VOTO: 5
Perchè courier 12 è la lingua che parla l'arte che amo. Siciliana sulla ventina, studentessa DAMS contro tutti, scrittrice di emozioni all'occorrenza e grande pensatrice autolesionista. Narcisista pure, e nevrotica. Obiettivo: sublimare questa pazzia fin ora distruttiva, perchè "dal letame nascono i fior".
giovedì 30 giugno 2011
Cinema: Versione moderna de "Il ritratto di Dorian Gray"
VOTO: 5
venerdì 24 giugno 2011
Altro che "Vanila sky"
Quindi il problema è un particolare elemento che a mio avviso non ha nome ed'è di difficile identificazione, perchè penso che la differenza stia proprio nel passaggio da un paese all'altro, avendo dovuto adattare la storia in un altro continente, ambienti, modi, caretteri e tutto cambiano, e si vede parecchio. Per questo non trovo l'utilità del remake. Partono già sconfitti.
VOTO: 3
"La ragazza del lago"
VOTO: 7
martedì 21 giugno 2011
"Mamma mia!"
Mi va di parlare di un musical famosissimo, uno dei pochi film musicali che ho visto e che oltre ad intrattenere lo fa a pieni voti. Mamma mia!, made in Abba, musicalmente parlando, mentre se vogliamo parlare della recitazione, Meryl Strepp la troviamo eccellente e adatta a qualsiasi situazione, oltre ad essere una delle poche attrici che ho visto interpretare personaggi di diverse età anche oltre i 60 anni e riesce molto bene a fare la quarantenne! Bella e brava davvero!
La storia è carina, è quella di una ragazza che convoca alle sue nozze i suoi tre possibili padri sperando, conoscendoli, di capire qual'è quello vero visto che la madre non vuole dirlo perchè forse manco lei lo sa. Bella situazione, diventa comica e divertentissime le musiche. Il musical a teatro non l'ho mai visto, ma lo immagino, dopo aver visto il fantastico film che è solo del 2008. Ma poi nel film ci sono, oltre alla Strepp, i bellissimi Pierce Brosnan e Colin Firth! E ho detto tutto... Povero Colin, non è la prima volta che fa la parte del gay, no? E mi viene da dire: ammazza Meryl! Non si faceva mancare proprio nulla! Ha una faccia così tenera! Ma poi, a chi salterebbe mai in mente di chiamare tre possibili genitori per le proprie nozze? E' chiaro che rischi di rovinarti il giorno più bello, devi essere proprio pazza! Che coraggio!
VOTO: 8
domenica 19 giugno 2011
"Pulp fiction"
VOTO: 8
venerdì 17 giugno 2011
"The reader, a voce alta"
VOTO: 9
"La morte ti fa bella"
Due donne si contendono non solo l'uomo ma anche la giovinezza, in una lotta all'ultima pozione! Chi sopravviverà? Sicuramente quello a cui è andata meglio è Bruce Wills.
Non mi piace per niente l'idea di avere la possibilità di essere immortale, non me ne farei niente. Riconosco che inizialmente l'idea potrebbe risultare interessante, ma vivere per sempre sarebbe come non vivere. Preferisco sapere che prima o poi tutto finisce che essere condannata a vivere all'infinito!
D'altra parte mi chiedo come Meryl abbia vinto ancora solo un Oscar, con le 14 candidature da record che si ritrova. Questa donna sta facendo la storia del cinema, penso sia una delle più grandi mai esistite.
VOTO: 8
giovedì 16 giugno 2011
"Eskalofrio"
VOTO: 5
"Un affare di donne"
A questo proposito Une affaire de femme (Un affare di donne) fa parecchio riflettere, sulle altre cose anche su una scelta come questa. Una donna, interpretata al solito magnificamente da Isabelle Huppert, si improvvisa capace di far abortire un'amica, così si sparge la voce e intraprende cquesta carriera, diventando ricca. Tra le altre cose affitta stanze a donne di cattiva reputazione e mette le corna al marito. Va tutto bene fin quando non ne muore una, e così finisce in carcere e poi condannata alla ghigliottina. Il film è impostato davvero bene, non per niente è diretto da Claude Chabrol, uno dei grandi esponenti della Nouvelle Vague francese, di cui la Huppert è musa e vincitrice della Coppa Volpi a Venezia per questo stesso film. La cosa che da ai nervi in questa storia è che donne sposate e con molti figli erano costrette ad abortire perchè non potevano mantenerli, ovviamente perchè i mariti volevano fare sempre e solo quello. Che storia, povere noi. Per fortuna i tempi sono cambiati e la donna non è costretta a fare solo la madre.
VOTO: 8
mercoledì 15 giugno 2011
"Kika un corpo in prestito"
VOTO: 7
"Donne sull'orlo di una crisi di nervi"
VOTO: 8
"Il grande sonno"
VOTO: 7
martedì 14 giugno 2011
"L'indiscreto fascino del peccato"
Ma non credete che siccome il film parla di suore Almodovar fosse cattolico. Ma per niente. Il film è una grande critica alla Chiesa, è la dimostrazione esagerata che anche in quegli ambiti c'è di tutto. D'altronde perchè dovrebbero essere tutte sante se sono esseri umani? Ogni suora rappresenta un peccato, ognuna ha uno se non più punti deboli e ne è consapevole. C'è una lesbica, una drogata, ma tutte ovviamente parodiate, grottesche figure almodovariane che nonostante (o per) il tema ci fanno ridere. Il pretesto è l'arrivo al convento che raccoglie le peggiori peccatrici della zona, di una cantante che farà uscir fuori il peggio delle devotissime residenti della casa. Ma strepitoso più di tutti è il momento musicale in cui la Serrano che interpreta la giovane cantante, canta un brano che mi piace moltissimo, dal titolo Salì porque salì. Un ritmo coinvolgente, ma anche molto provocatorio visto dove è inserito... Lo consiglio vivamente, per chi si vuole divertire mettendo da parte un giudizio da bigotta. Per guardare di film di Almodovar la morale deve essere messa da parte. E' "solo" un film.
VOTO: 8
"Cosa ho fatto io per meritare tutto questo?"
Ogni personaggio ci comunica moltissimo, ogni personaggio in Almodovar è di per se uno spettacolo. Si potrebbe fare un film solo per ciascun suo personaggio.
