una grandissima metafora, affascinante perchè evoca una sensazione di precarietà.
Anche la storia è stupenda, in se stessa e per come è raccontata. Molto cupa e sinistra. Esperimenti non autorizzati sugli esseri umani, è una realtà triste e che fa regredire l'uomo a mero corpo.

VOTO: 9

sabato 21 aprile 2012

"To Rome with love"

Venerdì esce al cinema To Rome with love e io venerdì sono al cinema.
Non mi fa impazzire Woody Allen, ci sono suoi film che ritengo davvero belli, altri come il penultimo, Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, che sono insensati. O non li ho capiti.
To Rome with love secondo il mio parere merita di essere visto meglio di altre cose che ci sono per ora al cinema, e nel complesso mi è piaciuto e lo rivedrei subito molto volentieri.
Ma nemmeno questo film come l'altro che ho sovracitato arriva a una fine che abbia un senso compiuto. Alcuni episodi terminano meglio di altri.

L'episodio in cui recita lo stesso Woody Allen è uno tra i migliori. L'abbiamo visto in diverse interviste ultimamente è appare così appassito e inattivo che ci si chiede come possa aver recitato anche nell'ultimo film. Sembrerebbe che stia per morire da un momento all'altro, e invece davanti a una telecamera accesa prende vita e ci racconta una bella storia. L'elemento migliore dell'episodio è ovviamente il grande tenore Fabio Armiliato che canta sotto la doccia perchè ci riesce solo lì. Una messa in scena nei teatri davvero peculiare, e quello che ha fatto più ridere in sala.

L'episodio di Alec Baldwin con Jesse Eisenberg mi è sembrato il più noioso. L'attrice che fa innamorare il protagonista di "The social network" non mi piace molto, la scelta poteva essere più azzecata. Poteva andare l'onnipresente Baldwin nel suo ruolo, però non mi è sembrato niente di straordinario. Cosa ci avrà voluto dire Allen con questa storia? Oltre al fatto che fa bene cedere ai tradimenti, ovviamente...

L'episodio di Penelope Cruz tutto italiano, intrecciato a quello di Alessandra Mastonardi e compagnia bella mi è piaciuto, peccato che sia interamente preso da "Lo sceicco bianco" di Fellini di "qualche anno fa" con Alberto Sordi. E l'ho anche recensito da poco, è l'ultimo film prima di questo post. Che coincidenze! Ovviamente ci sono delle cose cambiate, per esempio il doppio tradimento della Mastronardi inizialmente con Antonio Albanese e poi con Riccardo Scamarcio, e quello di suo marito con Penelope Cruz. Fantastiche le zie shockate dalla provocante escort (Cruz) fatta spacciare per la moglie Milly (Mastronardi). Mi ha davvero molto ricordato il film di Fellini perchè il soggetto è lo stesso, con alcuni cambiamenti.
Brava Penelope che recita in italiano, così è più credibile, e bravo anche Alessandro Tiberi, il finto marito.

L'episodio di Benigni è quello più sensato di tutti, quello che manda un messaggio chiarissimo sul famoso quarto d'ora di notorierà. La moralità nei film di Allen non esiste, infatti nessun personaggio si domanda se sia giusto o meno quello che sta facendo, si vive d'istinti come gli animali. Niente rimorsi, al massimo solo rimpianti. L'interpretazione di Benigni è perfetta e ottima come al solito, ma io sono di parte perchè lo adoro letteralmente, anche se credo che chiunque difficilmente darebbe un parere contrario. Lo stesso Allen si è complimentato tantissimo con il suo doppio italiano, così dicono. Per certi versi è vero, anche se Benigni è più brillante nella sua modestia e umiltà.

Piccola riflessione: il film in se stesso non è un successo e non è premiabile, lo stesso film con attori diversi e sconosciuti anche se bravi non avrebbe avuto il successo che probabilemtne avrà "To Rome with love", ma siccome è girato in Italia e ci sono attori molto ma molto bravi, Benigni per primo che torna sul grande schermo dopo un'assenza di sette anni che a me personalmente pesa tantissimo, allora per questo motivo è piacevole da vedere. Il merito maggiore credo sia degli attori, non della storia anche se devo riconoscere che ci sono momenti davvero piacevoli. Credo che Allen si sia dato un po' alla superficialità, forse vive dei successi già ottenuti e dalla fama da genio che nei decenni scorsi si è guadagnato con merito. Adesso gira ogni anno qualcosa come due film, e incassa anche se le storie che scrive io stessa le avrei scritte meglio. Questa è la dura verità purtroppo, poteva accostare questa realtà a quella di un Leopoldo Pisaniello (Benigni) famoso per essere famoso. 

Il film PURTROPPO mi è piaciuto perchè è girato in Italia, mi dispiace dirlo e so che come motivo non basta, ma quasiasi cosa girata a Roma (anche una ripresa amatoriale) ha il suo fascino. Ancora una volta Allen si prende meriti che non sono esattamente i suoi.


VOTO: 8

giovedì 19 aprile 2012

"Lo sceicco bianco"

Un film ben definito e lineare dall'inizio alla fine, è questo Lo sceicco bianco di Fellini. E' il primo film che il regista riminese gira da solo, nel primo infatti lui e Lattuada si dividevano la regia.
E' molto divertente e ha una storia strutturata benissimo, coerente e che fa entrare nel contesto in cui si trova una giovane coppia siciliana, dove lei va alla ricerca del suo eroe da fotoromanzi e lui la cerca disperatamente per tutta Roma, dove sono in vacanza, per presentarla ai parenti.
Fantastico il personaggio di Sordi, lo sceicco che sembra uscire direttamente dai fotoromanzi, così frivolo e superficiale, allegro e sempre affascinante. Fanno invece tenerezza i due coniugi, che sembrano l'immagine del sud catapultato nel nord. E Leopoldo Trieste è davvero un grande attore, perfetto nel ruolo.

