Un cast non da teatro della scuola, un gran cast. Le due grandi Kate Winslet e Gwyneth Paltrow liquidate prima del previsto. Un escamotage che ho trovato stupendo. La Paltrow muore a pochi minuti dall'inizio, ed'è ricordata per tutto il film come prima vittima di un virus letale. La Winslet va incontro a un destino certo, e noi guardiamo che il tutto accada consapevoli come lei di cosa l'aspetti. Non esistono protagonisti, la protagonista è la paura e l'istinto di sopravvivenza. Se proprio ci deve essere qualcuno che ha un merito, allora la regina è la dottoressa che sperimenta su se stessa per trovare l'antivirus che possa salvare il mondo da un terribile contagio che si allarga a macchia d'olio sulla terra e non risparmia nessuno. E poi Marion Cotillard che ormai è diventata famosissima, con quell'accento francese fa da garante a una disgrazia che pare non avere rimedio. Tutto si risolve per il meglio solo dopo aver fatto passare sotto la ghigliottina milioni di persone nel giro di pochissimo tempo. Circostanze realmente verificatisi, una seconda "mucca pazza", un allarme davvero attuale e che si presenta anche oggi, come nel 2009.
Perchè courier 12 è la lingua che parla l'arte che amo. Siciliana sulla ventina, studentessa DAMS contro tutti, scrittrice di emozioni all'occorrenza e grande pensatrice autolesionista. Narcisista pure, e nevrotica. Obiettivo: sublimare questa pazzia fin ora distruttiva, perchè "dal letame nascono i fior".
mercoledì 28 dicembre 2011
"Contagion" da panico
Un cast non da teatro della scuola, un gran cast. Le due grandi Kate Winslet e Gwyneth Paltrow liquidate prima del previsto. Un escamotage che ho trovato stupendo. La Paltrow muore a pochi minuti dall'inizio, ed'è ricordata per tutto il film come prima vittima di un virus letale. La Winslet va incontro a un destino certo, e noi guardiamo che il tutto accada consapevoli come lei di cosa l'aspetti. Non esistono protagonisti, la protagonista è la paura e l'istinto di sopravvivenza. Se proprio ci deve essere qualcuno che ha un merito, allora la regina è la dottoressa che sperimenta su se stessa per trovare l'antivirus che possa salvare il mondo da un terribile contagio che si allarga a macchia d'olio sulla terra e non risparmia nessuno. E poi Marion Cotillard che ormai è diventata famosissima, con quell'accento francese fa da garante a una disgrazia che pare non avere rimedio. Tutto si risolve per il meglio solo dopo aver fatto passare sotto la ghigliottina milioni di persone nel giro di pochissimo tempo. Circostanze realmente verificatisi, una seconda "mucca pazza", un allarme davvero attuale e che si presenta anche oggi, come nel 2009.
Nottingh Hill... per chi non smette di sognare.
VOTO: 8
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"Un amore sotto l'albero"
VOTO: 6
E' Natale ma.. "L'amore non va in vacanza"
Aspettavo le vacanze per vedere diversi film con ambientazione natalizia, e ne ho visto qualcuno con questo clima così allegramente festoso che ammorbidisce chiunque.
L'amore non va in vacanza, meglio conosciuto come Holiday. Estremamente carino, con attori estremamente bravi e belli. Vogliamo parlare di Jude Law? Lasciando stare Jack Black, ovviamente... E poi Cameron Diaz e Kate Winslet, meravigliose! Queste si che sono commedie, non come le altre americanate!
Mi è piaciuta molto la storia della montatrice di trailer cinematografici che all'occorrenza vedeva scorrere come un trailer la sua vita quando sentiva di non star facendo la cosa giusta, e pure la storia di un ormai vecchio sceneggiatore con una sfilza di premi nel suo studio che viene portato a nuovo da una sfortunata in amore per ricordargli di quanto fosse vecchio. Il vecchietto somiglia un po' tanto a Spielberg, vero? And so, inizialmente ero convinta che Jude fosse l'amato bastardo di Kate e non suo fratello. L'ho capito alla fine, che occhio fino. Però l'ho apprezzato ugualmente, anzi di più scoprendo che era sincero e non prendeva in giro le due ragazze.
Certo che solo in un film due pazze possono decidere di andare alla parte opposta del mondo in cui si trovano per passare le vacanze di Natale sole come se non avessero una famiglia a cui rendere conto. Per ogni film americano che guardo noto che i personaggi sono così soli! Mamma mia che angoscia! Da qui lo scarso valore dato alla famiglia oltreoceano? Non so, non li conosco, però queste coincidenze mi fanno riflettere. Ah, io sono decisamente Cameron Diaz. Si, decisamente!
VOTO: 8
Travolti dal destino... la signora Ciccone e il figlio di Giannini
Diversi anni fa alla tv diedero un film che non seguivo, ma di cui mi ritrovai a vedere qualche scena. Dal quel poco che vidi mi sembrò di capire che delle coppie di ricconi stavano facendo una vacanza su una grande barca e la moglie snob di uno di questi faceva le torture a un povero marinaio. Mi sembrava di riconoscere in questa sicuramente bellissima donna la famosa Madonna, ma a quel tempo la sapevo solo cantante! Pochi mesi fa seppi dell'esistenza di un film di molti anni fa di Lina Wertmuller con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, dal titolo Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto. Finalmente ricordo bene il titolo! Mi è costato parecchio. Per diversi motivi non l'ho ancora visto, ma cercando su internet, tornando al presente, ho scoperto che nel 2002 il marito di Madonna, Guy Ritchie, ha girato un film dal nome Travolti dal destino con protagonisti la moglie, Madonna, e il figlio di Giannini, Adriano. Che sorpresa scoprire che era davvero Madonna quella che avevo visto anni fa! Ammetto che avrei dovuto vedere per primo il film della Wertmuller che ha ispirato il remake secondo me identico di Ritchie, ma non ho resistito, colpevole la curiosità nel vedere Madonna recitare. Devo dire che mi è piaciuto, ma il mio complimento va al soggetto che altro non è se non opera delle fatiche della cara Lina. La storia è davvero simpatica e paradossale. E' ironico vedere come il campo di forza cede il suo punto più forte a quel marinaio italiano che fino a poche ore prima era stato ripetutamente schernito e umiliato dall'arroganza e dalla prepotenza di una signora borghese americana che basava la sua superiorità unicamente sull'essere moglie di un ricco imprenditore farmaceutico, quando lei altro non sapeva fare se non muovere i muscoli delle sue gambettine scheletriche sulla bicicletta da ginnastica.