Non è sicuramente tra i film che mi sono rimasti più impressi, ma ho trovato al loro solito brave sia la Maura che Veronica Forqué. Basta cercare su internet i nomi delle classiche attrici di Almodovar per capire tutto.
VOTO: 6
"Entr'acte" del 1924
Come ho già detto per La corazzata Potemkin, mi stupisce vedere questo lavoro perchè nonostante appartenga al cinema primitivo è fatto davvero bene se consideriamo lo sforzo e il tempo impiegato dai registi/montatori per renderlo visibile al pubblico. Senza la moviola era davvero un'impresa assemblare le varie inquadrature e si perdeva moltissimo tempo. Ciò contribuisce a farci ammirare ancor di più questo lavoro e ci fa capire che niente è senza sforzo. Se oggi tutti sappiamo maneggiare Movie Maker o AVS editor è solo grazie a questa gente.
VOTO: 7
Questo è il secondo passo: schiaffo a Berlusconi al Referendum
Più felice di così non potrei essere. Oggi gli italiani si sono destati dal forte e profondo sonno che li aveva assopiti per anni e hanno dato dimostrazione di grande fermezza, tra le tante cose. Gli italiani sono stufi di sentire sempre la solita solfa, e anche se non con giusta partecipazione, hanno preso una scelta che si aspettava da tempo e che insieme alle amministrative è il secondo passo verso il risorgimento italiano. Un 57% non è male, ma è assurdo che solo poco più della metà degli italiani abbia detto SI. Poteva andare meglio, ma poteva andare pure peggio.
Italia libera da questa dittatura legittimata una volta per tutte! Italia, ancor di più fatti desta!
lunedì 13 giugno 2011
"La corazzata Potemkin"
La vicenda, inventata, racconta la ribellione dei russi alla corazzata Potemkin per la liberazione di Odessa durante la rivoluzione russa. Il film è accompagnato da una musica che intrattiene lo spettatore che non sente le voci dei protagonisti, e che cambia in base all'importanza del momento che racconta, da lenta a movimentata.
E' un film da seguire bene, se ti perdi non capisci più niente essendo che devi leggere le descrizioni.
E' divertente vedere com'è cambiato il modo di recitare nel corso degli anni. Prima era molto caratterizzato e schematizzato, molto più marcato di adesso. E' un importantissimo documentario storico, per fortuna che questa pellicola si sia salvata.
VOTO: 7
domenica 12 giugno 2011
Quando il Sud mi delude...
Italia, e sud in particolare, SVEGLIATI!!! Solo un 30% non è possibile, siamo una vergogna per il mondo!
ANDARE A VOTARE E' UN DIRITTO...
MA E' ANZITUTTO UN DOVERE!!!
"Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio"
Non è un bel film, ma sinceramente mi ha fatto ridere. Almodovar ha una strana capacità di individuare soggetti anomali e renderli ridicoli sottolineandone ed evidenziandone le peculiarità. Tutto elevato al massimo!
Tacones lejanos o... "Tacchi a spillo"?
Amo moltissimo dei suoi film, li ho visti quasi tutti. Ma uno di quelli che mi piace di più e Tacones lejanos (Tacchi a spillo). Marisa Paredes, grande musa di Almodovar è la madre snaturata di Victoria Abril, altra grande del cinema almodovariano. Nel loro rapporto di amore-odio troviamo uno strepitoso Miguel Bosé nei panni di una drag queen su imitazione della Paredes. Il tutto è peggiorato da un omicidio, e la vicenda è ingarbugliata, la trama ricca, come i film dell'ultimo Almodovar. Il binomio Paredes-Abril è brillante, non si potrebbe chiedere di meglio. Se i risultati sono questi... viva le sue muse!
"La domenica specialmente"
Tornatore ci delizia con la storia di un barbiere, Philippe Noiret, perseguitato da un cane. Giordana ci racconta le vicende di una donna che vive con figlio e nuora in casa. Bertolucci ci presenta un'Ornella Muti tra due cuori e Barilli una località barneare dove succede di tutto.
Sono episodi molto diversi tra loro. Quello che mi è piaciuto di più è sicuramente l'episodio di Tornatore. Piena di sentimenti è l'interpretazione di Noiret nei panni di un uomo sgarbato e senza amici che trova in un cane l'unico conforto, cedendo e ammettendo a se stesso che anche lui poteva emozionarsi. Altro bel capitolo è quello di Giordana. Una nuora lascia che la suocera spii lei e suo marito nell'intimità ma "non lo fa per male". Dichiarazione al quanto dubbiosa. E' un episodio pieno di sensualità ma anche di tenerezza e pena.
Belli i film ad episodi, si riesco a seguire bene, ma soprattutto questo non ha niente a che fare con i famosi Manuale d'amore 1 2 e 3.
Tornatore: 9
Tullio Giordana: 8
Bertolucci: 5
Barilli: 4
sabato 11 giugno 2011
Essere italiana è anche questo
Per la prima volta non scriverò di cinema. Per la prima volta non ho un film da commentare o una recensione da fare. Questo post non nasce dallo spunto dato da un'opera cinematografica. Ma è la riflessione dell'essere italiana, oggi. Proprio oggi 11 giugno, per l'esattezza. In vista di un evento che ricorderemo a vita, in qualunque modo vada.
Mi ricordo che le prime elezioni dopo i miei 18 anni riguardavano un referendum, e io non andai a votare. Mio padre si incazzò molto con me, quasi non mi parlò per due giorni. Lui e mia madre dicevano che il primo voto era importante, ma non ho mai capito il perchè. Dicevano che quando un giorno dovrò trovare lavoro, l'assenza del primo voto potrebbe essere un punto a mio sfavore. Mi sembrava assurdo, e mi sembra ancora, così non ci andai. Oggi, a distanza di 3 anni, mi rendo conto di aver fatto una gran cazzata.