VOTO: 8

"Il mio grosso grasso matrimonio greco"

Famosissimo e visto più volte, mandato in tv spesso, eppure non sono mai riuscita a vederlo per intero, non so perchè. Il mio grosso grasso matrimonio greco, scritto dalla stessa attrice protagonista, è una commedia divertente di qualche anno fa che racconta la storia di una ragazza ormai grande per prendere marito, secondo i canoni di una tradizionale famiglia greca, religiosa e simile alle famiglie siciliane che conosco bene, dove i valori sono il prima del tutto.
Fa davvero ridere, anche solo per l'aspetto che sono riusciti a far assumere alla povera ragazza impacciata. Mi è piaciuto il fatto che è brutta prima della trasformazione e che dopo non diventa una miss, ma una normale ragazza formosa, piacevole nel carattere e nella presenza. Fortissime le gags che vedono i genitori del fidanzato messi in trappola in una famiglia lontana dalla sua, soprattutto nella scena in cui hanno forzatamente bevuto talmente tanto da non vederci più bene.
Nel film più di un'ombra di maschilismo tipico delle famiglie patriarcali che non ho potuto fare a meno di notare. Mi fa sorridere che esista ancora gente così retrograda che sostiene o anche solo pensa che le donne abbiano un ruolo ben definito che non è quello che spetta agli uomini.

VOTO: 8 

"Io sono leggenda"

Premettendo che non mi piacciono i film di fantascienza e che si discostano troppo dalla realtà, faccio eccezione con pochi. Io sono leggenda non fa accezione, ma rispetto a quello che vedo in giro nei trailer, credo che meriti più di altri. E' capace di immergerci in un'atmosfera nostalgica come quella di un uomo che si ritrova ad essere l'ultimo abitante della terra insieme al suo cane, un bellissimo pastore tedesco. Eppure quest'uomo non è solo e non è speciale, perchè senza saperlo altri sono sopravvissuti a un terribile virus che una dottoressa ha diffuso con la speranza di redimere il cancro. Non ha avuto l'effetto desiderato, e tutti sono morti o sono diventati dei morti viventi. Mostri, più che uomini sembrano gli abitanti di Pandora di Avatar.
Ho provato pena e tenerezza in diversi punti, soprattutto nella scena della morte del cane. In certi punti mi sono spaventata, più per la sorpresa inaspettata di vedere apparire questi ibrido umani, perchè di per se il film è un thriller drammatico e d'avventura, più che un horror! Anzi è proprio lontano dall'horror.
Smith è un attore molto capace, e ha una certa predisposizione per i film drammatici, mi fa piangere solo a vederlo!!! Anche nell'azione non è niente male.
Del film mi è piaciuto il fatto che ci sono poche parole, e molti fatti. Nel senso che si capisce solo dopo un po' cosa sta succedendo. Ovviamente mai come in Sette anime, sempre con Smith.

VOTO: 7

"I vitelloni" di Fellini

Sto imparando poco a poco a conoscere Federico Fellini, partendo dai film più vecchi per arrivare ai più "recenti". Uno di questi, il suo secondo film, è I vitelloni. Una trama così ricca e ben intrecciata, divertente, è l'origine della vera, vecchia e sana commedia italiana.
Ho letto da qualche parte che questo è uno dei film preferiti dal famoso Quentin Tarantino, e ha i suoi motivi. Fa davvero piacere sapere che molti dei nostri vecchi registi che hanno fatto storia sono punti di riferimento, spunto e ispirazione per i registi e geni di oggi.
Alberto Sordi, Riccardo Fellini (fratello del regista), Leopoldo Trieste, Franco Fabrizi, tutti dei grandi. Ma il cast è molto più ricco. Mi ha ricordato Amici miei per le amicizie, non per il genere. Qui non c'è tempo per fare scherzi, è ambientato in un epoca in cui avevano ben altro per la testa per pensare a divertirsi come facevano i grandi comici di "Amici miei".
Ho odiato comunque molto il personaggio di seduttore di Fabrizi. Traditore più che altro, senza rispetto, egoista e quel che segue. Pentito poi, per fortuna, ma non so quanto e se crederci.

VOTO: 8

"Le relazioni pericolose" tra passione e vendetta

Ha un titolo tra i più comuni, infatti mi sembrava di averne già sentito parlare prima che Le relazioni pericolose entrasse in mio possesso. Ieri sera l'ho visto e sapevo che mi sarebbe piaciuto molto, adoro i film d'epoca! In più i titoli di testa si aprono con John Malkovic, Michelle Pffifer, Gleen Close e Uma Thurman! Come potevo perdermelo? Dopo averlo tanto atteso, venuta a conoscenza del cast, posso dire a voce alta che ha soddisfato le mie aspettative e non ne sono rimasta affatto delusa.
Francia, secolo XVIII, nobiltà tra passioni i vendette. Il primo tema lo preferisco al secondo, però questo modo di avvolgere la vendetta nell'ironia pungente, ricca nel linguaggio forbito usato dai personaggi mi ha molto divertita! Si sa che il linguaggio usato doveva per forza essere di un livello a cui ormai nessuno è più abituato, così mi sono trovata di fronte a frasi molto belle, apprezzo tantissimo i film che usano una retorica del genere. E' da vedere anche solo per il modo di parlare! E vogliamo parlare della cura per i dettagli? Stupendo! ho notato particolari accuratissimi nell'interpretazione di alcuni personaggi come il seduttore Malkovic, che a me fa una certa brutta impressione per l'espressione del viso che ha di natura, nonostante ne riconosca le grandi doti. Giovanissima Michelle Pffifer, stupenda come la Thurman, entrambe con il loro fiorente  talento (siamo negli anni 80) che sembra così puro mi hanno fatto dispiacere ancor di più per il modo in cui sono così traviate senza scrupoli nel film. Succede ora e succedeva prima. Una vendetta senza riserve questa, e tutto per gioco, tutto per passione e lussuria, tutto per divertimento, tutto perchè quella nobiltà che tutto aveva voleva ancora di più per far passare le giornate. Non si può dire che si annoiassero...E a pagarne le conseguenze i più giovani, ancora inesperti in faccende d'amore. E' stato triste vedere cosa sono poi diventate e realizzare la strada che hanno intrapreso i fatti.
Musiche, ambientazione nei termini di paesaggi e scenografie, dialoghi... tutto piacevole, molto rilassante e divertente.