L'odio tra i due dura fino a oltre la metà del film, non si tratta della classica storia dove da subito entra in gioco l'amore. Qui ho avuto fino alla fine il dubbio che non si trattasse di una vera storia d'amore, ed'è allucinante vedere come si cambia sotto la pressa di situazioni che possono cambiare radicalmente il nostro modo di essere trasformandoci da tigri spietate ad agnellini senza difesa. Qui la cara Madonna, o il suo personaggio, perde la dignità e anche se il marinaio italiano troppo ignorante esagera un po', alla fine lei si fa amare. Manca un po' di psicologia che a me tanto piace, la quale avrebbe dovuto spiegarci meglio i meccanismi che hanno portato all'amore, ma siccome il pubblico è ormai troppo colto sa, anche se non ci è stato fatto vedere, come si cambia se ti perdi su un'isola deserta. Però devo ammettere che in certi punti mi è sembrato di essermi persa un passaggio, perchè da un momento all'altro Madonna passa dall'odio all'amore, devo riconoscerlo. La fine poi, mi ha lasciata perplessa. Diciamo che hanno voluto concludere in maniera alternativa, ma la colpa del tutto la ricollego alla non eccellente interpretazione di Madonna che anche trasformata in docile agnello non mi ha convinta del tutto della sua acquistata e sudata umiltà. Sicuramente le riesce meglio la parte di star della situazione sulla barca dei ricconi. Magari devo vederla in un altro film per farmi convincere che è meglio da attrice che da cantante.. per adesso rimango con la mia opinione, cioè che non mi piace come persona.
VOTO 6
giovedì 15 dicembre 2011
One day
Un film che dovevo vedere con un'amica, ma poi l'appuntamento è fallito con mio gran rammarico, e l'ho visto da sola. Al cinema? Ma anche no. One day.
Bellissimo, emozionante e che ti tiene attaccata allo schermo, nel mio caso al monitor. Lei è Anne Hathaway, lui Jim Sturgess. Lei conosciutissima, lui... un po' meno, per quanto mi riguarda. Ma è stato comunque una grande scoperta, perchè oltre a essere bellissimo l'ho trovato perfetto per la parte di sciupa femmine che non vuole impegnarsi in una stroria e che si ritrova ad esserci dentro fino al collo senza accorgersene, e con l'aggravante di essere stato relativamente "fedele" a lei per venti anni. Lei appunto, che altro non era se non un'amica. Due che si sono sempre voluti ma in momenti sbagliati, e che hanno perso un sacco di anni ad inseguirsi. La conclusione non è come me l'aspettavo, ma se fosse finito bene sarebbe stata la solita commedia, quindi anche se è stato un finale sofferto mi è piaciuto molto. Sono rimasta shockata al momento dell'incidente, è arrivato all'improvviso, non se lo aspettava nessuno, anche se da sempre ho avuto una certa paura per le biciclette che molto facilmente passano inosservate. E' stato bello anche vedere come nel corso degli anni lui è cambiato, e come è arrivato ai 50 anni circa totalmente diverso e maturato dal dolore della mancanza. L'unica cosa che è dispiaciuta è stata l'assenza di un figlio, assenza che ha contribuito a farmi piacere la storia, tutt'altro che scontata. E poi la cosa che amo di più, la fantastica locandina! Una delle migliori degli ultimi anni! Vedetelo, è bello bello!
VOTO: 8
domenica 20 novembre 2011
Arieccome.
sabato 1 ottobre 2011
Per non dimenticare (1° ottobre 2009 io c'ero)
Questo è solo quanto ricordo mio di quel giorno, è l'esperienza di una a cui non è successo niente e che è solo una cittadina come altre delle zone colpite, sicuramente a 100 metri da me avrebbero molto più da raccontare e sarebbe meno bello da leggere. Al giorno d'oggi posso solo dire che la paura continua ad esserci e tutti noi senza dircelo sappiamo che quando il cielo su di noi si fa nero siamo piccoli piccoli di fronte alla sua immensità ed'è allora che nel ricordo di quello che è stato, ogni momento che stiamo vivendo prima che la pioggia si faccia più forte, è un adesso o un mai più.
Oggi ore 18.30 a Giampilieri proiezione del film documentario di Marco Dentici (David di Donatello per le scenografie di "Vincere") con Mariagrazia Cucinotta e Nino Frassica.
venerdì 30 settembre 2011
"La vida empieza hoy" arriverà in Italia?
Questo film mi ha ulteriormente convinta del fatto che non è mai detta l'ultima parola. Si può ancora vivere e ricominciare a qualunque età se ancora la mente ha voglia di farlo, e l'anima. Si deve essere giovani dentro, sembra una frase fatta ma è una verità. Sicuramente mi ha meravigliato assistere alle lezioni sul sesso di un gruppo di settantenni, ma più che altro è una sensazione di tenerezza mescolata ad ammirazione. Solo in Spagna può succedere! Qui darebbe scandalo, e pensare che fino a poco tempo fa erano più indietro di noi! Come si cambia eh?
Però mentre lo guardavo mi sono posta una domanda. Cosa spinge una quarantenne a fare un film così? Ho pensato che fosse paura della vecchiaia o voler convincersi che non è mai troppo tardi, quindi in un certo senso consolarsi con le storie di altri. Poi ho pensato: "E se davvero questa tizia ci crede a quello che ci fa vedere?" In questo caso la ammiro, e ammiro il modo di viviere di un popolo come quello spagnolo che non smette mai di stupirmi e che da al mondo lezioni di vita che fanno dell'allegria l'elemento di base per vivere bene (a qualunque età).