Spesso le persone mi dicono: "A me non interessa la politica, non vado a votare". Io penso che non esiste politica di fronte ai nostri doveri. Cos'è la politica? Non dobbiamo lamentarci che le cose non vadano come vogliamo se noi non facciamo niente per farle cambiare. Sicuramente niente cambia da solo. Da solo non può fare altro che peggiorare. Ed'è nostro dovere partecipare e fare i nostri interessi, perchè non andando a votare non dobbiamo credere di far dispetto a qualcuno. Lo facciamo a noi stessi. Dobbiamo essere attivi e ci dobbiamo interessare a un referendum perchè non è la scelta di chi far salire al governo, ma ci vengono date due opzioni che riguardano la nostra vita e dobbiamo scegliere quella giusta per vivere meglio. Mi rendo conto che non andare a votare è come volersi escudere e disinteressarsi a proprio discapito. Non possiamo far scegliere agli altri. Se io e mio marito abbiamo un figlio e c'è da decidere in che scuola iscriverlo, e io dico a mio marito: "Fai tu", il bene di chi faccio? Mi interessa o no l'educazione di mio figlio? Voglio o no avere voce in capitolo per quella che è la sua vita e per un suo futuro migliore? E l'Italia è questo, è nostra madre ma è anche una figlia da crescere. Non possiamo adagiarci sugli allori di quello che è stata, perchè se un tempo è stata una grande Nazione è perchè c'è gente che ha versato del sangue e che a costo della sua vita l'ha difesa con tutto se stesso. Amiamola, perchè ci da soddisfazioni incredibili, ma non pretendiamo di ottenerle senza fare niente, raccoglieremo i frutti solo dopo aver seminato. Prendiamoci cura di questa nazione e facciamolo a piccoli passi, con SI SI SI SI, o con NO NO NO NO. O come volete voi, se avete le vostre ragioni per farlo. Ma non andate a votare solo per sentito dire, o non restate a casa solo perchè non sapete. Basta accendere la tv e si sente ovunque in cosa consiste il referendum abrogativo. Non disinteressiamoci vi prego! E' importante, se non lo facciamo noi chi lo farà? Il tutto parte singolarmente da ciascuno di noi. Restiamo uniti! Non lasciamo fare a chi ci rappresenta se non siamo sicuri di chi ci rappresenta, o anche se ne siamo sicuri, diamo il nostro parere. Quando firmate un foglio voi leggete cosa state firmando o vi fidate ciecamente? Ecco, l'Italia è questo, è una ufficialmente democrazia ma il foglio che siamo noi a firmare poi passa a chi fa per noi l'italiano.
Mi ricordo che le prime elezioni dopo i miei 18 anni riguardavano un referendum, e io non andai a votare. Mio padre si incazzò molto con me, quasi non mi parlò per due giorni. Lui e mia madre dicevano che il primo voto era importante, ma non ho mai capito il perchè. Dicevano che quando un giorno dovrò trovare lavoro, l'assenza del primo voto potrebbe essere un punto a mio sfavore. Mi sembrava assurdo, e mi sembra ancora, così non ci andai. Oggi, a distanza di 3 anni, mi rendo conto di aver fatto una gran cazzata.
Spesso le persone mi dicono: "A me non interessa la politica, non vado a votare". Io penso che non esiste politica di fronte ai nostri doveri. Cos'è la politica? Non dobbiamo lamentarci che le cose non vadano come vogliamo se noi non facciamo niente per farle cambiare. Sicuramente niente cambia da solo. Da solo non può fare altro che peggiorare. Ed'è nostro dovere partecipare e fare i nostri interessi, perchè non andando a votare non dobbiamo credere di far dispetto a qualcuno. Lo facciamo a noi stessi. Dobbiamo essere attivi e ci dobbiamo interessare a un referendum perchè non è la scelta di chi far salire al governo, ma ci vengono date due opzioni che riguardano la nostra vita e dobbiamo scegliere quella giusta per vivere meglio. Mi rendo conto che non andare a votare è come volersi escudere e disinteressarsi a proprio discapito. Non possiamo far scegliere agli altri. Se io e mio marito abbiamo un figlio e c'è da decidere in che scuola iscriverlo, e io dico a mio marito: "Fai tu", il bene di chi faccio? Mi interessa o no l'educazione di mio figlio? Voglio o no avere voce in capitolo per quella che è la sua vita e per un suo futuro migliore? E l'Italia è questo, è nostra madre ma è anche una figlia da crescere. Non possiamo adagiarci sugli allori di quello che è stata, perchè se un tempo è stata una grande Nazione è perchè c'è gente che ha versato del sangue e che a costo della sua vita l'ha difesa con tutto se stesso. Amiamola, perchè ci da soddisfazioni incredibili, ma non pretendiamo di ottenerle senza fare niente, raccoglieremo i frutti solo dopo aver seminato. Prendiamoci cura di questa nazione e facciamolo a piccoli passi, con SI SI SI SI, o con NO NO NO NO. O come volete voi, se avete le vostre ragioni per farlo. Ma non andate a votare solo per sentito dire, o non restate a casa solo perchè non sapete. Basta accendere la tv e si sente ovunque in cosa consiste il referendum abrogativo. Non disinteressiamoci vi prego! E' importante, se non lo facciamo noi chi lo farà? Il tutto parte singolarmente da ciascuno di noi. Restiamo uniti! Non lasciamo fare a chi ci rappresenta se non siamo sicuri di chi ci rappresenta, o anche se ne siamo sicuri, diamo il nostro parere. Quando firmate un foglio voi leggete cosa state firmando o vi fidate ciecamente? Ecco, l'Italia è questo, è una ufficialmente democrazia ma il foglio che siamo noi a firmare poi passa a chi fa per noi l'italiano.
venerdì 10 giugno 2011
"Il labirinto del fauno"
Il regista-produttore ha un nome che ho già usato diverse volte parlandovi di altri film. Guillermo del Toro. Colui che da spazio alle nuove generazioni alla faccia della disoccupazione della nostra era, alla faccia dell'attuale realtà spagnola. Se in Spagna non si trovano lavori di alcun tipo perchè si dovrebbe trovare un impiego proprio nel cinema che è già difficile da raggiungere in tempo di pace?
Oggi è il turno del film che completa una sorta di binomio prodotto dallo stile trhillerato di Del Toro, El laberinto del fauno, preceduto dal più famoso El espinazo del diablo. Come già detto precedentemente questi due film sono una visione infantile della guerra civile spagnola al periodo di F. Franco. Dico visione infantile e non per bambini, perchè sono comunque film horror (così dicono), mentre i protagonisti sono i bambini e il tema di base sono i riscontri che ha su di loro la guerra. La loro fantasia che continua a camminare nonostante percepiscano la realtà che li circonda e il loro modo di reagire creandosi un mondo tutto proprio e in cui rifugiarsi. Questo è un po' quello che mi è arrivato guardando Il labirinto del fauno. La protagonista è una bambina che comunica o meglio vede esseri fantastici e si lascia affascinare da questi fino a ritrovarsi in un mondo totalmente fantastico, costruito in maniera meravigliosa e reso possibile grazie ad effetti speciali ottenuti col digitale. Figure di pura fantasia, niente di reale ma delle immagini molto lavorate e ben definite che sono arrivate ad affascinare me stessa, non amante della fantasia intesa come genere cinematografico. Che di fantasia pura ne ho tanta.