VOTO: 9


Alcune bellissime frasi...

"Tu credi ancora che gli uomini ci amino come li amiamo noi? No, gli uomini godono della felicità che ricevono, mentre noi possiamo solo godere della felicità che diamo."


"- Io mi domando spesso di voi come siate riuscita ad inventarvi. - Bene, non ho avuto scelta, è vero, sono una donna. Le donne sono obbligate ad essere molto più abili degli uomini. Potete guastarci la reputazione e la vita solo con poche parole bene scelte, quindi è chiaro che io non ho dovuto inventare solo me stessa, ma espedienti di fuga cui nessuno aveva mai pensato. E ci sono riuscita perchè io ho sempre saputo di essere nata per dominare il vostro sesso e per vendicare il mio."

mercoledì 18 aprile 2012

"Revolver"

A quanto pare l'unico film di successo che sia riuscito a fare Guy Ritche è Sherlock Holmes, mentre il Revolver più famoso è quello della sua ex Madonna, la canzone. Il suo Revolver invece, è un po' meno ambizioso.
Non è un film brutto, non potrei dirlo, però secondo un modesto parere, è troppo confusionario e poco chiaro. Violento, e sinceramente non mi è arrivato molto guardandolo. Forse dovrei rivederlo. Ma non ci penso proprio.

VOTO: 5

"Memento" e impazzite (più link film)

Se volete impazzire letteralmente e avete finito i cruciverba a disposizione, vi consiglio di vedere Memento. Vi assicuro che alla fine vedrete deformato il vostro modo di osservare la realtà. E quando un film riesce a far questo secondo me merita, anche perchè Nolan non è la prima volta che ci sconvolge se non l'esistenza almeno la giornata! Qualcuno ha mai sentito parlare di Inception?
Il film ha la particolarità di essere girato in maniera cronologicamente inversa, ovvero il regista l'ha fatto montare al contrario, per rendere più verosimile la storia ponendoci allo stesso punto di vista del protagonista che ha una malattia che gli fa perdere la memoria e cancella tutto quello che è avvenuto molto tempo prima e anche le cose più recenti. E' un film da perdere la testa! Montato dalla fine per cui l'inizio è la fine e la fine è l'inizio, io l'ho visto montato al contrario, cioè cronologicamente giusto ma non è così che l'ha voluto Nolan. Ok, credo di aver confuso le idee a tutti. Sono rimasta scontenta dopo aver scoperto che non era quella la vera versione originale, quindi meriterebbe di essere visto al contrario anche se non si capirebbe completamente niente! Ma è un modo davvero curioso di fare un film, è geniale, questo regista è all'avanguardia, sperimenta e non si limita a fare film seguendo il linguaggio standard di comprensione! Sfida le regole del cinema e della narrazione, sfida se stesso mettendosi così alla prova e soprattutto sfida lo spettatore dimostrandogli che si fida dell'intelligenza e capacità di cogliere di una generazione ormai abituata ad avere il cinema nel sangue. 

QUI la prima parte del film su Youtube e da lì le altre parti! Buona visione!

VOTO: 10

"Gli amici del bar Margherita"

Ogni tanto bisogna tornare al cinema italiano e vedere cosa combinano i nostri registi più bravi. Pupi Avati, che tra i tanti sicuramente si distingue, ci delizia con una bella commedia di quelle fatte bene (come dico io) che si chiama Gli amici del bar Margherita e che è ambientato nella sua Bologna. Un gruppo di assidui frequentatori di questo bar, ognuno con storie diverse e con caratteristiche che si prestano all'ironia, e tutti interpretati da attori famosi del nostro panorama cinematografico, tra i quali sicuramente merita di più Diego Abatantuono, anche se non mi fa impazzire. Devo riconoscere che è molto bravo.
Di qualità, diverte e intrattiene, ed'è quello che una commedia deve fare, e se dobbiamo scegliere il male minore.. se commedia dev'essere, che sia di questo tipo! Quindi vi consiglio di vederla perchè attori come Neri Marcorè e Luigi Lo Cascio danno il loro meglio! Che cast, ragazzi! Viva Avati!

VOTO: 8

"The artist"

Recuperare il passato è bellissimo se ha l'effetto che ha avuto in chi ha visto The artist. Con Hugo Cabret abbiamo visto che quest'anno il cinema americano e non, ha celebrato se stesso, il suo passato e la sua grandezza. E le sue origini in una rivisitazione presente è quello che si vede in questo film in bianco e nero e muto di produzione francese. Non sono riuscita a trovare qualcosa di negativo in questo film, è divertente, impegnato, ben curato, interpretazioni magnifiche di Jean Dujardin e Berenice Bejo, e trama davvero carina. E' stato bello tornare nel passato e riproporre il linguaggio con cui il cinema è nato, e con cui poi si è trasformato con l'avvento del sonoro a cui questo film dedica la parte finale, anche se ovviamente celebra interamente il muto.
Un merito particolare merita il cagnolino del film divenuto tanto famoso anche per altri film fatti, e fa una tenerezza! Dujardin invece ha un fascino unico e lo estende a tutto il film, perchè fare un film senza parlare è molto ma molto difficile, le parole coprono le imperfezioni, mentre parlare con il volto e coi movimenti fa degli attori di questo film dei veri professionisti! Altra cosa che mi ha positivamente meravigliata è che nonostante ci fosse di mezzo una storia d'amore come sfondo, non mi è sembrata affatto scontata, anzi non vedevo l'ora che arrivasse il suo momento! Chi non l'ha visto si affretti, comincia a trovarsi in giro...