VOTO: 8
"Le donne del sesto piano"
Il protagonista si innamora della spagnola Natalia Verbeke, la cameriera di casa che vive al sesto piano insieme ad altre 5 rumorose spagnole. Ma Fabrice Luchini è obiettivamente brutto, e secondo me in questo film non è molto chiaro che si sta innamorando della bella spagnola, anzi sembra proprio imbranato. Anche se come attore lo apprezzo perchè mi è piaciuto il suo ruolo in Le avventure galanti del giovane Moliere con laura Morante. E poi sua moglie, com'è brutta! Ha il viso della classica francese. Carmen Maura si vede pochissimo nel film, ha un ruolo proprio marginale, e questo non va bene. Il personaggio di Lola invece è un po' meglio. Ma poi che caspita vuol dire la fine? Non ha molto senso, e se ce l'ha è banale. Sicuramente rispetto agli altri film francesi che sto vedendo questo non arriva nemmeno alle commedie italiane di questo periodo. Mi stupisce come abbia potuto superare i confini francesi.
VOTO: 5
"Gli amori folli"... forse un po' troppo
Gli amori folli. Un titolo che lo rappresenta benissimo, anche se so di non aver capito del tutto il film. Qualcosa mi è sfuggita perchè non l'ho trovato un film d'amore portato agli estremi, ma solo quello di una donna sola che si fa innamorare da un uomo forse davvero folle. Mi è piaciuto molto l'inizio e questo modo di narrare le vicende tutto alla francese, mi piace molto. Il non voler mostrare il viso della protagonista se non dopo un paio di minuti e dopo averlo rigorosamente evitato. E' chiaro che siamo di fronte ad un artista che sa fare benissimo il suo mestiere. Lasciando da parte la storia che penso sia più onirica che reale, mi è piaciuto il modo di raccontarla, le immagini che ha usato soprattutto. I raccordi tra le inquadrature, cosa che amo moltissimo quando è fatta in maniera sofisticata.
L'unico problema alla fine. Che vuol dire "Quando sarò un gatto potrò mangiare croccantini?" Ma poi chi è quella bambina e da dove salta fuori?
Comunque ogni film è di chi lo fa e forse forse... Resnais come gli altri non è tenuto a spiegare tutto e noi a capirlo tutto. D'altronde nemmeno il primo Almodovar rende tutto chiaro. E mica ci sembra realista ogni quadro.
VOTO: 7
mercoledì 28 settembre 2011
"Belle epoque"
Una storia che ha dell'incredibile anche se tengo in conto che è spagnola. Un uomo riesce a portarsi a letto le quattro figlie di un suo vecchio amico nella stessa casa dell'uomo. Ma siamo scemi? No, appunto, è un film spagnolo. La cosa più sorprendente... ma quanto cavolo era piccola Penelope? Sembra passata una vita e invece... santa chirurgia!
In poche parole, sarà pure un film da intrattenimento e non mi è dispiaciuto, ma non è niente di che, è un film senza pretese. Siamo realisti, dai! Sarà pur sempre la Spagna, ma era Spagna degli anni 30!
Ah, mi piace la locandina.
VOTO: 6
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"Solo per vendetta"
E' il turno di Solo per vendetta, con l'affascinante e bravo Nicolas Cage (origini italiane). Non era previsto che l'avrei visto, ma non sono rimasta affatto delusa, anzi... mi è piaciuto molto un po' tutto. Ho riflettuto pure sul fatto che solo per vendetta facciamo cose che ci fanno sentire liberati e soddisfatti solo per qualche minuto, ma se il dolore è dentro di noi non basta questo a farlo andar via e non solo con un effimero, ma per altri mortale, atto possiamo facilmente ritrovare la serenità. Il protagonista del film lo sa bene visto che ben presto si ritrova in un pasticcio dopo aver voluto vendicare la moglie che viene violentata. Entra in un brutto giro e ne paga le conseguenze, ma tutto finisce bene. E poi lo dicono di noi italiani che siamo dei sentimentalisi. Ma poi, può mai essere che la moglia passa dalla sua parte? Ce lo vogliono far vedere come complicità di coppia, ok, davvero lodabile, ma nella realtà è mai possibile? Mi sarei immaginata una scenata, mi sarei immaginata che la moglia avesse rotto le scatole con quel dolce faccino che si ritrovava, e invece viene violentata ed esce pure gli artigli dopo! Capperi che ripresa! Insomma, mi pare che questo personaggio faccia acqua. Ma ho apprezzato la parte finale del film, dove tutto termina in un centro commerciale, testimoni i manichini. Perfetta ambientazione. E poi bellissima la situazione che si viene a creare durante il mandato di omicidio per Cage. Cosa fa la tecnologia oggi! Oh my God!
VOTO: 7
"Debito" (assolutamente da vedere)
Ma Debito mi è piaciuto molto più del previsto. Raccontando i fatti oscillando nell'arco di ben trent'anni, ci narra le vicende di tre agenti mandati dallo stato d'Israele nella missione di dover trovare e catturare un terribile medico accusato di crimini di guerra tra i peggiori durante la seconda guerra mondiale. Trovato e catturato abilmente (più o meno, col senno di poi) dall'unica donna del gruppo, colei che da grande sarà la Mirren, sfugge ai rapitori e per questo la storia a sua volta "sfugge dalle mani degli autori" e ci riporta a trent'anni dopo. E per fortuna che questo avviene! Non avremmo visto la meravigliosa Mirren in questo ruolo. La storia c'è, non dispiace e intriga, e gli attori sono davvero bravi, più di così? Adesso si che riconosco i veri film americani! La cosa che più mi è piaciuta è l'interpretazione della Mirren da giovane, la cosa più odiosa sono state le conversazioni filtrate in una lingua a me sconosciuta che mi hanno fatto perdere più di qualcosa. E c'era qualcosa in questo thriller che amo vedere nei film, una sorta di velo nero che mi da la sensazione che ill film non si stia del tutto concedendo allo spettatore, e che con tutto il suo mistero ci invoglia a sapere e a scoprire. Ottimo trhiller, assolutamente consigliabile! E il bene trionfa, nonostante tutto trionfa.