Sicuramente tra questo film e il precedente della stessa collana a due perle di Del Toro questo è il migliore, e si conclude drammaticamente, come previsto. La guerra è guerra. Per tutti.
VOTO: 6
giovedì 9 giugno 2011
"Amori e altri crimini", crimini di quelli veri
Mi rendo conto che il mio giudizio è molto discutibile data la mia poco predisposizione per l'est Europa. Forse non sono la persona più giusta per parlare di questi film, ma per una che è abituata alla travolgente passione che mettono gli spagnoli in qualunque cosa facciano, è dura vedere una roba del genere. Che strappo, che male! Insomma, avrete capito che non sono uscita particolarmente contenta da questa visione. Manca quell'ingrediente di normalità, mi sembra un film troppo artificiale. Ecco, è proprio un film, c'è poco di credibile. Ma non per il tema, bensì per l'approccio che ha, per il modo di raccontarci la storia. E' il mezzo che a mio avviso non funziona.
VOTO: 3
"La passione di Cristo"
"L'estate del mio primo bacio" la ricordo bene
Ma adesso mi chiedo, perchè Laura Morante fa spesso e volentieri la parte della matta disperata e isterica depressa? Anche in questo film ha un ruolo già visto, però qui il ruolo è portato agli estremi perchè in questo film sta proprio male!
Inizia una nuova estate e una ricca ragazzina pressappoco tredicenne, figlia di papà, non vede l'ora di dare il suo primo bacio. Il problema è che è troppo finta e poco spontanea per piacere, poco naturale a pure troppo piccola, infatti è da bambina che si comporta. Le vicende che attraversa mi hanno fatta ridere perchè anche io sono stata bambina ma non ero così spigliata. Forse è meglio essere così invece che timidi. Non che perchè si faceva vedere sicura di se fosse realmente così, anzi niente affatto. Ognuno reagisce a proprio modo quando si sente inferiore. Poi il contorno familiare non l'aiutava affatto, nè a lei nè alle sue altrettanto viziate e capricciose amichette. Tutto quel benessere nasconde problemi seri e l'assenza assoluta di figure di riferimento come padre e madre, presenti solo per far regali, ma assenti ai compleanni e mai disponibili per un dialogo. Nessuno di quei genitori conosce realmente sua figlia, sa solo che faccia ha. Ammetto che sia difficile capire i figli in un epoca difficile come l'adolescenza, ma ognuno raccoglie i frutti che semina. E sicuramente quei genitori non sono partiti col piede giusto, non hanno amato abbastanza i loro figli fin da piccoli e adesso loro li considerano degli estranei nella loro vita. In parte penso che se la siano cercata... ognuno si ritrova ad avere quanto ha dato. O no?
Tutto sommato il film mi è piaciuto perchè non è falso e racconta proprio le cose come stanno, sembra tutto molto vero. Ma non è sicuramente difficile ricostruire la vita di una adolescente...
VOTO: 7
"L'amore nascosto"
Queste le parole pronunciate da Carmen Maura in Volver. Ma non è del film di Almodovar che voglio parlarvi, bensì di una storia molto più drammatica che ci viene raccontata in L'amore nascosto di Alessandro Capone. Una madre rinchiusa in un'ospedale psichiatrico è convinta che sua figlia la odi, da parte sua la figlia crede di non essere amata da sua madre. Per tutto il film filtrano pensieri e deliranze di una drammaticamente splendida Isabelle Huppert nel ruolo di una donna depressa e maniacale. Quando si trova a parlare con la figlia la scena appare a noi come tratta da un sogno, forse per farci condividere la visione della donna e riuscire a metterci nei suoi panni. Ci sono diversi punti oscuri a mio avviso, per esempio non ho capito esattamente se l'odio di cui si parla in tutto il film deriva realmente dalla figlia, come sostiene nella sua malattia la madre, o se al contrario, volendo dare ragione alla figlia, è la madre che non è riuscita a instaurare un rapporto che dovrebbe venire naturale tra madre e figlia. Inizialmente, forse per colpa dell'eccellente interpretazione della Huppert che suscita moltissima pena in questo film, ero convinta che la colpa fosse della figlia troppo cattiva nei confronti della madre. Poi però molte cose hanno iniziato a non essere chiare. Per esempio la figlia pagava 300 euro al giorno per far stare lì dentro la madre, e l'andava a trovare. Ma la madre era quasi terrorizzata da sua figlia, ne temeva il giudizio, ne aveva soggezione, e questo sicuramente è un allarme. Ma alla fine, quando la figlia muore, la madre dice che è stata la sua ultima maniera per farla soffrire, come se si fosse voluta uccidere per farle un dispetto. Questo sicuramente è il ragionamento di una donna malata di mente. Ma alla fine, quando tutto sembra dar ragione alla figlia, la figlia rivolgendosi alla madre che si occuperà della nipote, pronuncia tali parole: "Lei sicuramente ti amerà". Frase che mi ha lasciato perplessa, perchè è come se avesse voluto dire che lei non era riuscita ad amare la madre, ma che la nipote le darà sicuramente l'affetto di cui ha di bisogno. Forse il finale è a libera interpretazione e non me ne sono accorta, o forse la nostra mania di voler trovare per forza un colpevole a cui scaricare tutte le colpe anche in un film mi ha portato fuori strada.
VOTO: 8
"Roma città aperta"
Poi se a tutto ciò uniamo una stupenda Anna Magnani ed un sempre perfetto Aldo Fabrizi, allora Roma città aperta non può fare a meno di essere un premio Oscar!