VOTO: 10

"Biancaneve nella foresta nera"

Cerco da diversi anni un film che racconta la storia di Biancaneve. Ne hanno fatti molti e sono passati troppi anni per ricordare qualcosa di questo film che mi aiuti a ritrovarlo, così cercandolo li sto guardando tutti. Il primo che ho visto è Biancaneve nella foresta nera e mi è sembrato molto simile a quello che ricordo del film che non trovo. Che giro! Ricordo solo una scena confusa, e che mi piaceva molto e lo volevo vedere sempre. Non è l'unico film che cerco così senza risultati.
Una visione gotica e nera della famosa favola, con ambientazioni fantastiche e affascinanti e con un'impronta horror che sa inquietare al momento giusto. Bellissime le inquadrature che valorizzano le brutte intenzioni della cattiva e posseduta madrigna! Nonostante la storia impostata così abbia qualcosa di sinistro non si può negare che affascina moltissimo per i meravigliosi panorami e per il nero che impera ovunque in tutta la vicenda. Per il resto si può dire che si mantiene fedele alla favola che conosciamo tutti con qualche piccola variazione per quanto riguarda i nani, ve ne renderete conto!
Stupenda la bella Sigourney Weaver! Guardatelo che non ve ne pentirete, soprattutto per apprezzare più o meno i due nuovi film ispirati alla favola di Biancaneve che usciranno nelle prossime settimane!

VOTO: 8

"Io ballo da sola"

Sto scoprendo un regista italiano considerato tra i migliori, non della generazione Fellini e De Sica, ma di una successiva. Bernardo Bertolucci. Il suo primo film che ho visto si chiama Io ballo da sola ed'è un film molto bello. Particolare, lineare, con l'atmosfera perfetto e integrato a pieno nel contesto e nella natura che fa da sfondo alle avventure del personaggi. Stupendo perchè non sappiamo mai chi sono i personaggi che spuntano come funghi poco a poco, in un'enorme proprietà che non si sa di chi sia, che sembra un albergo e dove tutti sono quasi ossessionati dall'arrivo di una ragazzina alla quale danno molta importanza. Lei, quella che balla da sola perchè non ha trovato fin ora nessuno da amare, lei che è al centro delle attenzioni di tutti, e per l'età che ha non se ne dispiace. E' tutto molto tranquillo, forse fin troppo, mi ha dato una sensazione di calma apparente, mi è sembrata la vera vita quella mostrata da Bertolucci in questo film, vera vita perchè ognuno ha i suoi problemi ma non si drammatizza per far venire fuori un film drammatico, non si piange ma si osserva cosa succede come se stesse succedendo a persone a noi vicine. Meno probabile che accada è il manifestarsi di quella libertà che mostrano i protagonisti del film anche nello spogliarsi e fare il bagno tutti insieme nudi, o ritrarre un nudo, o nel parlare di certe cose liberamente con una ragazza di 19 anni. Un gruppo di americani che cerca e trova la pace in questo pezzo di Toscana e che si chiude in quegli enormi spazi offerti dalla natura come se lì dentro avesse tutto il necessario per vivere. Ma in ognuno di loro, tutti benestanti, si avvista una sensazione di insoddisfazione, manca qualcosa eppure nessuno di loro vive male questa mancanza, o per lo meno non lo da a vedere. Mi è sembrato fantastico poter mostrare la vita in questi termini, l'ho visto il giorno di Pasqua e mi è sembrato davvero una sorpresa, una rivelazione di questi personaggi che escono da questo enorme uovo-scatola creato da un facoltoso regista qual è Bertolucci. La cosa che è più evidente vedendo il film è la libertà che tutti hanno nella vita. Questo è davvero un grande sogno cinematografico! Film super consigliato1

VOTO: 9

"Appaloosa" il western di Ed Harris

Ho visto un western, e già questo è di per se strano. Ho visto un western di quasi due ore. Questo peggiora le cose. Ma le cose si spiegano da sole se puntualizzo che ho visto un western di Ed Harris con Viggo Mortensen, Renee Zellweger e... tenetevi forte che lo faccio pure io, Jeremy Irons! Tra i miei attori preferiti, mi sto impegnando a vedere tutti i suoi film. 
Ovviamente non nego che non mi sia pesato accingermi a vedere un film western, però è stato meglio di quanto pensassi, forse perchè la storia era strutturata bene e scorreva fluidamente, anche se io l'avrei fatto durare un po' di meno. Non ci sono chissà quali combattimenti e manifestazioni di violenza, è discreto come film. La cosa pessima è la voce che doppia Irons, che solitamente identifico con un'altra voce. 

VOTO: 6

TITANIC 3D

Non ho potuto resistere, già mesi fa avevo deciso che sarei andata a vederlo al cinema, e l'ho fatto. Il motivo è che non ci sono andata o non mi ci hanno portata nel 1997, e così dovevo poter dire pure io: "L'ho visto al cinema!" Di cosa sto parlando? Ma ovviamente di Titanic 3D.
Non vale la pena di parlare del film che tutti conosciamo, ma devo dire che non sono affatto pentita di essere andata a vederlo al cinema perchè è stata un'emozione fortissima e mi sono commossa in più punti nonostante sapessi cosa stava per avvenire avendolo visto innumerevoli volte. Ma è stato davvero un insieme di sensazioni come fosse la prima volta che le provassi, e sapevo che ciò sarebbe avvenuto. Inoltre, in merito al 3D, non credo sia indispensabile. Intendo dire che il film mi è piaciuto non perchè era in 3D, perchè dopo un po' ti scordi che hai gli occhialini messi e se li togli ti pare meglio quello che vedi senza. Non per forza il progresso è migliore di quello che l'ha preceduto, no? Quindi la bellezza è vederlo al cinema con tutto l'atmosfera giusto, no vederlo in 3D, anche se sicuramente ci sono dei pezzi che col 3D rendono meglio, altrimenti Cameron non l'avrebbe fatto. Ma è pur vero che per guadagnare si fa di tutto. E credo che molti hanno scelto come me di andare o tornare al cinema per vederlo...