VOTO: 8
Tra "Perfect opposites" e "Bad teacher"
Così due sere diverse sono finita a vedere Bad teacher e Perfect opposites. Parto dall'ultimo, il peggior film tra i peggiori che abbia mai visto, tanto che se su internet scrivete la sua rispettiva traduzione in versione italiana Gli opposti si attraggono i risultati sono pari a zero. Anzi qualcosa troverete, probabilmente conversazioni scaturite da esistenziali domande su yahoo. Ma ciancio alle bande come dico io, film orripilante. Di un banale che non sto qui a spiegare, ma proprio terribile.
Sono da condannare se qualche sera non sono dell'umore giusto per i miei amati thriller?
PS: Vi allego le foto così sapete che se le vedete in giro per internet dovete fuggire.
VOTO: Entrambi sommati non arrivano nemmeno a 10...
lunedì 26 settembre 2011
"La pelle che abito" recensione
L'ho atteso tantissimo, da più di un anno seguo ogni notizia, guardicchio foto di scena sul set e ascolto o leggo interviste, tanto da emozionarmi quando il cast arriva a Cannes dove va via quasi a mani vuote, ahimè. Fortunatamente a solo due settimane dalla sua uscita già riceve un premio in Giappone, così Pedro (o come disse Penelope Peeeeeeeeedroooooo!) può tranquillizzarsi. Sono sempre più convinta che ci si debba impegnare molto nei primi lavori e che se ti fai un nome tutto fila più o meno liscio come l'olio, e Pedro lo sa anche lui.
Si diceva fosse uno dei suoi migliori film oltre che quello che più si allontana dalla sua filmografia essendo La piel que habito il suo primo thriller vero e proprio. Dico vero e proprio perchè elementi da thriller sono presenti in altri dei suoi film con la differenza che in questo il thriller è il genere dichiarato. Entusiasta sono entrata in sala ed eravamo meno di dieci. Mi sono sorpresa ma non troppo. Gli italiani ne hanno di strada da fare, e non stupisce che questo film risquota più successo di critica che di pubblico. Per lo meno in Italy. Come ci siamo ridotti... Spero che in questi giorni le cifre migliorino perchè merita, e non lo dice solo una che è spudoratamente almodovariana.
La trama la sapevo già, ma sapevo che qualche colpo di scena mi avrebbe fatta morire dalle risate oltre che colpire e riflettere, e il colpo c'è stato e non potevo crederci. La storia non è originale, si tratta di un soggetto adattato alla novella "Tarantola" di Thierry Jonquet. Ma non vi credete che perchè non l'abbia ideata Pedro, sia una storia i cui meriti sono solo dell'autore. Assolutamente no, Almodovar ha fatto un gran lavoro, ci tengo a dire che il film porta la sua firma in ogni inquadratura, in ogni colore e nello stile di ciascuna persona che ha messo mano a questo suo grande progetto. Si riconoscono anche in una storia diversa dalle altre le sue tendenze e le sue particolarità che lo rendono autore brillante del cinema spagnolo e qualcosa mi dice che presto mondiale. Elena Anaya è la protagonista, battezzata dallo stesso Almodovar come la futura Penelope Cruz. Grandissima attrice! Antonio Banderas la accompagna in questa vertiginosa lotta verso la sopravvivenza, life motive dell'intero film. Banderas è il più grande attore spagnolo (prima o dopo?) con Bardem. Nel film è così lucido e consapevole delle follie che mette in atto da farle sembrare quasi giuste e corrette a chi guarda. E' un folle gentiluomo, ha le sue ragioni e da lì non si scappa. Altra presenza che vorrei lodare è un volto nuovo per l'Italia, ma non ancora per molto. Si tratta di Blanca Suarez, madrilena ventiduenne che interpreta la figlia di Banderas, Norma, una ragazza con problemi non dalla nascita. Appare in sole tre scene ma la sua ultima scena vale più di tutta la filmografia della Arcuri messa assieme a quella di Gabriel Garko. Stupenda, emotivamente perfetta ed arriva in una maniera impressionante per l'età che ha. Sono positivamente sconvolta da questa ragazza, è adorabile! Insieme a loro tre anche la mia cara Marisa Paredes che è un classico in Almodovar, e Jan Cornet e Alberto Alamo. Ma mi sbaglio o mi è semblato di vedele niente popo di meno che... Augustin Almodovar? Il fratellone produttore di EL DESEO che insieme a Pedro finanzia i suoi film e non solo. Tutto ciò che sia alternativamente diverso, si sa.
Altri accorgimenti. Nel film ci sono pochi dialoghi mi sbaglio? Ci sono motlissime scene silenziose e non meno significanti. L'uomo tigre è sbucato fuori da uno dei film sperimentali della prima era Almodovar, ne sono certa. Era l'elemento meno lineare, direi l'intruso in una storia che a prima vista poteva sembrare normale. Poi alcuni dialoghi mi hanno smentita. Sembrava tutto troppo strano in quel modo, ci voleva qualcosa di tutto suo (di Almodovar). Se dovessi individuare cosa di questo film mi è piaciuto di più direi che l'ho apprezzato nel suo complesso per essere qualcosa di diverso da quello che normalmente siamo abituati a vedere, e non è poco. Poi la storia in se è spettacolare, a me ha fatto pure ridere dalla tristezza. Tutto è un insieme di emozioni contrastanti, adoro il modo di sdrammatizzare di Almodovar che quando avviene una tragedia riesce a far finta di niente. E' reale tutto ciò, se nella vita vera dopo una morte vicina ci togliessimo poco a poco la vita pure noi sarebbe impossibile continuare. Almodovar toglie la pausa di mezzo tra il lutto e la ripresa dei personaggi e oltre a risparmiare tempo ottiene un risultato sorprendente. In La pelle che abito è un po' diverso, ma c'è anche questo. E' particolare, non c'è dubbio, ma se vuoi vedere una storia normale non vai a vedere Almodovar. E forse non è nemmeno questo. Quello che suona a prima vista stonato nei suoi film è il modo in cui fa succedere le cose, non le cose in se. Sembra tutto molto finto a volte, e forse fa bene distaccarsi un po' dalla finzione. Tra i tanti La pelle che abito è quello che sembra più reale. Insomma, è indiscutibilmente lui. Pedro, Pedro, se non fossi gay ti corteggerei...