La guerra, sempre lei, distrugge le vite dei personaggi del film. Non vale la pena che vi dica di cosa parla, perchè il tema di tutti questi film è questo. Il contesto è lo stesso, cambiano poi le storie, ma sempre di poveri disgraziati si parla. Un film molto schietto e che va al nocciolo senza censure, la violenza non manca e si vede. L'unica cosa è che in questi film gli attori stranieri non ce li vedo proprio. Perchè lo chiamiamo Neorealismo allora? Tra l'altro Anna Magnani sembra che l'abbiamo trovata proprio lì nel film, sembra che non si sia spostata di un passo. Dov'era ce l'hanno mostrata. Eccellente però! Baffetti inclusi... E comunque chi non ha mai visto questo film non si consideri italiano!
Orgogliosa di essere italiana, anche per questo, per nomi come Rossellini, Fellini, De Sica, Visconti, Antonioni... eh, si... bei tempi quelli!
VOTO 10
"Sciuscià"
Sono convinta che poca gente della mia età sa cosa realmente è stato il cinema italiano del secondo dopoguerra. Pochi sanno che siamo stati i primi in molte cose in quel periodo (cinematograficamente parlando), e che abbiamo ispirato gli americani a fare altrettanto. Dopo ci sarebbero arrivati pure loro forse, ma noi per primi abbiamo stravolto le regole del continuity sistem, il cinema classico americano, rigido e pieno di regole indistruttibili. Abbiamo trasgredito, e abbiamo vinto, oh sì che abbiamo vinto, eccome!
Sciuscià è sicuramente uno di questi capolavori di cui parlo. Diretto dal maestoso Vittorio De Sica, è ambientato nel post guerra, come tutti i film del periodo, e narra le vicende di due ragazzini arrestati per detenere un cavallo, e per altri furti, raccontandoci la loro vita in carcere, ed infine fuori dal carcere, se di vita ancora si può parlare. E' un film pieno di movimento, ma va seguito con molta attenzione perchè è facile perdersi. Si tratta di piccoli passaggi che di volta in volta cambiano le loro sorti, non poi tanto. Sicuramente è una realtà crudele, non per niente stiamo parlando del riassestamento dell'Italia dopo la distruttiva seconda guerra mondiale. Non era facile vivere in quel contesto, tanto meno per gli sciuscià, poveri lustrascarpe che non possedevano niente e che ancora bambini venivano rinchiusi in carceri e addirittura processati! Giustizia strana. Secondo me non era quello il modo giusto per farli crescere. E mi ha sorpreso una scena in cui una specie di direttore del mini carcere ha ringraziato un capo per le condoglianze, gli era morto il figlio. Suo figlio sicuramente viveva bene, da pascià, ed'è morto, mentre tutti quei bambini erano ancora lì, quasi tutti senza un padre lì fuori. Certo mai gli sarebbe potuto venire in mente di prenderne uno con se...
Ma... quanto dovrà aspettare ancora il nostro cinema per tornare a essere IL cinema? Da tanto me lo chiedo... bisognerà attivarmi.
VOTO: 8
mercoledì 8 giugno 2011
"8 femmes"
Si tratta di un genere di humor nero alla francese che racconta la giornata un po' particolare di 8 donne (tutte di famiglia o quasi) che si ritrovano nella loro casa isolate dal mondo in seguito alla scoperta del cadavere del marito di una di loro in camera da letto.L'obiettivo è scoprire chi tra loro è l'assassina, visto che a quanto pare tutte avrebbero avuto dei buoni motivi per far fuori l'uomo. Ogni personaggio si presenta a noi con una canzoncina, c'è chi la suona e chi la balla, il tutto con le vere voci dei personaggi e in base a quello che vogliono trasmettere in quel momento della storia. A pochi minuti dall'inizio, per non dire al primo secondo, ti accorgi che si tratta di un film speciale. Sembra di trovarsi a teatro, sia per la scenografia molto colorata che per le riprese sicuramente fuori dagli schemi, ricche di piani sequenza e i inquadrature che schiaffeggiano la regola dei 180° del cinema classico. Tutto fuori dal normale e che attrae la sua attenzione soprattutto sulla maniera di recitare delle attrici protagoniste. Sembrano delle caricature, soprattutto il personaggio della grande Isabelle Huppert. Ogni personaggio è uno spettacolo infinito, e mi ha fatto moltissimo pensare a "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" di P. Almodovar, ma anche ad altri film interamente dominati da donne che cercano di farsi spazio difendendo se stesse con tutta la forza. Ma il film che più mi ricorda è "Regine: il matrimonio che mancava", in cui le più grandi attrici spagnole si concedono alla commedia e ci fanno divertire un sacco. Film irripetibili questi. Anche qui come in quello, grandi dive del cinema francese si incontrano.
Moltissimi altri potrebbero essere gli esempi. Ricorda vagamente anche il capolavoro "Famiglia" di Fernando Leon de Aranoa, in cui ci troviamo di fronte una famiglia sicuramente poco normale e che ci riserva innumerevoli sorprese con l'avanzare del film.
La cosa che mi ha sorpresa di più sono gli spezzoni musicali, che contribuiscono a dare la sensazione che sia tutto più che surreale visto che i personaggi si trovano di fronte a un episodio di morte ma sembrano più che tranquille, non si nota alcun turbamento, anzi solo comicità che scatta in noi proprio dal loro atteggiamento.

VOTO: 10
"Niente di grave, suo marito è incinto."
In realtà il mio giudizio non è poi così severo perchè questo film è stato girato sicuramente prima di ogni classica storiella di uomini incinti, è infatti del 1973 e unisce una brillante coppia del cinema di quegli anni in una commedia divertente e da intrattenimento che giustifica il bizzarro accaduto con "qualche pollo di troppo". Non ho sbagliato a scrivere, voglio dire proprio qualche pollo di troppo. Infatti la governante della coppia preparava pollo tutte le sere per cena e gli ormoni del povero Marco (Mastroianni) avrebbero così reagito a questa insopportabile abitudine provocando questo cambiamento nel suo organismo e anticipando quello che di lì a poco si sarebbe ripetuto più spesso. Insomma Marco sarebbe stato il primo caso di allarme del cambiamento del mondo e degli esseri umani dovuto alla modernità. "Le cose cambiano" a quanto pare, anche se ad un certo punto si scopre che quella pancia da 7° mese era proprio grasso! Ma proprio quando abbiamo tirato un respiro di sollievo per il finale salvataggio della reputazione del film, Marco partorisce! Ahi, ahi, ahi. E dopo di lui, l'intera società francese!