"Albert Nobbs"

Alternando film molto vecchi con film usciti da poco tempo e che pochi avranno visto, ieri mi è capitato di vedere Albert Nobbs. Dico "che pochi avranno visto" perchè immagino che gli italiani abbiano prestato più fiducia a film meno impegnativi, dato che un film come questo è rimasto nelle sale della mia città per pochissimo tempo, nemmeno il tempo di rendermi conto che era uscito! Così l'ho visto in altro modo e la qualità era abbastanza buona.
Mi è piaciuto e mi ha fatto moltissima tenerezza la protagonista, o il protagonista. Mi è sembrata una storia originale perchè a quell'epoca era davvero difficile conoscere storie come quelle di Albert che nemmeno ricorda cosa voglia dire essere donna, talmente era entrato nella parte. Una omosessualità non del tutto chiara ai miei occhi, credo si sia trattato più di rientrare in pieno nella categoria che lei aveva fatto sua, quella di uomo. E da lì, prendere moglie e riuscire a vivere felice... forse per mettere a tacere anche ogni solo pensiero che avesse fatto dubitare che Albert fosse diverso da quello che sembrava. Ma credo che fosse così poco femminile in quella parte, che a nessuno potesse venire il dubbio. La protagonista, la grande Green Glose per questo credo che meriti un enorme applauso senza fine. Non ha vinto l'Oscar ma ha avuto la nomination, e credo che se lo sarebbe davvero meritato, senza nulla togliere alla Streep, visto che comunque non ho ancora visto The iron lady. Credo comunque, se mi è permesso di dirlo, che la bellezza del film sia legata quasi esclusivamente all'interpretazione della Glose, perchè questo è l'elemento davvero particolare. Inoltre ho letto che l'attrice anni prima aveva interpretato lo stesso personaggio, tratto da un libro, a teatro, e aveva voluto portarlo al cinema, infatti la sceneggiatura è firmata anche dalla Glose.
Non voglio entrare in merito al finale del film, altrimenti svelerei tutto, posso solo ricollegarmi a quello che ho detto all'inizio, e cioè che ho avuto molta pena per la vita che ha avuto Albert, e per quella che gli è stata negata a causa di sfortunati trascorsi.

VOTO: 8

domenica 8 aprile 2012

"Besos para todos"

D'ora in poi tornerò a vedere più film in spagnolo, per non dimenticarmi come si parla. Non sto scherzando, sento che la mia conoscenza di questa lingua la sto perdendo.
E siccome era ed è mia intenzione quella di vedere tutti i film con Pilar Lopez de Ayala, il nuovo aquisto del gruppo di attrici che preferisco, insieme a Natalia Millán, Marisa Paredes e Blanca Suarez ed altre, parlando di attrici spagnole. Besos para todos è uno di quelli. Classico film spagnoleggiante con le classiche tipicità dei film spagnoli ambientati negli anni sessanta, tra bassi fondi e prostituzione. Anni sessanta con canzoni come "Pregherò" e "24.000 baci", anche in Spagna. Lo stile nel vestire mi è sembrato una copiatura di quello che si vede spesso nei film italiani del periodo. Scommetto che il regista si è un po' ispirato a noi. Ma mantenendo qualcosa che solo nei film spagnoli fin ora ho visto, e cioè quella vivacità di colori nel vestire, colori forti e accesi messi insieme senza nessun rispetto per la moda. Questo sì che è tipicamente spagnolo!
La storia non mi è sembrata niente di eccellente, anzi è abbastanza "regolare". Simpatico l'interpretazione di Lopez de Ayala che da un accento diverso alla sua strana voce che mi diverto ad imitare. Anche il suo personaggio è particolare, ragazza per bene dall'apparenza seria ma con ambiguo temperamento.
Quindi pure loro ripetono sempre gli stessi motivi più o meno come noi, ma si apprezza sempre quello che non è nostro, e questi film divertono. La qualità non è alta, non c'è dubbio.

VOTO: 5

giovedì 22 marzo 2012

"Full metal jacket" di Kubrick

Adesso posso dire di aver visto tutti e solo gli ultimi tre film di Kubrick. Mi è costato meno fatica di quello che pensavo in partenza. Ho visto Shining e Eyes wide shut, adesso pure Full Metal Jacket. Tre generi  diversi tra loro, ma tutti fatti così bene che capisco perchè Kubrick è quello che è considerato.
Pregiudizi sul fatto che fosse un film di guerra e io queste cose non le gu... no, un attimo, per fare quello che voglio io non devo dire "questo no", i pregiudizi non funzionano qui. Tutto o niente.
Ho apprezzato molto la prima parte del film, i primi tre quarti d'ora. La vita dei marines al campo d'addestramento. Questa parte mi è sembrata un film differente rispetto a quello che è iniziato dopo, al cuore della guerra, la parte più cruenta e sanguinolenta. Formidabile lo stacco nella scena e nella musica dell'inizio della seconda parte. Dopo esserci abituati a quell'ambiente, vedere la città aperta con quella musica da sottofondo ci mette allegria, un'amara allegria, di consolazione, di rifiuto al voler credere come quei soldati che la vita va odiata perchè è in attesa della morte.
La prima parte mi ha ricordato altri film nello stile, ma mai nessuno si era avvicinato a Kubrick nel far dire certe parole al sergente maledetto. Tremendo il modo in cui i marines venivano disumanizzati, ancora peggio saperlo vero. Ho trovato sorprendente ogni minimo dettaglio, tutto molto curato. Interessante e curioso, ma da far riflettere nel suo carattere animalesco e selvaggio. Lì c'erano persone, diamine, no armi! Non ho creduto ai miei occhi nel vedere la fine dei due protagonisti a metà film. Ma mi sono ripresa vedendo che non sarebbe andata per il meglio dopo. Ma ormai mi ero abituata, e vederli morire tutti mi ha lasciata quasi indifferente, erano troppo poco umani. Pena mi ha fatto veder la ragazzina desiderare di morire. Erano troppo cattivi per concederle la morte dopo la sofferenza di averla lasciata semi morta, agonizzante. Terribili momenti.
E' indubbiamente un capolavoro. Minuto per minuto mi è sembrato di essere addestrata con loro al campo, mentre mi è piaciuta meno la parte clou della guerra, inizialmente sembrava un po' lenta e noiosa abituati all'ironia cruda e insensibile del capo Hartman, ma da lì si snoda presto. E finisce, finisce la storia di quegli uomini nati per uccidere.