Marilyn, dietro l'ombra della diva
Oggi mi limiterò a sintetizzare i film di una grande stella del cinema mondiale, o meglio così dicono. Io prima di vederla recitare conoscevo solo il suo bell'aspetto, il suo indiscutibile fascino nonchè sex appeal e il suo nome. Marilyn Monroe. Il che non è poco, ma forse lo è se contiamo che lei non è un fenomeno di passaggio, lei è l'immortale donna più desiderata di tutti i tempi. Sicuramente non sono d'accordo sul fatto che Gli uomini preferiscono le bionde, e nemmeno che Quando la moglie è in vacanza i mariti fanno festa, nè tanto meno vorrei seguire un corso su Come sposare un milionario, quindi figuratevi se non si coglie l'ambiguità di A qualcuno piace caldo. Quattro film che hanno fatto la storia del cinema americano, se non per la storia per lo meno per la protagonista. Sicuramente sono dei film carucci da intrattenimento, fanno ridere, ma non posso fare a meno di constatare che in tutti e quattro i film il personaggio di Marilyn è costruito allo stesso modo per non dire che è lo stesso.


mercoledì 20 luglio 2011
"Blow" con cast d'eccezione
Attori magnifici come questi mi stanno spingendo a documentarmi sulla loro filmografia, dagli anni 90 ad oggi, e stupisce molto vederli così giovani anche se non è poi passato molto tempo. Non è mia abitudine guardare film a questo tema, ma devo dire che ultimamente ho abbandonato i miei temi più frequenti per guardare un po' di tutto da brava cinefila che studia cinema e vuole dedicarsi a questo. Ho trovato il racconto molto scorrevole grazie al fatto che affronta nel corso di molti anni le avventure di un nascente commercialista di droga fino a un mito, come veniva appunto definito. E' un po' come un "eroe buono", un criminale come pochi che non ha commesso nessun delitto, che ama ed'è fedele, che ha valori e affetti, insomma con l'unico difetto di aver trovato un comodo modo per lavorare senza sforzo e guadagnare molto. Il "senza sforzo" è discutibile visto il da fare che si dava insieme ai suoi collaboratori. Penelope Cruz per l'ennesima volta spagnola. C'è gente che si lamenta per questo, soprattutto in Spagna. Ma cosa deve fare, mi chiedo io? Se è spagnola può fare la svedese? Gli spagnoli a volte sono proprio strani.
PS: Ah, e finalmente ho scoperto a che film appartiene la foto di J. Depp carcerato che circola su FB allegata a fantastiche frasi tratte da questo film.
VOTO: 7
sabato 16 luglio 2011
"Pacco, doppio pacco e contropaccotto"
E' un film a episodi, con dei bravissimi attori tra i più famosi, ma soprattutto con la mia preferita Marina Confalone nell'episodio della vedova di un uomo non tanto morto. Questo come gli altri è una breve storia che racconta ironicamente i furti, la vita da delinquenti e gli artifizi di chi il ladro lo fa per mestiere. Niente male per passare una serata divertendosi un po' a scherzare con la verità.
VOTO: 7
"Secretos del corazon"

Anche questo film, pressapoco sconosciuto in Italia, mi è stato consigliato dalla mia consigliera spagnola amante di cinema quanto me, e non senza tenerlo in lista un bel po', l'ho finalmente scaricato.
Non so perchè ma non mi ha entusiasmato più di quanto mi aspettassi, mi è sembrata una storia come tante altre e non penso che abbia dei meriti in più rispetto ad altri film. Ce ne sono sicuramente di migliori, e per essere un film per bambini, gli spagnoli non si sono mai tolti il vizio di metterci dentro scene che sicuramente avrebbero portato mio padre a cambiare canale se mi avesse sorpreso a vedere Secretos del corazon. Ed'è forse per questo che non l'ho apprezzato particolarmente, perchè è forse di quei film che puoi gustare meglio quando sei piccola, quando ti interessa vedere a cosa e dove porta la fantasia di un bambino che vuole scovare i segreti di sua madre e del suo defunto padre. E' la Spagna anni 60, tutto qui, e d'altra parte non può farmi che piacere constatare che anche lì, come qui da noi, era tutto uguale.
VOTO: 6
giovedì 30 giugno 2011
Cinema: Versione moderna de "Il ritratto di Dorian Gray"
VOTO: 5
venerdì 24 giugno 2011
Altro che "Vanila sky"
Quindi il problema è un particolare elemento che a mio avviso non ha nome ed'è di difficile identificazione, perchè penso che la differenza stia proprio nel passaggio da un paese all'altro, avendo dovuto adattare la storia in un altro continente, ambienti, modi, caretteri e tutto cambiano, e si vede parecchio. Per questo non trovo l'utilità del remake. Partono già sconfitti.
VOTO: 3
"La ragazza del lago"
VOTO: 7
martedì 21 giugno 2011
"Mamma mia!"
Mi va di parlare di un musical famosissimo, uno dei pochi film musicali che ho visto e che oltre ad intrattenere lo fa a pieni voti. Mamma mia!, made in Abba, musicalmente parlando, mentre se vogliamo parlare della recitazione, Meryl Strepp la troviamo eccellente e adatta a qualsiasi situazione, oltre ad essere una delle poche attrici che ho visto interpretare personaggi di diverse età anche oltre i 60 anni e riesce molto bene a fare la quarantenne! Bella e brava davvero!
La storia è carina, è quella di una ragazza che convoca alle sue nozze i suoi tre possibili padri sperando, conoscendoli, di capire qual'è quello vero visto che la madre non vuole dirlo perchè forse manco lei lo sa. Bella situazione, diventa comica e divertentissime le musiche. Il musical a teatro non l'ho mai visto, ma lo immagino, dopo aver visto il fantastico film che è solo del 2008. Ma poi nel film ci sono, oltre alla Strepp, i bellissimi Pierce Brosnan e Colin Firth! E ho detto tutto... Povero Colin, non è la prima volta che fa la parte del gay, no? E mi viene da dire: ammazza Meryl! Non si faceva mancare proprio nulla! Ha una faccia così tenera! Ma poi, a chi salterebbe mai in mente di chiamare tre possibili genitori per le proprie nozze? E' chiaro che rischi di rovinarti il giorno più bello, devi essere proprio pazza! Che coraggio!