VOTO: 6
domenica 5 giugno 2011
"Agora"
Nel ruolo di Ipazia la bravissima Rachel Weisz che interpreta appunto una matematica che si ribella contro ogni tipo di fondamentalismo e ogni regola prestabilita che non prenda in considerazione l'uomo e la sua libertà. A detta dello stesso regista, Ipazia incarnerebbe la figura di Gesù al femminile, cioè quella di donna perseguitata per quello che diceva e pensava. Per questo stesso motivo il film non sarebbe una critica verso la religione ma verso i suoi estremismi. Sinceramente mi viene difficile credere alle parole del regista vista la sua omosessualità, anzi sono quasi del tutto convinta che in fondo ci sia una critica alla religione ma che per motivi di censura abbia unicamente fatto derivare l'origine del film a motivi contrari al fondamentalismo. Il che è sicuramente vero e non lo metto in dubbio. Purtroppo gli errori commessi dalle religioni sono molti, e la Chiesa sicuramente li colleziona tutti, e questo è uno di quegli errori non commessi solo dalla Chiesa ma soprattutto dai bigotti del periodo che non aspettavano altro per poter giudicare e sentenziare la vita degli altri. Mettere a morte una donna di tale grandezza per motivi al quanto discutibili...
Chi non ha peccato scagli la prima pietra.
VOTO: 8
"Silvio forever"... solo nel film
Diretto da Faenza e Macelloni, è una autobiografia non autorizzata del nostro presidente del consiglio, in cui troviamo degli spezzoni tratti da discorsi tenuti in diverse occasioni dallo stesso e altre immagini varie sempre accompagnate da una voce narrante che imita quella di Berlusconi raccontando la sua vita dalla nascita ad oggi. Il film inizia con i commenti di donna Rosa, povera madre... e troviamo una chiara spiegazione di come il carissimo presidente è salito al potere, dalle prime case comprate alla creazione delle tv private, dall'acquisto di ogni cosa trovasse nel suo cammino all'entrata in politica. Mi sono accorta che ho usato le parole "chiara spiegazione", però questo vale solo per coloro che vogliono vedere, chi ha ancora il prosciutto ammuffito sugli occhi è pregato di non continuare a leggere. Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Io direi che oltre tutto è un film comico, sono molteplici gli spunti che ti cacciano fuori delle sane e amare risate, le occasioni non possono di certo mancare con una persona come questa. Tra i filmati troviamo incontri con premier stranieri, maciamano, intercettazioni a dir poco discutibili, barzellette e canzoni stonate, il tutto fa del nostro presidente il più gran... cabarettista che l'Italia abbia mai avuto a capo di stato! Inutile, l'Italia colleziona sempre primati tra i più bizzarri...
Comunque, siccome qui commento solo i film in quanto tali e spesso e volentieri faccio anche riflessioni su quel che ho visto, questa volta penso sia giusto motivare la mia scelta di astenermi da qualsiasi altro commento esplicito che esprimerebbe il mio parere e le mie idee che restano appunto mie. Siamo o no in democrazia?
VOTO: 10
"Lope"
In questo film c'è tutto il necessario per farmi restare appiccicata allo schermo per due ore. Costumi bellissimi, eleganza e sfarzo ma anche gente di strada e molta miseria, insomma il tipico film d'epoca in costume, per una come me che ama la storia...
Non ho molto da dire perchè si tratta di una storia reale quindi non non si può di certo criticare la storia, ma posso sicuramente dire che è un film fatto bene e che per questo non ha niente da invidiare ai colossal in costume americani. Gli spagnoli negli ultimi anni si stanno dando molto da fare nel cinema ottenendo ottimi risultati, hanno tutta la mia stima e apprezzamento. Magari ci svegliassimo anche noi una volta per tutte...
VOTO 7
"También la lluvia"
Il protagonista della storia diviene, senza accorgercene, un boliviano scelto come attore per il film che alterna alle riprese fughe per partecipare attivamente alle proteste dei cittadini che lui stesso capeggia. Da qui inevitabili scontri con regista e produttore e l'uomo finisce in carcere. Da questo problema ne derivano molti altri, e le guardie civili non risparmiano nessuno. Infine, immersa in una situazione che non si aspettava di trovare, la troupe è costretta, con gran dispiacere del regista, ad abbandonare il posto senza aver portato a termine le riprese del film.
Un bel film davvero, mi è piaciuta un sacco l'alternanza tra la realtà che stava vivendo la città in quel momento con le scene direttamente tratte dal film storico, le quali hanno sicuramente molti punti in comune. Oggi come ieri la Bolivia è uno di quegli stati ancora incivili dove il cittadino non ha voce in capitolo nemmeno in una questione di vitale importanza com'è la scelta della privatizzazione dell'acqua, il che fa molto riflettere... Ai posteri ardua sentenza.
VOTO: 7
"Speriamo che sia femmina"
E' una storia di tutte donne, e gli uomini che ci sono fanno soltanto da contorno, tanto che il film termina con tutte le donne a tavola felici e contente perchè all'uomo della loro vita hanno preferito la loro felicità, e quindi restano tutte senza uomini. Per questo mi ha fatto molto pensare a Volver di Pedro Almodovar per la fitta trama anche se si tratta di cose decisamente diverse. Comunque mi ha ricordato Volver perchè gli uomini vengono quasi tagliati fuori dalla storia e sono le donne a fare da indiscusse protagoniste, come accade spesso in Almodovar.
Si tratta di una storia che raccoglie diverse storie, è un film da intrattenimento ma di quelli fatti bene, di quelli che guardarli è un piacere! Poi da Monicelli non potevamo aspettarci altrimenti... Eppure, forse perchè conosco poco di questo regista, non avrei mai detto che è un suo film, perchè credevo che fosse più da commedie comiche invece è una storia normalissima senza chissà quali spunti per ridere, se non consideriamo il vecchio malato di Alzheimer che per le circostanze in cui si caccia ci ricorda che il film è firmato Monicelli.
VOTO 6
sabato 4 giugno 2011
"La pianista" lascia il segno
La storia è quella di un'insegnante di piano sulla quarantina con "gravi" perversioni sessuali dovuti a una sessualità repressa (colpevole in parte una madre troppo apprensiva e vigile) la quale si innamora (a modo suo) di un giovane suo allievo. Il problema è che i due hanno modi diversi di vivere l'amore, e quello della Huppert è totalmente fuori dagli schemi.