PS: Ho notato con un piacere mischiato al terrore alcune analogie con Shining. In primis le inquadrature, il primo piano a entrata in scorrimento che zoomma sui volti ravvicinati e impauriti dei personaggi, ovvero di palla di lardo in questo caso.


VOTO: 8

mercoledì 21 marzo 2012

"Quel pazzo venerdì" con link film

Facile la recensione di un film come Quel pazzo venerdì. Sarà per questo che i film impegnativi che vedo sono in numero minore alle commedie?
Oltre questo interrogativo "professionale", andiamo al dunque.
Questo è un film che chissà quante volte tutti abbiamo visto da piccoli e non in tv, sempre trasmesso su Italia 1 essendo un film Disney. Siccome avevo voglia di vederlo per bene, allora mi son messa di proposito. Scelta giusta direi, avrei potuto fare di meglio  ma non c'è male, per questa volta non posso lamentarmi.
Devo dire che non so per quale ricordo di quale film visto molti anni fa, la mia vista e psiche habbo un rapporto conflittuale con l'attrice protagonista, madre dell'adolescente. L'avrò vista in qualche film che sicuramente non doveva essere una commedia e mi è rimasta impressa in maniera traumatica. Adesso mi fa paura vederla, ma con questo film ho un po' superato. Eppure voglio trovarlo quel film lì...
Per tutto il film, dopo lo scambio di persona delle due, ho avuto una confusione non indifferente legata al fatto che mi veniva difficile vedere la figlia nella madre e viceversa. Sono pazza? Non credo, penso che concentrarsi e vedere una per quello che non è, confonde un po' tutti. Ovviamente dopo abituata il film è finito. Strana la sensazione che mi ha lasciato. Continuavo a vedere le cose con la convinzione interiore che non fossero quello che sembravano. C'è da ridere con me.
Parlando seriamente, il rapporto madre-figlia è stato portato un po' per le lunghe, drammatizzato. Io come figlia non sono così, ma pensandoci ci saranno stronzette come quella lì. Io mi metto troppo nei panni delle madri. Ma mi ha strappato un sorriso completo vederle in pace, per sempre?

QUI la prima parte, da lì le altre 9 ;)

VOTO: 8

Un mostruoso "Lochness"

Ricordo quando da piccola mio padre mi parlava del mostro di Loch Ness e come mi affascinava questa vicenda come tutte quelle che hanno a che fare con la storia e i misteri, potevo condividere a pieno con lui questa passione trasmessa, e lo faccio ancora quando possibile. Ma non mi sono mai documentata su questi presunti avvistamenti di un mostro in Scozia, mai fino ad oggi. Santa Wikipedia.
Ho visto che la mia amica, mia abituale fornitrice di dvd, ne possedeva uno chiamato proprio Lochness e così me lo sono presa in prestito. L'ho già visto questa sera, e sono arrivata alla conclusione che non so scegliere film meritevoli di essere visti. Scelta sbagliata perchè il film non mi è piaciuto molto. Mi sembra che badi più alla storia d'amore introdotta per forzatura e poco inerente o in linea con la storia. Non si risolve alcun mistero e il racconto scorre in maniera imprecisa e con dei buchi che in diversi punti del film mi facevano chiedere: ma se lo ricordano che stanno facendo un film su un presunto mostro a Loch Ness? Ripetuta sensazione che a momenti se lo scordassero, e con un clap clap volentieri li avrei fatti tornare tra noi. Fantascienza per le scene finali che rivelano le sembianze del mostro spacciato per buono. Surreale la decisione finale dello studioso, a dire del compare suo "uno scienziato molto umano". Uno scienziato cretino è uno che dopo una scoperta così se la lascia sfuggire per una mezza discussione con una donna conosciuta da nemmeno un mese, solo per amore! Piedi in terra! Ma mi faccia il piacere! Ma poi, con questo film il regista che ha concluso? Io non ci ho capito niente, non ho visto lo scopo. E' un film che si pone un fine che non riesce a raggiungere, si perde per strada, o nel lago, o non so. Ma magari ci arrivasse al lago! I personaggi passano più tempo dentro a parlare che fuori a esplorare! Troppe parole! Poche teorie, mi manca assai una parte scientifica! Impegnarsi un po' di più no? Ok che si sa poco su questa vicenda, ma caspita, la fantasia! Perchè siete artisti se no???

VOTO: 3

sabato 17 marzo 2012

"Gwyn principessa dei ladri" con link film

Pessimo esperimento mal riuscito quello di Gwyn, principessa dei ladri. Il film con Keira Knightley voleva essere il seguito o viaggio nel tempo futuro della figlia di Robin Hood. Peccato che sia inverosimile e mal composta. Volete darmi ragione? Ecco QUI la prima parte, troverete lì anche le altre.