VOTO: 8
domenica 19 giugno 2011
"Pulp fiction"
VOTO: 8
venerdì 17 giugno 2011
"The reader, a voce alta"
VOTO: 9
"La morte ti fa bella"
Due donne si contendono non solo l'uomo ma anche la giovinezza, in una lotta all'ultima pozione! Chi sopravviverà? Sicuramente quello a cui è andata meglio è Bruce Wills.
Non mi piace per niente l'idea di avere la possibilità di essere immortale, non me ne farei niente. Riconosco che inizialmente l'idea potrebbe risultare interessante, ma vivere per sempre sarebbe come non vivere. Preferisco sapere che prima o poi tutto finisce che essere condannata a vivere all'infinito!
D'altra parte mi chiedo come Meryl abbia vinto ancora solo un Oscar, con le 14 candidature da record che si ritrova. Questa donna sta facendo la storia del cinema, penso sia una delle più grandi mai esistite.
VOTO: 8
giovedì 16 giugno 2011
"Eskalofrio"
VOTO: 5
"Un affare di donne"
A questo proposito Une affaire de femme (Un affare di donne) fa parecchio riflettere, sulle altre cose anche su una scelta come questa. Una donna, interpretata al solito magnificamente da Isabelle Huppert, si improvvisa capace di far abortire un'amica, così si sparge la voce e intraprende cquesta carriera, diventando ricca. Tra le altre cose affitta stanze a donne di cattiva reputazione e mette le corna al marito. Va tutto bene fin quando non ne muore una, e così finisce in carcere e poi condannata alla ghigliottina. Il film è impostato davvero bene, non per niente è diretto da Claude Chabrol, uno dei grandi esponenti della Nouvelle Vague francese, di cui la Huppert è musa e vincitrice della Coppa Volpi a Venezia per questo stesso film. La cosa che da ai nervi in questa storia è che donne sposate e con molti figli erano costrette ad abortire perchè non potevano mantenerli, ovviamente perchè i mariti volevano fare sempre e solo quello. Che storia, povere noi. Per fortuna i tempi sono cambiati e la donna non è costretta a fare solo la madre.
VOTO: 8
mercoledì 15 giugno 2011
"Kika un corpo in prestito"
VOTO: 7
"Donne sull'orlo di una crisi di nervi"
VOTO: 8
"Il grande sonno"
VOTO: 7
martedì 14 giugno 2011
"L'indiscreto fascino del peccato"
Ma non credete che siccome il film parla di suore Almodovar fosse cattolico. Ma per niente. Il film è una grande critica alla Chiesa, è la dimostrazione esagerata che anche in quegli ambiti c'è di tutto. D'altronde perchè dovrebbero essere tutte sante se sono esseri umani? Ogni suora rappresenta un peccato, ognuna ha uno se non più punti deboli e ne è consapevole. C'è una lesbica, una drogata, ma tutte ovviamente parodiate, grottesche figure almodovariane che nonostante (o per) il tema ci fanno ridere. Il pretesto è l'arrivo al convento che raccoglie le peggiori peccatrici della zona, di una cantante che farà uscir fuori il peggio delle devotissime residenti della casa. Ma strepitoso più di tutti è il momento musicale in cui la Serrano che interpreta la giovane cantante, canta un brano che mi piace moltissimo, dal titolo Salì porque salì. Un ritmo coinvolgente, ma anche molto provocatorio visto dove è inserito... Lo consiglio vivamente, per chi si vuole divertire mettendo da parte un giudizio da bigotta. Per guardare di film di Almodovar la morale deve essere messa da parte. E' "solo" un film.
VOTO: 8
"Cosa ho fatto io per meritare tutto questo?"
Ogni personaggio ci comunica moltissimo, ogni personaggio in Almodovar è di per se uno spettacolo. Si potrebbe fare un film solo per ciascun suo personaggio.
Non è sicuramente tra i film che mi sono rimasti più impressi, ma ho trovato al loro solito brave sia la Maura che Veronica Forqué. Basta cercare su internet i nomi delle classiche attrici di Almodovar per capire tutto.
VOTO: 6
"Entr'acte" del 1924
Come ho già detto per La corazzata Potemkin, mi stupisce vedere questo lavoro perchè nonostante appartenga al cinema primitivo è fatto davvero bene se consideriamo lo sforzo e il tempo impiegato dai registi/montatori per renderlo visibile al pubblico. Senza la moviola era davvero un'impresa assemblare le varie inquadrature e si perdeva moltissimo tempo. Ciò contribuisce a farci ammirare ancor di più questo lavoro e ci fa capire che niente è senza sforzo. Se oggi tutti sappiamo maneggiare Movie Maker o AVS editor è solo grazie a questa gente.
VOTO: 7
Questo è il secondo passo: schiaffo a Berlusconi al Referendum
Più felice di così non potrei essere. Oggi gli italiani si sono destati dal forte e profondo sonno che li aveva assopiti per anni e hanno dato dimostrazione di grande fermezza, tra le tante cose. Gli italiani sono stufi di sentire sempre la solita solfa, e anche se non con giusta partecipazione, hanno preso una scelta che si aspettava da tempo e che insieme alle amministrative è il secondo passo verso il risorgimento italiano. Un 57% non è male, ma è assurdo che solo poco più della metà degli italiani abbia detto SI. Poteva andare meglio, ma poteva andare pure peggio.
Italia libera da questa dittatura legittimata una volta per tutte! Italia, ancor di più fatti desta!
lunedì 13 giugno 2011
"La corazzata Potemkin"
La vicenda, inventata, racconta la ribellione dei russi alla corazzata Potemkin per la liberazione di Odessa durante la rivoluzione russa. Il film è accompagnato da una musica che intrattiene lo spettatore che non sente le voci dei protagonisti, e che cambia in base all'importanza del momento che racconta, da lenta a movimentata.