Così per tutto il film assistiamo a scene molto cruente e dirette che fanno della Huppert una delle migliori attrici che io abbia mai visto nei panni di una donna repressa e tremendamente gelida nella prima parte del film e che dopo sembra leggermente cambiare direzione. La storia mi ha suscitato molta pena, non ho mai visto niente di simile, la Huppert fa un'interpretazione magistrale e riesce ad essere così fredda da mettere paura perchè non sai mai da dove potrebbe spuntare la follia. Ovviamente non è folle, è solo malata, ma di una malattia che arrivati ad un certo punto può far pena e a dispiacere perchè si fa del male da sola e senza rendersene conto allontana tutti da lei. Solo quando si rende conto di star per perdere il ragazzo che dice di amare, cerca di cambiare ma quel cambiamento non può venirle naturale e così un normale rapporto sessuale si trasforma in vera e propria violenza per una donna che ha sempre inteso il sesso come dolore. Per tutto il film mi sono inevitabilmente domandata quale grande peccato si sottoponesse a scontare in questo modo così crudele verso se stessa, cosa credeva di aver fatto di così grave e imperdonabile per trattarsi così e pensare di meritare i peggiori trattamenti. Non lo potremo mai sapere perchè non era questo l'obiettivo del film e di queste storie nel mondo ce ne saranno sicuramente tante.
Con tutta la freddezza del suo personaggio la Huppert è riuscita ad arrivarmi tantissimo, complice una vicenda mai vista nel cinema (per me) e che è sicuramente tra le più drammatiche storie. Non è approfondita, non va nella psiche del personaggio ma resta nella superficie della sua corazza e nonostante questo è un film molto forte e che non può lasciare indifferenti.
VOTO: 10
giovedì 2 giugno 2011
La favola reale di... "Felipe y Letizia, deber y querer"
Una famiglia che ha poco di reale se pensiamo che è "all'altezza" di tutti, se pensiamo che è disponibile, semplice e discreta, e molto amata dagli spagnoli, ma di un amore che si è guadagnata con grande difficoltà nel corso degli anni che hanno seguito la fine della dittatura di Francisco Franco, nel 1975. Non per questo manca di classe, è sempre e comunque una famiglia reale, con tutti i suoi segreti nascosti nei secoli e con la sua classica mentalità religiosa e di esempio per la popolazione. Nonostante tutto gli spagnoli cominciano ad essere stanchi di dover mantenere una famiglia che costa sempre più visto anche l'aumento dei suoi membri negli ultimi anni. Sicuramente il principe e le infante non si pongono il problema di fare meno figli per non poterli mantenere, perchè a questo purtroppo devono pensarci gli spagnoli. Comunque è una famiglia molto attiva nel sociale e nella beneficenza, è questo il suo compito istituzionale, di arrivare dove il capo del governo non può, si occupa di estetica insomma. Il che fa ridere, ma è vero.
Ancora più vero è che la famiglia reale negli ultimi anni ha fatto parlare molto di se, ma solo perchè si è dimostrata essere una famiglia delle più normali. Per chi pensa che sia ancora sacra invece, tutto quello che accade nel Palacio de la Zarzuela è uno scandalo e perdita di credibilità. Insomma, è una famiglia presa di mira, puntata per ogni cosa che fa. Spesso si dimentica che anche i nobili sono uomini e anche loro vivono in questo mondo moderno e vi si adattano, non sono immuni da tradimenti, divorzi, malattie e morte. Loro non lo dimenticano, è più facile che lo facciano gli spagnoli. Esistono più papisti del papa e più monarchici dei re. Sembra assurdo ma è così. Così è avvenuto quando l'infanta Elena ha divorziato dal marito, e ancor più quando il primo novembre del 2003, dopo non pochi indugi da parte della famiglia, il principe Felipe ha annunciato il fidanzamento con la borghese e divorziata giornalista tv Letizia Ortiz. Colpo di scena. Ci troviamo quasi di fronte al matrimonio del secolo, destinato a suscitare interesse e polemiche in tutto il mondo, ma prima di tutto in Spagna. Eppure Letizia si è fatta amare da molti fin da subito per il suo essere diversa, anticonformista, ribelle (lo dice la sua biografia prima di conoscere Felipe) e con molto carattere. Insomma una di quelle che non si fa mettere i piedi addosso nemmeno se a farlo è un piede reale. No, no, donna carismatica e che sa il fatto suo, è stata la scelta migliore di Felipe. Non si è mai data delle arie ed'è sempre rimasta coi piedi per terra anche se a corte si dice che sia ambiziosa e ossessionata dal restare sempre al centro dell'attenzione. Per questo si dice che sia in lotta continua con le cognate, e i giornali tirano fuori storie che la farebbero diventare la principessa triste e anoressica che non si è ancora abituata a vivere in una famiglia come quella. Io ci credo poco, però non si potrà mai sapere cosa accade realmente in quella famiglia, non trapela nulla.
Comunque mi rendo conto che sto deviando troppo, ma era prevedibile parlando di cose che mi interessano molto. Tornando al discorso principale, Felipe y Letizia, deber y querer (Felipe e Letizia, amare e dovere) è una mini fiction di Joaquin Oristrell che ha come protagonisti Amaia Salamanca, Fernando Gil, Marisa Paredes e Juajo Puigcorbé, rispettivamente nei ruoli di Letizia, Felipe, regina Sofia e re Juan Carlos. La somiglianza dei due protagonisti con gli originali è spaventosa! Complimenti al regista! Un cast decisamente ottimo e un film a mio avviso stupendo non solo per la storia in se che è sicuramente intrigante, ma perchè pare essere molto fedele alla realtà dei fatti. Ovviamente la casa reale l'ha visto e ha smentito quasi tutto, ma noi non ci crediamo per due motivi. Prima di tutto perchè ci piace credere che le cose siano andate così e poi perchè loro smentirebbero la qualunque, non potendo ammettere. Insomma re e regina, che voi ammettiate o meno poco ci importa, ma fateci sognare e credere che storie come queste possono avvenire essendo che c'è ancora Harry d'Inghilterra libero per le strade di Londra...
VOTO: 8
mercoledì 1 giugno 2011
"Carne de neon"
Un film di azione e di violenza, genere che decisamente non è il mio. Infatti ho indugiato parecchio prima di aprire il file, ma poichè ci recita Blanca, mi son convinta. E poi faceva parte della solita lista...
