Poco a poco riuscirò a cancellare tutti i titoli dalla lista. Ma se continuo a scrivere questo blog con così tanta frequenza, non arriverò da nessuna parte.
Oggi dedico un po' di pazio a un film praticamente sconosciuto in Italia, ma che ha vinto nel 2004 il Goya a Mejor director novel. Il regista si chiama Pablo Malo, ma il film non è per niente cattivo. Ma come mi sono imbattuta in questo film? Semplice, grazie ad una delle mie attrici preferite (e sono molte), una delle più grandi in Spagna e musa di Pedro Almodovar, Marisa Paredes. Sto cercando di vedere tutti i suoi film ma non è facile visto che è in attivo dagli anni sessanta. Ci provo.
Si tratta di un bel film che racconta il dramma di due famiglie, quello di un ragazzino che uccide sua madre, di un giovane che porta i soldi a casa, di una madre prostituta vittima di violenza, di un amore di quelli timidi, di un uomo che non può essere chiamato tale, di aggressioni tra ragazzi e di AIDS. In tutto ciò la morte che conclude il film e che non dispiace più di quello che succede fin dall'inizio, ma sembra quasi una giusta conclusione o un anticipo di quello che avrebbe atteso il protagonista. Insomma, finisce per prendersi quello che gli spetta come per non dare la soddisfazione ad altri di farlo per lui.
Il titolo è Frio sol de invierno (Freddo sole invernale) e Marisa Paredes impersonifica il ruolo di una prostituta avanti con gli anni, alcolizzata e che finisce per mettersi in un brutto pasticcio. Stupenda la sua interpretazione, ma come tutte le altre del resto. Non l'ho mai vista in un ruolo che non faccia per lei o dove è leggermente imperfetta. E' davvero una grandissima attrice!
A mio avviso il film tocca un tema importante, quello di un clima familiare invivibile che spinge un figlio a far fuori la madre, ma soprattutto senza mai pentirsene, nemmeno quando sarà cresciuto. Anzi, da l'impressione di chi, nonostante sia appena ucito da uno psichiatrico, rifarebbe lo stesso gesto mille volte perchè lo considera giusto. Evidentemente i suoi occhi da bambino avevano visto talmente tante cose che non andavano da sentirsi finalmente liberato. Difficile approvare un comportamento del genere, altrettanto biasimarlo. Ed'è come se volessero farci empatizzare con lui senza vederlo come un mostro, rendendolo buono e caritatevole nei confronti di un ragazzo con mille problemi. Personaggio cattivo? Non proprio. Stiamo parlando di un ragazzo che per tutto il film fa un percorso difficile da capire e che ha come obiettivo la morte. Il ruolo è del bravissimo e a mio avviso bellissimo Unax Ugalde, spagnolo, anche se dal nome non si direbbe.
Il film mi è piaciuto molto, merito la presenza di un cast come quello sopra elencanto e di magnifiche interpretazioni, ma anche perchè la storia non era niente male.
VOTO: 7
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