E' un film da seguire bene, se ti perdi non capisci più niente essendo che devi leggere le descrizioni.
E' divertente vedere com'è cambiato il modo di recitare nel corso degli anni. Prima era molto caratterizzato e schematizzato, molto più marcato di adesso. E' un importantissimo documentario storico, per fortuna che questa pellicola si sia salvata.
VOTO: 7
domenica 12 giugno 2011
Quando il Sud mi delude...
Italia, e sud in particolare, SVEGLIATI!!! Solo un 30% non è possibile, siamo una vergogna per il mondo!
ANDARE A VOTARE E' UN DIRITTO...
MA E' ANZITUTTO UN DOVERE!!!
"Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio"
Non è un bel film, ma sinceramente mi ha fatto ridere. Almodovar ha una strana capacità di individuare soggetti anomali e renderli ridicoli sottolineandone ed evidenziandone le peculiarità. Tutto elevato al massimo!
Tacones lejanos o... "Tacchi a spillo"?
Amo moltissimo dei suoi film, li ho visti quasi tutti. Ma uno di quelli che mi piace di più e Tacones lejanos (Tacchi a spillo). Marisa Paredes, grande musa di Almodovar è la madre snaturata di Victoria Abril, altra grande del cinema almodovariano. Nel loro rapporto di amore-odio troviamo uno strepitoso Miguel Bosé nei panni di una drag queen su imitazione della Paredes. Il tutto è peggiorato da un omicidio, e la vicenda è ingarbugliata, la trama ricca, come i film dell'ultimo Almodovar. Il binomio Paredes-Abril è brillante, non si potrebbe chiedere di meglio. Se i risultati sono questi... viva le sue muse!
"La domenica specialmente"
Tornatore ci delizia con la storia di un barbiere, Philippe Noiret, perseguitato da un cane. Giordana ci racconta le vicende di una donna che vive con figlio e nuora in casa. Bertolucci ci presenta un'Ornella Muti tra due cuori e Barilli una località barneare dove succede di tutto.
Sono episodi molto diversi tra loro. Quello che mi è piaciuto di più è sicuramente l'episodio di Tornatore. Piena di sentimenti è l'interpretazione di Noiret nei panni di un uomo sgarbato e senza amici che trova in un cane l'unico conforto, cedendo e ammettendo a se stesso che anche lui poteva emozionarsi. Altro bel capitolo è quello di Giordana. Una nuora lascia che la suocera spii lei e suo marito nell'intimità ma "non lo fa per male". Dichiarazione al quanto dubbiosa. E' un episodio pieno di sensualità ma anche di tenerezza e pena.
Belli i film ad episodi, si riesco a seguire bene, ma soprattutto questo non ha niente a che fare con i famosi Manuale d'amore 1 2 e 3.
Tornatore: 9
Tullio Giordana: 8
Bertolucci: 5
Barilli: 4
sabato 11 giugno 2011
Essere italiana è anche questo
Per la prima volta non scriverò di cinema. Per la prima volta non ho un film da commentare o una recensione da fare. Questo post non nasce dallo spunto dato da un'opera cinematografica. Ma è la riflessione dell'essere italiana, oggi. Proprio oggi 11 giugno, per l'esattezza. In vista di un evento che ricorderemo a vita, in qualunque modo vada.
Mi ricordo che le prime elezioni dopo i miei 18 anni riguardavano un referendum, e io non andai a votare. Mio padre si incazzò molto con me, quasi non mi parlò per due giorni. Lui e mia madre dicevano che il primo voto era importante, ma non ho mai capito il perchè. Dicevano che quando un giorno dovrò trovare lavoro, l'assenza del primo voto potrebbe essere un punto a mio sfavore. Mi sembrava assurdo, e mi sembra ancora, così non ci andai. Oggi, a distanza di 3 anni, mi rendo conto di aver fatto una gran cazzata.
Spesso le persone mi dicono: "A me non interessa la politica, non vado a votare". Io penso che non esiste politica di fronte ai nostri doveri. Cos'è la politica? Non dobbiamo lamentarci che le cose non vadano come vogliamo se noi non facciamo niente per farle cambiare. Sicuramente niente cambia da solo. Da solo non può fare altro che peggiorare. Ed'è nostro dovere partecipare e fare i nostri interessi, perchè non andando a votare non dobbiamo credere di far dispetto a qualcuno. Lo facciamo a noi stessi. Dobbiamo essere attivi e ci dobbiamo interessare a un referendum perchè non è la scelta di chi far salire al governo, ma ci vengono date due opzioni che riguardano la nostra vita e dobbiamo scegliere quella giusta per vivere meglio. Mi rendo conto che non andare a votare è come volersi escudere e disinteressarsi a proprio discapito. Non possiamo far scegliere agli altri. Se io e mio marito abbiamo un figlio e c'è da decidere in che scuola iscriverlo, e io dico a mio marito: "Fai tu", il bene di chi faccio? Mi interessa o no l'educazione di mio figlio? Voglio o no avere voce in capitolo per quella che è la sua vita e per un suo futuro migliore? E l'Italia è questo, è nostra madre ma è anche una figlia da crescere. Non possiamo adagiarci sugli allori di quello che è stata, perchè se un tempo è stata una grande Nazione è perchè c'è gente che ha versato del sangue e che a costo della sua vita l'ha difesa con tutto se stesso. Amiamola, perchè ci da soddisfazioni incredibili, ma non pretendiamo di ottenerle senza fare niente, raccoglieremo i frutti solo dopo aver seminato. Prendiamoci cura di questa nazione e facciamolo a piccoli passi, con SI SI SI SI, o con NO NO NO NO. O come volete voi, se avete le vostre ragioni per farlo. Ma non andate a votare solo per sentito dire, o non restate a casa solo perchè non sapete. Basta accendere la tv e si sente ovunque in cosa consiste il referendum abrogativo. Non disinteressiamoci vi prego! E' importante, se non lo facciamo noi chi lo farà? Il tutto parte singolarmente da ciascuno di noi. Restiamo uniti! Non lasciamo fare a chi ci rappresenta se non siamo sicuri di chi ci rappresenta, o anche se ne siamo sicuri, diamo il nostro parere. Quando firmate un foglio voi leggete cosa state firmando o vi fidate ciecamente? Ecco, l'Italia è questo, è una ufficialmente democrazia ma il foglio che siamo noi a firmare poi passa a chi fa per noi l'italiano.