VOTO: 3

"Febbre da cavallo, la mandrakata" con link film

Italiani, grandi comici di situazione. Dateci come argomento il denaro e le donne, e vi faremo ridere. Così va avanti Febbre da cavallo, la mandrakata. E non è male per intrattenere! Poi nel cast c'è Gigi Proietti, scusate se è poco! Un intreccio che vi strapperà diversi sorrisi e che è lontano dalla possibilità di stancarvi o distrarvi!

Ecco il film QUI sul tubo!

VOTO: 7

"Il Decameron" di Pasolini con link film

Ma c'era qualcosa che Pier Paolo Pasolini non sapesse fare? Filosofo, pensatore, uomo di politica, scrittore e regista. Lo sto scoprendo adesso, mi son posta come obiettivo quello di conoscerlo a fondo, e per farlo sono partita da due film che lo riassumono meglio, per quel che so. Ma credo che tutti i film abbiano lo stesso stile, quindi lo sto ancora inquadrando. Il decameron, ad esempio, è sconvolgente. Non ai nostri tempi, certo. Ma è facile capire perchè nel 1971, quando uscì, fu censurato. Conteneva le prime scene di nudo integrale maschile! Che scandalo, no?
Chi ricorda il Decameron di Boccaccio da quando lo studiò a scuola può immaginare cosa racconti nella sua versione il Pasolini. Il film mi ha ricordato Decameron pie visto al cinema anni fa con amici e di cui ora mi vergogno, e mi fa pensare anche alla nuova versione del Decameron che Woosy Allen ci farà scoprire presto con il titolo di From Rome with love. 
Diversi episodi, diverse storie separate tra loro, raccontate in una decina di minuti come fossero barzellette, e alcune con gli anni lo sono davvero diventate tanto da essere entrate nei luoghi comuni. Mentre lo vedevo mi chiedevo: Ma Boccaccio davvero scriveva queste cose nel trecento? Anvedi Boccaccio! E ste cose ce le fanno studiare a scuola! Ma con molta probabilità di preferisce il capitolo di Lisabetta da Messina o  di Andreuccio da Perugia a quello del convento delle suore curiose... Insomma, le cose che succedono ora succedevano pure nel 300, con la differenza che allora si era più discreti!

PS. Ma Pasolini che ci faceva nel film?

Il film potete vederlo QUI.

VOTO: 9

"Il bambino con il pigiama a righe" con link film

Ricordo quando questo film è uscito al cinema e l'eco che avuto in tutto il mondo tra le persone che l'avevano visto. Sono andata al cinema diverse volte nel periodo in cui era in programmazione ma non l'ho degnato di uno sguardo. Solitamente non vado al cinema per piangere. non l'ho visto nemmeno le volte che l'hanno dato in tv in occasione della giornata della memoria per la shoah. L'altro giorno invece ho voluto mettere da parte l'angoscia che mi avrebbe provocato la visione di un film come Il bambino con il pigiama a righe, e l'ho visto. E come sempre quando le aspettative sono gonfiate da quello che si sente in giro, mi ha un po' deluso. E' un film sintesi tra i migliori La vita è bella e Io non ho paura. Mi è sembrato in certi punti banale e prevedibile e ho trovato discutibile in fatto che la famiglia del bambino tedesco "senza pigiama" vivesse in una casa così tanto adiacente al campo di sterminio. Praticamente avevano gli ebrei in casa! Questa cosa mi è sembrata assurda.
Poi ovviamente, se voglio mettere la critica da parte e parlare col cuore devo dire che mi ha commossa alla fine, come ogni film che tratta questi temi, credo sia normale lasciarsi toccare. Comunque sicuramente ho trovato originale il punto di vista alternativo che si pone dalla parte dei "cattivi" e non dei buoni, delle vittime. Non voglio chiamare cattivo il bambino, ma tra i due era il più felice e non lo sapeva.

Anche questo lo potete trovare su YouTube QUI.


VOTO: 7

"Hollywood party" con link film

Ho visto un film solo perchè una delle mie attrici favorite lo menzionava in una sua intervista. Curiosità, ma so che non è peccato. E mi sono stupita di come sia potuto accadere che non abbia conosciuto prima il protagonista di questa splendida commedia americana, Peter Sellers. Il film è Hollywood party e il regista è Blake Edwards, anche regista di Colazione da Tiffany.
Ho saputo, considerando che questo è il primo film che vedo con Peter Sellers (La pantera rosa), che è un bravissimo e famosissimo attore comico. Non lo sapevo, e questo non so se non è peccato.
Tutto ha luogo nella villa di un produttore cinematografico durante una festa, e Sellers fa da attore-comparsa guastafeste, guardando il film vi renderete conto di come non esista termine più azzeccato! Diverse gags riempiono il film e Sellers le affronta benissimo, è la grande star della festa e del film, altro che grandi registi e produttori vari! Eppure sulla sua stabilità mentale non ci giurerei... Diciamo che... è un artista! E che... tutti i migliori sono matti! Guardate il film e vedrete che ben presto non aspetterete altro che il momento in cui lo strano e bizzarro ospite venga smascherato. Ma poi, chi l'avrà invitato???
Il film lo trovate su youtube QUI! Buona visione!