Crudele realtà quella della compra-vendita di donne provenienti da paese extracomunitarie che in sotterranei bui della città vengono messe all'asta da machos man (loro pensano) dopo essere state strappate alla loro famiglia e costrette quindi alla prostituzione perchè non hanno altra scelta. O quello o la morte. Un mondo disumano quello che ci viene mostrato dal regista di Carne de neon, ma in tutto quell'egoismo e quel degrado esistono dei sentimenti che fanno perdere la testa ai personaggi. Sono i punti di forza dei loro nemici, l'amore li spoglia di quele feroci maschere che si mettono addosso ed'è lì che crolla tutto quello che hanno calcolatamente costruito. I sentimenti disarmano tutti, è normale. Questo è quello che accade a un po' tutti i personaggi di questo film, i loro nemici aspettano questo per prendere vantaggio su di loro, finchè il tutto, sempre per colpa della madre smemorata, si complica drasticamente per il giovane figlio. Il tutto per un errore, per una confusione di una donna malata a cui viene affidato un compito che evidentemente non poteva portare a termine. Il tutto dalla confusione, tutto cambia solo per questo. E di colpo tutto viene stravolto e i buoni passano dal lato dei cattivi e viceversa. Basta poco per cambiare le carte in tavola, il secondo che separa l'ultimo attimo della tua vita dalla vita eterna. E il film è questo, una riflessione di un'ora e mezzo nello spazio che la pallottola ti concede prima di impossessarsi della tua vita. Ma all'ultimo tutto cambia ancora una volta, e non è come sembrava all'inizio. Molto sangue, molte morti, molte delle quali meritate. E inaspettatamente un finale commovente. Anche i duri qui hanno un cuore, e mi sono commossa, per un film d'azione mi sono commossa! Davvero bello, lo consiglio tantissimo, ma non so se esiste in italiano o almeno coi sottotitoli. Attori fantastici, uno più capace dell'altro, soprattutto Macarena Gomez e il grande Antonio De la Torre. Punto forte del film la recitazione. Muy bien, chicos!
VOTO: 8
"Come l'acqua per gli elefanti"
Non chiedetemi da cosa il titolo, perchè che ci sono gli elefanti l'ho visto, ma il significato non mi è arrivato. Così come non mi è arrivato l'intero film, forse quel giorno ero sintonizzata altrove, però devo ammettere che il fim non mi è piaciuto molto. Durante tutta la sua durata è stato inevitabile pensare ad un film spagnolo che ho visto di recente, del grande Alex de la Iglesia, Balada triste de trompeta, che consiglio vivamente.
Le somiglianze sono moltissime, quel che cambia è lo stile del film. Quello di Alex è un genere di fantasia, il suo solito meraviglioso vero e proprio humor negro, mentre quello che vede protagonista Robert Pattinson è un genere drammatico che non mi ha convinta molto. Non penso che ci sia stato plagio, perchè entrambi risalgono allo stesso periodo, anzi Balada triste de trompeta un po' prima. Ribadisco, si tratta di un genere totalmente diverso, forse non piacerà a tutti, ma le assonanze sono molteplici, finale incluso.
La cosa che meno mi è piaciuta è il non avvenuto tradimento tra la moglie del capo e il finto veterinario del circo, e la successiva confusione e ira che si scatena da parte del proprietario che si sente tradito. Caos, ho percepito troppo caos. Ma poi, Robert smettila di fare sempre il figo!
VOTO: 4
"Remember me"
"Remember me". Me ne hanno parlato tutti molto bene. Ricordo l'anno scorso il trailer al cinema. Pensavo: "Lo vedrò", ma il mio accompagnante non sembrava tanto convinto. Di certo non è per lui che non l'ho visto. Ma faceva parte dela mia lunga lista, quindi prima o poi sarebbe arrivato il suo turno, e invece di allungare il brodo con film incontrati per caso nelle mie gite notturne sui siti di streaming, ho preso la drammatica decisione di farmelo fuori subito, senza pensarci troppo (già!). Drammatica, appunto, come il film. Molto ma molto drammatico. La storia di due ragazzi con un episodio che li ha segnati nell'infanzia, un dolore di quelli che se hai fortuna lo superi altrimenti ti rovina la vita. E se non lo fa, ti segna a vita. Due lutti estremamente dolorosi e due strade diverse che per puro caso, o volendo anche per vendetta, si incontrano e ne fanno una sola. Di contorno due padri dei peggiori, uno decisamente poliziotto e un altro troppo assente e che pensa solo al lavoro. Una figlia piccola che quasi sconosce suo padre. Questa è la cosa che più mi ha toccata del film. Vedere come un padre può essere lui stesso la causa dell'infelicità della propria figlia quando giusto da lui dovrebbe partire la più assoluta protezione verso chi ama. Ma non tutti amiamo allo stesso modo, è chiaro. In certi casi, per fortuna rari, la presenza dell'amore si fa desiderare. E' completamente assente. Non credo sia questo il caso, solo che per una bambina di sei anni l'amore si deve manifestare per quello che è, poco interessa se tuo padre ha un modo diverso per manifestarti affetto. I bambini sono diretti, e così vogliono che tu sia con loro.
Un meraviglioso Pierce Brosnan di cui sono pazzamente innamorata, inutile negarlo. Anche con 58 anni sulle spalle rimane un uomo affascinantissimo. Mentre Robert Pattinson non mi è piaciuto moltissimo, fa sempre le solite facce stile Twilight. Solo che lì ci stanno, ma non può fare ovunque il vampiro dentro i vestiti di un 21enne newyorkese! La ragazza che gli fa il filo nel film mi è piaciuta, ma non l'avevo mai vista prima d'ora, credo.
Ma sono convinta più di ogni altra cosa che ciò che attribuisce maggior drammaticità al film è il dramma finale, il dramma nel dramma: l'attentato delle Torri Gemelle dell'11 settembre del 2001. Non avevo mai visto fin ora un film che citasse l'evento, eppure ce ne saranno sicuramente degli altri. Certamente non era un finale che mi aspettavo, è molto triste. Il film ha guadagnato molto aggiungendo questa disgrazia finale. Il che suona malissimo, ma è, ahimè, l'amara verità. Siamo italiani, ci piace piangere con delle belle storie che finiscono male. Più si piange, più i film sono belli. Che essere contraddittorio l'uomo, vero?
VOTO: 6
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