Mi ricordo che le prime elezioni dopo i miei 18 anni riguardavano un referendum, e io non andai a votare. Mio padre si incazzò molto con me, quasi non mi parlò per due giorni. Lui e mia madre dicevano che il primo voto era importante, ma non ho mai capito il perchè. Dicevano che quando un giorno dovrò trovare lavoro, l'assenza del primo voto potrebbe essere un punto a mio sfavore. Mi sembrava assurdo, e mi sembra ancora, così non ci andai. Oggi, a distanza di 3 anni, mi rendo conto di aver fatto una gran cazzata.
Spesso le persone mi dicono: "A me non interessa la politica, non vado a votare". Io penso che non esiste politica di fronte ai nostri doveri. Cos'è la politica? Non dobbiamo lamentarci che le cose non vadano come vogliamo se noi non facciamo niente per farle cambiare. Sicuramente niente cambia da solo. Da solo non può fare altro che peggiorare. Ed'è nostro dovere partecipare e fare i nostri interessi, perchè non andando a votare non dobbiamo credere di far dispetto a qualcuno. Lo facciamo a noi stessi. Dobbiamo essere attivi e ci dobbiamo interessare a un referendum perchè non è la scelta di chi far salire al governo, ma ci vengono date due opzioni che riguardano la nostra vita e dobbiamo scegliere quella giusta per vivere meglio. Mi rendo conto che non andare a votare è come volersi escudere e disinteressarsi a proprio discapito. Non possiamo far scegliere agli altri. Se io e mio marito abbiamo un figlio e c'è da decidere in che scuola iscriverlo, e io dico a mio marito: "Fai tu", il bene di chi faccio? Mi interessa o no l'educazione di mio figlio? Voglio o no avere voce in capitolo per quella che è la sua vita e per un suo futuro migliore? E l'Italia è questo, è nostra madre ma è anche una figlia da crescere. Non possiamo adagiarci sugli allori di quello che è stata, perchè se un tempo è stata una grande Nazione è perchè c'è gente che ha versato del sangue e che a costo della sua vita l'ha difesa con tutto se stesso. Amiamola, perchè ci da soddisfazioni incredibili, ma non pretendiamo di ottenerle senza fare niente, raccoglieremo i frutti solo dopo aver seminato. Prendiamoci cura di questa nazione e facciamolo a piccoli passi, con SI SI SI SI, o con NO NO NO NO. O come volete voi, se avete le vostre ragioni per farlo. Ma non andate a votare solo per sentito dire, o non restate a casa solo perchè non sapete. Basta accendere la tv e si sente ovunque in cosa consiste il referendum abrogativo. Non disinteressiamoci vi prego! E' importante, se non lo facciamo noi chi lo farà? Il tutto parte singolarmente da ciascuno di noi. Restiamo uniti! Non lasciamo fare a chi ci rappresenta se non siamo sicuri di chi ci rappresenta, o anche se ne siamo sicuri, diamo il nostro parere. Quando firmate un foglio voi leggete cosa state firmando o vi fidate ciecamente? Ecco, l'Italia è questo, è una ufficialmente democrazia ma il foglio che siamo noi a firmare poi passa a chi fa per noi l'italiano.
venerdì 10 giugno 2011
"Il labirinto del fauno"
Il regista-produttore ha un nome che ho già usato diverse volte parlandovi di altri film. Guillermo del Toro. Colui che da spazio alle nuove generazioni alla faccia della disoccupazione della nostra era, alla faccia dell'attuale realtà spagnola. Se in Spagna non si trovano lavori di alcun tipo perchè si dovrebbe trovare un impiego proprio nel cinema che è già difficile da raggiungere in tempo di pace?
Oggi è il turno del film che completa una sorta di binomio prodotto dallo stile trhillerato di Del Toro, El laberinto del fauno, preceduto dal più famoso El espinazo del diablo. Come già detto precedentemente questi due film sono una visione infantile della guerra civile spagnola al periodo di F. Franco. Dico visione infantile e non per bambini, perchè sono comunque film horror (così dicono), mentre i protagonisti sono i bambini e il tema di base sono i riscontri che ha su di loro la guerra. La loro fantasia che continua a camminare nonostante percepiscano la realtà che li circonda e il loro modo di reagire creandosi un mondo tutto proprio e in cui rifugiarsi. Questo è un po' quello che mi è arrivato guardando Il labirinto del fauno. La protagonista è una bambina che comunica o meglio vede esseri fantastici e si lascia affascinare da questi fino a ritrovarsi in un mondo totalmente fantastico, costruito in maniera meravigliosa e reso possibile grazie ad effetti speciali ottenuti col digitale. Figure di pura fantasia, niente di reale ma delle immagini molto lavorate e ben definite che sono arrivate ad affascinare me stessa, non amante della fantasia intesa come genere cinematografico. Che di fantasia pura ne ho tanta.
Sicuramente tra questo film e il precedente della stessa collana a due perle di Del Toro questo è il migliore, e si conclude drammaticamente, come previsto. La guerra è guerra. Per tutti.
VOTO: 6
giovedì 9 giugno 2011
"Amori e altri crimini", crimini di quelli veri
Mi rendo conto che il mio giudizio è molto discutibile data la mia poco predisposizione per l'est Europa. Forse non sono la persona più giusta per parlare di questi film, ma per una che è abituata alla travolgente passione che mettono gli spagnoli in qualunque cosa facciano, è dura vedere una roba del genere. Che strappo, che male! Insomma, avrete capito che non sono uscita particolarmente contenta da questa visione. Manca quell'ingrediente di normalità, mi sembra un film troppo artificiale. Ecco, è proprio un film, c'è poco di credibile. Ma non per il tema, bensì per l'approccio che ha, per il modo di raccontarci la storia. E' il mezzo che a mio avviso non funziona.
VOTO: 3
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