VOTO: 8

sabato 10 marzo 2012

"I laureati" con link film

Imprescindibile per un italiano non conoscere i grandi nomi della commedia italiana del passato e del presente. Gli ultimi sono grandi in maniera differente e con mezzi differenti, ma meritano di dedicarci quel tempo che gli affidiamo per intrattenerci quell'oretta e mezzo, due.
Pieraccioni è uno di questi, e conosco quasi tutti i suoi film, ad eccezione dei primissimi. Ma sto rimediando a partire da I laureati. 
Film del 95 ma che mi è sembrato molto più vecchio per ambientazione e costumi. Ma questi laureati ce la faranno mai a laurearsi? Sono un gruppo di amici, di coinquilini che in 3 anni hanno dato 3 materie in 4, e io mi lamento. C'è qualcosa che non va. I laureati o gli sfigati? Poverini, chi più chi meno, ma ben integrati nel rappresentare l'uomo mediocre per chi si accontenta di uno che respira senza saper mettere due parole insieme che abbiano un senso. Il risultato ovviamente è quello che è, diverte e fa pure ridere, soprattutto perchè è raccontato bene e il ritmo è quello giusto. Passano i minuti senza sentirli. E poi mi ha sorpreso vedere Pieraccioni così carino da giovane, lo ricordavo peggio. Grandissimo Rocco Papaleo, mentre Ceccherini mi ha sempre fatto antipatia, idem per il quarto uomo. La Cucinotta, nonostante sia mia concittadina, mi è sembrata scarsetta, poco intonata, e poi questa dizione la vogliamo fare bene una volta per tutte?
Comunque complimenti all'effetto naturale del film. A volte alcuni sembrano troppo costruiti. Questa naturalezza è però la specialità di noi italiani, la commedia è o non è nostra? Ho però il dubbio se esserne o no orgogliosa...

Guardatelo QUI!

VOTO: 7

mercoledì 7 marzo 2012

'Posti in piedi in paradiso', dov'è il vecchio Verdone?

Carlo Verdone al cinema è capace di far sballare il botteghino già dal primo giorno. Non male che sappiamo ancora riconoscere le commedie che meritano da quelle che no. Ma non posso fare a meno di dire, avendo visto quasi tutti i film di Verdone, che ormai la sua epoca migliore è passata. Posti i piedi in paradiso, insieme agli altri ultimi film è ben lontano da essere un capolavoro e una commedia brillante. E' appena più che sufficente nella media ma ha dei momenti davvero divertenti. Il bello di Verdone è anche qui che dopo una battuta ce ne sta subito un'altra e la risata continua, non si ride più per quella precedente perchè quella dopo è capace di superarla. E' comicità di situazione, di parola e di gesto. Gli attori sono i migliori sulla piazza al momento, ma sicuramente la scelta migliore del film è la presenta di Micaela Ramazzotti di cui già sapevo che fosse molto brava, ma che in questo film si supera. Capace non solo nei ruoli più drammatici, ma anche in quelli comici pure se caratterizzati da una certa problematicità e da un tocco drammatico. Resta comunque una delle migliori al momento ed'è molto ma molto espressiva, oltre ad avere una voce interessante. Verdone si circonda sempre di grandi talenti femminili, ma con Favino non poteva scegliere di meglio. Giallini ha già lavorato con lui, mentre la coppia Favino Verdone mi è sembrata molto funzionante e da ripetere, magari con una storia più convincente e più intrecciata. Verdone, almeno tu torna quello di prima però!

VOTO: 7

Tra "Miseria e nobiltà" con link film

Tutti ne abbiam sentito parlare, anche voi che avete vent'anni come me e non c'eravate quando questo film è uscito, ma c'erano i vostri genitori, i vostri nonni. E ha fatto successo, chissà quante volte l'hanno dato alla tv e quanti di voi conoscono scene o battute senza saperne il titolo o senza averlo visto per intero. A me succede con un sacco di film, ma questo è storia ed'era assolutamente da vedere prima o poi. Miseria e nobiltà vi dice niente? A me dice molto, soprattutto se si fanno alcuni nomi come Totò, Sophia Loren... Storia del cinema italiano.
Due famiglie che vivono per miracolo si uniscono sotto lo stesso tetto con la speranza di riuscire a vivere e a mangiare più a lungo unendo le "ricchezze", ma la situazione è ogni giorno sempre più difficile, fin quando si presenta loro una possibilità alla quale non possono sottrarsi e la storia ha un lieto fine. Miseria e nobiltà sono l'inizio e la fine della storia, ma anche se questa si conclude bene e con qualche soldo in più per i nostri simpatici miserabili, è ben lontana dalla vera nobiltà di chi li aiuta a vivere. E' neorealismo questo di saper cogliere il vero per strada e riprenderlo mentre si fa così reale.  Le risate non si faranno mancare per questa commedia di tipo teatrale che prima di chiudere il suo sipario agli occhi degli spettatori fa pronunciare a un mito come Totò la seguente frase: Torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta di sapere che il pubblico è contento. Questa frase è capace di emozionarmi perchè racchiude in se la meraviglia e il successo della commedia dell'arte italiana, infatti è uno scritto firmato De Filippo padre. La commedia dell'arte è sicuramente l'origine del Neorealismo Italiano. Tutto va bene purchè faccia ridere.

Il film si trova QUI

VOTO: 10

"Il mistero di Bellavista" commedia misteriosa con link film

Il mistero di Bellavista (o Così parlò Bellavista) è la classica Napoli che mai annoia nelle commedie italiane in cui siamo tanto specializzati. Con attori del calibro di Marina Confalone, una delle mie preferite, esordisce con una sequenza brillante di un capitone che fa i dispetti e si fa credere morto per sfuggire alla furia omicida e famelica della sua carnefice. Una scena davvero divertente in stile "cartone animato", manca solo che il capitone parli. Per il resto un presunto delitto, o meglio una scomparsa di una donna, presunto perchè immaginato con molta  fantasia da un gruppo di amici, tra cui il dottor Bellavista, che spia con un telescopio dal terrazzo di un palazzo l'intero cortile, a mo' di La finestra sul cortile di Hitchcock. Ma chi è in grado di superare l'Italia in quanto a commedie? O forse la domanda sarebbe: ma chi altro produce tante commedie? O ancora: quante commedie l'anno vengono girate in Italia? Vergognoso, direi. Qui il genere è indolore perchè ci sono dei signori attori, che altrimenti...

Ecco il FILM!

VOTO: 7